tag:blogger.com,1999:blog-8837675320292781362024-03-05T19:07:45.107+01:00Vaccinar...SI !Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.comBlogger65125tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-57670540780294136032019-03-02T09:42:00.000+01:002019-03-02T09:42:01.939+01:00La pertosse, un nemico temibile Sulla pertosse e il relativo vaccino si sente una quantità di informazioni contraddittorie e purtroppo anche alcune bufale che creano molta confusione su un tema che già di suo è estremamente complesso e ancora pieno di enigmi ancora da risolvere. Con questo articolo cerco di mettere un po' di ordine sullo stato attuale delle conoscenze.<br />
<br />
<b>E' altamente trasmissibile</b><br />
<br />
La pertosse è una malattia acuta presente in tutto il mondo. E' facilmente trasmissibile: un malato può infettare più del 90% dei conviventi non immuni. Si stima che in assenza della vaccinazione ogni caso generi circa 15-17 nuovi casi.<br />
<br />
<b>E' pericolosa </b><br />
<br />
Nei primi decenni del secolo scorso, quando nei paesi industrializzati il vaiolo era già sotto controllo, grazie alla vaccinazione, la pertosse era tra le malattia che reclamavano più vittime tra i bambini. In molti paesi causava più morti del morbillo, la difterite e la scarlattina presi insieme. Per esempio nel 1940 in Svizzera sono morti 28 bambini per la scarlattina, 81 per il morbillo, 41 per la difterite e 139 per la pertosse! Secondo le stime, senza la vaccinazione, nel mondo nel 2001 ci sarebbero morti più di 1,3 milioni bambini di pertosse. Da sempre la gran maggioranza dei casi di morte riguarda i bambini nel primo anno di vita, e in modo particolare quelli che hanno meno di sei mesi. Il periodo più rischioso in assoluto sono i primi due mesi.<br />
<br />
<br />
<b>Sintomi classici </b><br />
<br />
Dopo il primo stadio, chiamato catarrale, comincia la fase parossistica con forti accessi di tosse ripetitiva di cui ciascuno può durare così a lungo che il paziente ha la sensazione di soffocare. Dopo un attacco, per l'estremo bisogno di aria, il malcapitato ispira con la glottide spasmodicamente chiusa, provocando un suono stridulo. Questo si ripete di solito 4-5 volte e l’attacco finisce quando il paziente esausto è finalmente riuscito ad espellere un globo di muco denso e vischioso. A volte l'episodio si conclude con un conato di vomito. La malattia ha un decorso lungo e può durare alcune settimane o mesi in cui i sintomi via via si attenuano fino alla guarigione.<br />
<br />
<b>Sintomi non classici (nei neonati) </b><br />
<br />
I neonati e i lattanti non hanno un attacco classico ma presentano brevi periodi di apnea e a volte la cianosi. In questo periodo della vita la pertosse è particolarmente pericolosa e la maggioranza dei casi di morte per pertosse riguarda i bambini da 0 a 2 mesi (anche perché la prima dose del vaccino viene data all’età di 2 mesi compiuti.)<br />
<br />
<b>Sintomi non classici (negli adolescenti e adulti) </b><br />
<br />
Anche gli adolescenti e adulti di solito non hanno un attacca classico ma una tosse che persiste per più di 20 giorni. Spesso non viene diagnosticata perché nessuno pensa che potrebbe trattarsi di pertosse o perché non vanno dal medico. Qualche volta anche in questa fascia di età è possibile un decorso grave.<br />
<br />
<b>Sintomi non classici (nei vaccinati) </b><br />
<br />
Se una persona vaccinata si dovesse ammalare, il decorso è più lieve e tutti gli stadi della pertosse sono accorciati.<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">Il patogeno </span></b><br />
<b><br /></b>
<b>Bordetella pertussis & C </b><br />
<br />
Il responsabile della pertosse è un batterio, la Bordetella pertussis. Esiste anche un altro batterio geneticamente molto simile, la Bordetella parapertussis, che causa gli stessi sintomi ma più lievi. Entrambi sono patogeni ( = capaci di provocare una malattia) solo per l'uomo mentre il loro comune antenato, la Bordetella bronchiseptica è una malattia degli animali che solo occasionalmente fa ammalare le persone.<br />
<br />
<b>Come si diffonde</b><br />
<br />
La pertosse viene trasmessa con le goccioline di saliva che un malato diffonde attraverso la tosse, gli starnuti etc.<br />
<br />
<b>L'immunità dopo la malattia</b><br />
<br />
Per infettare una persona non immune basta una piccolissima carica batterica. L'immunità dopo la malattia non è duratura e può venire prolungata con reinfezioni asintomatiche che hanno la funzione di un richiamo naturale. Le reinfezioni sintomatiche sono comuni e riguardano tutto l'arco della vita, infatti le persone si possono ammalare a qualsiasi età, anche a 80 - 90 anni. Questo viene riportato anche nei libri medici dell’era pre-vaccinale, ma prima della vaccinazione su larga scala la gran maggioranza dei casi riguardava i bambini in età prescolare.<br />
<br />
<b>Localizzazione </b><br />
<br />
La Bordetella pertussis rimane di solito nelle vie respiratorie (dal naso fino ai più piccoli bronchi) e non entra nel circolo sanguigno.<br />
<br />
<b>E' un temibile guerriero </b><br />
<br />
La Bordetella pertussis è armata fino ai denti grazie a tanti fattori di virulenza, sviluppati per prosperare all'interno del corpo umano e garantirsi la sopravvivenza. Purtroppo (dal nostro<br />
punto di vista, non dal suo) ci riesce benissimo, procedendo in un modo che somiglia a delle vere e proprie strategie militari che avrebbero un loro fascino, se le vittime non fossimo noi.<br />
<br />
<b>I fattori di virulenza </b><br />
<br />
I più importanti fattori di virulenza che questo batterio ha a sua disposizione sono varie tossine: la tossina della pertosse (PT), la citotossina tracheale (TCT), l’adenilato ciclasi (ACT), le lipooligosaccaride (LPS) . Poi ci sono per esempio anche le adesine che servono per colonizzare le nostre vie respiratorie, appiccicandosi sulle cellule epiteliali delle vie respiratorie e danneggiandole. La Bordetella pertussis ha anche sviluppato varie strategie per mettersi a riparo dai meccanismi di difesa del sistema immunitario e a creare le condizioni ideali per essere trasmesso a tante altre persone, provocando starnuti e una tosse violenta.<br />
<br />
<b>L'invasione </b><br />
<br />
L'infezione inizia quando i batteri si attaccano alle cellule ciliate delle mucose delle vie respiratorie che si trovano dal naso fino ai più piccoli bronchi. Nelle persone sane, le ciglia di queste cellule sono in continuo movimento e spazzano via i virus, batteri, polveri, spore fungine etc. intrappolate dal muco. La Bordetella pertussis riesce ad aderire alle ciglia, grazie alla emoagglutinina filamentosa (PHA) che è una proteina della forma di una forcina e gli agglutinogeni delle fimbrie (FIM). Le fimbrie sono appendici simili a capelli su tutta la superficie del batterio. Anche la pertactina (PRN) è coinvolta nell'adesione del batterio.<br />
<br />
<b>La preparazione del terreno </b><br />
<br />
A questo punto la Bordetella pertussis si moltiplica velocemente e comincia a produrre una tossina che provoca la paralisi delle ciglia che quindi smettono di svolgere il loro importante lavoro di pulizia che è la prima linea di difesa delle vie respiratorie. Questo apre la strada ad altri batteri patogeni opportunistici, che sono spesso causa di una delle più gravi complicanze della pertosse: la polmonite. Un'altra molecola prodotta dal batterio ha il compito di far aumentare la produzione del muco.<br />
<br />
L'immagine illustra come la tossina prodotta dalla Bordetella pertussis paralizza le ciglia delle cellule ciliate.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3jliLTwIWI0jiJRBpWpA26N1eFNAw62ASsz59MSea0o5_dy377fOgVfhZOwPzhyphenhyphenjXJbDco_-xLyDuvXVhu5JjtHJRL7M-BTXswN_ztaPQiZP8fUFZMR_IOSl0xt8ND4Cbs63tBv3H4wY/s1600/celluleciliate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="505" data-original-width="548" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3jliLTwIWI0jiJRBpWpA26N1eFNAw62ASsz59MSea0o5_dy377fOgVfhZOwPzhyphenhyphenjXJbDco_-xLyDuvXVhu5JjtHJRL7M-BTXswN_ztaPQiZP8fUFZMR_IOSl0xt8ND4Cbs63tBv3H4wY/s320/celluleciliate.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<b><br /></b>
<b>I meccanismi per ostacolare le difese immunitarie </b><br />
<br />
La Bordetella pertussis mette in atto molteplici e complesse strategie per proteggersi dal (e interagire con) il sistema immunitario. Per esempio riesce a nascondersi all'interno dei macrofagi alveolari e ostacolare le naturali funzioni di questa importante cellula immunitaria. Un altro esempio è che il batterio produce una specie di siringa molecolare con cui inietta proteine in una delle nostre cellule allo scopo di impedire al sistema immunitario di svolgere il proprio lavoro. Anche alcune tossine prodotte dalla Bordetella pertussis entrano in questo modo all'interno delle nostre cellule. Questo si chiama il sistema di secrezione tipo III. Generalmente chi si ammala di pertosse non sviluppa una febbre alta e si suppone che anche questa sia uno dei tanti meccanismi attivati dal batterio, visto che a 39° C non può né moltiplicarsi né produrre fattori di virulenza.<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">L'epidemiologia </span></b><br />
<br />
<b>Nell’era pre-vaccinale </b><br />
<br />
Si pensa che la diffusione della Bordetella pertussis sia stata resa possibile quando le città in cui vivevano i nostri antenati avevano raggiunto un certo numero di abitanti da permettere al batterio di circolare per tutto l'anno, trovando costantemente nuove vittime. Nelle popolazioni più piccole il numero di persone ancora suscettibili si riduceva velocemente e quando il batterio aveva infettato ormai quasi tutti, smetteva di circolare e spariva, lasciando illesi quei pochi che non era riuscito a raggiungere.<br />
<br />
Le epidemie di pertosse avvenivano ogni 3 - 5 anni e l'80% dei bambini si ammalava in età prescolare. Le epidemie partivano dagli asili, dalle scuole etc. Appena il numero di bambini nati dopo l'ultimo picco epidemico aveva raggiunto una certa soglia, scoppiava una nuova epidemia. Quando la maggior parte di questi bambini era guarita e quindi immune, la curva epidemica scendeva e per i successivi 3-5 anni il batterio circolava per tutto l’arco dell’anno in forma endemica causando casi sporadici. Poi tutto ricominciava da capo. Questo andamento ciclico spiega perché l’età più colpita era quella prescolare e molto più raramente le altre fasce di età. Durante le frequenti epidemie gli adolescenti e gli adulti venivano a contatto con il batterio circolante e questo fungeva da richiamo naturale. Come già spiegato, anche chi si ammala di pertosse non è immune per sempre, ma solo per circa 10 - 15 anni.<br />
<br />
Questo ciclo naturale aveva però un caro prezzo:<br />
<br />
- la sofferenza causata dalla malattia - le possibili gravi conseguenze permanenti - la morte di moltissimi bambini (soprattutto nel primo anno di vita)<br />
<br />
Quindi, una volta scoperto il batterio responsabile per questa malattia (nel 1906 da Jules Bordet e Octave Gengou) era logico che si cercava di sviluppare un vaccino per evitare questa pericolosa malattia.<br />
<br />
Nella seconda parte parlerò delle strategie che l'uomo ha adottato per proteggersi da questo pericoloso batterio.<br />
<br />
Bibliografia:<br />
<a href="https://www.who.int/wer/2015/wer9035.pdf?ua=1">Pertussis vaccines: WHOposition paper – August2015</a><br />
Weekly Epidemiological Record NO.35, 28 August 2015<br />
<br />
<br />
<a href="https://www.amazon.com/Whooping-Deadly-Diseases-Epidemics-Hardcover/dp/1604132299">Whooping Cough (Deadly Diseases and Epidemics)</a><br />
Patrick G. Guilfoile PhD, 2010<br />
Chelsea House Publishers<br />
ISBN 9781604132298<div>
<br /></div>
<div>
Molecular aspects of Bordetella pertussis pathogenesis</div>
<div>
Int Microbiol. 1999 Sep;2(3):137-44.</div>
<div>
Locht C.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
The virulence factors of Bordetella pertussis: a matter of control </div>
<div>
Adam M. Smith et al.</div>
<div>
<div>
FEMS Microbiology Reviews 25 (2001) 309-333</div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Pertussis — Not Just for Kids</div>
<div>
Erik L. Hewlett et al.<br />
N Engl J Med 2005;352:1215-22<br />
<br />
Vaccini e vaccinazioni<br />
Giorgio Bartolozzi<br />
Elsevier, 2012</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Handbuch der Internen Medizin </div>
<div>
Infektionskrankheiten</div>
<div>
Capitolo sulla pertosse - Prof. Dr. Eduard Glanzman-Bern</div>
<div>
Springer Verlag, 1952</div>
<div>
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-34258350021295621172017-10-27T14:37:00.002+02:002017-10-27T14:53:17.422+02:00L'alluminio nei vaccini e la dose settimanale tollerabile In riferimento al mio<b> <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2014/06/i-sali-di-alluminio-come-adiuvanti-nei.html">articolo sugli adiuvanti a base di composti di alluminio</a></b> ho letto vari commenti critici. <br />
<br />
Naturalmente ognuno è benvenuto a criticare le cose che scrivo, perché nessuno è perfetto. Per esempio, nel mio articolo sono stati trovati alcuni piccoli errori e li ho corretti perché chi me li ha fatti presente aveva ragione (vedi gli ultimi commenti sotto al post in questione). Se qualcuno trova altre cose che non lo convincono basta che porti la documentazione scientifica che io controllerò e poi faccio la rettifica, ma naturalmente solo se le critiche si basano sulle prove e non su pseudo-studi pieni di bias e errori metodologici se non di peggio. <br />
<br />
Una sana critica fa sempre bene. Gli attacchi personali invece no (da entrambe le parti). Fanno pensare che non si abbiano argomenti veri e si debba ripiegare su questi mezzi antipatici e poco utili. <br />
<br />
Oggi chiarisco una delle cose che sono state contestate.<br />
<div>
<a name='more'></a><br />
Ci sono persone che continuano a usare i limiti di tolleranza
settimanale per l'assunzione di alluminio in modo non appropriato.<br />
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<br />
Prima di tutto vediamo quali sono questi limiti: </div>
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<br /></div>
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Dose settimanale tollerabile per chilogrammo di peso corporeo (assunzione orale): </div>
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EFSA (2008):
1 mg </div>
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<br /></div>
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WHO/JECFA (2012):
2 mg </div>
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<br /></div>
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USA ATSDR (2008) livello minimo di rischio, MRL:
7 mg </div>
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<br /></div>
<div>
Questo limite è stato calcolato considerando un'assunzione continua,
giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo
anno, per tutta la vita. E' stato stabilito nell'ottica dell'accumulo. </div>
<div>
<br /></div>
Non si riferisce all'assunzione sporadica (come succede con le
vaccinazioni) intramuscolare di un composto di alluminio molto poco
solubile che quindi rilascia l'alluminio gradualmente nel tempo.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Leggo
spesso commenti che fanno pensare che tutto l'alluminio racchiuso negli
adiuvanti arrivi quasi immediatamente nel sangue. In realtà il rilascio
è così lento che via via la piccola dose che arriva nel sangue viene velocemente espulsa con le urine e finisce quindi nelle acque reflue dove logicamente non potrà fare danni al cervello. Solo una minuscola parte viene accumulata nell'organismo, pochissimo in confronto a quello che si
accumula nel tempo per l'assorbimento dal cibo, dall'acqua e dall'aria
che respiriamo.<br />
<br />
<div>
Quindi chi fa dei calcoli prendendo il contenuto totale di alluminio
negli adiuvanti e lo confronta con la dose minima settimanale
tollerabile stabilita dagli esperti, dovrebbe tenere presente che il
rilascio dell'alluminio non è istantaneo. </div>
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<br /></div>
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Inoltre i valori limite sono
sempre calcolati con un ampio cuscino di sicurezza. </div>
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<br /></div>
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Il Paul Ehrlich Institut della Germania conclude una FAQ sulla sicurezza
dell'alluminio nei vaccini con questa dichiarazione: </div>
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<blockquote class="tr_bq">
<i>"Dagli studi clinici e dalla raccolta degli eventi avversi in Germania,
non risulta alcun segnale di tossicità legato all'alluminio nei vaccini.
I calcoli sull'accumulo di alluminio dimostrano che in Germania
l'esposizione sistemica dovuta alle vaccinazioni raccomandate nei primi
due anni di vita rientra nei limiti di assorbimento considerati
tollerabili per l'assunzione attraverso gli alimenti. Il contributo
delle vaccinazioni all'accumulo netto di alluminio stimato nel corso
della vita è basso, rispetto a quello derivante dalla continua
assunzione di alluminio da altre fonti ed è accettabile considerando i
benefici delle vaccinazioni. Non sono note analisi scientifiche che
dimostrino un rischio per bambini e adulti dovuto a vaccini con
adiuvanti contenenti alluminio." </i></blockquote>
<div>
<br /></div>
<div>
<a href="http://www.pei.de/DE/infos/fachkreise/impfungen-impfstoffe/faq-antworten-impfkritische-fragen/impfung-aluminium/impfung-aluminium-node.html">http://www.pei.de/DE/infos/fachkreise/impfungen-impfstoffe/faq-antworten-impfkritische-fragen/impfung-aluminium/impfung-aluminium-node.html</a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-55101780745485234782016-10-31T08:53:00.000+01:002017-07-29T07:06:10.336+02:00E’ vero che la vaccino-sorveglianza viene trascurata dai medici?No, è vero il contrario. Alla vaccino-sorveglianza vengono dedicate molte risorse.<br />
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<br /></div>
<div>
Le radici della farmacovigilanza affondano nel lontano 1957, anno in cui la talidomide è stata introdotta in Europa. E' stato ampiamente prescritto come un trattamento, che si presumeva innocuo, per la nausea mattutina di cui soffrono molte donne all’inizio della gravidanza. Nel 1961 arrivò la notizia del disastro. In molti paesi migliaia di bambini erano nati con gravissime malformazioni: focomelia e micromelia. La tragedia era stata riconosciuta con molto ritardo, proprio perché mancava una farmacovigilanza. Fu uno shock per i medici e i farmacologi cosi le autorità sanitarie di diversi paesi iniziarono una raccolta di rapporti sugli eventi avversi ai farmaci con vari programmi di monitoraggio. </div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoBbrx0D_B7K5uu4Q4Rnkth2o04X2O-t9NXeGrn2dMh-3VgpVBKMrYKHHoilV61VeYL1CBF_r9lvAWifwNTRvJo3BeTVT0-gIPEppbbLoerYixh5v1AEdXE5tE2p5DcFsn6QY25uQ97ks/s1600/Vigilanza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="603" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoBbrx0D_B7K5uu4Q4Rnkth2o04X2O-t9NXeGrn2dMh-3VgpVBKMrYKHHoilV61VeYL1CBF_r9lvAWifwNTRvJo3BeTVT0-gIPEppbbLoerYixh5v1AEdXE5tE2p5DcFsn6QY25uQ97ks/s640/Vigilanza.jpg" width="640" /></a></div>
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Gli Stati chiesero quindi all’OMS di assumere un ruolo attivo nella garanzia della sicurezza dei farmaci. L’OMS inizio’ subito a mettere in piedi un programma pilota per elaborare un’efficace farmacovigilanza che coinvolgesse tutti gli stati membri. Nel 1968 venne fondato il Programma Internazionale di Sorveglianza dei Farmaci” <b>(<a href="http://apps.who.int/medicinedocs/documents/s17757en/s17757en.pdf">WHO’s International Drug Monitoring Programme</a>)</b>. </div>
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<br /></div>
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<a name='more'></a><br /></div>
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Ad oggi, sono passati quasi 50 anni e sono stati fatti enormi progressi nell’ambito della farmacovigilanza. In tutto il mondo, migliaia di esperti lavorano costantemente ad assicurare che una tragedia come quella della talidomide non si ripeta mai più e che un eventuale grave effetto imprevisto di un farmaco o di un vaccino venga individuato il prima possibile. </div>
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<br /></div>
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Per i vaccini la sicurezza viene presa molto a cuore, perché vengono applicati sui sani ed è quindi inaccettabile che si metta a rischio la loro salute. Per un farmaco invece si tollerano più facilmente le reazioni avverse perché i benefici sono riconoscibili immediatamente. Si sa che l’alternativa è continuare a soffrire per la patologia. </div>
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<br /></div>
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Per i vaccini, i controlli già durante gli studi e prima della commercializzazione sono estremamente severi. Un vaccino viene approvato soltanto quando ci sono molteplici prove della sua efficacia e sicurezza. Gli enti regolatori controllano tutto minuziosamente e seguono da vicino i vari studi pre-commercializzazione. Quando tutte le richieste (tante) degli enti regolatori sono state soddisfatte, il vaccino viene approvato e poi comincia la commercializzazione. Questo è il momento in cui entra in scena la vaccino-sorveglianza. </div>
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L’OMS si occupa in modo molto intenso della sicurezza dei vaccini. Attraverso sia la Global Vaccine Safety Initiative, controllando costantemente la loro sicurezza, che attraverso il Global Advisory Committee on Vaccine Safety (GACVS), istituito nel 1999 per rispondere prontamente, in modo efficiente e con rigore scientifico a problemi di sicurezza del vaccino di potenziale importanza globale. Qui l’indice dei temi che il GACVS ha già approfondito ad oggi: </div>
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<b><a href="http://www.who.int/vaccine_safety/committee/topics/en/">http://www.who.int/vaccine_safety/committee/topics/en/</a> </b></div>
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Riferita alla vaccino-sorveglianza l’OMS spiega come segue: “Gravi reazioni dopo le vaccinazioni sono estremamente rare, perciò molti paesi hanno unito le forze per raccogliere gli eventi avversi segnalati, in un database globale comune. La banca dati è gestita dal Programma OMS per il monitoraggio internazionale dei farmaci. L'esperienza dimostra che la maggior parte degli eventi avversi gravi in realtà non sono reazioni ai vaccini; piuttosto, si tratta di eventi che hanno solo una correlazione temporale o sono dovuti alla paura associata alla vaccinazione.” </div>
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<b><a href="http://www.who.int/vaccine_safety/initiative/detection/en/">http://www.who.int/vaccine_safety/initiative/detection/en/</a> </b></div>
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<br /></div>
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Negli USA, la farmacovigilanza passiva si poggia sul Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) che viene spesso citato anche in Italia (soprattutto dagli oppositori, purtroppo in modo inappropriato). Nel volantino “Understanding the Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS)” il Center for Disease Control and Prevention (CDC) spiega che cosa è il VAERS. </div>
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Per esempio alla domanda “Visto che i vaccini vengono testati prima di essere utilizzati, perché è possibile che ci siano effetti collaterali sconosciuti?” il CDC risponde: </div>
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<blockquote class="tr_bq">
<i>“Quando i vaccini sono pronti per essere testati sugli esseri umani, si fanno studi su migliaia o decine di migliaia di volontari. Tuttavia, anche questo grande numero non è sempre sufficiente per individuare gli effetti collaterali più rari, come ad esempio una reazione avversa che capita in uno su un milione di vaccinati. Perciò è necessario monitorare continuamente, attraverso il VAERS, i possibili effetti collaterali non rilevati precedentemente.”</i></blockquote>
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Come l’OMS, anche loro spiegano: </div>
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<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>“Ricordatevi che solo perché un evento avverso è stato segnalato, non prova che è stato causato dalla vaccinazione. I genitori che sono preoccupati per gli effetti collaterali di un vaccino dovrebbero parlare con il loro pediatra.” </i></blockquote>
<div>
<span style="color: #0000ee;"><u><br /></u></span></div>
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<span style="color: #0000ee;"><u><b>http://www.cdc.gov/vaccines/hcp/patient-ed/conversations/downloads/vacsafe-vaers-color-office.pdf</b></u></span></div>
<div>
<br /></div>
<div>
In Europa, le segnalazioni vengono raccolte (oltre ai database regionali e nazionali) anche in un unico database, chiamato <a href="http://www.adrreports.eu/it/index.html"><b>EudraVigilance</b></a> che viene gestito dal European Medicines Agency (EMA). Anche qui si legge la stessa spiegazione dell’OMS e del CDC: </div>
<div>
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>“Le informazioni concernenti i sospetti effetti indesiderati non devono essere interpretate nel senso che il medicinale o il principio attivo sono effettivamente causa dell'effetto osservato o che il loro uso non è sicuro.Solo una valutazione dettagliata e un esame scientifico approfonditi di tutti i dati disponibili consentono di trarre conclusioni fondate sui benefici e sui rischi di un medicinale.” </i></blockquote>
<div>
<br /></div>
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Nel sito di EudraVigilance c’è un link che permette di consultare le segnalazioni, suddivise per farmaco/vaccino o per principio attivo. E’ importantissimo leggere molto bene quello che c’è scritto prima di accedere al database: “Esclusione di responsabilità” </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Hanno anche una FAQ molto ricca di informazioni sul tema farmacovigilanza: <b><a href="http://www.adrreports.eu/it/faqs.html">http://www.adrreports.eu/it/faqs.html</a> </b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
In Italia l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) raccoglie le segnalazioni su tutto il territorio nazionale italiano e ogni anno o ogni due anni pubblica un rapporto:<br /><br />http://www.aifa.gov.it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<span style="color: #0000ee;"><u><b>http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia-anno-2009-2010</b></u></span></div>
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<b><br /></b></div>
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<span style="color: #0000ee;"><u><b>http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia-anno-2011-0</b></u></span></div>
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<b><br /></b></div>
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<span style="color: #0000ee;"><u><b>http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia-anno-2012-0</b></u></span></div>
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<b><br /></b></div>
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<span style="color: #0000ee;"><b><u>http://www.aifa.gov.it/content/rapporto-sulla-sorveglianza-postmarketing-dei-vaccini-italia-anno-2014-2015</u></b></span><br />
<span style="color: #0000ee;"><u><b><br /></b></u></span>
<span style="color: #0000ee;"><u><b>http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/Rapporto-sorveglianza-vaccini_2014-2015_0.pdf</b></u></span></div>
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<span style="color: #0000ee;"><u><br /></u></span></div>
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Nel sito dell’Aifa anche i genitori possono segnalare direttamente sospetti eventi avversi:</div>
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<b><a href="http://goo.gl/s6Djxz">http://goo.gl/s6Djxz</a> </b></div>
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Una nuova pagina di segnalazione degli eventi avversi si trova qui. Anche questa può essere utilizzata sia dai medici che dai cittadini:</div>
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<b>https://www.vigifarmaco.it/</b></div>
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Su livello regionale spicca, come qualità della vaccino-vigilanza, il Canale Verde della Regione Veneto. Alla voce “Relazioni Attività” si possono scaricare i rapporti dettagliati della vaccino-sorveglianza </div>
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<b><a href="http://prevenzione.ulss20.verona.it/iweb/1322/argomento.html">http://prevenzione.ulss20.verona.it/iweb/1322/argomento.html</a> </b></div>
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<br /></div>
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Alla farmacovigilanza passiva (in cui si raccolgono le segnalazioni) si aggiunge la farmacovigilanza attiva. Si tratta di studi post-commercializzazione. Molto utili a questo scopo sono dei grande database a cui gli scienziati possono attingere. </div>
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Negli USA c’è il Vaccine Safety Datalink (VSD) un database che collega i dati di attualmente 9,5 milioni di bambini e adulti (circa il 3% della popolazione degli Stati Uniti) provenienti da nove MCO (managed care organizations, cioè organizzazioni di gestione assistenziale sanitaria), per studiare e monitorare costantemente potenziali eventi avversi rari e gravi. Con questo sistema i problemi delle sottonotifiche e recall bias sono ridotti. </div>
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<b><a href="http://www.cdc.gov/vaccinesafety/ensuringsafety/monitoring/vsd/index.html">http://www.cdc.gov/vaccinesafety/ensuringsafety/monitoring/vsd/index.html</a></b></div>
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<br /></div>
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Ci sono anche molti altri sistemi di controllo della sicurezza dei vaccini. </div>
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Alcuni esempi: </div>
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L’Institute of Medicine (IOM), un'organizzazione no-profit indipendente che lavora al di fuori del governo per fornire consulenza imparziale e autorevole ai decisori e al pubblico. Qui un elenco dei rapporti sulla sicurezza dei vaccini che hanno pubblicato fino ad oggi: </div>
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<a href="http://www.vaccinesafety.edu/IOM-Reports.htm"><b>http://www.vaccinesafety.edu/IOM-Reports.htm</b></a></div>
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La Brighton Collaboration, che crea gruppi di lavoro composti da volontari internazionali, esperti esperti nella sicurezza dei vaccini, da medici pratici, farmacisti etc. <b><a href="https://brightoncollaboration.org/public">https://brightoncollaboration.org/public</a> </b></div>
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Il Danish Civil Registration System (CRS) un database che comprende tutta la popolazione (anche chi non è cittadino danese) </div>
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http://dadlnet.dk/dmb/Dmb_2006/0406/0406-artikler/DMB3816.pdf</div>
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Nel rapporto del IOM del 2013 “The Childhood Immunization Schedule and Safety: Stakeholder Concerns, Scientific Evidence, and FutureStudies” vengono descritti i sistemi di vaccino-sorveglianza più importanti (nel capitolo “Existing Data Sources and Systems”, capitolo 3) <b><a href="http://goo.gl/d09IF5">http://goo.gl/d09IF5</a> </b></div>
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Gli esperti di tutto il mondo possono dichiarare con enfasi e con cognizione di causa che i vaccini hanno un rapporto rischio/beneficio molto favorevole perché si basano su un’enorme quantità di dati scientifici, ottenuta grazie ad un’efficace collaborazione internazionale in atto già da decenni e che viene costantemente perfezionata. E’ molto facile e comodo dire: “La vaccino-sorveglianza è inesistente/non funziona”, ci vogliono al massimo 2 secondi. E’ importante invece sottolineare che l’enorme lavoro che gli esperti di tutto il mondo stanno facendo da decenni richiede milioni di ore di lavoro, basate su altrettante ore di studio e approfondimento.</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-33964516352998293012016-08-02T19:16:00.001+02:002016-08-02T19:16:25.886+02:00Sarebbe etico fare uno studio con bambini mai vaccinati? Il 9 novembre 2015 Eugenio Serravalle è stato ascoltato dalla commissione affari sociali, alla camera dei deputati, insieme ad altri oppositori alle vaccinazioni e ad alcuni esperti in ambito vaccinale, quest’ultimi naturalmente a favore dei vaccini.<div>
