sabato 26 dicembre 2009

Confrontando la mortalità dell'influenza pandemica con quella dell'influenza stagionale

Alcune persone criticano il modo in cui è stato risposto alla pandemia causata dal virus dell'influenza H1N1. L'argomento che si sente/legge più spesso è che il nuovo virus uccide molto meno persone dell'influenza stagionale. A tale proposito vengono paragonati numeri, percentuali e statistiche che sembrano provare in modo lampante che l'influenza H1N1 sia una malattia di cui non ci si deve preoccupare per niente.

Su questa base vengono poi costruite opinioni che hanno un forte sapore di complottismo e corruzione a livello mondiale, da tanto tempo cavallo di battaglia degli antivaccinisti. Preoccupa solo che adesso anche persone di un certo livello professionale sembrano aver preso gusto a questo tipo di argomentazione. Lo scopo è evidentemente di svegliare nel pubblico non solo l'interesse alle proprie idee ma anche un certo senso di vittimismo. La gente si deve vedere nel ruolo di Davide contro Golia ed il sasso nella fionda è il totale rifiuto delle raccomandazioni che arrivano da "Golia". Dal rifiuto della vaccinazione fino alla negazione dell'esistenza dell'attuale pandemia che viene addirittura guidata verso la negazione dell'esistenza delle pandemie in toto. Infatti, alcuni complottisti sono già all'opera per ridimensionare drasticamente il ruolo che il virus dell'influenza ha avuto nella grande pandemia del 1918/19. In pratica vengono messi in discussione i piani pandemici che sono stati elaborati negli ultimi anni ed il sospetto che viene traghettato su questo presupposto è che siano una colossale truffa, elaborata insieme a Big Pharma.

mercoledì 23 dicembre 2009

Cronologia del secondo anno dell'ultima pandemia d'influenza (1969/70)

Continuo con la cronologia secondo il Weekly Epidemiological Record dell'OMS. Nel post precedente in cui raccontavo il primo anno della pandemia che era cominciata nel 1968, l'ultimo bollettino era del 9 maggio 1969. Durante parte della primavera, l'estate e l'inizio dell'autunno in Europa, negli USA ed in Canada non si registravano ulteriori epidemie d'influenza.

All'inizio di ottobre il virus comincia a prendere nuovamente piede in Europa, a partire dalla Spagna. Alla fine di ottobre si registra un'alta incidenza di sindrome influenzale in tutte le fasce di età. In alcune luoghi (scuole, uffici, unità militari) il 10% delle persone si ammala, quasi contemporaneamente. A Barcelona il livello di attacco è del 20% e nelle periferie del 30%. Il virus responsabile è il H3N2(Hongkong).

giovedì 17 dicembre 2009

Cronologia della pandemia d'influenza del 1968/69

L'ultima pandemia causata dal virus dell'influenza A cominciò nel 1968. Leggendo i Weekly Epidemiological Records dell'OMS di allora si può seguire passo passo lo svolgimento della pandemia. Qualche mese dopo la fine della prima e della seconda stagione si trova il resoconto dell'influenza nel mondo. Ho riportato il resoconto riferito al Canada, gli USA e l'Europa in una tabella per poter confrontare l'inizio, il momento del picco e la fine dell'epidemia nei vari paesi e anche, dove era indicato, l'impatto della pandemia. Questa tabella si trova alla fine di questo post.

Tutto comincia a metà luglio del 1968 a Hong Kong. Si registra un'epidemia di influenza che colpisce persone di tutte le età. Il virus viene isolato e si scopre che si tratta di un nuovo ceppo di influenza A.

martedì 15 dicembre 2009

La pandemia influenzale del 1968-70: due statistiche di Glasgow

Durante la mia ricerca di informazioni sull'ultima pandemia, quella che era cominciata nel 1968, ho trovato due interessanti statistiche di Glasgow, Scozia, che aiutano a comprendere meglio l'impatto di quell'epidemia nei mesi invernali 1968/69 e 1969/70. Come si può notare dal primo articolo che cito, a Glasgow il primo anno della pandemia era generalmente meno grave delle due epidemie d'influenza stagionale che vengono riportate in questa statistica. Nel secondo anno della pandemia l'impatto generale era però peggiore non solo del primo anno, ma anche delle due epidemie d'influenza stagionale prese in esame. Anche se queste statistiche sono limitate a Glasgow, quasi tutti i paesi avevano riportato che nell'inverno 1969/70  l'impatto della pandemia era più grave che nell'inverno precedente  in cui il nuovo virus era apparso per la prima volta.


L'idea di fare questa statistica era nata dall'osservazione che nell'inverno 1967 a Glasgow non c'era nessun'evidenza virologica o epidemiologica di un'epidemia influenzale. Questo avvenimento insolito fu sfruttato per confrontare la mortalità fra l'inverno 1967 con due periodo di picco di influenza stagionale e due periodi di picco della pandemia appena passata. 

giovedì 10 dicembre 2009

L'arrivo del picco: previsioni o visioni?

Svezia - grafico della curva epidemica nella settimana 36 (dal 31/8 al 6/09).











