giovedì 24 dicembre 2015

L'immunità di gregge esiste? (parte I°)


Negli ultimi anni si è sentito molto parlare di “immunità di gregge”. Cerco quindi di fare chiarezza su questo tema.

Il termine immunità di gregge (o di branco o gruppo o popolazione) proviene dalla parole inglese "herd immunity" e rappresenta "l'immunità o la resistenza collettiva a un determinato patogeno, mostrata da parte di una comunità o da parte di una popolazione umana o animale." (1)

L'OMS ne spiega il significato con le seguenti parole:
L'immunità di gregge descrive l'immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione (il "branco") offre una protezione agli individui non protetti. La teoria dell'immunità di gregge propone che nelle malattie trasmissibili da un individuo ad un altro è difficile mantenere una catena di infezione quando un gran numero della popolazione è immune. Quindi, maggiore è la percentuale di individui immuni in una popolazione, più si riduce la probabilità che una persona suscettibile entrerà in contatto con un agente infettivo. Sia nella teoria che nella pratica, la malattia scompare di solito già prima del raggiungimento di una copertura vaccinale del 100%, questo si è visto con il vaiolo e si spera accadrà con la polio. La percentuale di individui immuni in una popolazione sopra la quale una malattia non può più persistere è la "soglia dell'immunità di gregge". Questa percentuale varia con la virulenza e la trasmissibilità di un determinato agenti infettivo, l'efficacia e la copertura complessiva del vaccino, la copertura vaccinale della popolazione a rischio e il parametro di contatto nella popolazione." (2)
Il modello naturale dell’immunità di gregge si poteva osservare, per esempio, con l’andamento dei casi di morbillo. Nelle città, come le oscillazioni di un pendolo, il morbillo causava ogni 2-3 anni grandi epidemie mentre nel periodo tra un picco epidemico e l’altro i casi erano relativamente pochi. Questo movimento a onde si spiega così:

giovedì 17 dicembre 2015

E’ utile proteggere i bambini già a due mesi dall'epatite B?





Il virus dell’epatite B è estremamente infettivo (100 volte più dell’ HIV). Basta una goccia di sangue in una vasca da bagno piena d’acqua per rendere infettiva tutta l’acqua.

Il virus viene trasmesso soprattutto attraverso il sangue (in un millilitro di sangue si trovano più di 1 miliardo di virioni) o i fluidi corporei (incluse le escrezioni delle ferite, lo sperma, le secrezioni vaginali e, con concentrazioni più basse, la saliva ).

Il sangue e la saliva (anche invisibili) sulle superfici degli oggetti possono rimanere infettivi per almeno 7 giorni. Il virus dell’epatite B è molto resistente ai comuni disinfettanti. Per entrare nell’organismo bastano microlesioni della pelle o delle mucose (questo si chiama infezione parenterale inapparente), ovvero lesioni così piccole che non si notano nemmeno. Nei bambini l’infezione spesso non mostra segni o sintomi.