<br />All’inizio del suo discorso, durato circa 10 minuti, si è lamentato della mancanza di dati sulla sicurezza dell’intero calendario vaccinale. Ha quindi sottolineato la scientificità della sua affermazione citando quanto riportato dall’Institute of Medicine (IOM) in un rapporto del 2013 e facendo intendere che persino questa importante commissione indipendente, che ha il compito di vigilare sulla sicurezza dei vaccini, ha criticato la mancanza di questo tipo di studi.<br />La prima frase che Serravalle cita dal rapporto del IOM 2013 è la seguente:<br /><br />“Nessuno studio ha confrontato finora lo stato di salute dei bambini non vaccinati con quello dei bambini completamente vaccinati.”<br /><br />Le altre due frasi che cita sono strettamente collegate alla frase menzionata, quindi mi concentrerò solo su questa.<br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg9D4Imnm19lCAnmuFiJgolCIUdSom1-VYuagX0yvuqBXAEZxwaT-tusdJbURDgt_mVg05XvSXn3g5sX2R9w6KQtbvB0IQmvcUcUfDa84QM54V73vIY_RyJeLG5tOdBWmgZEzdk9qd7Dk/s1600/giubbottoAntiproiettile.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg9D4Imnm19lCAnmuFiJgolCIUdSom1-VYuagX0yvuqBXAEZxwaT-tusdJbURDgt_mVg05XvSXn3g5sX2R9w6KQtbvB0IQmvcUcUfDa84QM54V73vIY_RyJeLG5tOdBWmgZEzdk9qd7Dk/s640/giubbottoAntiproiettile.jpg" /></a><br /><br />Come sapete, sono molto scettica e controllo sempre la fonte originale delle citazioni. E’ molto importante verificare quello che ci viene detto, soprattutto quando proviene da persone non autorevoli.<br /><br />Così ho scoperto che le frasi citate, viste nel contesto generale, hanno in realtà un significato completamente diverso.<br /><br /> Il titolo del rapporto dello IOM è “The Childhood Immunization Schedule and Safety: Stakeholder Concerns, Scientific Evidence, and Future Studies” (“La sicurezza del programma vaccinale: Preoccupazioni delle parti interessate, dati scientifici e studi futuri”).<br /><br />Il primo dei compiti assegnati allo IOM era quello di fare una revisione della letteratura scientifica e di individuare le preoccupazioni delle parti interessate riguardo alla sicurezza del programma vaccinale raccomandato per l’infanzia.<br /><br />Il Comitato ha raccolto con grande cura le preoccupazioni di tutti, incluse quelle dei genitori. Lo scopo era di individuare i fattori che potessero ostacolare l’adesione al programma vaccinale. Una delle preoccupazioni espresse dai genitori e dalle associazioni (sicuramente antivaccinali, ma non lo scrivono) era che non esistono studi che paragonano lo stato di salute dei bambini che ricevono tutte le vaccinazioni con quello dei bambini con zero vaccini. Il Comitato lo conferma. Ma non è che loro - come fa intendere Serravalle tra le righe - si scandalizzano del fatto che non ci sia un tale studio. Si tratta solo della preoccupazione di alcuni genitori. Lo IOM prende atto di questa preoccupazione e cerca di trovare un rimedio per tranquillizzare questi genitori. Esplora quindi i vari aspetti implicati con questa richiesta e arriva a conclusioni che sono l’esatto opposto di quelle tratte da Serravalle durante il suo discorso.<br /><br />Il report dello IOM è molto lungo, più di 200 pagine. Per chi vuole approfondire il tema, anche per conoscere tutte le misure che vengono messe in atto per garantire la sicurezza dei vaccini, è sicuramente una letteratura interessante.<br /><br />Qui farò un riassunto dei punti salienti per quanto riguarda la richiesta di effettuare uno studio comparativo di bambini vaccinati verso bambini “zero vaccini”:<br /><br />Il comitato è preoccupato perché nelle regioni in cui si assiste a un numero crescente di soggetti non o parzialmente vaccinati o non più immuni, il mantenimento dell’immunità di gregge è a rischio.<br /><br />L’aumento del numero di bambini con poche o nessuna vaccinazione, ha contribuito in tutti gli Stati Uniti al ritorno di malattie prevenibili con i vaccini, come ad esempio morbillo e pertosse. Alcune di queste patologie possono essere fatali e hanno causato malattia e morte in bambini piccoli e persone immunodepresse.<br /><br />I dati epidemiologici disponibili rilevano ripetutamente i benefici per la salute associati al programma vaccinale (ad esempio in termini di riduzione delle infezioni e delle ospedalizzazioni). Le vaccinazioni vengono infatti raccomandate proprio per proteggere i bambini nel periodo in cui sono più vulnerabili. Rimandare le vaccinazioni li lascia, quindi, senza protezione ed esposti ad agenti patogeni.<br /><br />Il Comitato prende atto che alcuni genitori sono preoccupati riguardo alla sicurezza dei vaccini ed in particolare perché non ci sono studi che paragonano lo stato di salute dei bambini completamente vaccinati con quella di bambini “zero vaccini”. <br /><br />Il Comitato è consapevole che le preoccupazioni dei genitori sono l’espressione di un modo di prendersi cura della salute e del benessere dei propri figli.<br /><br />Riconosce, d’altro canto, che anche i bambini e gli adulti immunizzati di una comunità sono una delle parti interessate e il Comitato tiene conto anche delle loro preoccupazioni riguardo alla diminuzione dell’immunità di gregge.<br /><br />Spiega quindi che, da una loro ricerca approfondita dei dati scientifici a disposizione, non risulta niente che supporti la preoccupazione per la mancanza di uno studio comparativo tra vaccinati e non. Non c’è alcun segnale epidemiologico serio e coerente che possa far pensare che il calendario vaccinale non sia sicuro e manca, inoltre, la plausibilità biologica a supporto di questa affermazione. D’altra parte, solo degli indizi scientificamente validi potrebbero giustificare uno studio comparativo di bambini vaccinati verso bambini non vaccinati. <br /><br />In generale, non si riescono ad identificare correttamente quegli elementi che, tramite un percorso di ricerca appropriato, porterebbero ad individuare in modo chiaro eventuali differenze tra la salute dei bambini vaccinati e quella di bambini con zero vaccini.<br /><br />Il comitato sottolinea, inoltre, che inserire dei bambini, scelti in modo casuale, in un gruppo di studio in cui una parte riceve meno vaccini di quelli raccomandati dal calendario vaccinale o addirittura nessuno non sarebbe etico per diverse ragioni. In primo luogo, i bambini con pochi o nessun vaccino, verrebbero esposti ad un maggiore rischio di sviluppare quelle malattie prevenibili con le vaccinazioni e questo comprometterebbe anche l’immunità di gregge. Inoltre, i genitori che rifiutano le vaccinazioni probabilmente non permetterebbero ai loro figli di essere inseriti nel gruppo che riceve tutte le vaccinazioni. Infine, gli stessi pediatri coinvolti nello studio si troverebbero ad andare contro la propria etica professionale che li inviterebbe a raccomandare agli assistiti di seguire il calendario vaccinale.<br /><br />Il Comitato sottolinea inoltre che le preoccupazioni delle parti interessate sono sicuramente uno degli elementi che concorrono alla pianificazione di eventuali nuove ricerche. In questo caso, tuttavia, l’attuale sistema di monitoraggio sulla sicurezza non evidenzia quegli ulteriori elementi che giustificherebbero nuovi studi e ricerche, come ad esempio studi randomizzati e controllati (RCT) o studi di coorte prospettici. Mancano infatti le evidenze biologiche ed epidemiologiche a supporto di una decisione che, costando alla comunità fino a decine di milioni di dollari, si risolverebbe, con buona probabilità, in uno spreco di risorse.<br /><br />Viene quindi spiegato che può senz’altro sembrare che la scelta di non vaccinare sia la più sicura se non si prende in considerazione l’ipotesi di poter sviluppare quelle malattie contro cui ci si vaccina. Inoltre, beneficiando dell’immunità di gregge, chi non si vaccina può dare l’impressione di una salute globale migliore in quanto non avrà quegli episodi comuni di reazioni da vaccino come, ad esempio, la febbre.<br /><br />Anche i bambini di genitori che rifiutano le vaccinazioni non possono essere inseriti in uno studio di comparazione in quanto, per i motivi sopra esposti, mancherebbero del requisito etico di base, ovvero della sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nello studio.Ogni bambino non vaccinato è potenzialmente esposto al rischio di contrarre delle malattie pericolose e al conseguente rischio di contagiare anche altri.<br /><br />Infine, per poter individuare anche gli eventi rari, sia in termine di patologie che di effetti biologici rilevanti, si dovrebbero coinvolgere nello studio migliaia di bambini, riducendo, contestualmente, l’immunità di gregge per la popolazione. Di conseguenza si avrebbe un effetto indotto, ma non voluto, che rischierebbe di inficiare i risultati della ricerca.<br /><h4>
Raccomandazione finale sulla questione:</h4>
Recommendation 6-2: The Department of Health and Human Services<br /> should refrain from initiating randomized controlled trials of the childhood immunization schedule that compare safety outcomes in fullyvaccinated children with those in unvaccinated children or those vaccinated by use of an alternative schedule.<br /><b><br />Traduzione:</b><br /> Il Dipartimento di Salute e dei Servizi Umani dovrebbe astenersi dall’avviare studi randomizzati controllati del programma vaccinale che paragonano lo stato di salute di bambini totalmente vaccinati con quello di bambini non vaccinati o vaccinati secondo un programma (vaccinale) alternativo.<br /><br />Ecco, questa è la reale posizione dello IOM sulla questione.<br /><br />Ho una proposta da fare ai gruppi antivaccinali: visto che al momento non è eticamente possibile fare uno studio che paragona bambini vaccinati con bambini non vaccinati, perché non provano ad approfondire la montagna di studi già esistenti e ad accettare almeno le prove di efficacia e sicurezza delle vaccinazioni già ampiamente dimostrate? Altrimenti avrebbe anche poco senso produrre ulteriori studi, se già quelli esistenti non vengono accettati. Semplicemente, non si dovrebbe rifiutare un risultato prodotto dalla scienza solo perché va contro le proprie convinzioni.<br /><br />Fonte:<br /><a href="http://www.nap.edu/catalog/13563/the-childhood-immunization-schedule-and-safety-stakeholder-concerns-scientific-evidence"> The Childhood Immunization Schedule and Safety: Stakeholder Concerns, Scientific Evidence, and FutureStudies.</a><br /><br />Committee on the Assessment of Studies of Health Outcomes Related to the Recommended Childhood Immunization Schedule; Board on Population Health and Public Health Practice; Institute of Medicine.<br /><br />Washington (DC): National Academies Press (US); 2013 Mar.<br /><br /> <br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-42348291312297437722016-04-23T12:01:00.000+02:002016-04-23T12:01:09.455+02:00La Carta Italiana per la Promozione delle Vaccinazioni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-TszYres054KT41deKEn87sy9dCEjJMylTDVeqgiMr9FzH1CoqwE0VdIklCUlQhL9kdPuLhK39gIfpxSggYyC94dPwHsxIjPyYBdk5heVS_87IKYdPIXVVn5noWmn-R4Q3dUne5VnuVI/s1600/Fiori.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-TszYres054KT41deKEn87sy9dCEjJMylTDVeqgiMr9FzH1CoqwE0VdIklCUlQhL9kdPuLhK39gIfpxSggYyC94dPwHsxIjPyYBdk5heVS_87IKYdPIXVVn5noWmn-R4Q3dUne5VnuVI/s400/Fiori.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;"></span><br />
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;">23 aprile 2016</span><br />
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;"><br />Sono felice di annunciare
la nascita di una bella iniziativa da parte di TeamVaxItalia (di
cui faccio parte). Oggi è l'occasione per il lancio della "Carta
Italiana per la promozione delle vaccinazioni"<br /><br />
All'inizio c'era il forte desiderio di fare qualcosa per
proteggere i bambini, tutti i bambini. Loro sono la nostra gioia e
l'espressione della speranza in un futuro sempre migliore.<br />
</span><br />
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;">I bambini dipendono da noi adulti. </span><span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;">Difenderli è una causa nobile. </span><br />
<br />
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;">
La "Carta Italiana per la promozione delle vaccinazioni" è un
nuovo importantissimo strumento per garantire a loro ma anche a
tutta la popolazione, nessun escluso, il diritto di essere
protetti da malattie molto pericolose.<br />
<br />
La popolazione siamo NOI: io, tu, lui, lei, quello là e sì, anche
chi non ci è molto simpatico.<br />
<br />
A me piace vedere la Carta come strumento che riconosce
l'importante ruolo che ciascuno di noi, ognuno a modo suo, può
avere.<br />
<br />
La Carta è come la primavera che offre le condizioni per far
risvegliare la natura. Quei semi nascosti nel buon terreno che
trovano tutto quello di cui hanno bisogno, si svegliano, vengono
alla luce e contribuiscono allo splendore del paesaggio che poco
prima era spoglio e freddo. Fiori minuscoli o grandi, ognuno con
il proprio prezioso compito. Ci sono anche molti semi che non
trovano le condizioni necessarie e per loro non basterebbero cento
primavere per svegliarsi. Rimangono inattivi, non danno e non
ricevono.<br />
<br />
Ci sono anche erbacce ombrose che soffocano egoisticamente e senza
scrupoli le altre piante, soprattutto quelle giovani che sono le
più vulnerabili.<br />
<br />
Sta a ciascuno di noi decidere se, come e in quale misura
contribuire. Più fiori ci saranno, grandi e piccoli, bianchi,
rossi, viola o blu, più splendida sarà la primavera.<br />
<br />
Qui potete leggere La Carta e (i fiori) possono sottoscriverla. <br />
</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="http://www.teamvaxitalia.it/">www.teamvaxitalia.it</a></span></div>
<span style="font-family: Helvetica, Arial, sans-serif;">
</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3wmxiWEYmoNnuETyER7EVPP7vOiazqT_5GwqsR1G3BmYR-1zAXsWYB1IE1aAYd2s6rK043HSz_rvGw-v4nXLzI7XB0iYdq70vMIS_NXFd-ZbYEVyp3c4m8v7tjyFDxkx2lrPq80QjXV0/s1600/cover-social.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3wmxiWEYmoNnuETyER7EVPP7vOiazqT_5GwqsR1G3BmYR-1zAXsWYB1IE1aAYd2s6rK043HSz_rvGw-v4nXLzI7XB0iYdq70vMIS_NXFd-ZbYEVyp3c4m8v7tjyFDxkx2lrPq80QjXV0/s640/cover-social.jpg" title="Carta italiana per la promozione delle vaccinazioni" width="640" /></a></div>
<br />Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-31080805966038434992016-04-14T16:59:00.001+02:002016-04-14T16:59:35.086+02:00Se le vaccinazioni obbligatorie sono solo quattro, perché non si mette a disposizione dei genitori vaccini singoli?<br /><br />Grazie al progresso scientifico oggi abbiamo l’opportunità di proteggere i nostri figli da più malattie rispetto a pochi decenni fa. <div>
<br /></div>
<div>
La suddivisione in obbligatorie e non, non ha alcun senso pratico o logico. Si tratta di un retaggio storico: molti anni fa ogni vaccinazione considerata importante era introdotta con una legge che ne sanciva l’obbligo. L’ultima è stata l’antiepatite B, nel 1991. Per tutti i vaccini introdotti in via ufficiale successivamente (pertosse, morbillo-parotite-rosolia, pneumococco, Haemophilus b e altri), si è utilizzata la raccomandazione a vaccinare” (ecco perché si parla di vaccinazioni raccomandate) ritenendo ormai obsoleto il ricorso a leggi che impongono le vaccinazioni pediatriche. <br /><a name='more'></a><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-SrWLVk6RGoCIhyphenhyphenkAlTWt77PHGQTGS1lh7YgEGQdLqlKtdCEPjZ6WKIG-6Hb7_JSP1UkbY2iQcjQUOnjKeUt_UqlRiLpRqh_qzvcFzmyJThzcrZ2sKFVAWtjrgpNbhpm1SARHj2ybYKE/s1600/Parafulmine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="532" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-SrWLVk6RGoCIhyphenhyphenkAlTWt77PHGQTGS1lh7YgEGQdLqlKtdCEPjZ6WKIG-6Hb7_JSP1UkbY2iQcjQUOnjKeUt_UqlRiLpRqh_qzvcFzmyJThzcrZ2sKFVAWtjrgpNbhpm1SARHj2ybYKE/s640/Parafulmine.jpg" width="640" /></a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Non si vaccinano i bambini perché c’è l’obbligo di legge ma perché è un loro diritto essere protetti da malattie potenzialmente mortali. <br /> <br />Per togliere ai germi patogeni l’occasione di infettare i bambini quando non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, e quindi raggiunto il massimo della protezione, sono stati sviluppati i vaccini multipli. Questi contengono gli antigeni* di cui ognuno porta una “carta da visita falsificata” con cui si presenta al sistema immunitario come se fosse davvero il virus o il batterio che rappresenta. Al contrario dei germi patogeni, il cui nome è scritto su ciascuna delle “carte da visita”, gli antigeni sono innocui. Si sfrutta in modo elegante ed ingegnoso la capacità del nostro organismo di produrre una risposta immunitaria e di proteggerci, di conseguenza, dal vero pericolo. <br /> <br />Il trucco somiglia un po’ a quello che usano i contadini quando piazzano nei campi gli spaventapasseri. Questi non sono esseri umani, ma solo dei pupazzi inermi con cui si cerca di ingannare gli uccelli che altrimenti mangerebbero il grano appena seminato. Purtroppo esistono degli anti-spaventapasseri che terrorizzano i contadini dicendo che questi pupazzi sono in realtà armati, non hanno mai spaventato alcun uccello, e di notte sono proprio loro a mangiare il grano seminato per sostituirlo poi con semi di piante velenosissime che contribuiscono al riscaldamento globale. Sicuramente anche un bambino capirebbe che gli anti-spaventapasseri sono dei racconta-fiabe.Saprebbe anche cosa pensare se gli dicessero che più spaventapasseri vengono messi in un campo, più pericolosi e aggressivi diventano. <br /> <br />Purtroppo, per le vaccinazioni non è così facile e immediato comprendere quando si è di fronte a un racconta-fiabe, soprattutto quando parla dei presunti rischi dei vaccini multipli. Dicono, per esempio , che l’esavalente dovrebbe essere diviso in 6 vaccini singoli. Ma per essere coerenti dovrebbero chiedere di dividerlo in 8 vaccini singoli perché la parte del vaccino contro la polio contiene tutti e tre i virus inattivati: il poliovirus I, II e III. Ognuno di questi tre protegge da un virus diverso anche se tutti causano la poliomielite. <br /> <br />Già da molti decenni si usano vaccini multipli, a cominciare dal DT (difterite-tetano) che poi è diventato il DTP (difterite-tetano-pertosse), l’OPV (antipolio Sabin) e l’IPV (antipolio Salk) che contengono i 3 differenti virus della polio. Quindi praticamente tutti i racconta-fiabe di oggi hanno ricevuto da bambini vaccini multipli, senza averne subito alcun danno. <br /> <br />I vaccini multipli sono un grande vantaggio perché permettono di proteggere, con la massima sicurezza, da varie malattie allo stesso tempo. Così i bambini non sono inutilmente esposti per settimane o mesi a pericolose malattie e non devono subire tantissime iniezioni. Un altro <br />vantaggio dell'utilizzo dei vaccini multipli, infatti, è che, in tal modo, viene ridotta l’esposizione agli eccipienti. <br /> <br />I genitori possono fare una scelta consapevole solo quando hanno a disposizione informazioni basate sulla realtà. La decisione di non vaccinare o di scegliere solo alcuni dei vaccini a disposizione e di farli singolarmente, è un ritorno al lontano passato. <br /> <br />*<i>Gli antigeni vengono riconosciuti dagli anticorpi specifici grazie ad un meccanismo del tipo chiave - serratura. </i><br /> <br />Per chi vuole approfondire il tema “vaccini multipli”, metto i link per i miei articoli: <br /> <br /><b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html">I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario? </a><br /><br /><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/02/i-vaccini-multipli-fanno-deragliare-il.html">I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario? </a><br /> <br /><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/04/i-vaccini-multipli-indeboliscono-il.html">I vaccini multipli indeboliscono il sistema immunitario? </a></b><br /> <br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-46092131640000593412015-12-24T15:29:00.001+01:002015-12-25T10:53:02.546+01:00L'immunità di gregge esiste? (parte I°)<br />
Negli ultimi anni si è sentito molto parlare di “immunità di gregge”. Cerco quindi di fare chiarezza su questo tema.<br />
<br />
Il termine immunità di gregge (o di branco o gruppo o popolazione) proviene dalla parole inglese "herd immunity" e rappresenta "l'immunità o la resistenza collettiva a un determinato patogeno, mostrata da parte di una comunità o da parte di una popolazione umana o animale." (1)<br />
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L'OMS ne spiega il significato con le seguenti parole:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>L'immunità di gregge descrive l'immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione (il "branco") offre una protezione agli individui non protetti. La teoria dell'immunità di gregge propone che nelle malattie trasmissibili da un individuo ad un altro è difficile mantenere una catena di infezione quando un gran numero della popolazione è immune. Quindi, maggiore è la percentuale di individui immuni in una popolazione, più si riduce la probabilità che una persona suscettibile entrerà in contatto con un agente infettivo. Sia nella teoria che nella pratica, la malattia scompare di solito già prima del raggiungimento di una copertura vaccinale del 100%, questo si è visto con il vaiolo e si spera accadrà con la polio. La percentuale di individui immuni in una popolazione sopra la quale una malattia non può più persistere è la "soglia dell'immunità di gregge". Questa percentuale varia con la virulenza e la trasmissibilità di un determinato agenti infettivo, l'efficacia e la copertura complessiva del vaccino, la copertura vaccinale della popolazione a rischio e il parametro di contatto nella popolazione." (2)</i></blockquote>
Il modello naturale dell’immunità di gregge si poteva osservare, per esempio, con l’andamento dei casi di morbillo. Nelle città, come le oscillazioni di un pendolo, il morbillo causava ogni 2-3 anni grandi epidemie mentre nel periodo tra un picco epidemico e l’altro i casi erano relativamente pochi. Questo movimento a onde si spiega così:<br />
<a name='more'></a><br />
Inizialmente il virus riesce a diffondersi in modo esponenziale da un caso a diversi suscettibili (= non immuni). Mentre il numero di casi aumenta a un ritmo sempre più veloce, la proporzione dei non immuni scende gradualmente perché sempre più bambini ormai si sono ammalati e quindi non rappresentano più un obiettivo per il virus. Con il tempo, il numero medio a cui ogni malato trasmette il virus, si riduce e il numero dei nuovi casi scende. Quando il numero di immuni è tale che un caso infetta in media solo un altro soggetto, l’epidemia finisce ma il virus riesce comunque a rimanere in circolazione, in attesa che con la nascita di altri bambini, la proporzione di non immuni cresce finché sarà arrivato il momento in cui un caso riesce a infettare più di un altro. Allora tutto ricomincia da capo. <br />
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In campagna e nei piccoli centri abitativi invece, le epidemia si verificavano con intervalli più lunghi e il virus aveva anche più difficoltà a circolare tra un’epidemia e l’altra. Quando un caso genera in media meno di un nuovo caso, è la fine per il virus che sparisce, con la guarigione (o nel peggiore dei casi con la morte) del bambino. E’ stato osservato che al virus del morbillo, per rimanere in circolazione, serva una popolazione di almeno 400.000/500.000 abitanti (su un isola o in una città). (3) (4)<br />
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Con le vaccinazioni si cerca quindi di raggiungere e mantenere la situazione in cui in media un malato genera meno di un altro caso, perché solo in questo modo si può spezzare la catena di trasmissione. Gli esperti di salute pubblica hanno il compito di assicurare che la percentuale di immuni è abbastanza alta da impedire al virus di infettare uno o più di uno a partire da un caso.<br />
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Già nel diciannovesimo secolo i medici hanno notato che per far cessare i casi di vaiolo in una regione, non era necessario vaccinare il 100% della popolazione.<br />
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Qui un esempio di quanto riferisce l’Ufficio Sanitario dell’Impero Tedesco, nel 1896. In Germania nel 1874 la vaccinazione contro il vaiolo è diventata obbligatoria. Una prima dose era prevista nel primo anno di vita e un richiamo nell’11° anno. Inizialmente, quando il virus ancora circolava, una parte dei bambini è stata infettata prima di ricevere la vaccinazione o la rivaccinazione. Ovviamente quelli che sono sopravvissuti non avevano più bisogno di essere vaccinati, in quanto erano già naturalmente immuni. Anno dopo anno, il numero delle coorti nate dopo la legge - e quindi vaccinate - aumentava, e il virus aveva sempre più difficoltà a circolare. Si era creato un effetto gregge che fungeva da ombrello per i bambini non immuni. Quindi i lattanti arrivavano più facilmente all’appuntamento vaccinale senza essersi ammalati nel frattempo. E gradualmente arrivavano anche più bambini al momento della rivaccinazione, senza essersi ammalati. Erano quelli che sono rimasti suscettibili dopo la prima dose oppure negli anni hanno perso parte della protezione. Questo significa che anno dopo anno, il numero di quelli esonerati perché avevano già contratto il vaiolo diminuì, grazie ad una protezione indiretta.<br />
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Il grafico dimostra che l'effetto di gregge generalmente non si forma di colpo ma gradualmente, anno dopo anno, in relazione all'aumento dei vaccinati. Allo stesso modo l'effetto di gregge diminuisce se anno dopo anno si accumulano sempre più soggetti suscettibili. In questo caso le colonne aumentano con il passare degli anni e a un certo punto scoppia un'importante epidemia. Questa non è teoria, ma è successo tante volte nel passato. Porterò degli esempi nei post successivi di cui ciascuno sarà dedicato a una delle malattie infettive prevenibili e i fattori che favoriscono o ostacolano l'immunità di gregge.<br />
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Ci si può quindi immaginare che per i responsabili della Salute Pubblica è di grande interesse non solo proteggere ogni singola persona da malattie pericolose, ma anche raggiungere il più alto numero di protetti in modo che l’efficacia dei vaccini si estende come un ombrello protettivo anche alla piccola percentuale di non immuni.<br />
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Ho preparato alcune infografiche molto semplici che servono a spiegare perché è importante superare la soglia dell'immunità di gregge calcolata per ciascuna malattia infettiva e mantenere nel tempo un'altissima percentuale di vaccinati. I miei esempi fanno anche capire perché ci possono essere casi sporadici o focolai anche in popolazioni con alta o altissima copertura vaccinale e perché questo non significa che l'immunità di gregge non esiste.<br />
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Tutti i grafici mostrano la stessa popolazione di 30 persone e i contatti tra di loro rimangono identici in ciascun'immagine. L'unica cosa che si fa è introdurre la vaccinazione e cambiare la quota e la distribuzione dei vaccinati. Così si vedrà che cosa potrebbe succedere nelle varie simulazioni quando uno di loro viene infettato.<br />
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Per semplificare, usiamo una malattia che (in una popolazione totalmente suscettibile) viene trasmessa da ciascun malato ad altre due persone. In epidemiologia questa grandezza viene chiamata R0 e rappresenta il numero medio di casi secondari prodotti da un’infezione primaria in una popolazione interamente suscettibile e ne parlerò nel post successivo. <br />
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Quindi nel mio modello il R0 = 2. Per esempio il virus dell'ebola ha una trasmissibilità di R0 = 2. Per una malattia così poco contagiosa come quella del mio esempio, per fermare la diffusione del virus la soglia teorica dell'immunità di gregge è del 50%, cioè per fermare la diffusione dev'essere vaccinato più del 50% della popolazione. Con il virus del morbillo invece ogni malato genera altri da 12 a 18 nuovi casi, se viene introdotto in una comunità con zero immuni. Questo è naturalmente un valore teorico perché non esistono comunità in cui nessuno è immune al morbillo. Per fermare la trasmissione del morbillo si calcola che la percentuale minima di immuni nella popolazione dev’essere del 95% o più.<br />
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Per rendere la spiegazione più chiara, facciamo finta che ogni malato abbia contatto con due soggetti che, in caso che non sono immuni si ammalano a loro volta e in caso che sono immuni (perché hanno già avuto la malattia o perché sono stati vaccinati) non si ammalano.<br />
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I numeri indicano le generazioni di trasmissione e insieme formano la catena di infezione. Il primo infetta due, questi due infettano a loro volta due, quindi ci saranno quattro nuovi casi di cui ciascuno infetta due, quindi abbiamo otto nuovi casi e così via. Lascio invariati i numeri e le frecce in tutte le immagini per tenere sempre presente i casi evitati grazie alla vaccinazione. Così si può fare un confronto con quello che sarebbe successo nella stessa popolazione senza alcuna misura di prevenzione. Nei prossimo post porterò anche esempi concreti delle situazioni che ho accennato nei grafici. <br />
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Nel primo modello su un totale di 30 persone di cui nessuna è immune, si ammalano 20 mentre 10 no, anche se non sono immuni. Questi vengono risparmiati perché non hanno avuto alcun contatto diretto con i casi. Ma sono salvi solo per questa volta! Potrebbero essere infettati alla prima occasione in cui vengono a contatto con un malato, per esempio nel periodo di “bassa marea” tra un picco epidemico e l’altro, oppure in una delle prossime epidemie.<br />
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Ora prendiamo la stessa popolazione di 30 persone, ma questa volta vacciniamo 10 (il 33%) di loro e presumiamo che il vaccino abbia un’efficacia del 100% (è per semplificare perché nella vita reale nessun vaccino protegge il 100% dei soggetti, anche di questo parlerò in modo più approfondito nei successivi post). I contatti tra gli individui rimangono identici a quelli del primo grafico.<br />
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Vediamo che ancora prima di aver raggiunta la soglia dell'immunità di gregge si può notare l'effetto gregge. Nel secondo grafico solo 9 individui si sono ammalati. 5 dei suscettibili che nel primo grafico si sono ammalati, sono rimasti illesi, grazie alla protezione indiretta, perché la catena di trasmissione era stata spezzata.<br />
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Ora si vaccina il 50% che è la percentuale che dovrebbe fermare le epidemie ma non eliminare del tutto la malattia.<br />
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Possiamo notare che il numero dei malati si è ulteriormente ridotto a 5 mentre quello dei indirettamente protetti è aumentato. Vediamo anche che si è creato un sottogruppo di non vaccinati che sono in contatto tra di loro e che nonostante l'alta copertura vaccinale del resto della popolazione non hanno goduto dell'effetto gregge. Questo è successo perché la catena di trasmissione è rimasta intatta. Se il primo fosse stato vaccinato, anche gli altri non si sarebbero ammalati, avrebbero - per questa volta almeno - approfittato dell'effetto gregge.<br />
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Vediamo che cosa succede se nella stessa popolazione, con gli stessi contatti si vaccinano invece 21 persone (il 70%).<br />
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In questo esempio si sono creati ben due sottogruppi (cluster) che hanno permesso al virus di diffondersi lungo la catena di trasmissione (forse nella zona si è svolto un convegno antivaccinale?). Come vediamo anche con una copertura vaccinale così alta esiste la possibilità che si ammalano sempre 9 persone come nell'esempio in cui il 33% è stato vaccinato. Con i prossimi esempi lo spiego meglio.<br />
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Prendiamo ancora la stessa popolazione, con gli stessi contatti e questa volta ne vacciniamo 27 (il 90%). Saremo riusciti a proteggere anche i 3 (10%) suscettibile?</div>
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Nemmeno questa volta, perché proprio quei due con cui il caso indice è venuto a contatto, non sono stati vaccinati. Però la cosa importante è che la malattia si è fermata lì, perché tutti gli altri contatti erano vaccinati. Teniamo sempre in mente quante infezioni sono state evitate, guardando le frecce blu.<br />
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Vediamo ora che cosa succede, sempre vaccinando 27, quindi il 90%, ma questa volta i due contatti della seconda generazione della catena di trasmissione sono stati vaccinati (forse il convegno antivaccinale è stato rimandato...) mentre i due non vaccinati godono dell'immunità di gregge. Questo è un esempio in cui il virus viene eliminato dalla popolazione, quando il caso numero 1 sarà guarito (o morto).<br />
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Con questi esempi semplificati al massimo, si poteva vedere che con l'aumento del numero di vaccinati i casi sono sensibilmente diminuiti e all'agente infettivo è stata tolta l'occasione di moltiplicarsi a spese delle vittime.<br />
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Abbiamo anche visto che se un soggetto non è vaccinato viene protetto dai vaccinati che lo circondano, ma si tratta comunque di una protezione indiretta. Se dovesse entrare in contatto diretto con un malato, può essere infettato e ammalarsi, anche se tutto il resto della popolazione è vaccinato. Ma se la copertura vaccinale è alta, le probabilità di avere un contatto con un malato sono estremamente basse. <br />
<br />
Immaginiamoci un gioco di carte e le regole sono che chi tira una carta di cuori perde. Se il mazzo di carte è completo, le probabilità di tirare una carte di cuori è abbastanza alta. Se si toglie la metà delle carte di cuori, e le si sostituisce con altre carte (per lasciare il numero totale invariato) le probabilità si abbassano. Se se ne toglie il 90%, si dev'essere proprio sfortunati a tirare una carta di cuori, ma comunque questa possibilità rimane, visto che si trovano nel mazzo. <br />
<br />
Ci sono persone, contrarie alle vaccinazioni, che usano gli sporadici casi o i piccoli focolai che si possono verificare anche in una popolazione con un'alta copertura vaccinale, per "provare" che l'immunità di gregge non esiste. Ma, come abbiamo visto, c'è una spiegazione plausibile perché ci possono essere questi casi o serie di casi. Sarebbe come dire che se uno tira una carta di cuori quando ne è stato sostituito il 90% con altre carte, che toglierle non ha avuto alcuna importanza.<br />
Naturalmente nella vita reale la faccenda è molto più complessa, ci sono tanti fattori coinvolti e li approfondisco nei post successivi. Gli esempi che ho portato servono a spiegare il concetto su cui si basa l'immunità di gregge. <br />
<br />
La grande preoccupazione degli esperti della Salute Pubblica per il calo della copertura vaccinale deriva anche dal fatto che questo rappresenta un altissimo numero di bambini che aumenta anno dopo anno e con il tempo saremo in una situazione ad alto rischio in cui un’importante porzione della popolazione non sarà protetta. I primi segnali di allarme li abbiamo quando scoppiano epidemie di morbillo e pertosse che sono quelle più trasmissibili. Questo ci fa capire che siamo sulla strada che ci porta a vedere con il tempo anche il ri-affacciarsi delle malattie meno trasmissibili, quindi quando con gli anni si saranno accumulati abbastanza suscettibili anche la polio e la difterite si ri-affacceranno (se nel frattempo la polio per cui è in atto un <a href="http://www.polioeradication.org/"><b>programma di eradicazione</b></a> vicinissimo al successo, non sarà stata debellata, grazie alla vaccinazione).<br />
<br /></div>
I bambini non vaccinati non rimangono bambini ma diventano adolescenti e adulti non vaccinati che si aggiungono a quelli che non possono essere vaccinati perché hanno una controindicazione medica, e a quella piccola percentuale di vaccinati che non hanno sviluppato l’immunità. Saranno sempre a rischio di “tirare la carta di cuori”, e il problema per loro aumenta se si tratta di malattie che possono avere gravi conseguenze se contratti da adulti (per esempio la rosolia e la varicella). Allo stesso tempo rappresentano un pericolo per tutta la società perché in caso di infezione possono trasmettere la malattia direttamente o indirettamente ad altri suscettibili, nel peggiore dei casi a qualcuno ad alto rischio di complicanze e di morte. Un bambino non vaccinato potrebbe anche diventare, quando è più grande, uno di quelli con una controindicazione permanente a un vaccino la cui vita dipende quindi dalla vaccinazione degli altri. Se fosse stato vaccinato già da bambino, avrebbe un problema in meno.<br />
<br />
Ora sì potrà anche capire perché è ritenuto poco etico il comportamento di alcuni medici che incoraggiano i genitori a rifiutare la protezione offerta dal piano vaccinale, e che sfruttano e al contempo minacciano l’immunità di gregge. Lo dimostrano le numerose affermazioni in cui questa minoranza di medici sottolinea che il calo della copertura degli ultimi anni non dovrebbe destare preoccupazione perché siamo ancora sopra la soglia ritenuta protettiva. Questa dichiarazione fa capire che in modo irresponsabile continuano a guidare i genitori che si fidano di loro verso lo sgretolamento dell’immunità di gregge e espongono a gravi rischi i loro bambini. In pratica sono indaffarati ad aggiungere sempre più carte di cuori al mazzo di carta e aumentare così la probabilità che qualcuno dei non protetti si ammala e quindi rischia personalmente di avere gravi conseguenze o che trasmette il germe ad altri suscettibili il cui numero è in aumento per colpa della pericolosa disinformazione che viene diffusa anche da alcuni medici. Il rischio che la malattia raggiunga qualcuno che avrà dei gravi danni o muoia aumenta di pari passo al numero di non immuni.<br />
<br />
La pericolosità di questa propaganda antivaccinale viene aggravata dal fatto che nessuno di questi medici può valutare la proporzione che potrebbe assumere l'effetto del loro operato. Che farebbero se il numero di persone che non vaccina più i figli aumentasse in modo esponenziale? Chi si prende la responsabilità di quello che potrebbe succedere in questo caso? Chi riuscirebbe a fermare questa situazione fuori controllo? Cosa direbbero ai genitori che perdono un figlio per una malattia facilmente prevenibile con le vaccinazioni?<br />
<br />
Segue...<br />
<br />
Fonti:<br />
<br />
(1) <br />
"Vaccini e Vaccinazioni" di Giorgio Bartolozzi<br />
Terza Edizione (2012)<br />
<br />
(2)<br />
WHO: "<a href="http://www.who.int/vaccine_safety/publications/Global_Manual_on_Surveillance_of_AEFI.pdf?ua=1">Global manual on surveillance of adverse events following immunization</a>"<br />
<br />
(3)<br />
<a href="http://www.jstor.org/stable/2342553?seq=1#page_scan_tab_contents">Measles periodicity and community size</a>.<br />
J. R. Statist.Soc. A. 1957, 120, 48-70<br />
Barlett M.S. <br />
<br />
(4)<br />
<a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0022519366901615">Measles endemicity in insular populations: critical </a><a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0022519366901615">community size and its implications</a>. <br />
J. Theor. Biol. 1966,11,207-211<br />
Black F.L.<br />
<br />
(5)<br />
<a href="http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.3109/00365548.2011.582247">Vaccine herd effect</a><br />
Scandinavian Journal of Infectious Diseases, 2011; 43: 683–689<br />