Il 10 settembre si poteva leggere nei "Stockholm News"

martedì 8 dicembre 2009

Le radici degli argumenti degli antivaccinisti

Nella "Wochenschrift fuer die gesammte Heilkunde" dell'anno 1834 a pagina 786 c'è un articolo che commenta gli argomenti che un medico, contrario alla vaccinazione contro il vaiolo, aveva pubblicato in un libro. L'articolo è scritto in un tedesco antico, quindi non di facile lettura ma a parte questo è molto attuale perché gli argomenti sono rimasti gli stessi, come il vizio di citare la letteratura in modo molto selettivo, di raccontare mezze verità e di arrivare a conclusioni sbagliate basate su dati strappati dal loro contesto.





Il publisher della "Wochenschrift fuer die gesammte Heilkunde" è il Dr. J. L. Casper. Era cavaliere dell'ordine dell'acquila rossa 4. grado (un'onorificienza del Regno di Prussia), aveva un'alto incarico nella salute pubblica di allora, era professore all'Università Friedrich Wilhelm ed esercitava come medico a Berlino. Fu lui l'autore dell'articolo che prende in esame gli argomenti che il dott. Carl Schreiber propagò con il libro "Motivi contro la vaccinazioni di massa contro il vaiolo, per genitori, medici e governi" seconda edizione (la prima è del 1824).  vedi screenshot #2

domenica 6 dicembre 2009

Vaccino contro il morbillo e rischio di panencefalite subacuta sclerosante (PESS)



La Panencefalite subacuta sclerosante (in inglese subacute sclerosing panencephalitis (SSPE) è una grave complicanza tardiva del morbillo. Purtroppo non si conoscono cure ed è sempre mortale. L'unico mezzo per prevenirla è la vaccinazione.

Il rischio di questa complicanza è più alto se il bambino è molto piccolo quando avviene l'infezione. I sintomi compaino in media 7 anni dopo.

Qui si possono vedere due filmati di bambini tedeschi che hanno la SSPE. Ad entrambi il virus è stato trasmesso nella sala d'attesa del pediatra in cui era presente un bambino malato di morbillo (in quel momento non ancora diagnosticato) che non era stato vaccinato perché i genitori erano contrari alla vaccinazione.



Nel frattempo Natalie è morta (nell'ottobre 2011).




Qualcuno sostiene che anche il vaccino possa causare questa terribile malattia. Come esempio prendo in esame quello che scrive il pediatra Stefano Tasca nel suo forum su Mammeonline:

giovedì 3 dicembre 2009

Conflitti d'interesse? L'OMS risponde alle critiche

Oggi l'OMS risponde alle voci critiche che sospettano che le decisioni vengano prese sotto l'influenza dell'industria farmaceutica.

L'OMS spiega che da sempre collabora con l'industria farmaceutica per ragioni legittime. Interventi incl. gli antivirali, vaccini, test diagnostici etc. hanno un ruolo molto importante per ridurre l'impatto di una pandemia d'influenza sulla salute pubblica. Le compagnie farmaceutiche hanno un ruolo essenziale a questo riguardo e l'OMS lavora insieme a loro per raggiungere i propri obiettivi per la salute pubblica.














Per i conflitti d'interesse che sono inevitabili in qualsiasi relazione tra un'agenzia che lavora per la sanità pubblica e l'industria che lavora con lo scopo di produrre profitti, vengono applicate numerose misure di sicurezza.

Immunità pre-esistente al virus dell'influenza A/H1N1(2009)

Il nuovo virus dell'influenza A/H1N1(2009) è antigenicamente lontano dal virus H1N1 dell'influenza stagionale e negli esami immunogiche si sono trovati anticorpi specifici quasi esclusivamente in persone nate prima del 1957, presumibilmente perché il loro sistema immunitario era stato a contatto con un virus simile che aveva circolato fino a quella data per poi sparire.

La preoccupazione era quindi che le persone nate dopo il 1957 fossero senza immunità contro questa nuova influenza. Però con il passare del tempo i dati epidemiologici mostravano un quadro diverso da quello atteso. Finora la frequenza di casi gravi è simile a quella osservata per l'influenza stagionale.

Alcuni ricercatori hanno quindi studiato il livello di immunità specifica nella popolazione scoprendo certe similitudini fra il virus dell'influenza A/H1N1(2009) e il H1N1 dell'influenza stagionale, per quanto riguarda alcune caratteristiche immunogeni.



Il loro lavoro è stato pubblicato il 16 novembre nel National Institute for Allergy and Immunology.

Hanno esaminato la base molecolare per un'immunità pre-esistente al virus della nuova influenza e cercavano di scoprire se certe molecole (gli epitopi) che vengono riconosciute dai linfociti T e B del nostro sistema immunitario, coincidono con quelle di alcuni ceppi del virus H1N1 stagionale che circolano dal 1988.

I linfociti B del nostro sistema immunitario producono gli anticorpi mentre i linfociti T sono specializzati ad individuare ed eliminare i virus che sono riusciti ad entrare nelle cellule.

L’epitopo è l’entità molecolare più piccola riconoscibile dal sistema immunitario.