Tae Hyong KIM<br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-27639661256472585812015-12-17T16:47:00.000+01:002015-12-24T17:27:15.427+01:00E’ utile proteggere i bambini già a due mesi dall'epatite B?<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjapypG1TgfCCP2IFJKn-0Uh2fK-cf9dcU_hTpdRKApIUiWliFBDU_d_zgFf7ijFobjuhZeMnfm4uCsclmBo6y2kPycA9bmxDAaFaTaHopAPYb0fs_Tlz5w6dmIwO7FJ6yMgb_o68fQRn8/s1600/Conoscere_i_rischi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="585" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjapypG1TgfCCP2IFJKn-0Uh2fK-cf9dcU_hTpdRKApIUiWliFBDU_d_zgFf7ijFobjuhZeMnfm4uCsclmBo6y2kPycA9bmxDAaFaTaHopAPYb0fs_Tlz5w6dmIwO7FJ6yMgb_o68fQRn8/s640/Conoscere_i_rischi.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px;"><br /></span>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #141823; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 18px;"></span><br />
Il virus dell’epatite B è estremamente infettivo (100 volte più dell’ HIV). Basta una goccia di sangue in una vasca da bagno piena d’acqua per rendere infettiva tutta l’acqua. <br />
<br />
Il virus viene trasmesso soprattutto attraverso il sangue (in un millilitro di sangue si trovano più di 1 miliardo di virioni) o i fluidi corporei (incluse le escrezioni delle ferite, lo sperma, le secrezioni vaginali e, con concentrazioni più basse, la saliva ).<br />
<br />
Il sangue e la saliva (anche invisibili) sulle superfici degli oggetti possono rimanere infettivi per almeno 7 giorni. Il virus dell’epatite B è molto resistente ai comuni disinfettanti. Per entrare nell’organismo bastano microlesioni della pelle o delle mucose (questo si chiama infezione parenterale inapparente), ovvero lesioni così piccole che non si notano nemmeno. Nei bambini l’infezione spesso non mostra segni o sintomi.<br />
<div>
<br />
<a name='more'></a><br />
La trasmissione del virus attraverso rapporti sessuali e lo scambio di siringhe tra tossicodipendenti è la modalità di contagio più frequente tra gli adolescenti e gli adulti. I bambini invece possono essere infettati, sia durante il parto (molto più raramente già nell’utero) se la madre è sieropositiva che nella prima infanzia se convivono con un portatore sano (molti non sanno di esserlo) o hanno contatti stretti con altri bambini, soprattutto tramite un’infezione parenterale inapparente. I meccanismi precisi della trasmissione da bambino a bambino sono sconosciuti, comunque frequenti contatti interpersonali tra la pelle o le mucose non intatte con secrezioni che contengono sangue, o forse anche saliva, rappresentano la modalità di trasmissione più probabile. Un’altra modalità di trasmissione potrebbe essere quella attraverso oggetti condivisi come guanti per lavaggio, asciugamani, rasoi o spazzolini da denti. (1) (2) (3)</div>
<div>
<br />
In caso di infezione, il rischio che si cronicizzi è particolarmente alto nei bambini piccoli:<br />
<br />
nell’80 - 90% dei lattanti nel primo anno di vita<br />
nel 30 - 50% dei bambini da 1 a 6 anni<br />
<br />
Invece negli adulti il rischio di diventare portatori sani è meno del 5%.(4)<br />
<br />
La componente dell’epatite B è inserita nell’esavalente, in questo modo viene assicurato che tutti i bambini ricevono questa protezione il primo possibile, togliendo al virus il terreno per nuove infezioni. Anno dopo anno la percentuale di non immuni nella popolazione si riduce sempre di più e alla fine il virus non potrà più circolare.<br />
<br />
Il vaccino antiepatite B contiene un solo antigene, prodotto con una tecnica di ingegneria genetica da cellule di lievito ed è estremamente sicuro. Nei bambini piccoli con le 3 dosi del ciclo primario vengono protetti 99 su 100 vaccinati, mentre negli adolescenti o adulti solo il 90 - 95 % diventa immune. (5)<br />
<br />
Riporto un esempio di quanto sia concreto (anche se basso) il rischio di infezione per un bambino italiano: <br />
<br />
Nel 2010 è stato pubblicato uno studio finanziato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) con cui si controllava la durata della protezione dall’epatite B nei bambini che avevano ricevuto l’esavalente. Allo studio hanno partecipato 1543 bambini italiani, nati tra il 2001 e il 2003 da madri HBsAg-negative. Al momento dello studio erano passate almeno cinque anni dall’ultima dose di esavalente. Ebbene, in tre di loro sono stati trovati anticorpi di un tipo che indica un’infezione, per fortuna nel frattempo risolta. Gli autori scrivono che non è possibile sapere se l’infezione fosse avvenuta prima della prima dose o dopo. Comunque è verosimile che il vaccino li abbia protetti dalla cronicizzazione. Se su circa 1500 bambini vaccinati, in un periodo in cui la circolazione del virus è già bassa rispetto a prima, tre sono stati infettati, probabilmente in assenza della vaccinazione ce ne sarebbero stati più di 3 e magari qualcuno avrebbe anche rischiato di diventare un portatore cronico. Infatti, in Italia, prima dell’introduzione del vaccino, gran parte dei portatori cronici si è infettata durante i primi anni di vita.(6)<br />
<br />
Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato a tutti i Paesi l’integrazione della vaccinazione contro l’epatite B nei programmi di vaccinazione dell’infanzia.<br />
<br />
Ma già nel Weekly Epidemiological Report n° 3 del 15 gennaio 1988 l’OMS aveva raccomandato la vaccinazione universale contro l’epatite B per tutti i nuovi nati nei paesi che hanno una prevalenza di portatori cronici di più del 2%.<br />
<br />
Nel novembre 1988 alcuni deputati hanno presentato alla camera una proposta di legge per rendere il vaccino obbligatorio per tutti i nuovi nati. (7) <br />
<br />
Questa legge è stata approvata nel 1991 e si è basata su tanti studi che sono stati fatti nel decennio prima, proprio in Italia e che pongono il nostro paese all’avanguardia nel mondo per quanto concerne la vaccinazione contro l’epatite B. La legge prevedeva anche la vaccinazione nei dodicenni per i primi dodici anni dalla data di applicazione della legge ( 1991 – 2003 ) in modo da ottenere la saldatura immunologica tra i primi bambini vaccinati e gli ultimi dodicenni vaccinati. Successivamente quasi tutti i paesi del mondo hanno fatto la stessa scelta, a seguito delle raccomandazioni ufficiali dell’OMS nel 1992. Al 2013 sono 183 paesi membri che hanno inserito questa vaccinazione e l’81% dei bambini ha ricevuto il ciclo primario.<br />
<br />
Per concludere, vaccinare i figli a partire dai due mesi contro l’epatite B con un unico vaccino che li protegge contemporaneamente da altre 5 gravi malattie, significa dargli la maggiore protezione possibile, e non esporli per un tempo indeterminato al rischio di contrarre l’epatite B. Allo stato attuale sappiamo che il vaccino è sicuro ed efficace e protegge per più di 20 anni (ma con ogni probabilità per tutta la vita).<br />
<br />
<br />
Fonti:<br />
<br />
(1)<br />
Red Book, 2006<br />
<br />
(2)<br />
Hepatitis B - Position Paper 2009 (WHO)<br />
<a href="http://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.who.int%2Fwer%2F2009%2Fwer8440.pdf%3Fua%3D1&h=YAQF1dwQy&enc=AZNELWy-5uYI9QhJ3XgLd3HI4IF-FKGLkjw94LzYb1WerlOcLOycqds7N7pzs1SHUp12e7mm7x7prntLwU4cux4yTTwk_xYRRnNk3NDQjdHukEnEYtDhCT1NHJBmb0eNAZOklw5YBSJi_eOuGk72aUcG&s=1">http://www.who.int/wer/2009/wer8440.pdf?ua=1</a><br />
<br />
(3)<br />
<a href="http://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.cdc.gov%2Fhepatitis%2FHBV%2FHBVfaq.htm%23b1&h=eAQEd0Aqc&enc=AZMTxGBzC6eWjgDX-8EWeuKDSDShIPK84Vrx0ZNr70NZ8EvbA8-vJiRArSjiqVzCkEBPCmhS_II31ttAGz_XH-I4bMxzu-kKY0kq7v9KR84KqaLg4wIIcQ01pdc6ZXC5BfuBKfX47xPb8ZsiO8l9-qfC&s=1">http://www.cdc.gov/hepatitis/HBV/HBVfaq.htm#b1</a><br />
<br />
(4)<br />
Hepatitis B - Factsheet n° 104<br />
<a href="http://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.who.int%2Fmediacentre%2Ffactsheets%2Ffs204%2Fen%2F&h=cAQEaWfxh&enc=AZMFrr0TVkYR9cQgdUO44NA3k5o9yqE24cvZF3RaschAkMgS2GCQDQ8ApyjeE73DSODYSdthqboa09ZnJEihboA-RJOp-rwT6Ac4W9r8y7WxhMrcVODKPDuZz5PPkm0FEdeUmvUtzU5P76BXlGYsBJZE&s=1">http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs204/en/</a><br />
<br />
(5)<br />
Prof. Bartolozzi nel libro “Manuale delle Vaccinazioni” - seconda edizione 2009<br />
<br />
(6)<br />
Lancet Infect Dis. 2010 Nov;10(11):755-61. <br />
Hepatitis B immune memory in children primed with hexavalent vaccines and given monovalent boostervaccines: an open-label, randomised, controlled, multicentre study.<br />
Zanetti AR et al.<br />
<br />
(7) <br />
<a href="http://www.camera.it/_dati/leg10/lavori/stampati/pdf/33980001.pdf">http://www.camera.it/_dati/leg10/lavori/stampati/pdf/33980001.pdf</a></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-28179133183062794672015-06-18T23:21:00.000+02:002015-06-19T08:45:30.714+02:00Il vaccino contro il papillomavirus umano (HPV) è sicuro ?<br />
<br />
Da qualche giorno su Internet viene diffusa un’infografica che riporta gli eventi avversi in correlazione temporale alle varie vaccinazioni effettuate nel Regno Unito. Quelli che riguardano il vaccino contro il HPV spiccano con più di 8000 segnalazioni:<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img height="400" src="https://lh5.googleusercontent.com/S44wirRwwaBM9bhmEWRfvjg0c7XIipSz-MOMXJOjs0YhrnCZr6k6uT88QU6MiDF_j5Sr6QYBAGRFC-2r7qDBPbV9ZY1pjMdj5a1iD5QmChGyaYFxc8cgOot9TTP98gATKZsgmQ" width="342" /></div>
<br />
<br />
Il grafico viene accompagnato da commenti allarmistici tipo: “<i>Più di 8000 ragazze hanno avuto una reazione avversa e di questi più di 2500 sono rovinate a vita!</i>” <br />
<br />
A questo punto potremmo fermarci, accettare acriticamente quello che leggiamo e concludere che il vaccino HPV sia pericoloso e perciò assolutamente da evitare.<br />
<br />
Oppure potremmo cercare di scoprire che cosa c’è veramente dietro a queste 8.228 segnalazioni e perché sono molto più numerose di quelle degli altri vaccini.<br />
<br />
Io faccio parte delle persone che non si fermano davanti alle notizie e anche in questo caso ho indagato e vi posso anticipare che il vaccino contro il HPV è sicuro e non ha rovinato la vita a nessuno. <br />
<br />
Ecco come stanno le cose in realtà.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div>
<a name='more'></a><br />
Nel settembre del 2008 nel Regno Unito hanno cominciato a vaccinare su larga scala con il Cervarix che protegge da 2 sierotipi di HPV, il 16 e il 18, i quali possono causare in primis il carcinoma della cervice ma anche altri tipi di cancro. Nel Regno Unito questo vaccino è stato usato per 4 anni, fino al settembre 2012. Poi è stato sostituito dal Gardasil che protegge da 4 sierotipi, i 16, 18, 6 e 11 (i sierotipi 6 e 11 possono causare condilomi genitali). La vaccinazione di routine era diretta alle ragazze di 12-13 anni ma nei primi tre anni è stata inclusa come vaccinazione di recupero (catch-up) anche la fascia di età da 13 a 18 anni. Il vaccino è stato accettato molto bene: più dell’80% delle ragazze di 12-13 anni hanno ricevuto tutte e tre le dosi. Quindi il programma vaccinale è stato un successo, con un numero di adesioni tra i più alti nel mondo.<br />
<br />
Nel 2012 l'agenzia britannica per la regolazione dei prodotti sanitari e dei farmaci (MHRA) ha pubblicato una revisione conclusiva della sicurezza del Cervarix per riassumere tutti i dati raccolti nei quattro anni d’uso in cui sono state somministrate più di 6 milioni di dosi. Naturalmente anche durante tutti i quattro anni la sicurezza del vaccino è stata monitorata costantemente per individuare eventuali nuove reazioni al vaccino. Dopo il primo e il secondo anno di uso, il MHRA aveva pubblicato dei resoconti sulla sicurezza.<br />
<br />
Nell’introduzione del documento si legge questo importante avviso che serve a comprendere le informazioni contenute nel rapporto e il procedimento della farmacovigilanza:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>“Durante la lettura di questo rapporto è essenziale ricordare che le segnalazioni con i Yellow Card* riguardano solo sospetti eventi avversi (ADR). Ciò significa che si può trattare di effetti collaterali veri ma potrebbero anche essere eventi casuali dovuti a una malattia preesistente o non ancora diagnosticata che si sarebbe verificata comunque, anche in assenza della vaccinazione. <b>Le informazioni contenute in questo rapporto non possono quindi essere considerate un elenco di effetti collaterali del Cervarix, o essere utilizzate per determinare la loro frequenza.</b> Gli effetti collaterali noti del Cervarix e la frequenza con cui si verificano sono elencati nelle informazioni che accompagnano il prodotto.”</i></blockquote>
*ndr: nel Regno Unito le sospette reazioni avverse per i farmaci o vaccini possono essere segnalate al MHRA usando il sistema delle Yellow Card.<br />
<br />
Dal settembre 2008 al settembre 2012 al MHRA sono arrivate 6213 segnalazioni che hanno descritto un totale di 14.300 eventi avversi sospetti che riguardavano il Cervarix, quindi una segnalazione ogni 1.000 dosi somministrate.<br />
<br />
Più del 55% dei 14.300 eventi erano reazioni già conosciute ed elencate nelle informazioni che ricevono i medici: vertigini, mal di testa, reazioni locali nel punto dell’iniezione, stanchezza, irrequietezza, febbre, sensazione di caldo, nausea, vomito, dolori addominali, dolori, reazioni allergiche. In questo elenco sono incluse anche le reazioni di carattere psicogeno dovute alla paura dell’iniezione e che non hanno niente a che fare con il vaccino in se (soprattutto svenimenti e attacchi di panico).<br />
<br />
Abbiamo visto che più dell’80% delle ragazze di 12-13 anni ha ricevuto le 3 dosi. E’ inevitabile - quando vengono vaccinate così tante ragazze in un periodo relativamente breve - che in alcune di loro venga diagnosticata non molto tempo dopo la vaccinazione una patologia che si manifesta naturalmente in questa fascia di età, anche in assenza della vaccinazione. Pertanto, dato che l’esistenza di una correlazione temporale fra malattia e vaccino di per se non significa che è stata causata dal vaccino, il ruolo del MHRA è di valutare se esiste una relazione causale.<br />
<br />
Prima di cominciare il programma vaccinale con il Cervarix, il MHRA ha preparato delle strategie di farmacovigilanza rafforzata. Gli elementi chiave erano:<br />
<br />
<ul>
<li>il monitoraggio di eventuali segnali d’allarme e la valutazione giornaliera di tutte le segnalazioni di nuovi sospetti eventi avversi (inclusi ulteriori esami per ottenere più informazioni cliniche possibili).</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<ul>
<li>un piano di comunicazione pro-attivo (il personale medico coinvolto nel programma vaccinale è stato esortato a segnalare gli eventi avversi: in tal modo ogni settimana veniva pubblicato un rapporto aggiornato delle analisi effettuate sugli eventi avversi)</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
Sono stati usati strumenti statistici per scoprire eventuali segnali di allarme, per esempio<br />
<ul>
<li>Le segnalazioni sono state confrontate, tramite un metodo statistico disproporzionale (Empirical Bayes Geometric Mean) per verificare se le segnalazioni superano quelle degli altri vaccini.</li>
</ul>
<div>
<br /></div>
<ul>
<li>Si è fatta un’analisi in tempo reale di “eventi osservati verso eventi attesi”, usando i dati storici del Clinical Practice Research Datalink riguardo alla frequenza delle patologie, basate sull’età e sul sesso, dei 10 anni precedenti all’introduzione del vaccino per identificare eventuali nuovi rischi associati al vaccino HPV. In altre parole con un metodo statistico, il “Maximised Sequential Probability Ratio Test” si paragona il numero delle segnalazioni di una determinata patologia (evento osservato) con la sua frequenza naturale (evento atteso) cioè la frequenza dei casi di malattia che si verificano casualmente nella fascia di età della popolazione vaccinata. In questo modo è possibile verificare se il vaccino aumenta il rischio di ammalarsi. Inoltre facendo quest’analisi è possibile correggere i dati secondo diverse variabili, simulando varie possibili sottonotifiche espresse in percentuali, come vedremo tra poco con un grafico.</li>
</ul>
<br />
<ul>
<li>Per gli ultimi due anni è anche stata usata un’analisi retrospettiva chiamata “Snapshot” (istantanea)</li>
</ul>
<br />
Nel grafico n°1 si può notare un fenomeno molto comune che riguarda tutti i nuovi vaccini. Inizialmente arrivano molte più segnalazioni perché l’attenzione di tutti è massima, anche come conseguenza delle strategie di farmacovigilanza rafforzata. Successivamente, mentre passano gli anni, il numero degli eventi avversi notificati diminuisce. Questa è una delle spiegazioni del fenomeno che osserviamo nel primo grafico: le segnalazioni temporalmente correlate al vaccino HPV sono più numerose rispetto agli altri vaccini che si usano già da molti anni e per i quali l’attenzione si è abbassata.<br />
<br />
<br />
Grafico n°1<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img height="227" src="https://lh5.googleusercontent.com/hfBcJo63Ah_zfdCKFWzu3n1bQRawVv20ySr5RFKY0brPYeT73AX4Q5HcQWejIW7Vbi_IEW8yN9rsqRhUEakTqYua9iBD59uSqXdHVMHqKJBzpHLKgXHoJvGHCSwwYjlLoYIBtQ" width="400" /></div>
<br />
<br />
<br />
Un esempio per tutte può essere il grafico n°2 che mostra l’andamento delle segnalazioni del vaccino contro la varicella negli USA. Questo vaccino è stato usato su larga scala dal 1995. Inizialmente le segnalazioni erano tante, poi anno dopo anno, mentre il numero delle dosi somministrate aumentava, le reazioni non gravi (tipo febbre, dolore locale etc.) venivano segnalate sempre meno perché ormai era stato appurato che il vaccino poteva causare questi sintomi e si conosceva bene anche la loro frequenza. Però le segnalazioni dei sospetti eventi gravi sono rimasti sempre stabili, in media del 5% (range 3,7% - 6,3%). (2)<br />
<br />
Grafico n. 2<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img height="296" src="https://lh4.googleusercontent.com/H87WpfywtvfjBXc-9NXhvzxRlo32Jw-jyy_FKAmntWpepE1W2m_Otg2-ep-1yWd015eXQTrDgaRlex7fXca8my8kj5rcwod0VjoHliRj5KsInHLjy_VeIAiNLbnOTMTNNKL4Fg" width="400" /></div>
<br />
<br />
Anche la seguente tabella è molto interessante. Mostra il numero e la percentuale degli eventi avversi associati al Cervarix, stratificati per età. Non sorprende che la maggioranza degli eventi avversi riguardino le ragazze di 12 e 13 anni, visto che il programma vaccinale è diretto proprio a questa popolazione e in questa fascia di età. <br />
<br />
Nelle fasce di età meno vaccinate ci sono pochissime segnalazioni. Questo non vuol dire però che in questa popolazione non esistano delle gravi patologie e che queste siano state evitate solo perché la gran maggioranza di loro non è stata vaccinata contro il HPV. In realtà la frequenza di queste malattie è identica a quella della popolazione vaccinata per il semplice motivo che non dipendono dal vaccino. <br />
<br />
Nelle 12/13-enni di cui l’80% ha ricevuto le 3 dosi, le patologie che si verificano naturalmente, per la legge della probabilità, possono capitare poco dopo una vaccinazione ed essere quindi segnalate. Quando capitano invece alle donne non vaccinate, per ovvi motivi, non appariranno tra gli eventi avversi segnalati. <br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img height="175" src="https://lh4.googleusercontent.com/9wDIq8GtIw1Y7JKXgl1hdSrHvAcVnxsXf1474MLqhifPSjBAMQg_ZL1w4oBFzKoU_-trvpuxjD9zCI2JHfBhSOL4zkHyGFbapzaPkfnCsK0xC1-wZW8cMupiBZ4g0fzbAJGM7Q" width="400" /><img height="194" src="https://lh3.googleusercontent.com/9M1Tx0GAAufc2y6SVxCjmoXNogyVFcVCW3ilwwsUN4K0uf7WwgoiD2zp-DbzjEkYrI5JoeUfVefNjHXa7vWiypZTbTvFUMxZNdc5KZ75ICd_xneMJViV4Ns_I3oaXJoznbh06w" width="400" /></div>
<br />
<br />
E’ arrivato il momento di guardare in faccia a quelle 6.213 segnalazioni che sono arrivate al MHRA dal settembre 2008 al settembre 2012, su più di 6.000.000 dosi. Vedremo che dopo questa analisi il numero che sembra così minaccioso, che purtroppo viene sfruttato da certa gente con lo scopo di manipolare i genitori, non fa più paura.<br />
<br />
Riporterò tutto minuziosamente con la massima trasparenza, proprio per non lasciare spazio a dubbi.<br />
<br />
Ecco l’elenco di tutti gli eventi avversi segnalati nei 4 anni su più di 6 milioni dosi di Cervarix:<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi84KkOvOQwEzfZp_9L5xMB_VfGMbR-61qZ_AW5NVmAOYtfp4snB6a5jv1LOZzLOfoGU8NHqG7prB52un8pqtvdEZKPpUGUCkuyMN9JmGLjhTTHxTr2dWBDQ-qfO60QNU-D2oK9vwnwYKI/s1600/Cervarix.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="539" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi84KkOvOQwEzfZp_9L5xMB_VfGMbR-61qZ_AW5NVmAOYtfp4snB6a5jv1LOZzLOfoGU8NHqG7prB52un8pqtvdEZKPpUGUCkuyMN9JmGLjhTTHxTr2dWBDQ-qfO60QNU-D2oK9vwnwYKI/s640/Cervarix.jpg" width="640" /></a><br />
<br />
<h3 style="text-align: left;">
<b>Casi fatali: 2</b></h3>
Sono stati segnalati due casi con esito fatale in associazione temporale al Cervarix.<br />
<br />
Il MHRA scrive “<i>Questi sono stati casi tragici e il nostro cordoglio va alle famiglie, comunque niente lascia pensare che il Cervarix abbia causato o contribuito a questi eventi fatali.</i>”<br />
<br />
L’autopsia ha infatti rivelato che il decesso della prima ragazza è stato causato da un tumore maligno del cuore e dei polmoni. <br />
<br />
La seconda ragazza, invece, è stata uccisa da una sepsi da streptococco A.<br />
<br />
<br />
<h3>
<b>Malattie del sistema nervoso: 4263 (30% del totale)</b></h3>
Di cui<br />
<br />
<b>mal di testa: 1128<br /><br />vertigine: 1367<br /><br />svenimento: 501</b><br />
<br />
<b>ipoestesia </b>(una diminuzione della sensibilità e della relativa risposta dell’individuo a un determinato stimolo)<b>: 251</b><br />
<br />
<b>parestesia </b>( un'alterazione della sensibilità degli arti o di altre parti del corpo, spesso descritto come un formicolio)<b>: 148 </b><br />
<br />
<b>tremore: 110</b><br />
<br />
La maggior parte di questi sintomi sono di natura psicogena, cioè dovuti alla paura dell’iniezione (o del vaccino) e non hanno niente a che fare con il vaccino in se. Sono reazioni molto comuni soprattutto tra le ragazze e sono incluse nel foglietto informativo del vaccino. <br />
<br />
Altri eventi avversi che fanno parte di questo gruppo sono:<br />
<br />
<b>Sindrome di Guillain Barré (GBS): 5 </b><br />
<br />
Nel rapporto del MHRA dopo il prima anno sono state analizzate 2 segnalazioni.<br />
<br />
Nel rapporto del secondo anno sono state analizzate altre 3 segnalazioni.<br />
<br />
Nei due anni successivi non c’è più stata nessuna segnalazione di GBS, nonostante fossero state somministrate ulteriori 1,5 milioni dosi.<br />
<br />
Dall’analisi statistica “eventi osservati verso eventi attesi” è risultato che l’incidenza della GBS è compatibile con la frequenza naturale nella popolazione. Quindi si tratta di due eventi indipendenti l’uno dall’altro che si sono casualmente sovrapposti. Anche l’assenza di ulteriori segnalazioni negli ultimi due anni rafforza questa valutazione.<br />
<br />
<b>Encefalite: 6</b><br />
<br />
<b>Encefalite letargica: 1</b><br />
<br />
Cinque di queste sono state descritte nel rapporto del secondo anno e un’ulteriore caso è stato segnalato nel settembre 2010. Questo andamento suggerisce una distribuzione casuale (cioè nei primi due anni nessun caso, nel secondo anno 6 e nei 2 anni successivi solo 1 e quindi la conclusione è che non ci sono prove per una correlazione causale.)<br />
<br />
<b>La paralisi di Bell</b> (una forma di paralisi facciale risultante da una disfunzione del VII nervo cranico)<b>: 9</b><br />
<br />
2 casi sono stati segnalati nel primo anno, 4 nel secondo. Nel periodo 2011-2012 due casi e nel 2010-2011 nessuno.<br />
<br />
La distribuzione e la frequenza indicano che si tratta di una distribuzione casuale. Inoltre confrontandolo con la frequenza naturale nei 10 anni precedenti all’introduzione del vaccino, il numero di casi di paralisi di Bell non supera il numero atteso.<br />
<br />
<b>Crisi convulsive: 97</b><br />
<br />
di cui<br />
<br />
<b>convulsioni: 74<br /><br />attacchi epilettici tipo grande male: 11<br /><br />convulsione clonica: 1<br /><br />e altre reazioni</b><br />
<br />
La maggior parte delle convulsioni era associata ad una reazione psicogena (per esempio dopo uno svenimento causato dalla paura dell’iniezione).<br />
<br />
Il rapporto conclude che l’evidenza non è sufficiente per suggerire una correlazione causale tra il Cervarix e le convulsioni o gli attacchi.<br />
<br />
<b>Sindrome dolorosa regionale complessa: 6</b><br />
<br />
Condizione dolorosa caratterizzata da forte dolore, gonfiore e cambiamenti della temperatura e del colore di braccia e gambe. Le cause sono sconosciute, ma comuni condizioni predisponenti sono trauma, infezione, intervento chirurgico, radicolopatia cervicale, contusione dei tessuti molli, fratture, rottura del tendine e infarto miocardico.<br />
<br />
Genc et al, 2005 propone come possibile fattore un trauma causato dall’ago della siringa, e non dal vaccino stesso.<br />
<br />
Dal confronto statistico con l’incidenza naturale (26,2/100.000 - 5,46/100.000), la frequenza dei casi segnalati (0,03/100.000 e 0,16/100.000) è molto inferiore a quella che ci si deve aspettare che avvenga in assenza della vaccinazione nella popolazione delle ragazze tra 12 - 18 anni. Da questa analisi il MHRA ha concluso che i casi riportati indicano che si tratta molto probabilmente di una correlazione casuale.<br />
<br />
<h3>
<b>Patologie sistemiche e reazioni locali nel punto di iniezione: 2940 (20,56%)</b></h3>
<div>
<b><br /></b></div>
<b>reazioni locali nel punto dell’iniezione: 652<br /><br />stanchezza: 378<br /><br />irrequietudine: 499<br /><br />febbre: 319<br /><br />sensazione di caldo: 147<br /><br />edema periferico: 229<br /><br />dolore: 128</b><br />
La maggior parte di queste reazioni è elencata nel foglietto illustrativo.<br />
<br />
<b>Sindrome da fatica cronica (CFS) o encefalomielite mialgica (ME): 14<br /><br />sindrome da fatica postvirale: 6</b><br />
<br />
Si tratta di una sindrome che si verifica naturalmente tra gli adolescenti e viene diagnosticata quando altre possibili patologie sono state escluse.<br />
<br />
Nei primi due anni sono state effettuate 4 segnalazioni di CFS e 6 di sindrome da fatica postvirale. Negli ultimi due anni sono stati segnalati 10 casi di CFS.<br />
<br />
Come si vede dal seguente grafico che mostra un esempio dell’analisi del tipo “eventi osservati verso eventi attesi”, i casi segnalati indicano che si tratta di una coincidenza. <br />
<br />
Da notare che anche nella simulazione di una forte sottonotifica, cioè presumendo che solo il 10% dei casi avvenuti dopo la vaccinazione sia stato segnalato come evento avverso, la curva rimane lontanissima dalla soglia che rappresenta i casi attesi in assenza della vaccinazione. Anche nel grafico che si riferisce all’analisi 2011 - 2012 (che si può vedere nel rapporto) il numero dei casi segnalati è lontano da quello atteso.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<img height="283" src="https://lh6.googleusercontent.com/AVtofFYhlj9WGNtLK1SJPD2Bez2UT9_LAY8SKgns6u0J8A4RE_tjdlcU1oozdyuV5sQx8Dm9_cHTowP535IdriWMgxlmtN_EJDwPl_nGK0M9HLD61TXj5sYIs2OsgvcY2rhDZA" width="400" /></div>
<br />
<br />
Inoltre il MHRA ha fatto due studi ad hoc senza trovare un aumentato rischio associato a Cervarix. <br />
<br />
<h3>
<b>Patologie del sistema immunitario: 123</b></h3>
di cui<br />
<br />
<b>reazione anafilattica/anafilattoidi: 63</b><br />
<br />
Nell’analisi dei 47 casi che sono stati segnalati nei primi due anni, nella maggior parte di essi mancavano i criteri secondo la Brighton Collaboration, necessari per porre diagnosi di reazione anafilattica.<br />
<br />
Anche assumendo che tutte fossero state vere reazioni anafilattiche, 63 casi su 6.000.000 di dosi somministrati corrisponderebbero alle stime generali di questo tipo di reazioni come conseguenza dei vaccini.<br />
<br />
<b>Neoplasie: 9</b><br />
<br />
che comprendevano 9 differenti tipi di neoplasie, di cui alcune di tipo maligno (incluso il caso fatale, vedi sopra)<br />
<br />
Non c’è alcun segnale che possa far pensare ad una correlazione causale.<br />
<br />
<br />
<br />
Ecco, abbiamo visto con quale cura viene monitorata la sicurezza dei vaccini. Teniamo anche in mente che la farmacovigilanza passiva è solo uno dei metodi con cui si controllano i vaccini.<br />
<br />
La conclusione del MHRA è che la bilancia rischio/beneficio pende a favore del vaccino.<br />
<br />
Il Gardasil, che nel Regno Unito viene usato attualmente, è stato introdotto nel 2012 con il triangolo nero rovesciato. Questo significa che si tratta di un prodotto medico che viene monitorato con un’attenzione particolare dal MHRA. Come abbiamo visto, anche il Cervarix era stato introdotto con un monitoraggio addizionale, solo che nel 2008 non esisteva ancora il simbolo del triangolo nero rovesciato. <br />
<br />
Questo non significa comunque (come spesso viene interpretato erroneamente da parte dei movimenti antivaccinali) che i vaccini con triangolo nero sulla confezione e sul foglietto illustrativo siano sperimentali. Il Gardasil, come si legge nel documento del MHRA, ha un eccellente profilo di sicurezza che è stato appurato durante il monitoraggio da parte dei paesi in cui è in uso da diversi anni, con decine di milioni di persone vaccinate in tutto il mondo.<br />
<br />
Anche l’OMS nell’ultima revisione dei dati sulla sicurezza dei vaccini HPV ha concluso che è un vaccino sicuro e che il rapporto rischio/beneficio è favorevole. (3)<br />
<br />
Importante è anche sapere che i vaccini contro il HPV contengono particelle altamente purificate che imitano la struttura del virus ma che non sono parti di virus vero e non contengono DNA virale.<br />
<br />
Spero di essere riuscita a dimostrare che conviene sempre non fermarsi davanti ad una affermazione allarmistica basata solo su dei numeri anonimi e magari diffonderla come un automa solo perché si tiene il dito indice pronto sul mouse. <br />
<br />
Come sempre Vi invito a verificare anche quello che ho scritto io in questo articolo, leggendo la fonte originale:<br />
<br />
(1)<br />
MHRA PUBLIC ASSESSMENT REPORT - December 2012</div>
<div>
<a href="https://assets.digital.cabinet-office.gov.uk/media/547307f540f0b6131200003d/con213228.pdf"><b>Cervarix HPV vaccine: update on UK safety experience at end of 4 years use in the HPV routine immunisation programme</b></a><br />
<br />
<br />
(2)<br />
MMWR January 24, 2003 / 52;1-24<br />
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/ss5201a1.htm"><b>Surveillance for Safety After Immunization: Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) --- United States, 1991--2001</b></a></div>
<div>
<br />
<br />
(3)</div>
<div>
WHO</div>
<a href="http://www.who.int/vaccine_safety/committee/topics/hpv/en/"><b>Safety of human papillomavirus vaccines</b></a><br />
<div>
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-8346450138618299442015-02-20T20:13:00.000+01:002015-07-01T17:58:26.984+02:00Italia: Scienza in tribunale<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Qualche giorno fa ho scritto un articolo per un blog tedesco di cui faccio parte. Il titolo è <b><a href="http://www.impfblog.de/?p=252">Italien: Wissenschaft im Gerichtssaal.</a></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ecco la traduzione in italiano:</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5osGvtSaiCfbFgSl1ObcxCXph7MwYI-7InohTKUxSKIFVtUig4WCPxncAKG4uZ4HRrc85UbsxFOut395yhUZEaTcyEFNteBrA-pviLGKj_kDfP8m-C7lScFszreHbQ9NqKzE-F2czRvM/s1600/scienza_tribunale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5osGvtSaiCfbFgSl1ObcxCXph7MwYI-7InohTKUxSKIFVtUig4WCPxncAKG4uZ4HRrc85UbsxFOut395yhUZEaTcyEFNteBrA-pviLGKj_kDfP8m-C7lScFszreHbQ9NqKzE-F2czRvM/s1600/scienza_tribunale.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In Italia la leggenda dei vaccini che causano l’autismo sta vivendo un boom, soprattutto
in certi ambienti antiscientifici. <br />
<br />
Sempre più personaggi (soprattutto avvocati e medici) fiutando il business, lucrano
su questa ed altre patologie che si manifestano, o vengono notate, per la prima
volta dopo una vaccinazione. Pertanto per il solo fatto che tra vaccinazione e
patologia esiste una correlazione temporale, questi eventi vengono definiti
(erroneamente) “danni da vaccino”.</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
I genitori vengono aizzati in modo sistematico contro i medici che, seguendo le
linee guida internazionali, raccomandano le vaccinazioni e qualora venga
diagnosticata qualche patologia dopo la somministrazione di un vaccino, viene consigliato
loro di rivolgersi a cosiddetti “avvocati esperti in danni da vaccino” che
lavorano – mano nella mano – con medici che non nascondono la propria opinione
critica verso i vaccini. Non di rado sono proprio questi avvocati che, per
esempio su social network come Facebook, vanno a caccia di nuovi clienti a cui
offrire i propri servizi.<br />
<br />
Negli ultimi anni in Italia sono state intentate diverse cause da parte di genitori
di bambini autistici al fine di ottenere l’ indennizzo per un presunto danno da
vaccino. Ad alcuni di questi genitori i giudici hanno dato ragione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ad esempio,
lo scorso novembre è stata resa pubblica la sentenza del 23 settembre 2014 del
tribunale di Milano, in cui il Ministero della Salute è stato condannato al
pagamento dell’indennizzo a favore di un bambino autistico. Il Ministero della
Salute ha fatto ricorso.In questo
caso, secondo il giudice, ad aver causato i sintomi dell’autismo è stato l’esavalente
(Infanrix Hexa), che in Italia è
raccomandato nel terzo, quinto e undicesimo mese. Nella
sentenza vengono citati alcuni stralci della perizia che mettono in evidenza le
fondamenta antiscientifiche su cui si basa la decisione del giudice.</div>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
I punti principali del perito sono:<br />
<br />
1) Che i rischi del vaccino sono sottostimati (cit)“<i>per l’esistenza, come
recentemente confermata dall’autorità sanitaria australiana, di lotti del
vaccino contenenti un disinfettante a base di mercurio (ndr = il timerosal),
oggi ufficialmente bandito per via della
comprovata neurotossicità, in concentrazioni tali da eccedere largamente i
livelli massimi raccomandati per lattanti del peso di pochi chilogrammi</i>.”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In realtà, ad
oggi l’Infanrix Hexa non contiene timerosal (nemmeno in tracce). Anche nel
2006, l’anno in cui il bambino è stato vaccinato, il timerosal non era
contenuto come conservante, ma in quel periodo erano ancora presenti delle minuscole
tracce di 10 ppb (ppb = parti per miliardo) come residuo del processo
produttivo. Questi valori sono molto lontani dai valori massimi consentiti e
non hanno alcun significato per la salute.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre,
anche nella quantità usata come conservante, il timerosal non causava problemi significativi
alla salute e non è nemmeno responsabile per l’autismo: questa presunta
correlazione è stata smentita anni fa da numerosi studi. Nonostante la
rimozione del timerosal dai vaccini, avvenuta nel 1999/2000, il numero di
diagnosi di autismo ha continuato a crescere con lo stesso ritmo degli anni
precedenti.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Riguardo l’informazione
che le autorità sanitarie australiane avrebbero confermato di recente che il tiomersal
è contenuto in concentrazioni che superano di gran lunga il limite massimo
consentito, non si trova traccia sul loro sito web ufficiale. Dalla sentenza
non si evince a che cosa si riferisce il perito (perché ci sono solo alcune
brevi citazioni della perizia) ma si può senz’altro supporre che si tratti di
uno studio australiano del 2010 che viene spesso citato dai movimenti
antivaccinali:<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US">J Toxicol Environ Health A. 2010;73(10):637-40.<br /><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20391108"><b>Mercury in vaccines from the Australian childhood immunization programschedule.</b></a><br />
</span>Austin DW et al.<br />
Faculty of Life and Social Sciences, Swinburne University of Technology,
Melbourne, Australia<br />
<br />
In tale studio sono stati esaminati lotti di vaccini prodotti prima che il tiomersal
fosse rimosso dal processo produttivo. In Australia l’Infanrix Hexa è libero
dal tiomersal dall’agosto 2009. Prima di tale anno il tiomersal era contenuto in
minuscole tracce ed è proprio ciò che ha confermato questo studio: 10 ppb.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
2) Il secondo
punto del perito riguarda un documento “segreto” del produttore del vaccino: in
tale documento si “ammetterebbe” che l’Infanrix Hexa possa causare l’autismo.