Confrontando dati raccolti dal "Immune Epitope Database" hanno scoperto che il virus H1N1 stagionale preso in esame e il H1N1 pandemico hanno in comune il 69% di epitopi immunogeni del tipo che vengono riconosciuti dalle cellule T CD8+ (= un sottotipo delle cellule T). I ricercatori sono riusciti a provare con esperimenti che nella popolazione adulta è presente una parziale memoria immunitaria mediata dalle cellule T che è diretta contro questi epitopi e che questa memoria immunitaria è di dimensioni paragonabili a quella contro l'influenza H1N1 stagionale.

La protezione dall'infezione viene però mediata dagli anticorpi, quindi la memoria immunitaria delle cellule T contro gli epitopi non protegge dall'infezione ma può ridurre la severità della malattia e questo, secondo gli autori, potrebbe spiegare il quadro epidemiologico e clinico che si sta osservando. Comunque, per essere protetti dall'infezione è indicato il vaccino proprio perché produce gli anticorpi che neutralizzano i virus quando entrano nell'organismo.
 

Fonte:
 Proceedings of National Academy of Sciences 2009 Nov 16 (e-pub prima della stampa)
J Greenbaum et al. Pre-existing immunity against swine-origin H1N1 influenza viruses in the general human population

lunedì 30 novembre 2009

Influenza A/H1N1 pandemica e stagionale: qual'è la differenza?

Il virus dell'influenza appartiene alla famiglia degli Orthomixovirus. Tre generi sono patogeni per l'uomo: influenzavirus A, influenzavirus B e influenzavirus C.

Il virus dell'influenza A/H1N1(2009), anche chiamato influenza suina, è ovviamente del tipo "A".

Il genere "A" viene a sua volta suddiviso in sottotipi che dipendono dai principali tipi di glicoproteine  (HA= emagglutinina e NA=neuraminidasi) sull'envelope (lo strato fosfolipidico che rappresenta la struttura esterna del virus). Sulla parte interna dell'envelope c'è la proteina M della matrice che è il supporto dell'involucro e a parte questo favorisce la fase dell'entrata nella cellula e l'uscita dei nuovi virus dopo la loro fabbricazione. I virus non hanno una cellula, ma sono filamenti di DNA o RNA perciò per potersi moltiplicare prendono in prestito le "fabbriche" delle cellule degli animali, delle piante o dei batteri (perché ci sono anche virus specializzati ad invadere le piante o i batteri). Dopo l'uso della "fabbrica" della cellula, quando i nuovi virus escono per infettare altre cellule, la cellula muore.



Facciamo ora uno zoom sul sottotipo H1N1:

sabato 28 novembre 2009

Sindrome della rosolia congenita in Olanda

In Olanda, nel 2004/2005 ha avuto luogo un'epidemia di rosolia. La zona colpita è abitata da una comunità religiosa che rifiuta le vaccinazioni (la zona è anche conosciuta come "bible belt"). Questa epidemia si è estesa al Canada a seguito di contatti stretti fra le comunità religiose olandesi e canadesi (protestanti ortodossi).

Le conseguenze sono state pubblichate nel settembre 2009 sul "The Pediatric Infectious Disease Journal" :

Casi in Olanda: 387
Casi in Canada: 309
97% dei casi non era vaccinato per motivi religiosi
32 di questi erano donne incinte di cui 15 nel primo trimestre

Con il seguente risultato:
2 casi di morte fetale
14 bambini sono nati con infezione congenita
Di questi ultimi
11 presentavano danni incl. sordità
6 malattie del cuore
3 microcefalia
7 handicap mentale

(La somma è più alta di 14 perché alcuni bambini presentavano più di uno di questi effetti da infezione congenita.)

Da questo studio si è calcolato che la protezione del vaccino è del 99.3% (95% CI: 95.3%-99.9%)


Hahne S et al Pediatr Infect Dis J 2009; 28: 795-800
Rubella Outbreak in the Netherlands, 2004-2005: High Burden of Congenital Infection and Spread to Canada
(=Epidemia di rosolia in Olanda, 2004-2005: Gravi danni da infezione congenita e diffusione in Canada)

L'OMS e la definizione di pandemia

Da qualche mese sul web e nei media circola ampiamente la notizia che all'inizio di maggio l'OMS avrebbe cambiato di nascosto la propria definizione di pandemia per poter dichiarare l'attuale pandemia con lo scopo di arricchire l'industria farmaceutica. Ho indagato a fondo questa notizia e di seguito spiego che cosa ho scoperto. Inserisco gli screenshots delle fonti a cui mi riferisco.

La prima volta che ho letto questa notizia è stato il 7 settembre 2009 quando un pediatra aveva mandato un file con la posizione ufficiale del ACP (Associazione Culturale Pediatri) sull'influenza A/H1N1 (2009) ad una mailinglist alla quale partecipo. In questa lettere veniva fatto riferimento (screenshot #1) ad un'intervista al dott. Tom Jefferson, pubblicata nella rivista tedesca "Der Spiegel".Il titolo è "'A Whole Industry Is Waiting For A Pandemic'" (= Un'intera industria è in attesa di una pandemia) (screenshot #2).