In realtà non è un documento segreto ma un report che i produttori di vaccini hanno
l’obbligo di inviare regolarmente alle autorità sanitarie: in questo documento
sono elencati tutti gli eventi avversi che i medici hanno segnalato al
produttore a partire dall’ottobre 2000, anno in cui l’Infanrix Hexa è stato
immesso sul mercato. Contiene inoltre anche gli eventi avversi che sono stati
osservati negli studi eseguiti dopo la commercializzazione. <br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Secondo
questo documento, in 10 anni (dall’ottobre 2000 al novembre 2010), globalmente sono
stati segnalati al produttore del vaccino Infanrix Hexa (la Glaxo Smith-Kline),
6 casi di autismo (cinque gravi e uno è stato considerato un caso lieve di
sindrome autistica ) su quasi 73 milioni di dosi consegnate. Ovviamente questo
numero di segnalazioni estremamente piccolo non rappresenta per gli esperti un
segnale di allarme, anche in considerazione dei tanti studi che non hanno mai
trovato alcuna correlazione causale tra vaccini e autismo. <br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il Ministero
della Salute italiano e gli esperti delle autorità sanitarie hanno comunicato
la propria posizione su questa sentenza antiscientifica. Il ministro Beatrice
Lorenzin l’ha definita un<b> <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2014/11/26/news/lorenzin_quella_sentenza_sul_vaccino_un_attentato_alla_salute_pubblica-101444519/">“attentato alla salute pubblica”</a></b>.<br />
<br />
Le più importanti società scientifiche italiane hanno pubblicato un <a href="http://www.acp.it/2014/11/cs-congiunto-autismo-causato-dai-vaccini-dalla-comunita-scientifica-arriva-un-secco-no-8289.html"><b>comunicato stampa congiunto</b></a> in cui criticano con
decisione la sentenza.<br />
<br />
La critica si
rivolge soprattutto a certi periti che redigono perizie antiscientifiche.</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
Cit: “si riservano di richiedere agli Ordini dei Medici di pertinenza di valutare
sotto il profilo disciplinare il comportamento di consulenti tecnici
d’ufficio che non basino le proprie consulenze sull’evidenza scientifica,
inducendo i giudici a emanare sentenze contrarie alla verità dei fatti.”<br />
<br />
Di recente, il 20 gennaio 2015, c’è stata <a href="http://www.vaccinarsi.org/inprimopiano/2015/01/30/sentenza-nega-collegamento-autismo-vaccini.html"><b>un’altra Sentenza</b></a>, in cui però il
giudice della Corte di Santa Maria Capua Vetere ha rigettato la richiesta di
indennizzo per danno da vaccino.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US"><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
In questo
caso i genitori attribuivano l’insorgenza di autismo del loro bambino a una
serie di vaccini, cioè quelli contro la polio, il DTP (difterite, tetano e
pertosse), Haemophilus influenza B, Hepatitis B e MPR (morbillo, parotite e
rosolia).<br />
<br />
Nella sentenza, il giudice fa riferimento alla perizia del medico legale, con
queste parole: “La relazione risulta condotta in maniera puntuale e rigorosa,
tenendo conto della letteratura in materia e della casistica esistente e
gli esiti appaiono ampiamente argomentati e suffragati dalla documentazione in
atti”<br />
<br />
Come già detto, in Italia abbiamo avuto anche altre sentenze che avevano come
oggetto l’autismo come presunto danno da vaccino. Per esempio, nell’aprile 2013
in <a href="http://www.vaccinarsi.org/inprimopiano/2014/06/24/tribunale-di-genova-il-vaccino-mpr-non-provoca-autismo.html"><b>una sentenza del Tribunale di Genova</b></a>, la richiesta di indennizzo è stata
rigettata, mentre nel marzo 2012 il <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2012/04/vaccino-mpr-morbillo-parotite-e-rosolia.html"><b>Tribunale di Rimini </b></a>aveva dato ragione ai
genitori di un altro bambino. Anche in questo caso il Ministero della Salute ha
fatto ricorso. (edit: Nel frattempo è stato reso noto che il Ministero della Salute ha vinto in appello (<a href="http://13%20febbraio%202015%20della%20corte%20d%27appello%20di%20bologna/"><b>vedi sentenza del <o:p></o:p>13 febbraio 2015 della Corte d'Appello di Bologna</b></a>).</div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<br />
Ho approfondito le ultime due sentenze per cercare di far comprendere che il
verdetto di un giudice non potrà mai sostituire le evidenze scientifiche. La
probabilità che in una sentenza l’autismo venga riconosciuto come danno da
vaccino è 50/50 e dipende in gran parte dalle conoscenze in ambito vaccinale
del perito. In Italia basta avere la laurea in medicina per farsi iscrivere negli
elenchi dei periti. Purtroppo, nelle cause che riguardano le vaccinazioni, non
esistono liste specifiche da cui il giudice possa nominare periti esperti riconosciuti
nel campo vaccinale. Così, a volte, vengono nominati come periti, medici che
sanno poco del tema vaccinazioni. Di conseguenza vengono emanate alcune
sentenze che riconoscono danni da vaccino ma che in realtà – secondo le
conoscenze scientifiche - non sono attribuibili ai vaccini.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Pertanto, le
persone che basano le proprie conoscenze su evidenze scientifiche non potranno
in alcun modo usare le sentenze come “prove” né in un senso né nell’altro. Ci
si può avvicinare alla verità solamente passo dopo passo, con studi scientifici
di alta qualità, condotti con grande cura, dedizione, professionalità e che
vengono pubblicati su riviste mediche riconosciute.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Inoltre poiché
ogni singolo studio ha dei punti deboli, dev’essere valutato l’insieme di tutti
gli studi eseguiti su una determinata questione. Infine la correttezza dei
risultati può essere confermata solo eseguendo diversi studi: solo così si può
testare la loro consistenza. <o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br />
Grazie a questo processo scientifico è stato constatato, studio dopo studio
(alcune dozzine) che le vaccinazioni non influenzano il rischio di una diagnosi
di autismo. L’unica eccezione è il vaccino contro la rosolia che protegge da un
tipo di sindrome autistica che si manifesta spesso nei bambini con rosolia
congenita.<br />
<br />
Infine, vorrei citare un noto esperto in vaccini, <a href="http://www.abc.net.au/7.30/content/2014/s4157936.htm"><b>Dr. Paul Offit</b></a>: “ Nei tribunali
non si trovano le verità scientifiche ma servono per risolvere le controversie
legali. Se si vuole sapere se i vaccini causano l’autismo non si devono
guardare i tribunali ma gli studi scientifici.”<br />
<br />
<o:p></o:p></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-89130718480352231422014-12-24T14:04:00.000+01:002014-12-24T14:05:23.434+01:00Perché si vaccina ancora contro la difterite anche se da noi tale malattia non esiste più?Ormai questa domanda non se la pongono più i genitori del bambino londinese che è morto per diftertite in età scolare nel 2008, tre giorni dopo il ricovero. <b>Non era stato vaccinato</b>. E' bastato che un membro della sua famiglia tornasse da un viaggio in Africa per portare con sè - senza saperlo - il batterio che ha poi ucciso il bambino. Almeno è questa l'ipotesi più plausibile, visto che il bambino non aveva fatto viaggi all'estero. Prima di questo caso, l'ultimo <b>decesso</b> causato dal batterio C. diphtheriae in Inghilterra riguardava un altro bambino, di 14 anni, <b>non vaccinato</b>, che era stato infettato durante un viaggio in Pakistan, nel 1994. (1) (2)<br />
<br />
Negli Stati Uniti d'America dal 1980 al 1995, sono stati notificati 41 casi di difterite respiratoria di cui 4 (il 10%) erano fatali e riguardavano solo <b>bambini non vaccinati</b>. (3)<br />
<br />
A Brisbane (Australia) nel 2011 una ventiduenne è morta per difterite. <b>Non era vaccinata. </b>È stata infettata dal suo ragazzo che è tornato dall'estero portando il batterio senza avere sintomi, perché era vaccinato. (4) (5)<br />
<br />
In Italia l'ultimo caso di difterite notificato riguardava <b>una bambina non vaccinata</b>. E' morta per difterite nel 1991. (6)<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Quindi questi pochi esempi dimostrano chi è più a rischio di morire per difterite: chi non è protetto dalla vaccinazione. Per fortuna i casi sono pochi grazie all'alta copertura vaccinale ma aumenterebbero sicuramente se si smettesse di vaccinare (come vorrebbero i movimenti antivaccinali) perché il batterio responsabile di questa malattia è ancora ampiamente diffuso nel mondo come si vede da questa mappa:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8dXc39bbAPJtFsxg2s1QQ-MFfv_Nz1WwZEaTlSfSCvlt330yN6WDzj-8hvi6LghGzetf1mxkBhoxkB_dqw_9nWD6tmdu6p-RUg2215th7MDaK42lCzdOYLfMCV4dtLH0ThE1_LrVXKnc/s1600/EndemicDiphtheria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8dXc39bbAPJtFsxg2s1QQ-MFfv_Nz1WwZEaTlSfSCvlt330yN6WDzj-8hvi6LghGzetf1mxkBhoxkB_dqw_9nWD6tmdu6p-RUg2215th7MDaK42lCzdOYLfMCV4dtLH0ThE1_LrVXKnc/s1600/EndemicDiphtheria.jpg" height="245" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<b>Il batterio</b><br />
La difterite è una grave malattia respiratoria molto contagiosa causata dai ceppi tossigeni del Corynebacterium diphtheriae. Il C.diphtheriae diventa tossigeno (cioè in grado di produrre una tossina) solo quando a sua volta è stato infettato da un virus batteriofago, portatore del gene tox. Questo gene viene inserito nel genoma del batterio che, appena si trova in un ambiente favorevole (o sfavorevole, dipende dai punti di vista) lo attiva e produce grandi quantità di una tossina molto potente. I batteri stessi rimangono nella sede di infezione (di solito nelle alte vie respiratorie) dove la tossina oltre a provocare necrosi dei tessuti circostanti viene assorbita e diffusa attraverso il sangue.<br />
<br />
Tra i quattro biotipi C. diphtheriae gravis, C. diphtheriae intermedius, C. diphtheriae belfanti e C. diphtheriae mitis, il C. diphtheriae gravis causa un quadro clinico più pericoloso. Gli altri tre tipi causano di solito forme meno severe. Questo dipende dal fatto che il biotipo gravis produce una più alta quantità di tossine rispetto agli altri biotipi.<br />
<br />
<b>La tossina</b><br />
La tossina, una volta entrata nelle cellule, inibisce (attraverso una reazione enzimatica) la sintesi proteica, provocando la morte cellulare. Le lesioni riguardano il cuore (collasso cardiocircolatorio, miocardite, necrosi miocardica), il sistema nervoso (paralisi post-difterica), i reni (nefrite), le ghiandole surrenali, il fegato, etc.<br />
<br />
Dal momento in cui la tossina entra in circolazione impiega circa 10 ore prima di causare danni irreversibili. Quindi una veloce diagnosi è vitale per un tempestivo trattamento il cui cardine è la sieroterapia: le antitossine bloccano le tossine in circolazione (una volta entrate nelle cellule, le tossine non possono più essere neutralizzate). Purtroppo, come per tutte le malattie rare, una diagnosi veloce non è facile. Se un bambino ha un mal di gola, naturalmente a nessun pediatra viene in mente come prima possibile causa la difterite. Inoltre, l'antitossina non è prontamente disponibile nei reparti ospedalieri ma viene richiesta, sprecando altre ore preziose.<br />
<br />
Per esempio quando nel novembre del 2008 in Francia è stato diagnosticato un caso di difterite sono passati 4 giorni prima di poter iniziare le cure con l'antitossina che in Francia non si produce più dal 2002. I medici hanno dovuto ordinarla in Brasile, dopo averla cercata senza successo in Europa. (7)<br />
<br />
Anche con il trattamento medico più avanzato la mortalità dei casi gravi di difterite oscilla ancora oggi tra il 5 e il 10%. Quando ancora non c'erano trattamenti medici efficaci il 50% di questi pazienti moriva.<br />
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<b>Le manifestazioni cliniche della difterite</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>La difterite respiratoria</b><br />
<b></b><br />
Se i batteri si insediano nella laringe causano danni locali formando sulle mucose delle prime vie aeree una sorta di spessa membrana (chiamata pseudomembrana) tenacemente adesa alle mucose sottostanti tanto da sanguinare se si cerca di rimuoverla. Questa pseudomembrana è molto pericolosa perché può ostruire le vie respiratorie soffocando il paziente e portandolo a morte. Questa forma è spesso secondaria alla forma faringea. I pazienti possono essere salvati mediante intubazione orotracheale o mediante tracheotomia, metodiche invasive necessarie per permettere la respirazione.</div>
<br />
<br />
<b>La difterite nasale</b><br />
Il batterio può anche colonizzare il naso. Questa forma di solito non è pericolosa. Inizialmente si presenta come un comune raffreddore, poi si forma una membrana tra le narici e il muco può diventare sanguinolento. Sembra che la tossina non venga assorbita in modo molto efficiente dalle mucose nasali. Questi pazienti possono diffondere il batterio e diventare così una fonte di infezione per gli altri.<br />
<br />
<b>La difterite cutanea</b><br />
Il batterio può anche infettare la pelle, tipicamente su lesioni preesistenti, anche piccole, come quelle causate dalla punture di insetti, dando luogo a ulcere che guariscono lentamente. La difterite cutanea è rara nei paesi a clima temperato ma abbastanza comune in alcune regioni tropicali. La difterite cutanea non è generalmente pericolosa e se fosse esistita solo questa forma, a nessuno sarebbe venuto in mente di sviluppare un vaccino. Però la difterite cutanea può diventare un serbatoio silenzioso per il batterio ed è stato dimostrato che la trasmissione tra le persone è più efficiente rispetto a quella respiratoria. Basta pensare che <b>il C. diphtheriae può sopravvivere fino a tre mesi nella polvere dei pavimenti.</b> (8)<br />
La difterite cutanea è endemica nei seguenti paesi: Brasile, Mediterraneo orientale, Haiti, India, Indonesia, Nigeria, Filippine etc.). (8) Il rischio di importazione di un ceppo tossigeno del C.diphtheriae cresce con l'aumento dei viaggi internazionali.<br />
<br />
<b>Il contagio</b><br />
<br />
Il contagio avviene tramite contatto diretto con secrezioni naso-faringee o per via aerea attraverso le goccioline infette provenienti da soggetti ammalati o da portatori sani, con i colpi di tosse e gli starnuti. I batteri possono essere trasmessi per contatto anche da persone affette da difterite cutanea.<br />
<br />
Storicamente la difterite era una malattia delle famiglie, delle scuole e degli istituti/dormitori dove bambini o altri soggetti suscettibili erano a stretto contatto. Era infatti lo stretto contatto il fattore principale di rischio di contagio, non la mancanza di igiene!<br />
<br />
Nell'era prevaccinale i portatori asintomatici erano la fonte principale di contagio perché durante le epidemie il loro numero era molto alto ed era praticamente impossibile individuarli tutti.<br />
<br />
<b>Informazioni omesse dagli antivaccinisti</b><br />
<br />
Nei libri di antivaccinisti non si trova traccia né dell'informazione che la trasmissione avviene anche per via aerea né che il fattore di rischio di contagio è la stretta convivenza con tanti suscettibili, soprattutto nelle scuole. Durante le epidemie solo smettendo di respirare si poteva evitare il contagio...<br />
<br />
Quando gli antivaccinisti sottolineano che il motivo principale per cui nei paesi industrializzati la difterite è scomparsa è il miglioramento dell'igiene, e si va a controllare la letteratura scientifica da loro citata a sostegno di questa tesi, si scopre che si tratta di solito di piccoli focolai in cui la difterite cutanea ha avuto un ruolo molto importante. Ma non è corretto estrapolare le caratteristiche della difterite cutanea e applicarle - senza nemmeno avvertire il lettore - alla difterite respiratoria.<br />
<br />
<b>La forma pericolosa è la difterite respiratoria e il vaccino è diretto contro la tossina che è il responsabile dei gravi sintomi di questa malattia. </b><br />
<br />
Soffermiamoci ancora un po' alla difterite cutanea perché questa forma di infezione rappresenta un rischio reale e spesso sottovalutato di importazione e diffusione del batterio, anche in Europa.<br />
<br />
Nel libro <b><a href="https://www.elsevier.com/books/vaccines/plotkin/978-1-4557-0090-5">Vaccines ed. 2013</a> </b>- Plotkin, Ohrenstein, Offit si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"La difterite cutanea è un'infezione cutanea indolente che si verifica spesso nei siti di ustioni o altre ferite e può agire come una fonte di infezione delle vie respiratorie in altri. È più comune nei climi più caldi e in ambienti di povertà, sovraffollamento e scarsa igiene. L'assorbimento della tossina attraverso queste lesioni della pelle è sufficiente per produrre l'immunità nel paziente ma la difterite cutanea causa solo raramente complicazioni sistemiche. Nei climi più caldi, l'alta incidenza di difterite cutanea sembra aver giocato un ruolo importante nella protezione immunitaria nella popolazione in assenza di elevati tassi di difterite respiratoria."</i></blockquote>
Per esempio, nel mese di giugno di quest'anno su Eurosurveillance è apparso un articolo su un caso di difterite cutanea in un ventenne norvegese (regolarmente vaccinato da bambino secondo il calendario vaccinale e con l'ultimo richiamo fatto nel 2005). Aveva importato la malattia da un soggiorno in Mozambico (uno dei paesi dove la difterite è endemica, vedi la mappa in alto). (8) Ricordiamo che il vaccino è diretto contro la tossina prodotta dal batterio quindi non può prevenire la colonizzazione locale, come quella che avviene con la difterite cutanea.<br />
<br />
Ho chiesto al Prof. Pier Luigi Lopalco MD (Capo sezione valutazione scientifica del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e professore di igiene all'Università di Bari) di spiegare brevemente l'argomento ai lettori del mio blog:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"La difterite cutanea è causata da ceppi (tossinogeni e non) di C. diphtheriae che infettano una zona di cute (generalmente) danneggiata (ferita o precedenti dermatiti). Questa infezione non è prevenuta dalla vaccinazione. Se il ceppo che ha infettato la cute dovesse produrre tossina, allora la tossina, in un soggetto vaccinato, sarebbe bloccata e non produrrebbe alcun danno sistemico. Infatti nei soggetti vaccinati i casi di difterite cutanea non danno quasi mai segni sistemici. Al contrario, la colonizzazione cutanea da parte di C. tossinogeni può rappresentare una fonte di infezione per gli altri. Quindi ancora di più il caso riportato in Eurosurveillance ci fa ricordare quanto sia importante essere vaccinati contro la difterite: infatti se in Norvegia non fossero esistiti livelli vaccinali così alti, probabilmente ci sarebbero potuti essere anche casi di difterite respiratoria nei contatti del caso cutaneo.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Spero di essere stato chiaro, perché capisco che l’argomento non è semplice. In breve: la vaccinazione antidifterite serve a proteggere l’individuo dalle forme respiratorie e dai danni provocati dalla tossina. In un soggetto vaccinato l’infezione cutanea non è prevenuta (quello non è un obiettivo della vaccinazione), ma sono comunque prevenuti i danni legati all'effetto della tossina che eventualmente viene assorbita attraverso il sangue. Inoltre, poiché i casi cutanei di difterite da importazione non possiamo prevenirli (a meno di impedire alla gente di viaggiare o lavorare in paesi endemici) è importante mantenere livelli di vaccinazione nella popolazione alti per evitare il diffondersi della circolazione dei ceppi importati." </i></blockquote>
<div style="margin: 0in;">
Ecco, questa importantissima informazione manca purtroppo negli articoli e libri degli antivaccinisti. Fanno invece confondere il lettore, riferendosi alle caratteristiche della difterite cutanea che nei paesi industrializzati si limita a essere diffusa tra persone che vivono a stretto contatto e che hanno un bassissimo livello di igiene. Non spiegano però che da lì potrebbe diffondersi la ben più pericolosa difterite respiratoria, se il batterio dovesse trovare le condizioni adatte, cioè una popolazione con bassa copertura vaccinale. Anzi, usano il fatto che il vaccino è diretto solo contro la tossina e non contro il batterio stesso come ulteriore "prova" che è solo grazie all'igiene che il batterio non si diffonde.<br />
<br />
<div class="_38 direction_ltr">
<span class="null">In realtà, invece,
grazie alla vaccinazione i batteri che dovessero colonizzare le prime
vie respiratorie di un vaccinato, non provocherebbero danni locali (la
pseudomembrana descritta sopra). Pertanto nei vaccinati i batteri hanno
meno probabilità di essere sparsi in giro: infatti sono proprio i danni
locali ad innescare una reazione (per esempio la tosse o gli starnuti)
che favorisce la diffusione dei batteri. In un non vaccinato i
batteri che raggiungono le prime vie respiratorie potrebbero provocare
danni locali alla faringe e/o laringe e quindi attraverso tosse e
starnuti potrebbero diffondersi nell'ambiente e infettare altri
suscettibili.<br />
<br />
Nell'era prevaccinale le epidemie spesso partivano
dalle scuole, perché era lì che si trovavano tanti suscettibili a
stretto contatto fra loro per molto ore.<br />
<br />
La vaccinazione ha
interrotto questo circolo vizioso perché quando i batteri tossigeni
(cioè quelli in grado di provocare importanti danni locali) infettano un
vaccinato, non hanno alcun vantaggio rispetto ai batteri non tossigeni,
anzi hanno uno svantaggio perché la produzione della tossina richiede
molta energia da parte del batterio e dato che le tossine vengono
immediatamente neutralizzate dagli anticorpi prima di riuscire a
provocare danni locali, questo dispendio di energia è svantaggioso per
la sopravvivenza di questi ceppi pericolosi che quindi spariscono in
quelle popolazioni in cui la copertura vaccinale è alta. Per esempio
questo grafico si riferisce all'Inghilterra e al Galles: si vede come la
vaccinazione ha ridotto drasticamente i casi di difterite in pochissimo
tempo.</span></div>
<br /></div>
<div style="font-family: "Century Gothic"; font-size: 11.0pt; margin: 0in;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6MlaZnqCzmHrsIW9JTlJB9Qgt5nIfmzL9qeAklI5rTmj1TcATecXP5vmhzL0aM66gP2HqzrRwe7G-qVS15TC1CYyT2GS6hU2SoiFONrrZnAZCTCBVrqlOeBZwXzyCktOCUywoeasMoxU/s1600/Difterite_Inghilterra_e_Galles.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6MlaZnqCzmHrsIW9JTlJB9Qgt5nIfmzL9qeAklI5rTmj1TcATecXP5vmhzL0aM66gP2HqzrRwe7G-qVS15TC1CYyT2GS6hU2SoiFONrrZnAZCTCBVrqlOeBZwXzyCktOCUywoeasMoxU/s1600/Difterite_Inghilterra_e_Galles.jpg" height="205" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Nei paesi dell'Ex Unione Sovietica invece è successo l'esatto contrario negli anni 90, come si può vedere per esempio da questo grafico che riguarda l'Ucraina:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxvuqdDwucvN6zdZkuXAIEXC9az7vE5kWHSnBUD09C51xE7SyC2Bm3pgvb3W6Sw9JjAiqo9W_mH5LMV8_aNS09wJVU4Owe5-Ledffj1FZ-ZjBKjdIQhpAnZx1zt1jWmSX89fBzeQUy7BY/s1600/Diphtheria_Ucraine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxvuqdDwucvN6zdZkuXAIEXC9az7vE5kWHSnBUD09C51xE7SyC2Bm3pgvb3W6Sw9JjAiqo9W_mH5LMV8_aNS09wJVU4Owe5-Ledffj1FZ-ZjBKjdIQhpAnZx1zt1jWmSX89fBzeQUy7BY/s1600/Diphtheria_Ucraine.jpg" height="260" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
Questa epidemia ha causato tra il 1990 e il 1999 più di 150.000 casi di difterite e 5.000 morti.<br />
<br />
Si stima che le misure, cominciate nel 1993, per controllare l'epidemia abbiano contribuito a prevenire più di 500.000 casi e ulteriori 15.000 morti.<br />
<br />
Le cause che hanno portato a questa epidemia sono molteplici. Ancora negli anni 70 la copertura vaccinale con DTP era circa il 90%, nell'Unione Sovietica. A partire dal 1980 ci sono stati vari cambiamenti nel protocollo vaccinale. Per esempio i bambini potevano essere vaccinati con un vaccino a basso dosaggio. Questa formula ha circa un terzo della quantità di tossoide (cioè la tossina resa innocua) rispetto a quello nei vaccini standard. Inoltre, invece delle 4 dosi la raccomandazione è stata cambiata in 3 dosi. Questi cambiamenti erano in parte dovuti ad una esagerata preoccupazione riguardo alle reazioni avverse, amplificata dai movimenti antivaccinali. Inoltre diversi medici hanno cominciato a essere preoccupati per le reazioni avverse del DTP e per molti dei loro pazienti hanno consigliato di non vaccinare, anche perchè la lista delle controindicazioni è stata allungata: infatti sono state inserite molte false controindicazioni. C'è una situazione simile anche se in misura minore (per fortuna) in Italia e in altri paesi. In assenza delle malattie dalle quali il vaccino protegge, alcuni genitori e anche qualche medico pensano che ormai non siano più una minaccia e rivolgono l'attenzione alle reazioni avverse delle vaccinazioni, mettendo tutto in un gran calderone e aggiungendo tante cose che non c'entrano nulla. I movimenti antivaccinali danno il proprio contributo per abbassare la protezione immunologica nella popolazione.<br />
<br />
Nell'Ex Unione Sovietica al numero crescente di bambini non vaccinati o parzialmente vaccinati, si aggiungeva la popolazione degli adulti di cui una parte era nata in un periodo in cui la vaccinazione non era ancora diffusa in modo universale nell'Unione Sovietica (quelli nati negli anni 40 e 50) e quelli vaccinati in cui la protezione stava diminuendo perchè non ricevevano i richiami. Anche le difficoltà economiche dopo il dissolvimento dell'Unione Sovietica hanno contribuito all'aggravarsi della situazione dal punto di vista della prevenzione e delle cure mediche e delle misure di contenimento delle epidemie.<br />
<br />
In questo modo con il tempo si è preparato il terreno adatto per far scoppiare la grande epidemia degli anni novanta. Bastava che il C. diphtheriae tossigeno venisse introdotto, probabilmente in parte anche dalle truppe che sono stata richiamate dall'Afganistan (dove la difterite è endemica). Molti di loro, senza saperlo, avranno importato il batterio, anche come portatori asintomatici e/o in forma di difterite cutanea. Fino al 1990 i militari russi non venivano vaccinati di routine contro la difterite.(10)<br />
<br />
In uno studio caso-controllo che si è svolto in Ucraina negli anni 1990 è risultato che 3 dosi di vaccino offrivano una protezione del 98,2%. Chi era stato vaccinato con 4 dosi aveva una protezione del 99,7% e con 5 e più dosi del 99,9%. (11)<br />
<br />
Ecco perché è così importante non abbassare mai la guardia e mantenere sempre alta la copertura vaccinale, in primo luogo dei bambini e poi è anche molto importante che gli adulti fanno ogni 10 anni un richiamo, insieme all'antitetanica e antipertossica.<br />
<div>
<br /></div>
Bibliografia:<br />
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<br /></div>
<div>
La maggior parte delle informazioni del mio articolo provengono da questo libro:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<div>
<a href="http://www.amazon.it/Diphtheria-Patrick-Ph-D-Guilfoile/dp/1604132280/ref=sr_1_1?s=english-books&ie=UTF8&qid=1419006234&sr=1-1"><b>Diphtheria</b></a> (Deadly Diseases and Epidemics)<br />
di Patrick Guilfoile<br />
Chelsea House Pub - ed. 2009</div>
<div>
</div>
<br />
1)<br />
<div>
<a href="http://www.wales.nhs.uk/sitesplus/888/news/9765"><b>Death in a child infected with toxigenic Corynebacterium diphtheriae in London</b></a><br />
Health Protection Report Vol 2 No.19 – 9 May 2008<br />
Health Protection Agency<br />
<div>
<br /></div>
<div>
2) </div>
<div>
<a href="https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/147952/Green-Book-Chapter-15.pdf"><b>Green Book - Chapter 15 - Diphtheria</b></a></div>
<div>
Public Health England</div>
<div>
<br /></div>
<div>
3) <b><a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00047859.htm">Toxigenic Corynebacterium diphtheriae -- Northern Plains Indian Community, August-October 1996</a></b><br />
Morbidity and Mortality Weekly Report<br />
Centers for Disease Control and Prevention<br />
June 06, 1997 / 46(22);506-510<br />
<br />
4)<br />
<a href="http://www.health.gov.au/internet/immunise/publishing.nsf/Content/handbook10-4-2"><b>The Australian Immunization Handbook</b></a><br />
<b><a href="http://www.health.gov.au/internet/immunise/publishing.nsf/Content/handbook10-4-2">4.2. Diphtheria</a></b><br />
<br />
5)<br />
<a href="http://www.couriermail.com.au/news/fatal-return-of-diphtheria/story-e6freomx-1226048663339"><b>Travel brings fatal return of diphtheria</b></a><br />
Couriermail del 3 maggio 2011<br />
<br />
6)<br />
Ministero della Salute<br />
<a href="http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=840&area=Malattie%20infettive&menu=malattie"><b>Difterite</b></a><br />
<br />
7)<br />
<b><a href="http://www.eurosurveillance.org/images/dynamic/EE/V19N24/art20830.pdf">Access to diphtheria antitoxin for therapy and diagnostics</a></b><br />
Both L et al.<br />
Eurosurveillance 2014 Jun 19;19(24). <br />
<br />
8)<br />
<b><a href="http://www.eurosurveillance.org/images/dynamic/EE/V19N24/art20835.pdf">Imported toxigenic cutaneous diphtheria in a young male returning from Mozambique to Norway, March 2014 </a></b><br />
Eurosurveillance - 19 giugno 2014<br />
<br />
9)<br />
<b><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3322786/">Imported Cutaneous Diphtheria, United Kingdom</a></b><br />
Emerging Infectious Diseases 2004;10(3):511-513<br />
<div>
De Benoist A-C, White JM, Efstratiou A, et al.</div>
<div>
<br /></div>
10)<br />
<b><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2640235/">Diphtheria in the former Soviet Union: reemergence of a pandemic disease</a>.</b><br />
Emerging Infectious Diseases 1998;4(4):539-550.<br />
Vitek CR, Wharton M</div>
<div>
<br /></div>
11)<br />
J Infect Dis. 2000 Feb;181 Suppl 1:S178-83.<br />
<a href="http://www.jid.oxfordjournals.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=10657210"><b>Ukraine, 1992: first assessment of diphtheria vaccine effectiveness during the recent resurgence of diphtheria in the Former Soviet Union.</b></a><br />
Chen RT at al.<br />
<br />
<div>
<br />
<div style="margin: 0in;">
<b><a href="http://www.health.alberta.ca/documents/Guidelines-Diphtheria-2011.pdf">Alberta Health and Wellness Public Health Notifiable Disease Management Guidelines January 2011 </a>- </b><a href="http://www.health.alberta.ca/documents/Guidelines-Diphtheria-2011.pdf"><b>Diphtheria</b></a></div>
<div style="margin: 0in;">
<br />
<br /></div>
<br />
<div>
<br />
<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-76870534001883818032014-06-09T22:23:00.001+02:002017-10-21T17:19:43.768+02:00I sali di alluminio come adiuvanti nei vaccini - 1° parteDa quando il "mercurio" (ovvero il thiomersal, un antisettico) è stato eliminato dai vaccini (in Italia da anni non c'è più alcun vaccino in commercio contenente questa sostanza) i movimenti antivaccinali hanno scelto i composti di alluminio come nuovo bersaglio per la loro campagna denigratoria, al fine di creare uno stato d'ansia nei genitori.<br />
<br />
Minuscole quantità di composti di alluminio (circa un millesimo di un grammo) vengono aggiunte ai vaccini che proteggono dalle seguenti malattie:<br />
<br />
il tetano<br />
la difterite<br />
la pertosse<br />
l'Haemophilus influenzae B (Hib)<br />
l'Epatite A e B,<br />
lo pneumococco<br />
il meningococco<br />
il papillomavirus umano<br />
il meningococco B<br />
<br />
Invece non si trova alluminio nei vaccini contro<br />
<br />
la polio<br />
l'influenza<br />
quelli a virus vivi (contro il morbillo, la rosolia, la parotite, la varicella, il rotavirus).<br />
<br />
I composti di alluminio rappresentano una componente vaccinale importantissima poiché<br />
<br />
<ul>
<li>aumentano l'efficacia del vaccino, stimolando il sistema immunitario e permettendo di ridurre la quantità di antigeni necessari per produrre il vaccino e il numero di dosi da somministrare</li>
<li>prolungano la protezione immunologica </li>
<li>riducono la frequenza e gravità di diverse reazioni sistemiche e locali legando e rilasciando solo lentamente molecole biologicamente attive presenti nei vaccini.</li>
</ul>
Per tale motivo vengono chiamati adiuvanti (dal latino adiuvare, tradotto in italiano: aiutare).<br />
<br />
Quindi i compostidi alluminio sono sostanze molto utili che ci aiutano a proteggere i nostri figli da malattie molto serie.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Purtroppo gli antivaccinisti non tengono minimamente conto di questi punti forti e vantaggiosi per noi, ma cercano con metodi criticabili di convincere i genitori che i composti di alluminio contenuti nei vaccini siano altamente tossici. In particolare tutto quello che prima attribuivano al mercurio (con tanto di "prove") ora all'improvviso viene attribuito all'alluminio (sempre con le "prove"). Non sembrano rendersi conto che queste nuove "prove" in pratica rendono nulle quelle che prima mostravano contro il thiomersal contenuto nei vaccini. Mentre le "prove" contro il mercurio rendono nulle quelle che oggi mettono sul tavolo contro l'alluminio. Se si dovessero togliere i composti di alluminio, le stesse malattie che fino ad ora erano - secondo loro - state causate prima dal mercurio, poi dall'alluminio, verrebbero attribuite a qualche altro ingrediente dei vaccini e/o agli antigeni. Insomma, per loro la colpa è sempre di qualche cosa contenuta nei vaccini, il nome del colpevole di turno è intercambiabile. Sanno bene che la gente che gli da' fiducia non si mette a riflettere o a verificare. Gli basta un pubblico ignorante in materia e la cosa è fatta.<br />
<br />
La prova sta nel fatto che vengono condannati anche i vaccini che non contengono l'alluminio (vedi l'elenco sopra).<br />
<br />
Da circa 70 anni si usano vaccini che contengono composti di alluminio e più di un miliardo di persone sono state immunizzate con tali vaccini, molto probabilmente anche chi legge. C'è una vastissima quantità di letteratura internazionale sulla sicurezza di questi vaccini quindi per conseguenza logica anche sulla sicurezza dei composti di alluminio che sono una loro parte integrante. Inoltre la tossicità dell'alluminio è stata definita già negli anni 60 con numerosi studi sugli animali.<br />
<br />
Per preparare questo articolo ho letto non solo molta letteratura scientifica ma anche i capitoli su questo tema nei vari libri di antivaccinisti della mia raccolta. Come sempre, prendo come esempio alcune delle loro argomentazioni per confrontarli con l'evidenza scientifica. Secondo me è molto utile rendersi conto dei metodi che usano per persuadere le persone dei presunti rischio dei vaccini e in questo caso dei composti di alluminio.<br />
<br />
La prima cosa che ho notato è che nessuno di questi autori ha trovato necessario spiegare che l'alluminio è il metallo più abbondante in natura (costituisce l'8% della crosta terrestre) e al terzo posto come elemento chimico. Da miliardi di anni tutti gli esseri viventi sono stati in costante contatto con l'alluminio che è ubiquitario (cioè si trova dappertutto), quindi si sono evoluti in un ambiente che comprende la presenza di questo metallo. Infatti lo ingeriamo in modo del tutto naturale ogni giorno con il cibo e con l'acqua e lo respiriamo costantemente. Un neonato nasce già con una certa dose di alluminio che ha ricevuto dalla madre. Anche il latte materno contiene minuscole quantità di alluminio, il latte artificiale di più e il latte di soia molto di più, ma comunque sempre parecchio distante dai livelli minimi di tossicità. La maggior parte dell'alluminio attraversa il tratto gastrointestinale e viene espulsa con le feci. Circa il 98-99% di quella minima percentuale che raggiunge il sangue viene eliminata velocemente con le urine. Solo una piccola parte si accumula nel corso della vita, senza provocare malattie.<br />
<br />
E' vero che l'alluminio è tossico come lo è qualsiasi altra sostanza di questo mondo, ma come queste, lo diventa solo in dosi altissime.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
RicordateVi sempre:</div>
<h3 style="text-align: center;">
E' la dose che rende una sostanza tossica </h3>
<div>
<br /></div>
<div>
Per rendere l'idea, la tossicità acuta dell'idrossido di alluminio (<span style="font-family: "courier new"; font-size: small;"><span lang="DE" style="font-size: 12.0pt;">Al(OH)<sub>3</sub></span></span>) che è l'adiuvante più usato nei vaccini, è simile a quella del cloruro di sodio (NaCl) che è il comune sale da cucina. La maggior parte dei vaccini contiene circa 4,5 mg / 0,5 ml (= 1 dose) di sale da cucina e di solito solo circa 0,5 mg / 0,5 ml di <strike>idrossido di alluminio </strike><span style="font-family: "courier new"; font-size: 16px;">Al</span><sup style="font-family: "courier new";">3+</sup>. Ma non si è ancora sentito parlare da parte degli antivaccinisti della tossicità del sale da cucina nei vaccini.</div>
<br />
La tossicità da alluminio riguarda quasi esclusivamente gruppi ristretti di persone con una funzionalità renale gravemente compromessa (per esempio chi è sotto dialisi) o ancora immatura (i bambini nati prematuri). Se questi soggetti ricevono per lunghi periodo massicce dosi di alluminio, questo si accumula a livelli preoccupanti, perché non riescono ad eliminarlo per niente o non efficacemente con le urine. In condizioni normali invece una persona sana non è a rischio perché espelle la maggior parte dell'alluminio con le urine e quindi l'accumulo risulta minimo.<br />
<br />
Per farla breve, gli antivaccinisti estrapolano i dati che riguardano persone con i reni compromessi che ricevono per molto tempo quotidianamente altissime dosi di alluminio (per esempio con la dialisi o con la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Nutrizione_parenterale"><b>nutrizione parenterale</b></a>) e li sfruttano per far credere che le minuscole quantità di composti di alluminio presente nei vaccini a cui i bambini vengono sottoposti solo ogni tanto siano altamente tossiche. Naturalmente questo non salta subito all'occhio quando si leggono le loro spiegazioni. Ma per chi le controlla con attenzione ricercandone le fonti riportate, se ne rende conto facilmente. Nella seconda parte di questo articolo esamineremo insieme i lavori su questo argomento riportati nei libri degli autori critici delle vaccinazioni.<br />
<br />
E' stato stimato, che quando un bambino nasce, il contenuto totale di alluminio del suo corpo è circa 384 microgrammi (1 microgrammo è la milionesima parte di un grammo), cioè 0,4 milligrammi. Poi, giorno per giorno, riceve piccole dosi di alluminio attraverso il latte.<br />
<br />
Nei primi sei mesi egli sarà stato esposto in totale (aggiustato per lo 0,78% di assorbimento orale)<br />
<br />
con il latte materno: 0,03 mg (perché 1 litro ne contiene in media 40 mcg (= 0,04 mg) di cui lo 0,78% ca. arriva nel sangue)<br />
con il latte artificiale: 0,15 mg (1 litro ne contiene in media 225 mcg (= 0,225 mg) di cui lo 0,78% ca. arriva nel sangue)<br />
<br />
Anche dopo lo svezzamento egli continua ad essere esposto all'alluminio, giorno dopo giorno, per tutta la vita: con il cibo, l'acqua e l'aria che respira, e questo vale per tutti gli essere viventi su questo pianeta da miliardi di anni. L'evoluzione ci ha adattati a questa esposizione continua all'alluminio. Possediamo numerose barriere e meccanismi di eliminazione che ci proteggono da un eventuale accumulo dannoso di alluminio.<br />
<br />
L'esposizione all'alluminio attraverso le vaccinazioni è comunque diversa da quella del cibo perché non ci sono le barriere che invece si trovano nel tratto gastro-intestinale che fanno passare e arrivare al sangue meno del 1% dell'alluminio ingerito. Quindi c'è da aspettarsi che l'intera quantità di alluminio arriverà dal muscolo al sangue, in realtà tale passaggio non avviene immediatamente ma richiede del tempo.<br />
<br />
La chiave sta nel fatto che l'alluminio, essendo chimicamente molto reattivo, in natura si trova di solito sempre in forma di qualche composto con altri elementi. Questi composti hanno per esempio diversi gradi di solubilità che è un importante fattore che influenza la biodisponibilità e quindi indirettamente anche la tossicità.<br />
<br />
Gli adiuvanti vaccinali più usati sono due composti di alluminio, l'idrossido di alluminio <span style="font-family: "courier new"; font-size: small;"><span lang="DE" style="font-size: 12.0pt;">Al(OH)<sub>3</sub></span></span> e il fosfato di alluminio <span style="font-family: "courier new"; font-size: 12pt;">AlPO</span><span style="font-family: "courier new";"><span style="font-size: x-small;">4 </span></span>Entrambi sono dei gel poco solubili. Su di essi vengono adsorbiti gli antigeni. Quando si iniettano nel muscolo, questi gel rimangono a lungo lì e rilasciano gli antigeni molto lentamente. E anche l'alluminio <span style="font-family: "courier new"; font-size: small;"><span lang="DE" style="font-size: 12.0pt;">Al<sup>3+</sup></span></span> che è legato all'idrossido o al fosfato viene solubilizzato solo molto lentamente, legandosi con gli ioni del citrato presenti nei liquidi interstiziali (= la soluzione acquosa presente fra le cellule) del muscolo. Nel momento in cui gli ioni dell'alluminio si legano a quelli del citrato, diventano solubili e vengono trasportati velocemente ai reni dove vengono eliminati con le urine. Dopo un'esposizione a bassi livelli di alluminio apparentemente c'è poca differenza fra bambini piccoli e adulti per quanto riguarda la clearance renale dell'alluminio stesso.<br />
<br />
La piccola quantità di alluminio che non viene eliminata con le urine può accumularsi in alcuni organi: si stima che durante l'intero arco della vita, si accumulano nell'organismo circa 35 mg di alluminio (5-60). Circa la metà dell'alluminio presente nell'organismo si trova nelle ossa, circa il 25% nei polmoni e solo l'1% nel cervello. Questo perché l'emivita (tempo richiesto per l'eliminazione del 50% di una sostanza) dell'alluminio è diversa nei vari organi: nelle ossa viene calcolata in anni, quindi l'alluminio viene eliminato talmente lentamente che si ha un accumulo netto. Nei tessuti molli invece è molto breve, meno di due giorni, quindi l'accumulo è estremamente basso.<br />
<br />
La maggior parte dei dati sui rischi dell'alluminio, riguarda la via principale di esposizione, cioè attraverso il cibo. Questi possibili rischi sono stati esaminati ripetutamente da gruppi di esperti internazionali come il Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives (JECFA), l'AFC-Panel (Panel on food additives, flavourings, processing aids and materials in contact with food") dell'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) etc.<br />
<br />
L'EFSA, per esempio, ha fissato come dose settimanale tollerabile 1 mg di alluminio per chilogrammo di peso corporeo (TWI). Questo valore rappresenta una stima della quantità media che può essere assunta settimanalmente per via orale per tutta la vita, senza importanti rischi per la salute. Comprende un ampio margine di sicurezza (del fattore 100), perciò anche se viene superato non ci si deve necessariamente aspettare un effetto tossico.<br />
<br />
Vorrei sottolineare ancora una volta che questo valore si riferisce a un'assunzione orale di alluminio <b>in forma solubile</b> attraverso il cibo e l'acqua <b>che si ripete ogni giorno per tutta la vita</b>.<br />
<br />
Con la vaccinazione invece l'alluminio,<b> in forma poco solubile,</b> viene introdotto nell'organismo attraverso un'iniezione nel muscolo. Inoltre questa esposizione <b>non si ripete ogni giorno per tutta la vita.</b><br />
<br />
Considerando le importanti differenze della quota e della velocità di assorbimento fra questi due modi di assunzione di alluminio, non si può uguagliare la quantità di esposizione con le rispettive quantità disponibili nella circolazione sistemica.<br />
<br />
A causa di queste fondamentali differenze il valore TWI non può essere direttamente usato per una valutazione del rischio dei composti di alluminio nei vaccini, ma è comunque utile come linea guida.<br />
<br />
Il Paul Ehrlich Institut (PEI), l'organismo governativo tedesco che si occupa della sicurezza e l'approvazione dei farmaci, ha redatto un documento sui medicinali per il trattamento della desensibilizzazione allergica i quali contengono come adiuvanti i composti di alluminio (e che quindi sono perfettamente paragonabili alle vaccinazioni sia come tipo di composti che come modalità di somministrazione.)<br />
<br />
Il PEI ha fatto il seguente calcolo teorico per vedere quanto incide l'alluminio usato come adiuvante sul totale che assumiamo da altre fonti:<br />
<br />
Con una terapia di desensibilizzazione allergica della durata di tre anni (con otto applicazioni all'anno ad intervalli di sei settimane) con un allergene che contiene 0,5 mg di alluminio per dose, la quantità cumulativa che viene assunta è 12 mg. Con un accumulo del 2% si aggiungerebbe 0,24 mg alla quantità che si accumula durante l'intera vita (che è, come abbiamo visto, in media 35 mg). Il PEI conclude che il contributo di una terapia di desensibilizzazione allergica con un farmaco contenente alluminio, paragonato a quello che si accumula da altre fonti è da considerarsi minima. Il PEI sottolinea inoltre che in nessun momento è disponibile l'intera quantità di alluminio nel sangue.<br />
<br />
Con le vaccinazioni si assume molto meno perché non sono previste per tre anni di seguito ogni anno otto appuntamenti vaccinali.<br />
<br />
Se si seguono le raccomandazioni del calendario vaccinale, un bambino italiano riceve nel primo anno di vita:<br />
<br />
3 dosi di esavalente che contiene 0,82 mg <span style="font-family: "courier new"; font-size: small;"><span lang="DE" style="font-size: 12.0pt;">Al<sup>3+</sup></span></span> a dose = 2,46 mg<br />
3 dosi di antipneumococco che contiene 0,125 mg di <span style="font-family: "courier new"; font-size: small;"><span lang="DE" style="font-size: 12.0pt;">Al<sup>3+</sup></span></span> a dose = 0,375 mg<br />
<br />
(da quando ho scritto questo articolo, nel calendario vaccinale è stato aggiunto anche il vaccino contro il meningococco B che contiene i composti di alluminio. Ho aggiornato i dati come segue, sbarrando quelli precedenti:<br />
<br />
4 dosi di anti-meningococco B che contiene 0,500 mg di <span style="font-family: "courier new"; font-size: x-small;"><span lang="DE" style="font-size: 12pt;">Al<sup>3+ </sup></span></span>a dose = 2 mg<br />
<br />
totale: <strike>2,835</strike> 4,835 mg, quindi meno di <strike>3</strike> 5 millesimi di un grammo<br />
<br />
Usando il calcolo che ha fatto il PEI, questo significa che assumendo un accumulo del 2% si aggiungerebbe <strike>0,06</strike> <strike>1 mg </strike>0,096 mg ai ca. 35 mg che si immagazzinano nell'organismo durante l'intera vita. Di questi <strike>0,06</strike> <strike>1 mg</strike> 0,096 mg nel cervello verrebbe depositato l'1% cioè <strike>0,0006</strike> 0,001 mg ovvero <strike>0,6</strike> 1 microgrammo (un milionesimo di grammo). Nell'intero scheletro si immagazzinerebbe il 50% cioè <strike>0,03</strike> 0,05 mg, <strike>3</strike> 5 centomillesimi parti di un grammo.<br />
<br />
E' veramente sorprendente come i movimenti antivaccinali riescano a creare il panico tra i genitori, con parole d'effetto scelte accuratamente, come "metalli pesanti", "cocktail di tossine", "altamente tossico", "barriera emato-encefalica immatura" etc. Quando in realtà si tratta, come abbiamo appena visto, di <strike> mezzo</strike> un milionesimo di grammo che si accumula nel cervello se un bambino nel primo anno di vita riceve tutte le vaccinazioni raccomandate dagli esperti. E in cambio questo bambino è protetto da 7 malattie pericolose che se contratte lo potrebbero anche uccidere. Ci sono quindi genitori che per evitare <strike>mezzo</strike> un milionesimo di grammo di alluminio che è una minima parte di quanto il bambino assume nel corso della vita naturalmente con il cibo, l'acqua e con l'aria lasciano i propri bambini senza protezione da queste malattie infettive pericolose! Questo accade perché nessuno di loro verifica le affermazioni degli antivaccinisti, ma preferisce fidarsi e lasciarsi comodamente trascinare dai loro slogan. <br />
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
Paul Ehrlich Institut - 21 gennaio 2014<br />
<a href="http://www.pei.de/DE/arzneimittelsicherheit-vigilanz/archiv-sicherheitsinformationen/2014/ablage2014/2014-01-21-sicherheitsbewertung-von-aluminium-in-therapieallergenen.html"><b>Sicherheitsbewertung von Aluminium in Therapieallergenen</b></a><br />
<div>
<br /></div>
<div>
US Food and Drug Administration (FDA) - 1 maggio 2012<br />
<a href="http://www.fda.gov/biologicsbloodvaccines/scienceresearch/ucm284520.htm"><b>Study Reports Aluminum in Vaccines Poses Extremely Low Risk to Infants</b></a><br />
<div>
<br /></div>
Vaccine 2002;20(Sppl. 3):513-7.<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12184359"><b>Aluminum toxicokinetics regarding infrant diet and vaccinations</b></a><br />
Keith. LS, Jones DE, Chou CH. <br />
<br />
<div>
Vaccine 29 (2011) 9538-9543 <br />
<a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264410X11015799"><b>Updated aluminum pharmacokinetics following infant exposures through diet and vaccination</b></a><br />
Robert J. Mitkus, et al<br />
Office of Biostatistics and Epidemiology, Food and Drug Administration, Center for Biologics Evaluation and Research, Rockville, MD<br />
Office of Vaccines Research and Review, Food and Drug Administration, Center for Biologics Evaluation and Research, Rockville, MD</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b><a href="http://www.chop.edu/export/download/pdfs/articles/vaccine-education-center/aluminum.pdf">Aluminum in Vaccines: What you should know</a></b></div>
<div>
The Children's Hospital of Philadelphia - Vaccine Education Center</div>
<div>
<br />
Pediatrics. 2003 Dec;112(6 Pt 1):1394-7.<br />
<a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/112/6/1394.full"><b>Addressing parents' concerns: do vaccines contain harmful preservatives, adjuvants, additives, or residuals?</b></a><br />
Offit PA1, Jew RK.</div>
<div>
<b><br /></b></div>
<a href="http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/afc080715.htm"><b>Parere dell’EFSA sulla Sicurezza dell’Alluminio negli Alimenti</b></a><br />
Comunicato stampa - 15 luglio 2008<br />
<div>
<br />
DDr. Wolfgang Maurer (AKH Vienna)<br />
Presentazione - 22 marzo 2014 "Aluminium"<br />
<br /></div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-48836202949254626012014-02-08T19:46:00.001+01:002014-02-08T21:49:06.607+01:00Bufala: "I bambini non sono a rischio di tetano"Un tema che viene frequentemente discusso fra i genitori contrari alle vaccinazioni è il tetano. Di solito, in questi gruppi, chi esprime i propri dubbi sulla questione viene immediatamente tranquillizzato. "I bambini non sono a rischio di tetano" "Guarda i dati del Ministero della Salute, i casi di tetano riguardano solo anziani!" "I bambini sviluppano un'immunità naturale al tetano", "Basta pulire le ferite con acqua ossigenata e far scorrere il sangue!" etc.<br />
<br />
Ho già approfondito alcuni di questi "argomenti" nel blog:<br />
<br />
<a href="http://www.vaccinfo.it/tetano.htm"><b>Articoli sul tema tetano</b></a><br />
<br />
Di solito, in queste occasioni viene raccomandato il libro dei medici Roberto Gava e Eugenio Serravalle "Vaccinare contro il tetano?".<br />
<br />
Perciò prenderò nuovamente spunto da questo libro. Io possiedo l'edizione del 2010, ma so che cosa c'è scritto nel capitolo "epidemiologia" dell'edizione del 2011, perché alla fine di dicembre 2013 questo capitolo è stato riportato interamente nel sito di un'organizzazione contraria alle vaccinazioni. Secondo gli autori dell'articolo questo dovrebbe bastare per confutare il mio ultimo post con il titolo "<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/12/bufala-chi-e-vaccinato-ha-un-rischio.html"><b>Bufala: Chi è vaccinato ha un rischio più alto di contrarre il tetano</b></a>".<br />
<br />
Per il presente articolo ci interessa la parte del capitolo "epidemiologia" che riguarda i casi di tetano nei bambini:<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>L’ultimo caso italiano ufficialmente registrato di tetano pediatrico risale al 1982, ma nel 2006 c’è stato un caso in un bambino torinese di 34 mesi (è un caso che è stato pubblicato nella letteratura medica, ma non mi risulta rientri nella registrazione ufficiale del nostro Ministero della Salute). [17] Questo caso, avvenuto in una condizione molto particolare, dimostra chiaramente l’importanza delle norme di igiene in caso di ferite. Il bambino, infatti, che aveva ricevuto solo il primo inoculo di vaccino esavalente (contenente anche l’antitetanica), poi sospeso per la comparsa di dermatite atopica, si era schiacciato un dito in un cancello, non era stato né pulito né medicato adeguatamente e solo dopo 3 giorni, a causa della comparsa di uno stato iniziale di necrosi tessutale (che comprende sempre una carente vascolarizzazione locale e quindi l’instaurazione di uno stato di anossia tessutale), era stato portato al Pronto Soccorso e medicato. Una decina di giorni dopo, però, erano iniziati i primi segni di tetano che comunque con un’adeguata terapia sintomatica, era stato curato permettendo la completa guarigione del bambino.</i></blockquote>
<br />
Già nel mio articolo "<a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2010/12/il-tetano-una-malattia-degli-anziani.html"><b>Il tetano - una malattia degli anziani?</b></a>" avevo portato le prove che in Italia, dal 1982 ci sono stati ca. 200 casi di tetano nella fascia di età da 0 a 14 anni. Nel 1982 c'è stato l'ultimo caso di tetano <b><i>neonatale</i></b>. Il tetano neonatale non ha niente a che fare con le vaccinazioni del bambino stesso (perché la prima dose è prevista al 3° mese) ma con lo stato vaccinale della madre. Nei primi mesi i neonati sono protetti dagli anticorpi materni che ricevono prima della nascita attraverso la placenta.<br />
<br />
Quindi non è corretto affermare "<i style="font-size: 16.363636016845703px;">L’ultimo caso italiano ufficialmente registrato di tetano <b>pediatrico</b> risale al 1982". </i><span style="font-size: 12pt;">Corretto è: "L'ultimo caso italiano ufficialmente registrato di tetano </span><b style="font-size: 12pt;">neonatale</b><span style="font-size: 12pt;"> risale al 1982". Qui si vede la tabella del mio suddetto articolo:</span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.vaccinfo.eu/tetano_casi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.vaccinfo.eu/tetano_casi.jpg" height="203" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 12pt;">E ora veniamo al caso di tetano pediatrico del 2006, menzionato da Gava e Serravalle. Come è mia abitudine - chi segue il mio blog e la mia pagina <a href="https://www.facebook.com/pages/VaccinarSI/148150648573922"><b>facebook</b></a> lo sa bene - ho fatto una verifica, leggendo l'articolo citato, cioè</span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 16.363636016845703px;">A case of tetanus in a child whose parents refused immunisation</span><br />
<span style="font-size: 16.363636016845703px;">(Un caso di tetano in un bambino i cui genitori avevano rifiutato la vaccinazione) (1)</span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 12pt;">Confrontando il testo del lavoro pubblicato su Eurosurveillance con quello scritto nel libro di Gava e Serravalle ho trovato alcune incongruenze. </span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 12pt;">Per chiarire questa faccenda mi sono rivolta ad uno degli autori dell'articolo originale, il dottor <a href="http://www.vaccinarsi.org/comitato-scientifico/franco-giovanetti.html"><b>Franco Giovanetti</b></a> </span><span style="font-size: 12pt;">dell'</span>ASL Alba Bra, Dipartimento di Prevenzione<span style="font-size: 12pt;">. Ecco le sue risposte ai vari punti che non mi tornavano, ma prima di tutto il dott. Giovanetti </span><span style="font-size: 12pt;"> ha voluto sottolineare:</span><br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Non posso entrare nei dettagli del caso perché sono vincolato dal segreto professionale. Si tratta di un bambino ed è quindi doppiamente importante mantenere la riservatezza, come del resto è stato fatto nell'articolo pubblicato su Eurosurveillance.”</i></blockquote>
<i><br /></i>
<span style="font-size: 12pt;">Io: "Questo bambino di 34 mesi aveva ricevuto solo una dose di vaccino anti-tetano. I genitori non hanno continuato il ciclo vaccinale perché il bambino aveva sviluppato una dermatite atopica. E' veramente una controindicazione alla vaccinazione?"</span><br />
<span style="font-size: 12pt;"></span>
<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"No. Le linee guida nazionali e
internazionali in materia di controindicazioni alle vaccinazioni menzionano
esplicitamente la dermatite atopica tra le false controindicazioni alle
vaccinazioni di uso corrente. La dermatite atopica e l’eczema sono una
controindicazione per un solo vaccino, non più utilizzato nella popolazione
generale: quello contro il vaiolo. Si è visto infatti che le persone con eczema
sono a rischio di eczema vaccinatum,
una particolare complicanza conseguente
alla vaccinazione antivaiolosa."</i></blockquote>
</div>
<span style="font-size: 12pt;">Io: "Una sola dose di vaccino anti-tetano da' qualche protezione?"</span><br />
<span style="font-size: 12pt;"></span>
<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: "L’immunità conferita dal vaccino è
il risultato di un processo che viene costruito gradatamente, in funzione del
numero di dosi somministrate: non vi è protezione dopo la prima dose. Il
soggetto è considerato completamente vaccinato solo quando ha ricevuto le tre
dosi del ciclo vaccinale primario. Successivamente è necessario mantenere la
protezione effettuando i richiami nei tempi stabiliti."</i></blockquote>
</div>
<span style="font-size: 12pt;">Io: "Era una ferita grave?"</span><br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"No. Si trattava di una lacerazione
a carico della parte apicale del pollice, dovuta alla compressione operata da
un cancello metallico. Nella sede della lesione era presente edema (gonfiore),
com’è normale che accada per traumi di questo tipo. Questo è ciò che risulta dal
referto medico."</i></blockquote>
</div>
Io: "E' vero che il dito "<i style="font-size: 16.363636016845703px;">non era stato né pulito né medicato adeguatamente?" </i>come scrivono gli autori del libro?<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Dalla documentazione clinica
risulta che, il giorno stesso dell’infortunio, il bambino è stato portato dai
genitori nel Pronto Soccorso dell’ospedale di zona, dove il medico di turno ha
trattato adeguatamente la ferita e ha </i><i>prescritto un antibiotico e un antidolorifico da somministrare a casa.</i><i>" </i></blockquote>
</div>
Io: Quindi, la frase "<i style="font-size: 16.363636016845703px;">Questo caso (...) dimostra chiaramente l’importanza delle norme di igiene in caso di ferite." </i>non corrisponde. Ci potrebbe spiegare per favore che cosa dimostra questo caso, secondo Lei?"<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti:</i><i>"E’ dimostrato che il tetano può
conseguire anche a ferite banali. Naturalmente le ferite gravi e profonde sono
maggiormente a rischio, ma anche ferite di minore entità, persino ferite che
usualmente non richiedono un trattamento medico, possono rappresentare un
problema."</i></blockquote>
</div>
Io: "Gli autori del libro spiegano che la ferita era necrotica, ma nel Suo articolo su Eurosurveillance questo dettaglio non viene menzionato. E' vero che la ferita era necrotica?<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Se fosse stata necrotica, il medico
lo avrebbe sottolineato nel referto, anche perché il trattamento della ferita
avrebbe richiesto una procedura più complessa."</i></blockquote>
</div>
Io: "E' vero che il caso non risulta al Ministero della Salute?"<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Per ragioni che ignoro, il caso è
stato registrato dal Ministero della Salute l’anno successivo, nonostante fosse
stato tempestivamente segnalato. Sono quindi due i casi pediatrici di tetano ufficialmente
segnalati in Italia nel periodo 2001-2010, quello piemontese ed un altro caso
occorso in Toscana nel 2008. Di recente si è scoperto che in realtà i casi di
tetano nella fascia d’età da 0 a 15 anni, sempre nel periodo 2001-2010, sono
stati 8: i due notificati e altri sei la cui segnalazione non è stata
effettuata oppure, per varie possibili ragioni, potrebbe non essere pervenuta
agli organi competenti. Questo dato è stato ottenuto attraverso l’analisi delle
SDO (Schede di Dimissione Ospedaliera) ed è riportato in uno studio pubblicato
recentemente sulla rivista Vaccine." </i></blockquote>
</div>
<div>
Io: "Gli autori scrivono che "<i style="font-size: 16.363636016845703px;">comunque con un’adeguata terapia sintomatica, era stato curato permettendo la completa guarigione del bambino." </i>Qual'è un'adeguata terapia sintomatica in questi casi?<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Il tetano è sempre un’emergenza
medica e in circa il 67% dei pazienti è necessaria l’intubazione e la
ventilazione meccanica. In tutti i casi è necessario somministrare sia antibiotici
per eliminare completamente e definitivamente i batteri che producono la
tossina tetanica, sia Immunoglobuline specifiche, che servono per neutralizzare
la tossina stessa. Infine, per trattare le manifestazioni neurologiche del
tetano (contrattura persistente dei muscoli e spasmi muscolari incontrollabili
e molto dolorosi) si utilizza il fenobarbital e una benzodiazepina. "</i></blockquote>
</div>
</div>
<div>
Io: Quindi il trattamento è basato sull'evidenza scientifica, come anche le vaccinazioni?<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Esattamente."</i></blockquote>
</div>
</div>
<div>
Io: "Secondo altre voci che circolano su Facebook, si trattava di una famiglia di nomadi, ma questo mi sembra molto strano, visto che secondo il Suo articolo su Eurosurveillance i genitori hanno firmato il dissenso."<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: "</i><i>Non si trattava di una famiglia
nomade."</i></blockquote>
</div>
</div>
<div>
Io: "I genitori di questo bambino hanno poi cambiato la propria opinione sulle vaccinazioni?"<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: "</i><i>Sì, hanno fornito il consenso alle
vaccinazioni. Tra l’altro il tetano è una di quelle patologie che non producono
un’immunità protettiva: chi ha superato la malattia naturale dovrebbe essere
comunque vaccinato."</i></blockquote>
</div>
</div>
<div>
Io: Quale messaggio vorrebbe lasciare ai lettori del mio blog affinché casi come questo non succedano più?<br />
<div class="MsoNormal">
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dr. Giovanetti: </i><i>"Vorrei dire loro di informarsi bene
prima di decidere se vaccinare o non vaccinare. Le fonti d’informazione al giorno
d’oggi sono numerose, anche grazie a Internet. Tuttavia non tutte le fonti
presentano informazioni basate sulla buona scienza. Il pediatra di fiducia può
aiutarli nella scelta, così come il personale sanitario del centro vaccinale.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Personalmente io sono fermamente
contrario all’obbligo di vaccinazione: i genitori devono poter scegliere
liberamente e consapevolmente. E’ un loro diritto. Ma se la loro scelta è
influenzata da informazioni scientificamente infondate, che libera scelta è?"</i></blockquote>
</div>
</div>
<span style="font-size: 12pt;">Ringrazio il dott. Giovanetti per la sua disponibilità e gentilezza. </span><br />
<span style="font-size: 12pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 12pt;">Quindi, abbiamo potuto constatare che la vicenda non si era svolta esattamente come </span><span style="font-size: 16.363636016845703px;">descritta nel libro di Gava e Serravalle</span><span style="font-size: 12pt;">. La ferita non era grave. Il bambino era stato subito portata dal medico che ha pulito, disinfettato e bendato la ferita. Nonostante questo, le spore del tetano si sono "svegliate" e hanno prodotto la tossina. Sarebbe stato molto facile prevenire questo caso, sarebbe bastato che i genitori si fossero fidati delle raccomandazioni degli esperti anziché degli obiettori delle vaccinazioni.</span><br />
<br />
Come abbiamo sentito, questo non è stato l'unico caso di tetano pediatrico negli ultimi anni, in Italia. Dal 2001 al 2010 ci sono stati ben 8 casi nella fascia di età tra 0 e 14 anni.(3) Solo due di questi sono stati segnalati al Ministero della Salute (uno nel 2007 che è quello di cui abbiamo appena parlato e uno di Lucca nel 2008). Gli altri sei casi sono stati trovati grazie ad una ricerca attiva consultando la documentazione degli ospedali.<br />
<br />
Un'altra cosa che ho notato è che sia nell'edizione del 2010 che in quella del 2011 del libro "Vaccinare contro il tetano?" la tabella (n°4) dei casi pediatrici di tetano finisce con il 2007. In questo modo non si può vedere il caso di Lucca che era stato segnalato al Ministero della Salute nel 2008.<br />
<br />
Con l'aumento dei genitori che si rifiutano di proteggere i propri figli dalle malattie infettive, molto probabilmente i casi pediatrici di tetano, che sarebbero facilmente evitabili con il vaccino che è molto sicuro ed efficace, aumenteranno nei prossimi anni.<br />
<br />
Pensiamoci un attimo: Ci sono bambini non vaccinati, che nel prossimo futuro si ammaleranno di tetano, se i loro genitori continuano a fidarsi degli attivisti e della loro propaganda antiscientifica contro i vaccini. Non si sa ancora a chi capiterà, ma gli 8 casi tra il 2001 e il 2010 non lasciano dubbi sul fatto che questo rischio è reale.<br />
<br />
Nel mio precedente articolo "<b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/12/bufala-chi-e-vaccinato-ha-un-rischio.html">Bufala: Chi è vaccinato ha un rischio più alto di contrarre il tetano</a><u> </u></b>avevo già evidenziato che il titolo della tabella riportata nel libro di Gava e Serravalle non corrispondeva alla tabella originale ed a quello che si legge nel documento (nota bene, la tabella è solo un riassunto di quanto è scritto nell'articolo stesso e per interpretarla in modo corretto bisogna naturalmente leggere tutto il testo). Non sono solo casi di adulti americani come scrivono gli autori del libro ma come si può leggere nel documento originale del CDC, c'erano anche casi nella fascia d'età tra 0 e 18 anni.<br />
<br />
Nel 2002 è stato pubblicato un articolo nella rivista medica Pediatrics sui casi di tetano nei bambini tra 0 a 15 anni che sono stati notificati tra il 1992 e il 2000 (compresi due di tetano neonatale). (2) Quindi comprende anche i casi della tabella del libro, intitolata "casi di adulti americani" La traduzione del titolo dello studio del 2002 è "Obiezione filosofica alla vaccinazione come fattore di rischio per bambini di meno di 15 anni a contrarre il tetano".<br />
<br />
Ecco la tabella dettagliata dei casi di tetano pediatrici dello studio del 2002, tradotta in italiano. Vi invito a leggerla attentamente, per vedere - per esempio - il tipo di ferite, il tempo di ricovero e la durata della respirazione artificiale. Il ricovero era più lungo nei due bambini i cui genitori avevano anche rifiutato le immunoglobuline. Le ferite erano banali: alcuni hanno calpestato a piedi nudi oggetti appuntiti, per esempio un chiodo, un rastrello, un filo metallico; uno si è tagliato un dito (in casa), o anche una scheggia nel piede è bastata per contrarre il tetano, etc.<br />
<br />
Ho evidenziato i 6 casi avvenuti negli anni 1998, 1999 e 2000. Uno era un caso di tetano neonatale (la cui madre non era vaccinata; per conoscere i dettagli vedi l'articolo precedente) e 5 in bambini non vaccinati perché i loro genitori erano oppositori (per motivi religiosi o filosofici).<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
( Cliccare sulla tabella per ingrandirla. E' anche possibile <b><a href="http://www.vaccinfo.eu/Tabella_tetano_USA.pdf">scaricarla in formato pdf</a>. </b>)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-YGn2KlzLAX6s4pDPgd5OLgYVkfKfamcn4AHpFpQLD5uNyirnKhz1xFQVFodn0oxCrjm-Kt7zlXkMfWuaMqGAJqhLUMV6-2kpSw5REEbzYURTn9p_be4X86oDfFSh98QVQoPXl0puDeA/s1600/Tabella_tetano_USA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-YGn2KlzLAX6s4pDPgd5OLgYVkfKfamcn4AHpFpQLD5uNyirnKhz1xFQVFodn0oxCrjm-Kt7zlXkMfWuaMqGAJqhLUMV6-2kpSw5REEbzYURTn9p_be4X86oDfFSh98QVQoPXl0puDeA/s1600/Tabella_tetano_USA.jpg" height="400" width="640" /></a></div>
<br />
Fonte: Pediatrics. 2002;109(1):e2<br />
<b><a href="http://pediatrics.aappublications.org/cgi/reprint/109/1/e2.pdf">Philosophic Objection to Vaccination as a Risk for Tetanus Among Children Younger Than 15 Years</a>.</b><br />
1. Fair E, Murphy TV, Golaz a, Wharton M.<br />
<br />
Come si può vedere nella tabella, dei 15 casi totali solo 2 bambini erano completamente vaccinati e loro presentavano una sintomatologia molto meno grave dei bambini non vaccinati. Questo prova l'eccezionale efficacia del vaccino, se si considera l'enorme numero di bambini vaccinati che *non* si sono ammalati. Nei rarissimi casi di tetano in persone completamente vaccinate, il decorso della malattia è di solito molto meno grave rispetto ai non vaccinati.<br />
<br />
La maggioranza dei bambini di questo studio non era stata vaccinata perché i genitori avevano rifiutata la vaccinazione per motivi o religiosi o filosofici.<br />
<br />
Nel dicembre 2012 un bambino di 7 anni di Auckland, Nuova Zelanda, che non era stato vaccinato, ha contratto il tetano. <br />
<br />
I suoi genitori hanno deciso di raccontare la loro esperienza al pubblico (4, 5) per aiutare altri genitori a non fare lo stesso errore. Avevano pensato di fare una scelta informata, non vaccinando i propri bambini, ma quando il loro figlio è finito in terapia intensiva a causa di un'infezione da tetano hanno capito di aver fatto un terribile errore. <br />
<br />
Il padre: "<i>Il nostro errore era che abbiamo sottovalutato le malattie e completamente sopravvalutato le reazioni avverse</i>."<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDpEiCXITeNRuboA4zpEFbACanqkC4rkrNV8ZTxDLZ22lvT7zqCGcsnkU-8CjFyyuhXj4DePLiAv4eFYSKwMiV_QnrJuxRHhZNSQ-WaJR0CSftfylEhWSWI9ZKuZkWxmUzCV8pgc2bojA/s1600/r1126299_13839151.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDpEiCXITeNRuboA4zpEFbACanqkC4rkrNV8ZTxDLZ22lvT7zqCGcsnkU-8CjFyyuhXj4DePLiAv4eFYSKwMiV_QnrJuxRHhZNSQ-WaJR0CSftfylEhWSWI9ZKuZkWxmUzCV8pgc2bojA/s1600/r1126299_13839151.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: x-small;"> </span><br />
<div style="text-align: center;">
Photo / Ian Williams - estratto da </div>
<div style="text-align: center;">
http://www.abc.net.au/local/stories/2013/06/06/3776327.htm</div>
<br />
<br />
<br />
<a href="http://mpegmedia.abc.net.au/local/perth/201306/r1128689_13887405.mp3"><b>Qui</b></a> si può ascoltare un'intervista al padre in cui racconta la vicenda e di come è successo che lui e sua moglie hanno dato ascolto agli argomenti degli antivaccinisti che suonano plausibili ma in realtà non sono scientificamente fondati. Da' consigli molto saggi ai genitori che si sentono confusi per le notizie allarmistiche che leggono su Internet. Per esempio di domandarsi perché praticamente tutti i medici sono a favore dei vaccini.<br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7c8J-0sqasGMOR283YWs8oMzu-DBYizaxoBEma17ou3ttow8sCu5fIx3-bjCcbCETAYA6dBzJol7xhEZoxpZ2I2i5YqhBLnNL0lP2kIF9tJa7oh6ndQWz8RiK97Jje3ulMoC_ZjhMUfo/s1600/SCCZEN_211212NZHSRIALIJAH021_620x310.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7c8J-0sqasGMOR283YWs8oMzu-DBYizaxoBEma17ou3ttow8sCu5fIx3-bjCcbCETAYA6dBzJol7xhEZoxpZ2I2i5YqhBLnNL0lP2kIF9tJa7oh6ndQWz8RiK97Jje3ulMoC_ZjhMUfo/s1600/SCCZEN_211212NZHSRIALIJAH021_620x310.jpg" height="160" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Photo Sarah Ivey - estratto da</div>
<div style="text-align: center;">
http://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=10855638</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div>
Alijah Williams si svegliò con il viso incavato. Entro 36 ore, il ragazzo era paralizzato da spasmi in tutto il corpo, non era in grado di deglutire ed era tormentato dal dolore.<br />
<br />
"<i>Urlava in agonia</i>", ha detto la madre Linda Williams.<br />
<br />
In ospedale il suo respiro doveva essere monitorato perché le contrazioni muscolari avrebbero potuto chiudere le vie respiratorie, e poi un tubo di tracheotomia è stato inserito nella gola di Alijah per aiutarlo a respirare.<br />
<br />
La mamma: "<i>E' davvero spaventoso per un genitore dover vedere il proprio bambino in queste condizioni.</i>"<br />
<br />
Il dott. Shepard afferma nell'intervista: "<i>Negli ultimi 10 anni qui <b><a href="https://www.starship.org.nz/">nell'ospedale pediatrico Starship</a></b> ci sono stati almeno altri cinque casi di tetano, in bambini non vaccinati.</i>"<br />
<br />
Di tetano si può morire, questo vale anche per i bambini! Ecco un grafico dei casi di decesso per tetano nei bambini da 0 a 14 anni in Italia, negli anni 1955 - 1983.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXrRlpy1bOVdgGywwBc8kltk4smH0D277U1xpyKhGsXvVm7XSthaoXosHhNukfb3bQzLPGBe04kdUIiZd32qoWmFIjRU0hOgOJLW9mSs0sS4vAOlioxR13DBczCaNgKI8HyGjHJw8AU8/s1600/tetano_decessi_0-14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMXrRlpy1bOVdgGywwBc8kltk4smH0D277U1xpyKhGsXvVm7XSthaoXosHhNukfb3bQzLPGBe04kdUIiZd32qoWmFIjRU0hOgOJLW9mSs0sS4vAOlioxR13DBczCaNgKI8HyGjHJw8AU8/s1600/tetano_decessi_0-14.jpg" height="139" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
E qui i casi di tetano nella fascia di età da 0 a 14 anni negli anni 1955 al 1970:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKEM9yVhfV8kyAJP5wnRPrRGsetKRmz-7MR2q6hRxzSixtWzdA5BifLiahfhP4ciZ7ZyJDqE72UYukDgztxg_tLaiQg8A3rvGQk_mWQAVfp0o9jtMOkOpOzAgh0haoBfGEYNlGzKDdAr0/s1600/tetano_casi_0-14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKEM9yVhfV8kyAJP5wnRPrRGsetKRmz-7MR2q6hRxzSixtWzdA5BifLiahfhP4ciZ7ZyJDqE72UYukDgztxg_tLaiQg8A3rvGQk_mWQAVfp0o9jtMOkOpOzAgh0haoBfGEYNlGzKDdAr0/s1600/tetano_casi_0-14.jpg" height="164" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Spero che questo articolo Vi abbia dato uno spunto per riflettere e per domandarVi a chi conviene veramente affidare la salute dei propri figli, la cosa più preziosa che abbiamo. Ai medici coscienziosi che lavorano secondo l'evidenza scientifica (che sono la maggioranza) o agli attivisti che attribuiscono alle vaccinazione quasi ogni malattia esistente, senza la minima prova scientifica? La scelta dev'essere Vostra, ma è importante che sia basata sui fatti e non sulle fandonie.<br />
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
<br />
1)<br />
A case of tetanus in a child whose parents refused immunisation<br />
<a href="http://www.eurosurveillance.org/ViewArticle.aspx?PublicationType=W&Volume=12&Issue=25&OrderNumber=2"><b>Eurosurveillance Weekly, vol. 12, numero 6 - 21 giugno 2007</b></a><br />
F. Giovannetti, Asl Alba Bra, dipartimento di Prevenzione<br />
A. Pellegrino, Asl 15 Cuneo, dipartimento di Prevenzione<br />
<br />
<b><a href="http://www.epicentro.iss.it/problemi/tetano/pdf/Tetano_Piemonte07_rev.pdf">Traduzione, sintesi e adattamento a cura della redazione di EpiCentro</a></b><br />
<br />
<br />
2)<br />
Pediatrics. 2002;109(1):e2<br />
<b><a href="http://pediatrics.aappublications.org/cgi/reprint/109/1/e2.pdf">Philosophic Objection to Vaccination as a Risk for Tetanus Among Children Younger Than 15 Years</a>. </b><br />
1. Fair E, Murphy TV, Golaz a, Wharton M.<br />
<br />
<span style="color: black; font-family: Times New Roman; font-size: small;"><span style="font-size: 12.0pt;">
<br /> 3)</span></span><br />
Vaccine, 2014, <span style="white-space: pre-wrap;">32, 6, 3 - 639-644</span><br />
<a href="http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264410X1301743X"><b>Tetanus in Italy 2001-2010: a continuing threat in older adults</b></a><br />
A. Filia et al <br />
<br />
4)<br />
720 ABC Perth<br />
6 June, 2013<br />
<b><a href="http://www.abc.net.au/local/stories/2013/06/06/3776327.htm">Parents' fear of vaccinations nearly killed their son</a></b><br />
<br />
5)<br />
The New Zealand Herald<br />
22 dic 2012<br />
<a href="http://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=10855638"><b>'It was hideous' - family's tetanus agony</b></a><span style="color: black; font-family: Times New Roman; font-size: small;"><span style="font-size: 12.0pt;"> </span></span></div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-7973609007461510772013-12-26T21:16:00.000+01:002013-12-26T22:31:42.304+01:00Bufala: "Chi è vaccinato ha un rischio più alto di contrarre il tetano" Nel libro<br />
<br />
"Vaccinare contro il Tetano? Indicazioni, non indicazioni e controindicazioni della vaccinazione"<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
di Roberto Gava e Eugenio Serravalle </div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Prima edizione 2010 - Editore: SalusInfirmorum</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
a pagina 13, 14 e 15 si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Per capire meglio questi rilievi, riportiamo la tabella sottostante che raggruppa le conclusioni di uno studio pubblicato nel 2003 dagli autorevoli CDC (Centers for Disease Control) di Atlanta (USA) (cfr. Tab. 2) Dall'analisi di questi dati parrebbe che sia la probabilità di contrarre il tetano, sia la mortalità da tetano non siano influenzate dal non aver ricevuto alcuna dose di vaccino o dall'averne ricevute più di 4 (si sono ammalati di tetano il 14,7% dei soggetti non vaccinati e il 14% di quelli che hanno ricevuto 4 o più dosi di vaccino, mentre la mortalità da tetano è invariata tra questi due gruppi: 6,2%).</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Inoltre sembra che i soggetti non vaccinati abbiano una probabilità di contrarre il tetano (14%) e una mortalità (6,2%) inferiore a quella dei soggetti che sono stati precedentemente vaccinati ma che non ricordano più quanto tempo prima hanno ricevuto il vaccino e quanti richiami hanno fatto (sempre secondo lo studio suddetto, tali soggetti hanno una probabilità di contrarre il tetano del 62% e una mortalità del 25,7%)".</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il numero dei soggetti coinvolti da questo studio non è sicuramente alto, ma ricordiamo che questa ricerca è stata eseguita dal massimo organo ufficiale americano di controllo sui farmaci (in questo caso i vaccini).</i> </blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMJtzh0GWumJm0HjaqciYUBhSbbHIs2eRt_4Av8TrA9pyaZNQuD9wnTpZJtdkjbW79ass_oYXj4AUkVkTw-JPtXHvCvyqIu4O9hvqd6p_O2iKS9WZWi0N7OXIzw3U6xrk_J4MjsTLJctw/s1600/tetano_sg_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMJtzh0GWumJm0HjaqciYUBhSbbHIs2eRt_4Av8TrA9pyaZNQuD9wnTpZJtdkjbW79ass_oYXj4AUkVkTw-JPtXHvCvyqIu4O9hvqd6p_O2iKS9WZWi0N7OXIzw3U6xrk_J4MjsTLJctw/s400/tetano_sg_1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div>
<br /></div>
<br />
La pubblicazione a cui gli autori si riferiscono è<br />
<br />
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/ss5203a1.htm"><b>Tetanus Surveillance - United States 1998 - 2000</b></a><br />
MMWR 2003; 52 /SS-3): 1-8<br />
Centers for Disease Control and Prevention<br />
<br />
Ho visto già varie volte citare queste frasi nei forum degli oppositori alle vaccinazioni per rassicurarsi a vicenda che la decisione di non vaccinare i propri figli contro il tetano sia ragionevole. Così ho deciso che era ora di fare chiarezza su questa faccenda nel mio blog.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Per comprendere meglio di che cosa gli autori parlano nel capitolo "epidemiologia" dal quale ho citato, leggiamo la frase iniziale:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"La malattia tetanica è presente in tutto il mondo e si presenta in modo sporadico; è più frequente nei soggetti non vaccinati, ma può colpire anche persone parzialmente o anche completamente immunizzate dalla vaccinazione."</i></blockquote>
Come riferimento per questa frase viene indicato il libro del Prof. Giorgio Bartolozzi "Vaccini e Vaccinazioni" 2° edizione del 2005<br />
<br />
Io ho l'edizione del 2012 e in questa nella frase citata il punto si trova più avanti perché continua così:<br />
<i><br /></i>
<i>"... (vaccinazione primaria) che non hanno mantenuto un'adeguata immunità con le dosi di richiamo (ogni 10 anni)".</i><br />
<br />
Ma ora concentriamoci sull'interpretazione di Gava e Serravalle riguardo al documento del CDC da loro citato.<br />
<br />
Prima di tutto analizziamo la seguente frase:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Si sono ammalati di tetano il 14,7% dei soggetti non vaccinati e il 14% di quelli che hanno ricevuto 4 o più dosi di vaccino."</i></blockquote>
Guardiamo la tabella 2 (vedi sopra) della pagina 14 del loro libro a cui fanno riferimento (questa tabella è stata presa - con qualche inesattezza, di cui parlerò dopo - dal documento originale, ma mancano le annotazioni del CDC che sono invece importanti). Vediamo che il 14,7% si riferisce alla prima voce e il 14% alla quinta.<br />
<br />
Quindi, se le 20 persone della prima riga rappresentano il 14,7% del totale, facendo il calcolo, il 100% corrisponde a 136 persone, mentre il 100% delle 18 persone della quinta riga è 130.<br />
<br />
Secondo la frase di Gava e Serravalle (<i>"si sono ammalati di tetano il 14,7% dei soggetti non vaccinati etc."</i> ), sembra che negli Stati Uniti vivessero negli anni 1998 - 2000 136 persone non vaccinate (di cui il 14,7% si è ammalato) e 130 vaccinate con 4 o più dosi (di cui si sono ammalate 18 persone, cioè il 14%). Solo se fosse così, gli autori avrebbero ragione quando affermano che il rischio di ammalarsi di tetano di questi due gruppi è uguale.<br />
<br />
Ma queste percentuali indicano semplicemente quanti dei soggetti malati (= 130 persone) avessero ricevuto 4 o più dosi oppure nessuna vaccinazione.<br />
<br />
Per poter confrontare il rischio di ammalarsi di tetano dei due gruppi bisognerebbe partire dal totale della popolazione degli USA con le rispettive caratteristiche. Cioè il totale delle persone che sanno con sicurezza di non essere mai state vaccinate e il totale delle persone che hanno ricevuto 4 o più dosi. Negli USA ci sono ca. <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_degli_Stati_Uniti_d'America_per_popolazione"><b>300 milioni</b></a> di abitanti di cui gran parte è stata vaccinata.<br />
<br />
Usare le percentuali della tabella per "provare" che il rischio di contrarre il tetano non cambia se uno non è vaccinato rispetto a uno che ha ricevuto 4 o più dosi, è palesemente sbagliato.<br />
<br />
Faccio qualche esempio fittizio molto semplificato per spiegare meglio. Per non complicare le cose, immaginiamoci una malattia estremamente infettiva ma non trasmissibile tra le persone che quindi non offre nessuna immunità del gregge.<br />
<br />
Ci sono 100 persone.<br />
<br />
90 di queste sono vaccinate.<br />
<br />
10 non sono vaccinate.<br />
<br />
Ora si ammalano 10 soggetti vaccinati e 10 non vaccinati. In totale 20 persone. Il 50% dei malati è vaccinato e il 50% non è vaccinato.<br />
<br />
Seguendo la logica degli autori del libro dovremmo ora dire: "Si è ammalato il 50% dei soggetti non vaccinati e il 50% dei soggetti vaccinati. Dall'analisi di questi dati parrebbe che la probabilità di ammalarsi non sia influenzata dall'essere vaccinati o no."<br />
<br />
In realtà, dei soggetti non vaccinati si è ammalato il 100% (10 su 10) ma solo l'11% dei vaccinati (10 su 90). Il rischio di ammalarsi (in questo esempio inventato) è quindi ca. 9 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.<br />
<br />
Continuiamo pensando nuovamente a 100 persone.<br />
<br />
99 di queste sono vaccinate.<br />
<br />
1 non è vaccinata.<br />
<br />
Ora si ammalano 12 persone: quella non vaccinata e 11 vaccinate. In totale ci sono 12 malati. Il 9% dei malati non è vaccinato e il 92% è vaccinato. Se usiamo anche con questi dati la logica degli autori del libro, sembra che il rischio di ammalarsi sia undici volte più alto nei vaccinati rispetto ai non vaccinati.<br />
<br />
Invece le apparenze ingannano perché anche in questo esempio si è ammalato il 100% dei non vaccinati e l'11% dei vaccinati. Il rischio per i non vaccinati rimane invariato, cioè è 9 volte più alto.<br />
<br />
Ora invece controlliamo che cosa succede se il numero dei non vaccinati aumenta:<br />
<br />
Come base pensiamo nuovamente a 100 persone.<br />
<br />
50 non sono vaccinate.<br />
<br />
50 sono vaccinate.<br />
<br />
Ora si ammalano 50 soggetti non vaccinati e 6 vaccinati. In totale 56 malati. Già ci dovrebbe saltare all'occhio la differenza del numero totale (da 20 del primo esempio (buona copertura vaccinale) a 12 (eccezionale copertura vaccinale) del secondo a 56 nel terzo (pessima copertura vaccinale).<br />
<br />
Usando nuovamente il ragionamento degli autori del libro, dovremmo dire che il 90% dei non vaccinati si è ammalato e il 10% dei vaccinati.<br />
<br />
In realtà anche qui il 100% dei non vaccinati si è ammalato e l'11% dei vaccinati.<br />
<br />
Quindi, come si può vedere da questi esempi molto semplificati, più alta è la copertura vaccinale, più cresce la percentuale <i><b>relativa</b> </i>dei malati vaccinati rispetto ai malati non vaccinati (per il semplice motivo che nella popolazione ci sono più individui vaccinati e meno non vaccinati).<br />
<br />
Abbiamo anche potuto constatare che più alta è la copertura vaccinale, più basso diventa il numero TOTALE dei malati (perché più persone sono protette).<br />
<br />
Da tanti anni gli oppositori si servono abitualmente in modo improprio di questo argomento fallace. A prima vista suona plausibile e purtroppo la maggioranza dei lettori (o del pubblico nei convegni anti-vaccinali) non si prende il tempo di guardare oltre le apparenze, riflettere e verificare.<br />
<br />
La frase che stiamo analizzando continua così:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"mentre la mortalità da tetano è invariata tra questi due gruppi: 6,2%"</i></blockquote>
<br />
Il CDC invece sottolinea che non c'è stato nessun caso di morte fra i soggetti che erano completamente immunizzati.<br />
<br />
Ci si domanda come abbiano fatto Gava e Serravalle ad arrivare alla conclusione che per le persone non vaccinate la mortalità era identica a quella per le persone che avevano ricevuto 4 o più dosi. Per scoprire questo mistero va letto il testo integrale dello studio e le note nella tabella.<br />
<br />
Il 6,2% tradotto in numeri è 1 su 16 nel gruppo dei non vaccinati della prima posizione nella tabella e 1 su 16 casi nel gruppo che aveva ricevuto 4 o più dosi. 16 (sia nei non vaccinati che nei vaccinati con 4 o più dosi) è il numero di casi di cui è stato riportato l'esito.) Come si può leggere nelle note dal grafico originale (ma non in quello nel libro) e anche nel rapporto stesso, il paziente morto fra i soggetti con 4 o più dosi, era un tossicodipendente di 55 anni. L'ultimo richiamo risaliva a 11 anni prima, quindi non era completamente immunizzato, anche se mancava poco, perché erano passati più dei 10 anni raccomandati.<br />
<br />
Quindi l'affermazione "<i>la mortalità delle persone che hanno ricevuto 4 o più dosi è 6,2%</i>" si trasforma in "una persona tossicodipendente di 55 anni, non completamente vaccinata" Certo, "6,2%" suona meglio se l'obiettivo è di "provare" che essere vaccinati secondo le raccomandazioni non ha nessun'influenza sul rischio di morire per tetano.<br />
<br />
Nel documento originale si legge che erano 8 i pazienti con tetano completamente vaccinati, secondo le raccomandazioni, incl. i richiami decennali.<br />
<br />
8 in 3 anni di cui nessuna è morta!<br />
8 su 130 casi segnalati al CDC!<br />
8 in una popolazione di ca. 300 milioni! <br />
<br />
Ma evidentemente agli autori del libro non bastava affermare che il rischio è uguale se si confrontano i non vaccinati con quelli che hanno ricevuto 4 o più dosi. A loro "pare" addirittura che il rischio per i non vaccinati sia inferiore:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Inoltre sembra che i soggetti non vaccinati abbiano una probabilità di contrarre il tetano (14%) e una mortalità (6,2%) inferiore a quella dei soggetti che sono stati precedentemente vaccinati ma che non ricordano più quanto tempo prima hanno ricevuto il vaccino e quanti richiami hanno fatto (sempre secondo lo studio suddetto, tali soggetti hanno una probabilità di contrarre il tetano del 62% e una mortalità del 25,7%)."</i></blockquote>
<br />
Quel 62% sono gli 80 soggetti della penultima riga della tabella. Naturalmente anche qui è stato fatto lo stesso errore di matematica/logica. E' il 62% dei 130 casi notificati e non di tutti i cittadini degli USA con le caratteristiche descritte.<br />
<br />
Ma ancora peggio è il fatto che Gava e Serravalle fanno credere che tutte queste 80 persone sono state vaccinate, solo che non ricordano più quanto tempo fa e quante dosi hanno ricevuto. E poi confrontano i dati di questi "vaccinati" con quelli dei 20 non vaccinati. In realtà questi 100 soggetti fanno tutti parte del gruppo di persone o non vaccinate o non completamente vaccinate. Questo gruppo è stato suddiviso in<br />
<br />
20 pazienti:<br />
= di cui si sa che non sono stati vaccinati<br />
<br />
80 pazienti: <br />
67 di cui la storia vaccinale è sconosciuta<br />
23 che non sanno quante dosi hanno ricevuto ma riescono a ricordare se l'ultima dose gli è stata fatta più di dieci anni prima o se l'intervallo era più corto.<br />
<br />
Se si confronta la tabella del documento originale con quella riportata nel libro, si nota che il CDC intitola l'ultima riga come "<i>Anamnesi vaccinale: non conosciuta</i>" mentre nel libro "Vaccinare contro il tetano?" la stessa riga è intitolata: "<i>Condizione vaccinale: dosi sconosciute</i>" per poi specificare nel testo che tutti i pazienti di questa voce sono state vaccinate (solo che non ricordano quanti richiami hanno fatto e quanto tempo è passato dall'ultimo richiamo).<br />
<br />
Per sapere, quali sono realmente i fattori che aumentano il rischio di morire di tetano, una volta contratto, prendiamo nuovamente in mano il rapporto originale:<br />
<br />
Apprendiamo che dei casi di cui si conosce l'esito, sono morte 20 persone.<br />
<br />
E' possibile ricostruire che<br />
<br />
15 di queste avevano 60 o più anni.<br />
4 erano tossicodipendenti e avevano meno di 60 anni<br />
5 avevano il diabete (almeno quattro di queste facevano anche parte del gruppo degli anziani).<br />
<br />
<i><b>Queste</b> </i>sono le caratteristiche che aumentano <i><b>il </b></i><b><i>rischio di morte</i></b> fra le persone che hanno contratto il tetano (perché questi casi hanno spesso altre patologie che possono peggiorare il quadro clinico e ridurre l'efficacia delle cure mediche). Invece <b><i>il rischio di ammalarsi</i> </b>di tetano è collegato alla mancata vaccinazione perché sia fra gli anziani che fra i tossicodipendenti è alta la percentuale dei non o solo parzialmente vaccinati.<br />
<br />
Degno di nota è anche che gli autori hanno fatto solo un confronto fra il gruppo dei non vaccinati e l'ultima voce. Perché non hanno confrontato anche quelli che avevano ricevuto 4 o più dosi con quelli dell'ultima voce? Perché non hanno scritto "Inoltre sembra che sia i soggetti non vaccinati che quelli che hanno ricevuto 4 o più dosi abbiano una probabilità di contrarre il tetano e una mortalità (6,2%) inferiore a quella dei soggetti che sono stati precedentemente vaccinati ma che non ricordano più quanto tempo prima hanno ricevuto il vaccino e quanti richiami hanno fatto etc."? Naturalmente la frase rimarrebbe sbagliata, come ho spiegato prima, ma almeno sarebbe stato un punto a favore per la vaccinazione con 4 o più dosi.<br />
<br />
Invece del gruppo 4 o più dosi si sono serviti solo per il confronto con i non vaccinati, per far credere che non c'è differenza (morbilità e mortalità) fra loro e quelli mai vaccinati.<br />
<br />
Continuiamo con la revisione critica:<br />
<br />
Anche il titolo della tabella è diverso nel documento originale. Nell'originale si legge che sono i casi di tetano riportati al CDC mentre nella tabella del libro il titolo parla di adulti americani che si sono ammalati di tetano. Secondo il testo originale invece non erano solo adulti, ma fra gli ammalati c'erano 12 soggetti che avevano meno di 20 anni. Fra questi anche un caso di tetano neonatale. Fra le note della tabella originale si legge che i 20 casi della prima voce includono anche uno di tetano neonatale.<br />
<br />
E' interessante notare che gli autori del libro non hanno ritenuto importante riportare che fra i 20 pazienti non vaccinati c'era anche un caso di tetano neonatale. La madre era nata negli USA e non era vaccinata perché contraria alle vaccinazioni, quindi non poteva trasmettere gli anticorpi materni al nascituro che di conseguenza era senza protezione. La madre aveva trattato il cordone ombelicale con la bentonite (un argilla minerale). Il bambino è stato salvato dalla tempestiva somministrazione di immunoglobuline umane antitetaniche.<br />
<br />
Per completezza, ecco la tabella del documento originale del CDC, incl. le note (c'è un errore nella percentuale della penultima riga: 18 su 70 non è il 28% ma il 25,7%):<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGWUTMuFcS9z80OdW-BkxF4P0TenfbjLQ8orBbfmJXOiR1NywZn3aoMhB8OgkRPVMfOYzBFOiCYgMQP8i63Zvs31j26pBM1pcV9zYsslCDUsBxatYhlmeLs2umg8pRIlM9mQB1RZ9ntEk/s1600/tetano_cdc_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGWUTMuFcS9z80OdW-BkxF4P0TenfbjLQ8orBbfmJXOiR1NywZn3aoMhB8OgkRPVMfOYzBFOiCYgMQP8i63Zvs31j26pBM1pcV9zYsslCDUsBxatYhlmeLs2umg8pRIlM9mQB1RZ9ntEk/s640/tetano_cdc_1.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
E qui nuovamente la tabella del libro "Vaccinare contro il tetano" in cui ho indicato le incongruenze.<br />
<br />
Il 14,7% della prima voce corrisponderebbe a 19 malati. Facendo un esercizio mentale togliendo per esempio il caso di tetano neonatale, la percentuale tornerebbe perfettamente e spiegherebbe anche la variazione del titolo.<br />
<br />
Ma sono supposizioni, probabilmente si tratta solo di una svista. Strano però, considerando che<br />
<br />
- tutte le altre percentuali sono state ricalcolate alla perfezione e inserite con due decimali<br />
- l'errore del CDC (quello che ho rimarcato prima) è stato corretto<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyAA6Ig6WD2i-zmWZj4JGu2ip5KTBV4fQAixYB3NV5AFtEDL8bqyzlaJgIfD2VzXbWmlqH2f9TMvjuNgyrnbAtkBthyphenhyphenK3voP2oTpX8xvn-nrKeHsE_oUTPlXfTpQsEmxwIouCRbrJb-X8/s1600/tetano_sg_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyAA6Ig6WD2i-zmWZj4JGu2ip5KTBV4fQAixYB3NV5AFtEDL8bqyzlaJgIfD2VzXbWmlqH2f9TMvjuNgyrnbAtkBthyphenhyphenK3voP2oTpX8xvn-nrKeHsE_oUTPlXfTpQsEmxwIouCRbrJb-X8/s640/tetano_sg_2.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
E ora arriviamo alla frase finale:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il numero dei soggetti coinvolti da questo studio non è sicuramente alto, ma ricordiamo che questa ricerca è stata eseguita dal massimo organo ufficiale americano di controllo sui farmaci (in questo caso i vaccini).</i> </blockquote>
<br />
Prima di tutto, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) non è il "massimo organo ufficiale americano di controllo sui farmaci". Questo è il FDA (U. S. Food and Drug Administration).<br />
<br />
Poi, il documento a cui fanno riferimento non è uno studio ma un rapporto, un'elaborazione dettagliata dei dati ricevuti sui casi di tetano negli Stati Uniti d'America negli anni 1998, 1999 e 2000. Da decenni, ogni 2-3 anni o più il CDC pubblica un rapporto di questo tipo per verificare l'efficacia del programma vaccinale, per monitorare l'andamento epidemiologico e le caratteristiche dei soggetti<br />
<br />
1) a rischio di ammalarsi di tetano<br />
2) a rischio di morire una volta contratto il tetano<br />
<br />
Questi rapporti servono per decidere le azioni che permettono di ridurre ulteriormente il tetano (sia i casi che la mortalità). Per questo è importante conoscere le caratteristiche delle fasce della popolazione con insufficiente copertura vaccinale.<br />
<br />
Il basso numero di soggetti non è una limitazione di questo "studio" (in realtà rapporto) ma è la conseguenza<br />
<br />
- del successo della vaccinazione anti-tetanica<br />
- e delle adeguate cure delle ferite da parte dei medici che include<br />
<ul>
<li>nelle persone vaccinate con 3 o più dosi il richiamo, dove è passato troppo tempo dall'ultimo </li>
<li>nelle persone con meno di 3 dosi, e in quelle con anamnesi vaccinale sconosciuta anche la somministrazione delle immunoglobuline umane antitetaniche in caso di tutte le ferite molto sospette.</li>
</ul>
<div>
Metterò nella bibliografia i link per tutti i rapporti di sorveglianza del tetano negli USA che si trovano nel world wide web (a partire dal primo che risale a più di 30 anni fa).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Come si vede, i dati a disposizione del CDC si basano su tantissime persone, da molti decenni. La conclusione del CDC, che possiamo leggere nel documento soggetto del presente post è:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Da circa 50 anni, la raccomandazione di ricevere una vaccinazione antitetanica primaria di 3 dosi e una dose di richiamo ogni 10 anni ha dimostrato di essere efficace nel prevenire il tetano o modificandone la gravità. La maggior parte dei casi di tetano nel 1998 - 2000 si è verificata tra le persone che non sono state adeguatamente vaccinate contro il tetano o che avevano una storia vaccinale sconosciuta."</i></blockquote>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Bibliografia:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
"Vaccinare contro il Tetano? Indicazioni, non indicazioni e controindicazioni della vaccinazione" </div>
di Roberto Gava e Eugenio Serravalle<br />
<div style="text-align: left;">
Prima edizione 2010 </div>
<div style="text-align: left;">
Editore: SalusInfirmorum</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/ss5203a1.htm"><b>Tetanus Surveillance - United States 1998 - 2000</b></a></div>
Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR) 2003; 52 /SS-3): 1-8<br />
Centers for Disease Control and Prevention<br />
<br />
Link per gli altri rapporti per la sorveglianza del tetano negli USA, a partire dal 1982<br />
<br />
<div>
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00000619.htm"><b>Current Trends Tetanus -- United States, 1982-1984</b></a></div>
<div>
MMWR 1985 / 34(39);602,607-11</div>
<div>
Centers for Disease Control and Prevention<br />
<br />
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=883767532029278136" name="content_area">
</a><a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00000940.htm"><b>Tetanus -- United States, 1985-1986</b></a></div>
<div>
MMWR, 1987 / 36(29);477-81</div>
<div>
Centers for Disease Control and Prevention<br />
<br /></div>
<div>
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00001544.htm"><b>Current Trends Tetanus -- United States, 1987 and 1988</b></a><br />
MMWR, 1990 / 39(3);37-41</div>
<div>
Centers for Disease Control and Prevention</div>
<div>
<div style="text-align: -webkit-center;">
<span style="color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, Verdana; font-size: x-small;"><b><br /></b></span></div>
<a href="https://dspace.creighton.edu/xmlui/bitstream/handle/10504/18628/mmwr_surv_41_8SS.pdf?sequence=2"><b>Tetanus Surveillance - United States, 1989-1990</b></a><br />
<a href="https://dspace.creighton.edu/xmlui/bitstream/handle/10504/18628/mmwr_surv_41_8SS.pdf?sequence=2">M</a>MWR 1992 vol. 41 No. SS-8<br />
Centers for Disease Control and Prevention</div>
<div>
<br />
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00046462.htm"><b>Tetanus Surveillance -- United States, 1991-1994</b></a><br />
MMWR 1997 / 46(SS-2);15-25</div>
<div>
Centers for Disease Control and Prevention</div>
<div>
<br />
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00053713.htm"><b>Tetanus Surveillance -- United States, 1995-1997</b></a><br />
MMWR, 1997 / 46(SS-2);15-25<br />
Centers for Disease Control and Prevention</div>
<div>
<br />
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/pdf/wk/mm6012.pdf"><b>Tetanus Surveillance - United States, 2001-2008</b></a></div>
<div>
<a href="http://www.cdc.gov/mmwr/pdf/wk/mm6012.pdf">M</a>MWR, 2011, Vol. 60 /No. 12<br />
Centers for Disease Control and Prevention<br />
<br />
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-76011369220454968252013-12-18T19:45:00.000+01:002016-07-24T08:25:53.428+02:00Il morbillo, una malattia sottovalutata - 2° parte: La panencefalite subacuta sclerosante (PESS o SSPE)<br />
Nella<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/09/il-morbillo-una-malattia-sottovalutata.html"> <b>prima parte</b></a> ho elencato le tante complicazioni che il morbillo può causare. Con questo post cominciamo a vedere un po' più da vicino quelle più gravi.<br />
<br />
<h4>
La panencefalite subacuta sclerosante (PESS o SSPE)</h4>
E' una grave encefalite cronica degenerativa con esito sempre mortale che viene causata dal virus del morbillo e si manifesta a distanza di anni dall'infezione acuta (in media 7 anni dopo). La morte avviene di solito entro 1 - 3 anni dalla diagnosi. Colpisce soprattutto bambini e adolescenti e causa un progressivo deterioramento mentale e motorio. Inizia in modo subdolo con turbe dell'affettività, del comportamento e dell'intelligenza, seguiti da decadimento psichico, disturbi del linguaggio e della scrittura, ipertonia con ipercinesia extrapiramidali (movimenti involontari). Un tipico segno sono bruschi movimenti di flessione del capo e del tronco; possono essere presenti crisi epilettiche focali o generalizzate. La malattia si aggrava progressivamente fino a rigidità da decerebrazione (assenza della funzione cerebrale) e cachessia (grave decadimento di tutte le funzioni organiche). Nell'ultimo stadio il paziente si trova in stato vegetativo fino al momento della morte. (Vedi la descrizione nel dizionario enciclopedico "<a href="http://medicina.zanichellipro.it/voce/39853/definizione-panencefalite-sclerosante-subacuta/">Il nuovo Medicina & Biologia</a>)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
La bambina che si vede in queste foto si chiama Angelina è ha contratto il morbillo nel 2006 quando aveva 7 mesi. E' guarita senza problemi, e nella foto a sinistra si può vedere com'era prima dell'inizio dei sintomi che hanno poi portato alla terribile diagnosi: panencefalite subacuta sclerosante. Già 8 settimane dopo l'accertamento diagnostico era dipendente dalle cure, ora non cammina, non parla e dev'essere nutrita con una sonda gastrica.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbkCBrDK4D69PfXAbsna8anNYNJePt7AZFwdzU4MsYNY8K9l13790eqCLGk5nd3Q9vjh5KaOCj2MEiBoxoWVZiK60IJ-IIunC6P9y7c6GF4ZtsRxaeR291lLL-2wPKPcJMdB5Ni39Wseg/s1600/Angelina_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbkCBrDK4D69PfXAbsna8anNYNJePt7AZFwdzU4MsYNY8K9l13790eqCLGk5nd3Q9vjh5KaOCj2MEiBoxoWVZiK60IJ-IIunC6P9y7c6GF4ZtsRxaeR291lLL-2wPKPcJMdB5Ni39Wseg/s1600/Angelina_1.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfMFXelJCDP4krhnB6LyBLzGu4OEZh6ctMMJ35XdMpNN2P7ErOMld7C6rOZWIcGOHbixHKlTGNa6w91Zh1JUgoErotNWo_sZ7bViG62H9WRAkzt36mhv2S0wMxIhZkP3TAchIw0mac230/s1600/Angelina_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfMFXelJCDP4krhnB6LyBLzGu4OEZh6ctMMJ35XdMpNN2P7ErOMld7C6rOZWIcGOHbixHKlTGNa6w91Zh1JUgoErotNWo_sZ7bViG62H9WRAkzt36mhv2S0wMxIhZkP3TAchIw0mac230/s1600/Angelina_2.jpg" /></a></div>
<br />
Lei non è l'unica di quei 313 casi di morbillo nella fascia d'età da 0 a 12 mesi segnalati nel 2006 in Germania ma è già il terzo caso. Uno dei pazienti è morto nel 2007 e un'altro ha la PESS <a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=3444&nodeid=26&nodeid=26&"><b>dal 2009</b></a>. (1)<br />
<br />
Anche se si considera una sotto-notifica di casi di morbillo, è comunque un'incidenza molto preoccupante e fa supporre che la PESS non sia poi così rara come si pensava finora. Infatti, studi pubblicati negli ultimi anni in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Germania lo confermano come vedremo nell'approfondimento.<br />
<br />
Di altri due casi avevo già parlato in un mio <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2009/12/vaccino-contro-il-morbillo-e-rischio-di.html"><b>articolo precedente</b></a>. I due bambini, <a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=1517&nodeid=26"><b>Micha</b> </a>e <a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=2836&nodeid=26"><b>Natalie</b></a>, sono nel frattempo morti. <a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=4581&nodeid=26"><b>Micha nel 2013</b></a> e <a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=4036&nodeid=26"><b>Natalie nel 2011</b></a>. Entrambi erano stati infettati con il virus del morbillo (insieme a 4 altri bambini) nella sala d'aspetto del pediatra dove si trovava un bambino di 11 anni con sintomi non specifici a cui era stato diagnosticato il morbillo il giorno dopo. Questo undicenne non era stato vaccinato per scelta dei genitori. Mentre aspettava in quella sala d'aspetto ha quindi trasmesso il morbillo a 6 bambini di cui 2 hanno successivamente sviluppato la PESS e sono morti dopo anni di vita da incubo per tutta la famiglia. Questo dovrebbe far riflettere le persone che sono convinte che vaccinare o non vaccinare sia una scelta puramente personale che non riguarda il prossimo.<br />
<br />
Consiglio <span style="font-size: large;">vivamente </span>a tutti di guardare i seguenti video (anche se sono in tedesco, ma le immagini parlano da se) in cui si può vedere di che cosa è capace il virus del morbillo. Non è affatto una malattia benigna!<br />
<br />
1) Angelina:<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=JyYxxt6DLME">https://www.youtube.com/watch?v=JyYxxt6DLME</a><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/JyYxxt6DLME?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe><br />
<br />
<br />
2) Micha<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=YaGFAgeLjTY">https://www.youtube.com/watch?v=YaGFAgeLjTY</a><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/YaGFAgeLjTY?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe><br />
<br />
<br />
<br />
3) Natalie<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=H_f9OE2HcZ4">https://www.youtube.com/watch?v=H_f9OE2HcZ4</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<object class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/H_f9OE2HcZ4/0.jpg" height="266" width="320"><param name="movie" value="https://youtube.googleapis.com/v/H_f9OE2HcZ4&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="320" height="266" src="https://youtube.googleapis.com/v/H_f9OE2HcZ4&source=uds" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object><br />
<br />
<br />
<br />
Il vaccino è l'unico mezzo che abbiamo per prevenire la PESS. Chi fa propaganda contro il vaccino MPR contribuisce di fatto alla circolazione del virus e gli permette di raggiungere anche quei bambini che sviluppano gravi complicazioni di cui alcuni mortali incl. la PESS.<br />
<br />
<br />
Il rischio di PESS è particolarmente alto per i bambini che contraggono il morbillo nei primi due anni di vita e colpisce più frequentemente i maschi. Più piccolo un bambino è al momento dell'infezione, più alto è il rischio di PESS. Con la presenza degli anticorpi materni il morbillo può manifestarsi con sintomi così lievi da rendere una diagnosi difficile. (2)<br />
Infatti, in una percentuale importante dei casi di PESS non era mai stato diagnosticato il morbillo. Finora nel cervello di questi pazienti si è sempre trovato il virus selvaggio e si trattava di ceppi che avevano circolato nei luoghi dove avevano passato la prima infanzia.<br />
<br />
La PESS viene causata solo dal virus selvaggio, non da quello vaccinale e nei paesi con altissima copertura vaccinale questa terribile complicazione tardiva del morbillo è praticamente sparita. Ho approfondito questo tema già qualche anno fa nel mio blog: "<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2009/12/vaccino-contro-il-morbillo-e-rischio-di.html"><b>Vaccino contro il morbillo e rischio di panencefalite subacuta sclerosante (PESS)</b></a>"<br />
<div>
<br /></div>
Nei paesi con un buon controllo del morbillo (con alte coperture vaccinali) l'età dei nuovi pazienti con panencefalite sclerosante subacuta tende ad aumentare e questo spostamento dell'età è dovuto al tempo che è passato dalle ultime epidemie. La PESS può anche insorgere più di 20 anni dopo la malattia acuta.<br />
<br />
Il vaccino protegge dalla PESS e dato che i bambini non possono essere vaccinati con l'MPR nel primo anno di vita ma solo intorno al primo compleanno, loro dipendono in questo periodo dall'immunità del gregge. Se più del 95% dei bambini è vaccinato, il virus, non trovando abbastanza suscettibili, non può più circolare. Di conseguenza non raggiungerà nemmeno i bambini che sono troppo piccoli per essere vaccinati e ad alto rischio di sviluppare la panencefalite sclerosante subacuta in caso di infezione. I bambini vaccinati non proteggono solo se stessi ma contemporaneamente anche quelli che per un qualsiasi motivo non sono immuni (per esempio l'1% che anche dopo la seconda dose non sviluppa l'immunità e quelli che per motivi medici non possono essere vaccinati, per esempio le persone immunodepresse). Le strategie vaccinali sono state accuratamente sviluppate per offrire il massimo delle protezione sia al singolo che alla popolazione. Questo scopo può essere solo raggiunto se tutti seguono le raccomandazioni. I movimenti anti-vaccini minacciano la riuscita di queste strategie e mettono a rischio la salute e la vita delle persone. Se sempre più persone seguono i loro pericolosi consigli ci saranno altri casi di PESS che si potrebbero facilmente evitare con il vaccino.<br />
<br />
Nella terza parte vedremo quanto è alto il rischio di PESS.<br />
<br />
Altri articoli che ho scritto sul tema morbillo si trovano <a href="http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm"><b>qui:</b></a><br />
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
1)<br />
Kinder- und Jugendaerzte im Netz<br />
News del 10/11/11 "<a href="http://www.kinderaerzte-im-netz.de/bvkj/aktuelles1/show.php3?id=4046&nodeid=26"><b>Sechsjaehriges Maedchen aus Bayern an unheilbarer Masern-Gehirnentzuendung erkrankt</b></a>"<br />
<br />
2)<br />
<b><a href="https://www.rki.de/DE/Content/Infekt/EpidBull/Archiv/2002/Ausgabenlinks/06_02.pdf?__blob=publicationFile">EpidemiologischesBulletin n. 6 del 8 febbraio 2002</a></b><br />
Roberto Koch Institut, Berlin)<br />
<br />
<br />
<br />Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-73939856185338919742013-09-23T12:41:00.000+02:002014-02-03T07:32:11.398+01:00Il morbillo, una malattia sottovalutata - 1° parte"Il morbillo si dovrebbe chiamare morbONE!" mi disse il pediatra molti anni fa. Aveva proprio ragione, come vedremo.<br />
<br />
Purtroppo molte persone sottovalutano questa malattia. Sembra che il fatto che colpisca soprattutto i bambini, sia segno che anche la malattia sia "piccola" e innocua come se fosse il bambino di malattie più serie e gravi. In realtà il motivo per cui nell'era pre-vaccinale il morbillo si manifestava quasi esclusivamente nei bambini, è semplicemente che è una delle malattie più contagiose che conosciamo. Perciò colpiva quasi tutti i suscettibili, che erano i bambini (perché gli adolescenti e gli adulti erano già immuni, avendola avuta a loro volta durante l'infanzia).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
E' comprensibile che gli adulti di oggi non vedano il morbillo come una minaccia per la salute, perché molti l'hanno avuto senza subire conseguenze. Ma dimenticano il fatto che i tantissimi che sono morti o che hanno subito le gravi conseguenze dell'encefalite a causa del morbillo, non possono raccontare, per esempio su facebook, la propria esperienza. Se potessero scrivere, le loro testimonianze suonerebbero più o meno così:<br />
<br />
"Il morbillo non è così innocuo come Voi pensate, io per esempio sono morta qualche anno fa per una grave polmonite causata dal morbillo."<br />
<br />
"Confermo! Un'encefalite da morbillo mi ha causato un ritardo mentale. Un vero peccato, ero primo nella classe, ma poi il morbillo mi ha rovinato per sempre!"<br />
<br />
"Io invece sono in stato vegetativo, sto aspettando la morte che arriverà abbastanza presto - ho avuto il morbillo 9 anni fa e quando avevo 8 anni mi hanno diagnosticato la panencefalite sclerosante subacuta, una terribile conseguenza tardiva del morbillo."<br />
<br />
Logicamente su facebook si possono leggere solo le testimonianze di quelli che hanno superato il morbillo senza essere morti o gravemente danneggiati. E' assurdo pensare di "provare" che il morbillo è innocuo raccontando su Internet che non si è morti per questa malattia infettiva.<br />
<br />
I morti e gravemente danneggiati a causa del morbillo trovano invece solo posto nelle fredde statistiche che non toccano per nulla l'emotività delle persone, cosa che invece riescono immagini di siringhe giganti e bambini con occhi e bocca spalancati per il terrore. Delegare la pancia a prendere decisioni che dovrebbero essere invece prese dal cervello, può avere gravissime conseguenze.<br />
<br />
Nel ragionamento "io e tutti quelli che conosco abbiamo avuto il morbillo e siamo vivi e vegeti" c'è anche un'altro errore logico: sarebbe come giudicare un serial killer raccogliendo le testimonianze di quelli che avevano incrociato i suoi passi e che <b>non </b>sono stati uccisi da lui.<br />
<br />
<h3>
La contagiosità del morbillo</h3>
Come già detto, il morbillo è altamente contagioso. Il dott. Paul Offit riporta nel suo libro "Deadly choices" un fatto avvenuto nel 2005. Il 4 maggio di quell'anno una diciassettenne (non vaccinata) dell'Indiana, USA, ha fatto un viaggio a Bucarest, Romania. Non sapeva che in quella città era in atto un'epidemia di morbillo. Il 14 maggio, mentre era sul viaggio di ritorno, cominciarono i primi sintomi (febbre, rinite, tosse e occhi arrossati). Il giorno dopo è andata ad un picnic della chiesa al quale partecipavano 500 persone. Per farla breve: fra queste 500 persone 35 non erano mai state vaccinate contro il morbillo. 31 di loro si ammalavano (89%). Degli altri 465 persone (tutte vaccinate) si sono ammalate soltanto 3 (0,6 %). Quindi un solo malato di morbillo era riuscito a infettare in poche ore quasi tutti i suscettibili presenti.<br />
<br />
Se una persona che si trova nella fase infettiva soggiorna in una stanza, nell'aria rimangono le goccioline piene di virus del morbillo fino a 2 ore dopo che il malato avrà lasciato la stanza, e possono infettare le persone suscettibili che entrano dopo. Su 100 persone non immuni che si trovano nello stesso luogo in cui si trova un malato di morbillo, 90 si ammalano.<br />
<br />
<h3>
Come il virus si diffonde nell'organismo</h3>
Il virus del morbillo entra attraverso le vie respiratorie. Secondo scoperte recenti sembra che le prime cellule che vengono infettate, siano soprattutto i macrofagi alveolari (cellule del sistema immunitario che sono localizzate sulla superficie dell'apparato respiratorio che fagocitano ("mangiano") la polvere e i microorganismi che respiriamo) e le cellule dendritiche (cellule del sistema immunitario che catturano gli antigeni, ne espongono sulla superficie alcuni frammenti e segnalano così gli invasori alle immunoglobuline). Queste cellule del sistema immunitario (ormai infettate dai virus del morbillo) migrano poi verso i linfonodi più vicini, dove i virus infettano anche altre cellule del sistema immunitario, i linfociti B e T. Dai linfonodi locali i virus si diffondono attraverso il sangue e raggiungono molti organi, fra cui i polmoni, i reni, il fegato, la milza, il timo, l'intestino, i linfonodi etc. dove si moltiplicano nelle cellule <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tessuto_epiteliale">epiteliali</a> </b>(che svolgono funzioni di rivestimento)<b> </b>e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tessuto_endoteliale"><b>endoteliali</b></a> (il rivestimento interno dei vasi sanguigni, linfatici etc.) e nelle cellule del sistema immunitario: nei monociti, macrofagi e linfociti, <b>provocando una profonda immunodepressione che dura settimane o mesi (anche fino a 6 mesi dopo la malattia acuta)</b>. La maggioranza delle gravi complicanze viene causata da infezioni secondarie virali o batteriche, rese possibili proprio da questa immunodepressione.<br />
<br />
Nel tessuto linfatico, nella pelle e nei polmoni, i virus del morbillo sono anche in grado di produrre cosiddette "cellule giganti", fondendo una cellula dopo l'altra in un'unica, gigantesca cellula. Questa abilità permette al morbillivirus a diffondersi all'interno delle cellule, eludendo così la risposta anticorpale.<br />
<br />
Dopo che il sistema immunitario è riuscito a eliminare i virus infettivi, nell'organismo rimane comunque per molte settimane del materiale genetico, cioè RNA virale. Non si conoscono ancora le conseguenze a lungo termine di questo fatto, ma i ricercatori pensano che abbia un ruolo nella <b><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/patogenesi/index.shtml">patogenesi</a> </b>(meccanismo patologico che genera una malattia)<b> </b>delle infezioni latenti, come la panencefalite sclerosante subacuta (PESS o SSPE) e potrebbero essere una spiegazione per l'eccezionale efficacia e durata della memoria immunitaria.<br />
<br />
In rari casi i virus del morbillo possono raggiungere il sistema nervoso centrale dove infettano i neuroni e <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cellule_della_glia">le cellule della glia (o nevroglia).</a></b><br />
<br />
Considerando la straordinaria capacità del virus di diffondersi in tutto l'organismo dei malati e il tipo di cellule infettate, non ci si deve sorprendere dell'alta frequenza di complicazioni e della gravità di alcune di queste.<br />
<br />
<h3>
<b>Le complicanze del morbillo (tutti i dati si riferiscono ai paesi industrializzati)</b></h3>
Di morbillo si può morire, anche nei paesi industrializzati, come viene per esempio dimostrato dagli 8 morti in Italia nel 2002, durante un'epidemia di morbillo in alcune zone del Sud Italia. Il rischio di morire per il morbillo è più alto nei bambini fino a 5 anni e negli adulti dai 20 anni in su. La polmonite è la complicazione responsabile del 60% dei casi di morte. Per quanto riguarda l'encefalite (1 caso su 1000 malati) è mortale per 15 su 100 pazienti. La più terribile complicazione del morbillo che si fa notare in media 7 anni dopo la malattia acuta è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS o SSPE) ed è sempre mortale.<br />
<br />
Guardiamo ora un po' più da vicino che cosa rischia chi contrae il morbillo. Se esistesse un foglietto illustrativo anche per il virus selvaggio, sarebbero elencate tutte queste possibili reazioni:<br />
<ul>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Diarrea">Grave diarrea </a></b></li>
<li>Vomito e deidratazione</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/stomatite/index.shtml"><b>Stomatite</b></a> (infiammazione della mucosa della cavità orale)</li>
<li>Ileo-colite (malattia infiammatoria intestinale)</li>
<li>Ipocalcemia (diminuzione del tasso di calcio nel sangue)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/pericardite/index.shtml"><b>Pericardite</b></a> (processo infiammatorio del pericardio, che è il sacco fibroso e sieroso che contiene il cuore)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/glomerulonefrite/index.shtml"><b>Glomerulonefrite</b></a> (infiammazione a carico dei glomeruli renali, piccoli gomitoli di vasi e fibre nervose dei reni)</li>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Otite">Otite media </a> </b>(infiammazione a carico dell'orecchio interno)</li>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cheratocongiuntivite">Cheratocongiuntivite</a> </b>(infiammazione che riguarda l'occhio, sia della cornea che della congiuntiva)</li>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Croup">Croup o Laringotracheobronchite</a> </b>(infiammazione che riguarda laringe, trachea e bronchi, con ostruzione della laringe)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/polmonite_lobulare_o_broncopolmonite/index.shtml"><b>Polmonite o broncopolmonite</b></a> (che causa la maggior parte delle morti per morbillo)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/piastrinopenia/index.shtml"><b>Porpora trombocitopenica idiopatica</b></a> (una riduzione delle piastrine)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/coagulazione_intravascolare_disseminata/index.shtml"><b>Coagulazione intravascolare disseminata</b></a> (una accelerata reazione di coagulazione intravascolare)</li>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Convulsioni_febbrili">Convulsioni febbrili</a></b></li>
<li><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Encefalite">Meningoencefalite</a> </b>(e le gravi conseguenze come per esempio <b>ritardo mentale</b>, <b>sordità centrale, convulsioni recidivanti, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Emiplegia">emiplegia</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Paraplegia">paraplegia</a>,</b> o <b>la morte</b>)</li>
<li>Complicazioni respiratorie (fino all'<a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/insufficienza_respiratoria/index.shtml" style="font-weight: bold;">insufficienza respiratoria</a>)</li>
<li>Epatite (infiammazione a carico del fegato)</li>
<li><b><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/miocardite/index.shtml">Miocardite</a> </b>(infiammazione del miocardio, cioè del muscolo cardiaco)</li>
<li>Sindrome di Guillain Barré (una paralisi progressiva)</li>
<li><a href="http://www.corriere.it/salute/dizionario/neurite_ottica/index.shtml"><b>Neurite ottica retrobulbare</b></a> (infiammazione del nervo ottico)</li>
<li>Complicazioni della gravidanza (aborto spontaneo, parto prematuro o basso peso alla nascita)</li>
<li><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Panencefalite_subacuta_sclerosante"><b>Panencefalite sclerosante subacuta</b></a> (PESS o SSPE): una cerebropatia progressiva che si manifesta in media 7 anni dopo la malattia acuta ed è sempre mortale</li>
</ul>
<b>Solo nelle persone immunocompromesse:</b><br />
<ul>
<li>Encefalite da corpi inclusi del morbillo (MIBE): si manifesta tipicamente 3-6 mesi dopo la malattia acuta: alta mortalità</li>
<li>Polmonite virale (polmonite a cellule giganti o polmonite di Hecht): alta mortalità</li>
</ul>
Naturalmente non tutte queste complicazioni hanno la stessa frequenza, alcune riguardano molti pazienti, altre sono rare, ma gravissime. E' bene tenere sempre in mente che il morbillo è imprevedibile: nella maggior parte dei casi passa senza conseguenze ma nessuno può escludere a priori di far parte dei pazienti a cui i virus causano gravi danni. Questi danni sono causati soprattutto dalla forte e prolungata immunodepressione che il morbillo innesca e che apre la strada ad altre infezioni virali o batteriche.<br />
<br />
Nella <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/12/il-morbillo-una-malattia-sottovalutata_18.html"><b>seconda parte</b></a> di questo articolo conosceremo più da vicino la più terribile delle complicanze, la Panencefalite sclerosante subacuta.<br />
<br />
Nella terza parte vedremo com'era la situazione prima dell'introduzione del vaccino e ci renderemo conto dell'importante ruolo di questa prevenzione.<br />
<br />
Indice degli articoli che ho scritto finora sul tema morbillo (in cui ho approfondito temi come la sicurezza e l'efficacia del vaccino, i gravi rischi del morbillo etc.):<br />
<a href="http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm"><b>http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm</b></a><br />
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
World Health Organisation (WHO)<br />
<b><a href="http://whqlibdoc.who.int/publications/2009/9789241597555_eng.pdf">Immunological basis for immunization: Measles (Update 2009)</a> </b>(file pdf)<br />
<div>
<br />
Measles vaccine<br />
Peter M. Strebel, Mark J. Papania, Amy Parker Fiebelkorn, Neal A. Halsey<br />
In: Plotkin SA, Orenstein WA, Offit PA, eds. Vaccines 5th edition.<br />
Philadelphia: Saunders; 2008:805–39<br />
<br />
FEMS Microbiol Rev. 2012 May;36(3):649-62<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22316382"><b>Measles virus, immune control, and persistence</b></a><br />
Diane E. Griffin et al<br />
<div>
<br /></div>
Rev Med Virol. 2013 Mar;23(2):126-38<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Contribution+of+dendritic+cells+to+measles+virus+induced+immunosuppression"><b>Contribution of dendritic cells to measles virus induced immunosuppression</b></a><br />
Coughlin MM et al<br />
<div>
<br /></div>
PLoS Pathog. 2012;8(8):e1002885<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22952446"><b>Measles immune suppression: lessons from the macaque model</b></a><br />
de Vries RD et al</div>
<div>
<br /></div>
<a href="http://books.google.it/books/about/Measles.html?id=wZ41S3CKVPYC&redir_esc=y"><b>Measles: History and Basic Biology, Volume 1</b></a><br />
<div>
Diane E. Griffin, Michael B. A. Oldstone</div>
<div>
<a href="http://www.amazon.com/Deadly-Choices-Anti-Vaccine-Movement-Threatens/dp/B005HKUA4O"><b><br /></b></a></div>
<b><a href="http://www.amazon.com/Deadly-Choices-Anti-Vaccine-Movement-Threatens/dp/B005HKUA4O">Deadly Choices: How the Anti-Vaccine Movement Threatens Us All</a> </b><br />
<div>
Paul Offit M.D.</div>
<div>
Basic Books 2011</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-4040433710804569062013-07-28T18:07:00.000+02:002013-07-28T21:46:26.773+02:00La favola dei bambini "naturalmente" protetti dal tetano - 3° parteNella <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/06/la-favola-dei-bambini-naturalmente.html"><b>prima</b></a> e <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/06/la-favola-dei-bambini-naturalmente_24.html"><b>seconda</b></a> parte di questo articolo abbiamo conosciuto i motivi per cui gli esperti internazionali - basandosi su solide evidenze scientifiche - hanno indicato 0,1 UI/ml come soglia che rappresenta il limite di separazione tra «positività» e «negatività» del test per il tasso di anticorpi contro il tetano, se eseguito con il test ELISA classico. Ho dimostrato che il valore critico proposto da Eugenio Serravalle e Roberto Gava, cioè 0,01 UI/ml per lo stesso tipo di test è pericoloso perché da' un falso senso di sicurezza facendo credere a un'immunità che in realtà non c'è.<br />
<br />
Finora abbiamo visto le caratteristiche intrinseche del test ELISA classico e sappiamo quindi dell'esistenza dei falsi negativi e dei falsi positivi. Ma allora come fa un medico, con in mano un risultato dell'esame degli anticorpi contro il tetano, leggermente sotto o sopra la soglia di 0,1 UI/ml, a sapere se ha di fronte un falso negativo o un falso positivo?<br />
Se dicessi che non gli resta altro che lanciare una moneta o addirittura un dado, si alzerebbe - giustamente - un coro di proteste.<br />
<br />
Quando un medico interpreta il risultato del laboratorio, non gli serve né un moneta né un dado, né delegherà ai suoi pazienti (o ai loro genitori se sono minorenni) l'interpretazione, indicando semplicemente un'anonima soglia limite.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Gli servono due chiavi per avvicinarsi il più possibile alla verità (cioè se il paziente appartiene al gruppo dei veri negativi, falsi negativi, veri positivi, falsi positivi).<br />
<br />
La prima è <i>la probabilità che un soggetto positivo o negativo al test sia realmente tale</i> e la seconda l<i>a probabilità condizionale</i> (teorema elaborato da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Bayes"><b>Thomas Bayes</b></a> un matematico che è vissuto nel diciottesimo secolo).(3)<br />
<br />
Il teorema di Bayes è molto usato in statistica e in parole semplici si tratta di questo:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Il punto è che le probabilità che avvenga un fatto A essendo già avvenuto un fatto B non sono le stesse che avvenga un fatto B essendo già avvenuto un fatto A." </i>(cit. da "Le false certezze" di Rosario Brancato e Maurizio Pandolfi, Oscar Mondadori).</blockquote>
Lo spiego con un esempio che riguarda l'allattamento:<br />
<br />
Ci sono alcune donne - nei paesi industrializzati si stima al massimo l'1-5% mentre nelle società tradizionali molto meno (1) - che hanno poco latte per motivi fisiologici (<b>fatto A</b>).<br />
I loro bambini non ricevono abbastanza latte materno (<b>fatto B</b>).<br />
Quando c'è il <b>fatto A </b>le probabilità che si verifica il <b>fatto B</b> sono <b>altissime</b>.<br />
<br />
Ma quando un bambino non riceve abbastanza latte materno non vuol dire automaticamente che la donna non è fisiologicamente in grado di produrre abbastanza latte per il proprio bambino. Spesso, con l'adeguato sostegno da parte di una mamma esperta o una consulente in allattamento può recuperare l'allattamento e soddisfare completamente il fabbisogno del bambino.<br />
Quando c'è il <b>fatto B</b> le probabilità che sia preceduto dal <b>fatto A </b>sono <b>bassissime. </b>Questo dipende dalla rarità di donne che hanno una scarsa produzione di latte materno per problemi fisiologici.<br />
<br />
Il Prof. Giancarlo Icardi dell'Università di Genova ci spiega in modo semplificato queste due importanti chiavi per la corretta interpretazione di un test. Per una migliore comprensione si dovrebbe leggere prima la <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/06/la-favola-dei-bambini-naturalmente_24.html"><b>parte iniziale </b></a>delle sue spiegazioni.<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Occorre sottolineare che la sensibilità e la specificità sono caratteri propri di un test, legati al suo intimo funzionamento, ed in genere sono noti prima dell'applicazione del test sulla popolazione: per questo sensibilità e specificità sono probabilità pre-test. Tuttavia, quando si deve interpretare il risultato di un test nell'attività diagnostica ambulatoriale o più in generale nel contesto pratico della “vita di tutti i giorni”, diventa importante considerare la predittività del test stesso, ovvero la probabilità che un soggetto positivo o negativo al test sia realmente tale. Occorre quindi considerare due importanti probabilità post-test: il valore predittivo positivo ed il valore predittivo negativo.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il Valore Predittivo Positivo (VPP) si calcola come quota di soggetti veri positivi sul totale dei positivi (veri e falsi positivi). Sempre riferendosi alle quattro classi di soggetti individuati nell'esempio precedente (grafico 2), il VPP si calcola così: a/(a+b). Il Valore Predittivo Negativo (VPN) si calcola come quota di soggetti veri negativi sul totale dei negativi (veri e falsi negativi). Il VPN si calcola così: d/(c+d).</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Il VPP ed il VPN dipendono, ovviamente, dalla sensibilità e dalla specificità del test; in particolare, essi aumentano con l'aumentare di questi due parametri. </i></blockquote>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM9f4NAz1-V9uyda6kBm73R0ZMKo6CXi1LiEHW9nn030RW_z7Oo6x87Sa9osSGmK0hLjHVzeEElJtq3PlmPJfB3J70WjHRyVwnozSpGYDYy3KS-FiYD07ZOcgL_U6hz9lvsXG5wQ3BBhM/s667/tetano_grafico2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM9f4NAz1-V9uyda6kBm73R0ZMKo6CXi1LiEHW9nn030RW_z7Oo6x87Sa9osSGmK0hLjHVzeEElJtq3PlmPJfB3J70WjHRyVwnozSpGYDYy3KS-FiYD07ZOcgL_U6hz9lvsXG5wQ3BBhM/s320/tetano_grafico2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>É però importante sottolineare un altro aspetto, per certi versi più sorprendente, e particolarmente importante nella pratica: la predittività dipende anche da un fattore indipendente dal test, cioè la prevalenza della malattia o della caratteristica studiata nella popolazione sottoposta al test stesso. È importante sottolineare che la prevalenza di un determinato carattere o malattia nella popolazione non è una caratteristica intrinseca del test. Se una malattia/caratteristica è poco frequente in una popolazione la predittività dello stesso test (con pari sensibilità e specificità) diminuisce rispetto ad una popolazione nella quale la frequenza di malattia/caratteristica è maggiore. Questo accade perché la diminuzione della prevalenza comporta l'incremento dei soggetti sani o non aventi la caratteristica studiata; ciò, a sua volta, fa sì che aumenti il numero di risultati falsi positivi."</i></blockquote>
<div>
E con questo siamo arrivati al teorema di Bayes e all'esempio del
problema della scarsità di latte materno. Se ci fosse un test per
individuare fra le mamme, i cui bambini non sembrano ricevere abbastanza
latte, quelle che hanno troppo poco latte per cause fisiologiche, il
numero di falsi positivi (donne che in realtà potrebbero benissimo
recuperare l'allattamento) sarebbe alto, proprio per la bassa prevalenza
di donne con questo tipo di problemi fisiologici. Un test di questo tipo sarebbe completamente inutile e la cosa più razionale da fare di fronte a una coppia madre/bambino con difficoltà riguardo all'allattamento è di partire dal presupposto che i problemi derivano da una cattiva gestione dell'allattamento e non da una incapacità fisiologica di produrre abbastanza latte della donna.<br />
<br />
Continuano le spiegazioni del Prof. Icardi:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Applichiamo quindi le nostre conoscenze al caso del tasso plasmatico di
anticorpi contro il tetano. La presenza di un’immunità naturale nei
confronti del tetano è un’ipotesi avanzata da diversi ricercatori,
soprattutto negli anni 70 e 80 del secolo scorso, i quali sostenevano
che fosse indotta da una dose subletale di tossina o da frammenti di
tossina tetanica prodotti da bacilli tetanici presenti nel canale
digestivo a seguito dell’ingestione di spore di Cl. tetani e della
colonizzazione asintomatica o di un’infezione intestinale da parte dei
bacilli tetanici. Tale teoria è fortemente controversa, poiché numerose
domande restano senza risposte e la maggior parte degli studi che la
evidenziano sono criticabili, anche dal punto di vista metodologico. I
bacilli tetanici sono largamente presenti in natura e la loro presenza
nel tubo digestivo delle persone che abitano nei paesi in via di
sviluppo sarebbe alla base dell’ipotesi di un’immunità naturale.
Portatori digestivi di bacillo tetanico sono stati descritti anche in
Inghilterra, negli USA ed in Cina. Inoltre lo stato di portatore sano
(transitorio o permanente) non protegge gli animali contro il tetano e
non produce la comparsa di un titolo di anticorpi sierici determinabili.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Basandosi sui pochi studi a supporto di tale tesi, tutti svolti in paesi
in via di sviluppo, la prevalenza nella popolazione della
caratteristica “immunità naturale nei confronti del tetano” si
aggirerebbe tra il 5% ed il 30% della popolazione. La sensibilità e la
specificità dei test ELISA classici mirati a rilevare anticorpi sierici
contro il tetano sono pari al 95% ed al 99%. Utilizzando il teorema di
Bayes per calcolare la probabilità che un test ELISA classico positivo
sia realmente indice di immunità naturale nei confronti del tetano,
otterremo quanto segue:</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Con una prevalenza di “immunità naturale nei confronti del tetano” pari
al 30%, il VPP è pari a 0,90 (ovvero, un soggetto risultato protetto al
test ELISA ha il 90% di probabilità di essere un vero protetto)</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Con una prevalenza di “immunità naturale nei confronti del tetano” pari
al 5%, il VPP è pari a 0,51 (ovvero, un soggetto risultato protetto al
test ELISA ha il 51% di probabilità di essere un vero protetto)</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Si può notare come la probabilità di essere realmente protetti con un
test ELISA positivo scenda drammaticamente in base alla prevalenza della
caratteristica studiata: con una prevalenza di “immunità naturale nei
confronti del tetano pari al 5% della popolazione, essere realmente
protetti contro il tetano dopo un risultato positivo al test ELISA
avrebbe la stessa probabilità di ottenere testa o croce al lancio di una
moneta.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
Poiché le condizioni igienico-sanitarie dei paesi industrializzati
limitano l’esposizione all’ingestione di spore di Cl. tetani e alla
presunta conseguente colonizzazione asintomatica e infezione intestinale
da parte dei bacilli tetanici, si può ragionevolmente stimare che la
prevalenza nella popolazione della caratteristica “immunità naturale nei
confronti del tetano” sia estremamente bassa, per non dire nulla: se
prendiamo a titolo esemplificativo una prevalenza dell’1% (per avere
un’idea del dato, la prevalenza in Italia di soggetti con una pregressa
diagnosi di tumore è pari al 4,2%), utilizzando il teorema di Bayes
otterremo quanto segue:<br />
Con una prevalenza di “immunità naturale nei confronti del tetano” pari
all’ 1%, il VPP è pari a 0,17 (ovvero, un soggetto risultato protetto al
test ELISA ha il 17% di probabilità di essere un vero protetto)</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>
In pratica, solo 1 soggetto su 6 risultati protetti al test ELISA
sarebbe realmente protetto nei confronti dell’infezione da Cl. tetani,
mentre ben 5 soggetti su 6 risulterebbero falsamente protetti contro il
tetano e quindi, se non adeguatamente vaccinati, suscettibili
all'infezione."</i></blockquote>
Quindi, invece di portare i bambini mai vaccinati a fare il test per vedere se hanno sviluppato anticorpi contro il tetano, si potrebbe lanciare un dado. Secondo le leggi della probabilità il risultato sarebbe ugualmente affidabile che fare il test. <br />
<br />
Se facciamo un confronto con l'esempio della scarsità del latte materno, sarebbe molto più probabile che il motivo per cui un bambino non riceve abbastanza latte è un problema fisiologico nella madre che un risultato positivo al test ELISA in un bambino mai vaccinato sia un vero positivo. Chi consiglia di fare il test degli anticorpi contro il tetano in bambini mai vaccinati sarebbe come uno che consigliasse a una madre con difficoltà di allattamento di fare il test, le indica una soglia e dice che se il risultato è sotto questa valore, deve cominciare a dare l'aggiunta di latte artificiale senza fare nessun tentativo di recuperare l'allattamento perché il risultato del test indica che non è proprio in grado di avere abbastanza latte. Solo che nel caso del tetano il consiglio degli antivaccinisti di fare il test degli anticorpi ai bambini non vaccinati è ancora più inutile, e la cosa viene ulteriormente aggravato dal fatto che la soglia che indicano è di un decimale sotto la soglia ritenuta protettiva (vedi le spiegazioni della prima parte di questo articolo). Fare questo test ai non vaccinati è un'assurdità al quadrato, si procura ai bambini un grande disagio (prelievo del sangue) completamente inutile.<br />
<br />
Importante è anche tenere presente che in queste ultime spiegazioni del Prof. Icardi, quando parla di risultato positivo del test ELISA, si riferisce naturalmente a un valore sopra la soglia 0,1 UI/ml. Se già un risultato positivo sopra a questo valore soglia ha la stessa probabilità di essere un vero positivo come lanciare un dado, allora un valore sotto a questa soglia (come risultano quasi tutti i test nei bambini mai vaccinati) che probabilità ha di indicare un'immunità naturale al tetano?<br />
<h3>
<b><span style="font-size: small;"> Ma non esiste proprio l'immunità naturale al tetano?</span></b></h3>
Secondo l'Organizzazione è un'ipotesi dubbia e di nessun valore pratico:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Alcuni autori avevano ipotizzato che l'immunità naturale potrebbe verificarsi in seguito ad una colonizzazione asintomatica del tratto intestinale (Dastur et al 1981. Matzkin & Regev, 1985; Tenbroeck & Bauer, 1923; Veronesi et al. 1975, 1981). Tuttavia, studi hanno dimostrato che quando si trovano anticorpi contro il tetano in persone che dicono di non essere state vaccinate non è da escludere la possibilità che queste in realtà sono state vaccinate senza riportarlo (MacLennan et al 1981.); alcuni studi hanno utilizzato le tecniche di laboratorio in vitro e hanno trovato livelli molto bassi di anticorpi contro il tetano che potrebbero essere dovuti ad una reazione incrociata con altri antigeni (Dastur et al 1981. Ray et al. 1978; Matzkin & Regev, 1985). Studi in scolari africani (Rey, 1981), reclute militari indiani (Menon et al. 1976), persone che si prendono cura dei cavalli (Lahiri, 1939), donne incinte in Nuova Guinea (MacLennan et al. 1965), e persone sane in Alto Volta (Breman et al. 1981), hanno dimostrato che le popolazioni in paesi in via di sviluppo con un alto livello di esposizione alle spore del tetano di solito non hanno antitossine neutralizzanti contro il tetano. Anche se la colonizzazione e l'infezione asintomatica dell'intestino con il bacillo del tetano si verificasse in alcune aree del mondo in via di sviluppo, questa immunità naturale non sembra avere alcuna importanza pratica nel controllo del tetano."</i> (2)</blockquote>
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
1)<br />
WHO Bulletin Supplement Vol 67 1989<br />
<a href="http://whqlibdoc.who.int/bulletin/1989/Vol67-Supp/bulletin_1989_67(supp)_3.pdf"><b>Health factors which may interfer with breastfeeding</b></a><br />
<br />
<br />
2)<br />
World Health Organization, 2007<br />
Immunological basis for immunization<br />
<a href="http://whqlibdoc.who.int/publications/2007/9789241595551_eng.pdf" style="font-weight: bold;">Module 3: Tetanus </a>Update 2006<br />
<br />
<br />
3)<br />
La diagnosi clinica<br />
<a href="http://www.anobii.com/01b89698be729760b2/books"><b>Principi metodologici del procedimento decisionale</b></a><br />
Cesare Scandellari<br />
Edizione Masson, 2005</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-67189505566633999542013-06-24T22:57:00.000+02:002013-07-28T18:26:58.139+02:00La favola dei bambini "naturalmente" protetti dal tetano - 2° parteNella <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/06/la-favola-dei-bambini-naturalmente.html"><b>prima parte</b></a> di questo articolo ho spiegato il motivo principale per cui un tasso di anticorpi contro il tetano sotto 0,1 UI/ml (misurato con l'ELISA classico) non dovrebbe essere interpretato come protettivo, come purtroppo molti genitori contrari alle vaccinazioni fanno, perché l'hanno letto in qualche libro o sito che critica le vaccinazioni o sentito a una delle conferenze tenute da (sempre gli stessi) medici antivaccinisti. <br />
<br />
Quando un qualsiasi medico di qualunque paese del mondo, prende in mano le analisi per il dosaggio degli anticorpi contro il tetano, fatte da un normale laboratorio con il test ELISA classico, e legge per esempio 0,02 UI/ml sa che molto probabilmente il paziente non è protetto dal tetano e consiglia vivamente di cominciare subito il ciclo primario che prevede 3 dosi più i successivi richiami per completare il ciclo vaccinale, seguendo le <a href="http://www.who.int/immunization/wer8120tetanus_May06_position_paper.pdf"><b>raccomandazioni internazionali</b></a>. Questo è il procedimento corretto nel pieno rispetto delle leges artis. Ogni altra interpretazione sarebbe un grave errore medico che potrebbe mettere a rischio la salute o addirittura la vita del paziente. Con il tetano non si scherza davvero! Se poi il risultato si riferisce a un bambino mai vaccinato, non rimangono dubbi sul fatto che non è protetto.<br />
<br />
Nella seconda parte di questo post conosceremo un altro motivo per la scelta di 0,1 UI/ml (nel test ELISA classico) come soglia che rappresenta il limite di separazione tra «positività» e «negatività» del test": i <b>falsi positivi </b>e i<b> falsi negativi</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<i>"Infatti, nessun metodo è infallibile, la certezza assoluta a questo mondo è creduta e pretesa solo dagli ingenui." </i>(cit. da "Le false certezze" di Rosario Brancato e Maurizio Pandolfi, Oscar Mondadori).<br />
<br />
Ho chiesto a un esperto in materia, il <a href="http://www.vaccinarsi.org/comitato-scientifico/"><b>Prof. Giancarlo Icardi</b> </a>dell'Università di Genova, di aiutarmi con questo tema complesso, e molto gentilmente ci ha fornito delle spiegazioni semplificate, in un linguaggio comprensibile anche per i non addetti al lavoro.<br />
<br />
Prima di tutto, ci spiega, è importante comprendere che un test è solo un test, e non un fatto. Questo mi ricorda il famoso quadro di René Magritte "Questa non è una pipa"<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgbLqXFJIcRnrnId_XwhVxnUkgVStDfdUOTiAtR0fQOpXN-lPYARLxWwrHIjFKACrDySrV1jAiYbGSrCOx43sn8tn0nJ4mDdsevcR_KWoExhFIyOM4VtutLRYjqhEV_OCZGpTCz7OTwqM/s1600/pipe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgbLqXFJIcRnrnId_XwhVxnUkgVStDfdUOTiAtR0fQOpXN-lPYARLxWwrHIjFKACrDySrV1jAiYbGSrCOx43sn8tn0nJ4mDdsevcR_KWoExhFIyOM4VtutLRYjqhEV_OCZGpTCz7OTwqM/s1600/pipe.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Diamo ora la parola al Prof. Giancarlo Icardi:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"I test non sono dei fatti. Per esempio, un test per il cancro è una cosa diversa dal fatto di avere un cancro. I test sono imperfetti. Rivelano cose che non esistono (falsi positivi) e mancano cose che esistono (falsi negativi). I test danno una probabilità da test... non una probabilità reale. Le persone spesso considerano direttamente i risultati del test, senza considerare gli errori nei test.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>I falsi positivi distorcono i risultati. Supponiamo che stiate cercando qualcosa di realmente raro (1 su un milione). Anche con un buon test è probabile che un risultato positivo sia realmente un falso positivo per qualcuno su 999.999 elementi esaminati che di fatto sono negativi.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Anche la scienza è un test. A livello metodologico, un esperimento scientifico può essere considerato "un test potenzialmente imperfetto" e necessita di essere trattato di conseguenza. C'è un test per un processo chimico o un dato fenomeno, e c'è il fenomeno stesso. I nostri test e apparecchiature di misura hanno un certo tasso intrinseco di errore."</i></blockquote>
Un esempio di questo l'abbiamo già visto nella prima parte di questo articolo, dove i grafici dimostravano che nei valori molto bassi l'ELISA classico rivela cose che in realtà non esistono.<br />
<br />
Ora guardiamo un po' più da vicino le caratteristiche del test ELISA classico perché questo ci fa comprendere ancora meglio perché è stato scelto come valore critico per il test degli anticorpi contro il tetano proprio 0,1 UI/ml. Inoltre ci farà capire quanto sia pericoloso spostare questa linea di separazione tra "protetti" e "non protetti" a 0,01 UI/ml come fanno Serravalle e Gava.<br />
<br />
Il Prof. Icardi continua con le sue spiegazioni:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Nel <b>grafico 1</b> sono riportate delle curve teoriche ottenute supponendo di saggiare con un test ELISA quantitativo, sieri di sangue prelevato da un campione di pazienti sicuramente protetti e da un campione di pazienti sicuramente non protetti.</i></blockquote>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNNrBCkm1bp-SG8-_vf2Im8fDhH9FBH01q0O5TR-lXRBdLU8QqS16znV9SCTzY1w-NyL_TenmQ9t3hfeYHQ1UrzcxB3Bu94KPgraFP9dg83ZTax5qASXg4QWx5dYa1m97aYFWex9hvi30/s1600/tetano_elisa_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNNrBCkm1bp-SG8-_vf2Im8fDhH9FBH01q0O5TR-lXRBdLU8QqS16znV9SCTzY1w-NyL_TenmQ9t3hfeYHQ1UrzcxB3Bu94KPgraFP9dg83ZTax5qASXg4QWx5dYa1m97aYFWex9hvi30/s320/tetano_elisa_1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Sull'asse delle ascisse (orizzontale) è stata riportata la densità ottica (D.O.) restituita dal test. Occorre tener presente che il valore di D.O. è proporzionale alla quantità di anticorpi presenti nel siero: più anticorpi ci sono nel siero e maggiore è la D.O. Ovviamente, più la D.O. è elevata , maggiore è la probabilità che il soggetto sia protetto.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Sull'asse delle ordinate (verticale) è riportata la frequenza di osservazioni, cioè il numero di soggetti che hanno evidenziato il titolo corrispondente in ascisse. Si noti che i soggetti non protetti hanno fatto registrare valori di D.O. mediamente più bassi rispetto ai soggetti protetti: la curva verde è infatti più a sinistra rispetto alla rossa. Si noti anche che le due curve si sovrappongono parzialmente: infatti, poiché spesso ciò che si misura è una variabile biologica, il limite tra soggetti sani e malati o protetti/non protetti non è ben definito.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Se i soggetti protetti facessero registrare valori sempre superiori rispetto ai non protetti il test sarebbe perfetto ed infallibile, e non ci sarebbero problemi di interpretazione." </i> </blockquote>
Proprio il fatto che il test non è perfetto e infallibile richiede l'esperienza degli addetti al lavoro che conoscono bene i limiti di questo test per poterlo usare in modo da ridurre i rischi per la popolazione al minimo e aumentare i benefici al massimo.<br />
<br />
Il Prof. Icardi ci spiega quali sono i criteri usati per decidere il valore soglia (= cut-off), usando sempre l'esempio teorico del grafico 1:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Il problema è quindi quello di stabilire un limite di separazione fra protetti e non protetti, ossia di stabilire il valore di densità ottica al di sopra del quale il soggetto viene ritenuto protetto e al di sotto del quale viene ritenuto non protetto.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Supponiamo di adottare come cut-off il valore di 1.0 (<b>grafico 2</b>). Ciò significa che si
considererà come «non protetto» ogni soggetto con densità ottica. ≤1.0, e «protetto» ogni
soggetto con densità ottica. >1.0. </i><i>Con un cut-off=1, i soggetti sono divisi in due classi:
test-positivi e test-negativi. Si noti come fra quelli classificati come
test-negativi sono compresi soggetti negativi veri, cioè realmente non protetti
(area verde) e soggetti negativi falsi, cioè in realtà protetti (area
tratteggiata viola). Analogamente, fra i test-positivi sono compresi soggetti
positivi veri (area rosa) e soggetti positivi falsi (area tratteggiata gialla).</i></blockquote>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFdfm33lndMrFgUQEe2aQs5lEZmKA-YnlBcaUHK3DRbz71ikFEa7ia5f6NqEli39ZO22UMkHcrHAY0vRMLUiP2viaNFdNmvBN-xSMcDWmyp4f9USD2NhpXUwfFTaF33UyjlqNFBBJTa6M/s1600/tetano_grafico2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFdfm33lndMrFgUQEe2aQs5lEZmKA-YnlBcaUHK3DRbz71ikFEa7ia5f6NqEli39ZO22UMkHcrHAY0vRMLUiP2viaNFdNmvBN-xSMcDWmyp4f9USD2NhpXUwfFTaF33UyjlqNFBBJTa6M/s320/tetano_grafico2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Se adottassimo un cut-off diverso osserveremmo l’aumento o
la diminuzione delle classi individuate, e di conseguenza l’aumento o la
diminuzione della sensibilità e della specificità del test. Aumentando il
cut-off, il numero complessivo di test-positivi diminuisce, ed aumenta quello
di test negativi: di conseguenza, la sensibilità diminuisce, e la
specificità aumenta. Diminuendo il cut-off, il numero complessivo di
test-positivi aumenta, e diminuisce quello di test negativi: di conseguenza, la
sensibilità aumenta, e la specificità diminuisce.</i><i> </i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i> Nel primo caso (aumento del cut-off e conseguente aumento
della specificità) il test riesce ad individuare un numero maggiore di soggetti
non protetti, con lo svantaggio di un aumento dei falsi negativi.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Nel secondo caso (diminuzione del cut-off e conseguente
aumento della sensibilità) il test riesce ad individuare un numero maggiore di
soggetti protetti, con lo svantaggio di un aumento dei falsi positivi.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>La scelta di privilegiare la sensibilità o la specificità di un test dipende dalle conseguenze sanitarie ed economiche dei falsi negativi e dei falsi positivi: un test molto sensibile dovrebbe essere scelto quando le conseguenze di una mancata diagnosi sono particolarmente gravi, mentre i test altamente specifici sono assai utili quando un risultato falso positivo risulta particolarmente dannoso.<br /><br />È quest’ultimo il caso della scelta del cut-off in base al quale considerare un soggetto protetto o meno nei confronti del tetano: considerare come protettivo un tasso plasmatico di anticorpi contro il tetano, misurato con test ELISA classico, superiore a 0,1 UI/ml, permette di ridurre al minimo i risultati falsamente positivi (area (b) del grafico 2), ovvero permette di minimizzare il rischio che un soggetto non protetto risulti invece protetto al test. Scegliere un cut-off più alto significa individuare tutti i soggetti che necessitano del vaccino per ottenere un’adeguata protezione nei confronti del tetano.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>La scelta di un cut-off inferiore aumenterebbe la proporzione di soggetti falsamente positivi al test (area (b) del grafico 2) ed esporrebbe quindi al rischio di contrarre un’infezione potenzialmente mortale tutti quei soggetti risultati falsamente protetti ma in realtà suscettibili all'infezione da Clostridium tetani."</i></blockquote>
Proprio quest'ultima frase spiega perché il cut-off di 0,01 UI/ml proposto da Serravalle e Gava per il test ELISA classico (vedi le mie spiegazioni della prima parte di questo post) è pericoloso: Aumenta il rischio che persone non protette dal tetano credano di essere protette e non offre nessun vantaggio reale.<br />
<br />
Finora abbiamo conosciuto le caratteristiche intrinseche del test ELISA classico e ci siamo resi conto che il cut-off indicato dagli esperti a livello mondiale è più che giustificato. Ma per una valutazione seria e professionale dei risultati di un test medico sono altrettanto importanti alcune informazioni indipendenti dal test.<br />
<br />
E qui entra in campo la probabilità condizionale che, "se capita ed applicata, risparmierebbe cantonate a categorie professionali come medici e magistrati." (cit. da "Le false certezze" di Rosario Brancato e Maurizio Pandolfi, Oscar Mondadori).<br />
<br />
Il Prof. Giancarlo Icardi ce lo spiegherà nella <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/07/la-favola-dei-bambini-naturalmente.html"><b>terza parte</b></a> di questo articolo.<br />
<br />
<br />Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-71953964215356299142013-06-14T13:27:00.000+02:002013-06-25T17:53:06.904+02:00La favola dei bambini "naturalmente" protetti dal tetano - 1°parte<b><br /></b>
<b>C'era una volta...</b><br />
<b><br /></b>
Durante un incontro con i genitori, dal titolo "Vaccinazioni - tra luci e ombre", svoltosi nel febbraio 2008 a Modena, il dott. Eugenio Serravalle (pediatra e omeopata) ha detto:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Una cosa brevemente sull'antitetanica però. Perché non è una malattia infettiva, quindi non ci si può contagiare così. Allora ci sono degli studi e io l'ho verificato su dei pazienti che hanno voluto fare questa cosa. Anche bambini mai vaccinati per il tetano hanno gli anticorpi per il tetano. A me è capitato di farlo su 20 pazienti che seguo e tutti e venti hanno gli anticorpi contro il tetano. Perché? Il tasso è protettivo. Bimbi di un anno. Allora come faccio a sapere che il vaccino è efficace e non è l'immunità naturale ad essere efficace contro la malattia?"</i></blockquote>
A parte il fatto che il tetano è invece una malattia infettiva (non contagiosa), questa affermazione mi aveva molto incuriosita, perché non riuscivo a immaginare come sia possibile che abbiano trovato anticorpi a livello protettivo in bambini mai vaccinati contro il tetano. Sul treno di ritorno a casa riflettevo su questa cosa. Che fossero ancora delle piccolissime rimanenze di anticorpi materni? Possibilissimo - visto che si trattava di bambini di un anno - ma comunque non a livelli protettivi. Quale concentrazione di anticorpi era stata trovata? Quali tipi di test di laboratorio saranno stati usati?<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Ero determinata a scoprire la verità su questa faccenda che mi sembrava, così come era stata riportata da Serravalle, impossibile, perché la dose letale di questa tossina per l'uomo è meno di 2,5 ng/kg (<a href="http://www.unitconversion.org/weight/grams-to-nanograms-conversion.html">1 ng = 0,000000001 gr</a>, quindi per una persona che pesa 75 kg la dose letale è meno di 0,000000187 gr). E' una concentrazione troppo bassa da poter indurre una risposta anticorpale e questo è il motivo per cui anche chi è sopravvissuto al tetano non diventa immune. Con il vaccino invece si raggiunge l'immunità perché contiene quantità abbastanza grandi di anatossine (la tossina resa completamente innocua) da poter essere riconosciuta dal sistema immunitario che produce poi gli anticorpi.<br />
<br />
Quindi si muore prima che si possano sviluppare gli anticorpi contro la tossina.<br />
<br />
Successivamente ho comprato il libro di Serravalle "Bambini super-vaccinati" nel quale tratta anche questo tema. Si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Nella mia esperienza, ho rilevato quasi sempre anticorpi antitetano con un tasso superiore a 0,01 UI/ml in bambini non vaccinati, dopo l'anno d'età. Questi valori non sono da riferire a un'immunità trasmessa dalla madre. Se la madre, nel corso della propria vita, ha ricevuto, oltre alla vaccinazione primaria, due o più richiami, può trasmettere al figlio anticorpi specifici la cui emivita è di due mesi circa. Successivamente questi anticorpi diminuiscono e scompaiono. Come spiegare la presenza di questi anticorpi in assenza di vaccinazione (e ovviamente di malattia)? I genitori possono verificare facilmente, con un semplice prelievo ematico, il livello degli anticorpi dei propri figli prima di procedere alla eventuale vaccinazione."</i></blockquote>
</blockquote>
E qualche frase prima spiega:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Si ritiene che la concentrazione minima di anticorpi circolanti capace di fornire un'adeguata protezione contro il tetano, sia di 0,01 UI/ml."</i></blockquote>
</blockquote>
Nel frattempo Serravalle ha pubblicato, insieme a Roberto Gava, il libro "Vaccinare contro il tetano?" Nella presentazione della casa editrice Librisalus si legge come segue:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Il nostro Ministero della Salute ha stabilito che va considerato come protettivo un tasso plasmatico dieci volte maggiore a quello proposto dagli studi scientifici internazionali (superiore a 0,1 UI/ml invece di 0,01 UI/ml), in questo modo risultano non protetti anche molti soggetti adeguatamente protetti."</i></blockquote>
Quindi sembra che in tutti questi bambini, mai vaccinati, sia stato trovato un tasso che secondo le indicazioni del Ministero della Salute non viene considerato come protettivo ma che invece per Serravalle e Gava lo è. Il prossimo passo è quindi scoprire chi ha ragione, il Ministero della Salute o Serravalle e Gava.<br />
<br />
I due medici fanno riferimento agli studi scientifici internazionali secondo cui una concentrazione anticorpale di ≥ 0,01 UI/ml significa che si è protetti.<br />
<br />
A che cosa si riferisce questo valore esattamente? Questo viene spiegato nel documento sul tetano dell'OMS della serie "Immunological basis for immunization" (Le basi immunologiche dell'immunizzazione):<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>La rilevazione degli anticorpi anti-tetano con il test di neutralizzazione in vivo è ritenuto il metodo gold standard perché misura direttamente l'attività biologica dell'antitossina tetanica. Il test di neutralizzazione è sensibile e permette di dosare il tasso di antitossine dell'ordine del millesimo di unità internazionali per millilitro, cioè di 0,001UI/ml (1)</i></blockquote>
Soltanto le antitossine biologicamente attive possono neutralizzare le tossine del tetano, e quindi proteggerci! La concentrazione minima protettiva (0,01 UI/ml) a cui Serravalle e Gava fanno riferimento corrisponde a quella rilevata con il test di neutralizzazione in vivo che è il riferimento di base per tutti gli altri tipi di test.<br />
<br />
Il test di neutralizzazione in vivo è costoso, richiede personale specializzato, un grande campione di sangue e molti animali di laboratorio (in genere topi).<br />
<br />
Nei laboratori di analisi delle ASL o quelle convenzionate ovviamente non si usa questo tipo di test <b>in vivo</b> ma test <b>in vitro</b>, di solito l'ELISA classico. Questo metodo dà risultati molto meno specifici rispetto a quello in vivo, soprattutto quando la concentrazione di anticorpi è estremamente bassa o addirittura assente, (come per esempio ci si deve aspettare nelle persone mai vaccinate).<br />
<br />
Il <a href="http://www.vaccinarsi.org/comitato-scientifico/"><b>Prof. Paolo Bonanni</b></a> dell'Universita' degli Studi di Firenze ci spiega:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Va considerato che le curve di taratura dei test per gli anticorpi sono lineari nella parte centrale (cioè piccole variazioni della colorazione del test corrispondono perfettamente a piccole variazioni del contenuto di anticorpi) che corrisponde a un dosaggio di anticorpi 'intermedio'. Ma nelle parti estreme della curva di taratura (livelli molto bassi o molto alti di anticorpi) la linearità si perde, e quindi può succedere di sbagliare il dosaggio molto più facilmente."</i><br />
<div>
<br /></div>
</blockquote>
<b>La soluzione del rebus</b><br />
<br />
Per questo livello di insicurezza nei valori molto bassi, quando si usa il test ELISA si considera un tasso di 0,1 UI/ml come un buon equivalente al tasso 0,01 UI/ml ottenuto con il test di neutralizzazione.<br />
<br />
Ed è questo il motivo per cui la circolare del Ministero della Salute indica come minima concentrazione protettiva 0,10 UI/ml. E non vale solo per l'Italia (come si legge spesso nei forum di antivaccinisti), ma per tutti i laboratori del mondo, che usano test di questo tipo! Metterò in fondo a questo articolo alcuni esempi.<br />
<br />
I seguenti grafici dimostrano molto bene l'inaffidabilità del test ELISA classico quando il tasso di antitossine nel sangue è estremamente basso. Si confronti per esempio il tasso intorno a 0,02 - 0,06 UI/ml rilevato con il test ELISA con il tasso protettivo rilevato con il test di neutralizzazione in vivo. La maggior parte dei risultati ottenuti con l'ELISA è molto sotto al livello protettivo ottenuto con il test in vivo. Questi sono i valori che più frequentemente vengono riportati dalle mamme di bambini mai vaccinati nei forum degli oppositori e che loro considerano invece come prova di una protezione sviluppatasi "naturalmente". E per sostenere questa convinzione fanno riferimento a Serravalle e Gava.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivVteIJuBBqkQZ0USMw4K-smCgDvWVwr4Lv37SI38eL5zdas3TtNCUPS5k0XGLHFvxvTj-L57DgWEzzEPkq-9AnPYWRXtYQM9Yw_wp8mFC_aVq4u3aEuda0SA8iyiRMhJkJ4LnMJm1VQI/s1600/tetano_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivVteIJuBBqkQZ0USMw4K-smCgDvWVwr4Lv37SI38eL5zdas3TtNCUPS5k0XGLHFvxvTj-L57DgWEzzEPkq-9AnPYWRXtYQM9Yw_wp8mFC_aVq4u3aEuda0SA8iyiRMhJkJ4LnMJm1VQI/s320/tetano_1.jpg" width="252" /></a></div>
<br />
Fonte del primo grafico:<br />
World Health Organization, 2007<br />
Immunological basis for immunization<br />
<a href="http://whqlibdoc.who.int/publications/2007/9789241595551_eng.pdf" style="font-weight: bold;">Module 3: Tetanus </a>Update 2006<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELoFgN-vTicLGm1SiIWKCNjZa2iZNb-a7NjF6vvSafnH6q5l3sZML9KfSMaNBPCQBTyKFErFU2EQhaXdj561rMwvhxQNnGpsQSKmTASYyzqnxXVV7RsWU7UcV8w3rthAI01Cyhj2331A/s1600/tetano_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELoFgN-vTicLGm1SiIWKCNjZa2iZNb-a7NjF6vvSafnH6q5l3sZML9KfSMaNBPCQBTyKFErFU2EQhaXdj561rMwvhxQNnGpsQSKmTASYyzqnxXVV7RsWU7UcV8w3rthAI01Cyhj2331A/s320/tetano_2.jpg" width="318" /></a></div>
<div>
<b><br /></b></div>
Fonte del secondo grafico: <br />
APMIS. 1997 Nov;105(11):843-53.<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=IMPROVED+ELISA+for+determination+of+antidiphtheria+kRISTIANSEN"><b>Improved ELISA for determination of anti-diphtheria and/or anti-tetanus antitoxin antibodies in sera.</b></a><br />
Kristiansen M, Aggerbeck H, Heron I.<br />
<br />
Nel Plotkin 2007 (vedi la bibliografia) viene spiegato:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Studi che confrontavano i risultati ottenuti con l'ELISA con quelli di neutralizzazione nei topi hanno dimostrato una forte correlazione tra le due prove nei casi in cui il tasso rilevato con l'ELISA è al di sopra di 0,16 - 0.20 UI/ml; quando il tasso rilevato con l'ELISA è sotto questo valore, la concentrazione di anticorpi biologicamente attivi viene sovrastimato in modo significativo."</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
(...)</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Nel riferire i risultati dei test di antitossina tetanica, il metodo di analisi utilizzato deve essere indicato, nonché la correlazione con il test di neutralizzazione in vivo, se noto." </i></blockquote>
<br />
Il seguente passaggio che si trova nel già citato documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità viene confermato quello appena spiegato:<br />
<div>
<div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"In conclusione, la quantità minima di antitossina circolante, che nella maggior parte dei casi assicura </i><i>l'immunità, dipende dal tipo di test. Con il test di neutralizzazione in vivo o l'ELISA <b>modificato </b></i><i>una concentrazione superiore a 0,01 UI/ml ml è generalmente considerata protettiva, mentre un tasso di antitossina di almeno 0,1 -0,2 UI/ml vengono definiti come positivi quando si usa l'ELISA <b>classico</b>.</i><i><br /></i><i>Comunque, sono stati documentati casi di tetano in persone con un tasso di anticorpi superiore a questa soglia. Perciò la "concentrazione di anticorpi protettiva" non può essere considerata come una garanzia per l'immunità in tutte le circostanze. L'obiettivo dovrebbe essere quello di mantenere alte concentrazioni di anticorpi per tutta la vita."</i></blockquote>
Il professore di fisica, Walter Levin (vedi la prima lezione di Fisica su iTunesU - Physics I: Classical Mechanics) sottolinea con grande insistenza il fatto della conoscenza del grado di insicurezza nelle misurazioni dicendo<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Any measurement that you make without knowledge of uncertainty is completely meaningless" </i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Traduzione:</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Qualunque misurazione che si fa senza conoscere il livello di incertezza, non ha nessuna validità."</i></blockquote>
A tutto questo si aggiunge un'altro problema che sarà trattato nella <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/06/la-favola-dei-bambini-naturalmente_24.html"><b>seconda parte </b></a>del post: <b>I falsi positivi</b><br />
<br /></div>
<div>
<div>
<br />
Esempi dei valori minimi di protezione usati in altri paesi:<br />
<br />
Stati Uniti D'America:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"However, tetanus can occur in the presence of “protective” levels of antitoxin </i><i>(></i><i>0,1 IU by standard ELISA); therefore, serology cannot exclude the diagnosis of tetanus."</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Traduzione:<br />"Tuttavia, il tetano si può manifestare anche in presenza di un tasso "protettivo" di antitossina </i><i>(></i><i>0,1 UI (misurato con l'ELISA), pertanto, la sierologia non può escludere la diagnosi di tetano."</i></blockquote>
Fonte: </div>
<div>
<a href="http://www.cdc.gov/vaccines/pubs/surv-manual/chpt16-tetanus.pdf">VPD Surveillance Manual, 5th Edition, 2011 16 Tetanus: Chapter 16-1</a></div>
<div>
<br />
<br />
Nel Plotkin 2007 si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"(...) in the United States, the U.S. Food and Drug Admininstation (FDA) uses 0.1 U/mL when determined by ELISA as the surrogate measure of the minimal level of protection" </i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i></i><i>Traduzione:</i><i>"(...) negli Stati Uniti, la U.S. Food and Drug Admininstation (FDA) usa 0.1 UI/mL - quando viene determinato con ELISA - come misurazione sostitutiva del tasso minimo di protezione."</i></blockquote>
<br />
In Germania:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd_7ISgarpx0RL3QDZM_u9zxcbob8lyHyu8uL3BwfuFp1OvCqdz-PBoxD346s9a4OVnOXjwwwMbdDaY0UefSM5tnZ4vYarv1GpnyeMn9RS0b_SdXMJPWbFppXslV8VR3bplA3xachR6tA/s1600/tetano_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="82" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd_7ISgarpx0RL3QDZM_u9zxcbob8lyHyu8uL3BwfuFp1OvCqdz-PBoxD346s9a4OVnOXjwwwMbdDaY0UefSM5tnZ4vYarv1GpnyeMn9RS0b_SdXMJPWbFppXslV8VR3bplA3xachR6tA/s320/tetano_3.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
< 0,1 U/ml kein ausreichender Impfschutz - Grundimmunisierung empfohlen<br />
0,1 - 0,2 U/ml fraglicher Impfschutz - Auffrischung empfohlen<br />
> 0,2 U/ml ausreichender Impfschutz - Kontrolle in 3 Jahren<br />
<br />
Traduzione:<br />
<br />
< 0,1 UI/ml Protezione insufficiente - si consiglia di fare il ciclo vaccinale di base<br />
0,1 - 0,2 UI/ml Protezione dubbia - richiamo<br />
> 0,2 UI/ml Protezione sufficiente - controllo fra 3 anni<br />
<div>
<br /></div>
<div>
Fonte: <a href="http://www.laborlexikon.de/Lexikon/Infoframe/t/Tetanus-Antikoerper.htm"><b>Laborlexikon</b></a></div>
<br />
La conclusione, dopo aver esaminato tutti questi dati, è che il tasso minimo protettivo indicato nella circolare del Ministero della Salute si basa su solidi dati scientifici internazionali mentre quello indicato da Serravalle e Gava si basa sull'ideologia, senza riscontro valido nella letteratura. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Bibliografia:</div>
<div>
1) World Health Organization, 2007<br />
Immunological basis for immunization<br />
<a href="http://whqlibdoc.who.int/publications/2007/9789241595551_eng.pdf" style="font-weight: bold;">Module 3: Tetanus </a>Update 2006<br />
<br />
2) Tetanus toxoid<br />
Wassila SGF, Roper MH, Kretsinger K, Orenstein WA.<br />
In: Plotkin SA, Orenstein WA, Offit PA, eds. Vaccines 5th edition.<br />
Philadelphia: Saunders; 2008:805–39.<br />
<br />
Link per gli altri articoli sul tema tetano che ho scritto finora:<br />
<br />
<b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2010/12/il-tetano-una-malattia-degli-anziani.html">Il tetano: una malattia degli anziani?</a></b><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2011/10/il-tetano-risposta-ai-commenti-del-dott.html"><b>Il tetano - risposta ai commenti del dott. Ascani - parte 1°</b></a><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2011/11/il-tetano-risposta-ai-commenti-del-dott.html"><b>Il tetano - risposta ai commenti del dott. Ascani - parte 2°</b></a><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2011/11/il-tetano-ultima-parte-delle-risposte.html"><b>Il tetano - ultima parte della mia risposta ai commenti del dott. Ascani </b></a><br />
<br />
<br /></div>
</div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-79940140370957724002013-05-17T08:57:00.000+02:002013-05-17T08:57:29.302+02:00Il vaccino MPR (morbillo - parotite - rosolia) non aumenta il rischio di infezioni Il morbillo causa una immunodepressione che può durare anche qualche mese perché il virus attacca e distrugge, fra l'altro, anche alcuni tipi di cellule del sistema immunitario.<br />
<br />
I virus nel vaccino MPR sono "vivi" ma attenuati, cioè sottoposti ad un procedimento che li rende incapaci di nuocere. Non sono più in grado di provocare la malattia ma riescono a sollecitare una risposta immunitaria. Si formano gli anticorpi (immunità umorale) e anche una memoria immunitaria (immunità cellulare) che protegge probabilmente per tutta la vita (lo sapremo con sicurezza solo quando i primi che sono stati vaccinati, all'inizio degli anni 60, avranno ca. 90 anni). Il livello di anticorpi scende con il trascorrere del tempo ma di solito, in caso di contatto con il virus selvaggio, entro pochi giorni si formano miliardi di nuovi anticorpi - grazie alla memoria immunitaria - che eliminano i virus prima che questi riescano a fare danni.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
A questo punto una domanda legittima è se anche il virus vaccinale del morbillo può provocare una certa immunodepressione e se, quindi, dopo la vaccinazione si è più soggetti alle infezioni virali e batteriche.<br />
<br />
Per trovare una risposta a questa e ad altre domande riguardo alla sicurezza del vaccino MPR, sono state fatte varie ricerche. La prima risale al 1986 (1) e si è svolta in Finlandia dove il vaccino MPR (due dosi) era stato introdotto nel 1982. Grazie all'alta copertura vaccinale (95% ca.), su base volontaria dei genitori, <b><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19022194">il morbillo e stato eliminato già nel 1996 e la rosolia e la parotite nel 1997</a>. </b><br />
<br />
Si tratta di uno studio su 581 coppie di gemelli, in totale 1162 bambini (età: da 14 mesi fino a 6 anni), in doppio cieco e controllato con un placebo (= né i medici né gli infermieri, né i genitori sapevano quale dei gemelli riceveva il vaccino e quale il placebo). Ogni coppia di gemelli riceveva due iniezioni, la seconda a distanza di tre settimane dalla prima. Uno è stato vaccinato con la prima iniezione e la seconda era un placebo mentre l'altro riceveva con la prima iniezione il placebo e con la seconda il vaccino. I genitori dovevano prendere accuratamente nota di ogni reazione che notavano nei bambini.<br />
<br />
Le reazioni associate direttamente alla vaccinazione riguardavano globalmente il 6% dei vaccinati. Nei bambini tra 14 e 18 mesi avvenivano tra il 6° e 14° giorno dopo l'iniezione (con picco al 10° giorno). La reazione per cui l'associazione causale era più evidente era la febbre di più di 38,5 °C.<br />
<br />
Invece i bambini che ricevevano la seconda dose (a 6 anni) avevano da 5 a 15 volte meno episodi di febbre. In questo studio, nei gemelli di questa fascia d'età, l'unica reazione causata dal vaccino era l'artralgia (dolore alle articolazioni).<br />
<br />
Il 15 - 20% dei bambini aveva modesti sintomi respiratori e non c'era nessuna differenza fra quelli vaccinati e quelli che avevano ricevuto il placebo. Questi sintomi aumentavano dopo l'iniezione (del vaccino o del placebo) per rimanere poi sullo stesso livello di frequenza.<br />
<br />
Qui sotto si vede il grafico che mostra l'aumento dei sintomi respiratori sia nei vaccinati (linea in grassetto) che in quelli che avevano ricevuto il placebo (linea sottile). La curva superiore si riferisce al momento della prima iniezione e quella inferiore (invertita) alla seconda. Questo fa vedere in modo veramente chiaro che spesso quello che si osserva dopo le vaccinazioni avviene per pura coincidenza. Di solito è estremamente difficile far comprendere questo alle persone, ma il grafico non lascia proprio dubbi. A partire dal settimo giorno i gemelli che avevano ricevuto il placebo avevano addirittura un'incidenza leggermente maggiore di sintomi respiratori!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr0arQp-iXw1T7SKrBso4HYC-H6_B7gJsPTFKPOJ6QLRvX7CRaXzf1NRF2LBMrzl6byH1CcH-Y0IKvO-xpy7LbMMVeLpETjOiLzj5Jxjyse_GpQ2XHkdLp6LXt9Lx4HrBa37xryUXQfiU/s1600/peltola_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr0arQp-iXw1T7SKrBso4HYC-H6_B7gJsPTFKPOJ6QLRvX7CRaXzf1NRF2LBMrzl6byH1CcH-Y0IKvO-xpy7LbMMVeLpETjOiLzj5Jxjyse_GpQ2XHkdLp6LXt9Lx4HrBa37xryUXQfiU/s320/peltola_1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Per quanto riguarda invece la febbre > 38,5 si vede bene che nei primi giorni l'incidenza era uguale nei vaccinati e nei non vaccinati, mentre dal sesto al quattordicesimo giorno (con picco al decimo) la febbre era indubbiamente causata dal vaccino:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiguOkKJweYYj_CXL3Uli1pDmP0Yn7_H579mysq6CUYmEe4Gr23bZ3-oV3Yd7N0ByaKKH5PV5UtkqxpDO1LWnWF8Veu8nc32E6bTMW6gYI-PxEJu9jdlDbbJ_SXwIVoRNWv6tPorgt0JPw/s1600/peltola_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiguOkKJweYYj_CXL3Uli1pDmP0Yn7_H579mysq6CUYmEe4Gr23bZ3-oV3Yd7N0ByaKKH5PV5UtkqxpDO1LWnWF8Veu8nc32E6bTMW6gYI-PxEJu9jdlDbbJ_SXwIVoRNWv6tPorgt0JPw/s1600/peltola_2.jpg" /></a></div>
<br />
Fonte:<br />
Pediatrics 2000 Nov;106(5):E62.<br />
<div>
<a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/106/5/e62.full.pdf+html"><b>Day-to-day reactogenicity and the healthy vaccinee effect of measles-mumps-rubella vaccination.</b></a><br />
Virtanen M, Peltola H, Paunio M, Heinonen OP.<br />
(E' uno studio successivo a quello del 1986, basato sugli stessi dati di quelli raccolti nel 1986 da Peltola e Heinonen)</div>
<br />
<br />
Questo è un ottimo esempio per dimostrare un fenomeno che si chiama "healthy vaccinee effect" (effetto del vaccinato sano) che si spiega così:<br />
<br />
Di solito, quando un bambino è malato, si rimanda la vaccinazione. Molti bambini piccoli hanno abbastanza spesso tosse e altri sintomi di malattia da raffreddamento perché si devono ancora "fare gli anticorpi", un processo del tutto normale. Quindi li si portano a vaccinare in uno dei periodi in cui stanno bene. Subito dopo, il bambino riprende, seguendo il normale ritmo di alti e bassi di prima, ad avere questi leggeri sintomi. Quando prima della vaccinazione ovviamente nessuno poteva dire che i sintomi erano stati causati dal vaccino, ma ci si limitava a lamentarsi perché si doveva continuamente rimandare la vaccinazione, appena questa è stata eseguita, tutto quello che prima era guardato come un normale segno dell'allenamento del sistema immunitario, improvvisamente viene attribuito al vaccino.<br />
<br />
La febbre è una normale reazione del sistema immunitario al vaccino, non va confusa con un segno di immunodepressione che è tutt'altra cosa. In caso di un'infezione da virus selvaggio la febbre si manifesta con la stessa tempistica, solo che è più alta e dura diversi giorni.<br />
<br />
Qui vediamo un'altro grafico che dimostra molto bene il confronto dei sintomi fra i gemelli vaccinati e quelli che avevano ricevuto il placebo:<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEign8LHBUlXJ6xhfuXe86IF7r20x1pKyI6mfTUAebOq5KGQYyKqMQaxt1hVBF1jN98x6BjM1HveSJA562T3rcuCplfXtqp97cwVP-KHQW_0sYkR3pGUx0OuDk90c5GFrsd3SdqH9Np28W4/s1600/Mmr_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEign8LHBUlXJ6xhfuXe86IF7r20x1pKyI6mfTUAebOq5KGQYyKqMQaxt1hVBF1jN98x6BjM1HveSJA562T3rcuCplfXtqp97cwVP-KHQW_0sYkR3pGUx0OuDk90c5GFrsd3SdqH9Np28W4/s320/Mmr_2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Fonte del grafico: <a href="http://science.org.au/policy/documents/Figures/AAS_Fig%204.1.pdf"><b>Australian Academy of Science</b></a><br />
<br />
<br />
Anche gli altri studi (2-7) con cui si controllava se i bambini avessero un più alto rischio di infezioni virali o batteriche dopo la vaccinazione, non hanno trovato nessun'aumento rispetto ai bambini non vaccinati.<br />
<br />
I periodi post-vaccinali in osservazione erano anche piuttosto lunghi: per esempio 90 giorni (2, 5).<br />
<br />
Uno studio danese del 2005 (6) ha addirittura confrontato i dati di tutti i bambini nati in Danimarca dal 1990 al 2001 (= 850.206 bambini). Associavano i ricoveri per infezioni virali o batteriche alle vaccinazioni ricevute. Fra le cause che avevano richiesto il ricovero c'erano: malattie respiratorie acute, polmonite batterica o virale, setticemia, infezioni virali del sistema nervoso centrale, meningiti batteriche, diarrea. C'era anche un piccolo gruppo di bambini che non era stato vaccinato per niente. Confrontando i loro dati con quelli degli altri bambini, i ricercatori non hanno trovato nessuna differenza nella frequenza di diversi tipi di malattie che richiedevano il ricovero. Questo studio si è basato su un enorme numero di bambini e copriva un periodo di 11 anni. Se i vaccini multipli (lo studio riguardava tutti i vaccini del calendario vaccinale per l'infanzia, non solo l'MPR) dovessero indebolire il sistema immunitario, questo sarebbe sicuramente stato notato. Se si sommano i dati che ad oggi sono stati raccolti dalla ricerca, non si può continuare a credere che i bambini non vaccinati siano più sani, come si sento spesso dire i genitori che rifiutano di proteggere i propri bambini da malattie infettive pericolose.<br />
<br />
I dati a disposizione indicano chiaramente che se il virus attenuato del morbillo nel vaccino MPR induce una leggera immunodepressione, questa è clinicamente di nessuna importanza, altrimenti in tutti questi studi si doveva notare un'aumentato rischio di infezione nei vaccinati. In alcuni studi si è invece trovata una leggera tendenza nei non vaccinati ad ammalarsi più spesso di infezioni diverse da quelle contro cui i vaccini sono diretti.<br />
<br />
Il vaccino MPR protegge quindi<br />
<br />
- dalle conseguenze avverse causate direttamente dal virus selvaggio del morbillo (incluse quelle gravi che possono anche essere mortali, come la polmonite e l'encefalite)<br />
<br />
- dalle superinfezioni batteriche secondarie a cui la forte immunodepressione nei malati di morbillo (che può durare anche mesi) apre le porte<br />
<br />
Gli altri articoli del mio blog che riguardano il vaccino MPR, e in modo particolare la componente contro il morbillo si trovano qui:<br />
<br />
<a href="http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm">http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm</a><br />
<br />
e qui i link per gli altri post della serie sui vaccini multipli:<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html"><br /></a>
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html">I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?</a><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/02/i-vaccini-multipli-fanno-deragliare-il.html">I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario?</a><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/03/i-vaccini-multipli-non-aumentano-il.html">I vaccini multipli non aumentano il rischio di autismo</a><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/04/i-vaccini-multipli-indeboliscono-il.html">I vaccini multipli indeboliscono il sistema immunitario?</a><br />
<br />
<br />
Bibliografia:<br />
<div>
<br />
1) Lancet 1986; 939–42<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Frequency+of+true+adverse+reactions+to+measles-mumps-rubella+vaccine%3A+a+double-blind+placebo-controlled+trial+in+twins."><b>Frequency of true adverse reactions to measles-mumps-rubella vaccine: a double-blind placebo-controlled trial in twins. </b></a><br />
Peltola H, Heinonen OP. <br />
<br />
<br />
2) Am J Dis Child 1991 Jul;145(7):746-9<br />
<a href="http://www.blogger.com/Am%20J%20Dis%20Child.%201991%20Jul;145(7):746-9.%20Apparent%20decreased%20risk%20of%20invasive%20bacterial%20disease%20after%20heterologous%20childhood%20immunization.%20Black%20SB,%20Cherry%20JD,%20Shinefield%20HR,%20Fireman%20B,%20Christenson%20P,%20Lampert%20D.%20Source%20Northern%20California%20Kaiser%20Permanente%20Vaccine%20Study%20Center,%20Oakland%2094611."><b>Apparent decreased risk of invasive bacterial disease after heterologous childhood immunization</b></a><br />
<div>
Black SB, Cherry JD, Shinefield HR, Fireman B, Christenson P, Lampert D.<br />
Northern California Kaiser Permanente Vaccine Study Center, Oakland 94611.<br />
<br />
<br />
3) Pediatrics 2000 Nov;106(5):E62.</div>
<div>
<a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/106/5/e62.full.pdf+html"><b>Day-to-day reactogenicity and the healthy vaccinee effect of measles-mumps-rubella vaccination.</b></a><br />
Virtanen M, Peltola H, Paunio M, Heinonen OP.<br />
<br />
<br /></div>
<div>
4) Institute of Medicine<br />
<div>
<b><a href="http://www.nap.edu/catalog.php?record_id=10306">Immunization safety review: multiple immunizations and immune dysfunction</a> </b><br />
Stratton K, Wilson CB, McCormick M, eds.</div>
<div>
Washington, DC: National Academy of Sciences, Editors National Academy Press, 2002.<br />
<br />
<br />
<div>
5) Arch Dis Child 2003;88:222-223<br />
<div>
<a href="http://adc.bmj.com/content/88/3/222.full"><b>Bacterial infections, immune overload, and MMR vaccine</b></a><br />
E. Miller et al<br />
<br />
<br />
6) AMA 2005;294(6):699-705<br />
<a href="http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=201371"><b>Childhood Vaccination and Nontargeted Infectious Disease Hospitalization</b></a><br />
Hviid A, Wohlfahrt J, Stellfeld M, Melbye M.<br />
<br />
<br />
7) Vaccine 2009 Feb 25;27(9):1422-5</div>
<div>
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=No+evidence+of+an+increase+of+bacterial+and+viral+infections+following+Measles%2C+Mumps+and+Rubella+vaccine"><b>No evidence of an increase of bacterial and viral infections following Measles, Mumps and Rubella vaccine</b></a><br />
Julia Stowe, Nick Andrews, Brent Taylor, Elizabeth Miller.<br />
<br />
<br />
8) Pediatrics 2002 Jan;109(1):124-9.<br />
<a href="http://www.pediatricsdigest.mobi/content/109/1/124.full"><b>Addressing parents' concerns: do multiple vaccines overwhelm or weaken the infant's immune system?</b></a><br />
Offit PA, Quarles J, Gerber MA, Hackett CJ, Marcuse EK, Kollman TR, Gellin BG, Landry S.<br />
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-61258824571827536122013-04-17T19:43:00.002+02:002019-01-02T10:34:08.109+01:00I vaccini multipli indeboliscono il sistema immunitario?Uno dei tanti pseudo-argomenti con cui i genitori vengono confrontati, quando cercano informazioni con Google, è che i bambini vaccinati si ammalano più spesso, "perché i vaccini indeboliscono il sistema immunitario". Quante volte ho letto di mamme che raccontano nei forum e su facebook che i loro figli non vaccinati non si ammalano quasi mai mentre tutti i bambini vaccinati del vicinato, dei parenti e conoscenti sono costantemente malati.<br />
<br />
E' essenziale comprendere che le esperienze personali possono essere facilmente distorte. Generalmente questo succede perché c'è una specie di "conflitto d'interesse": si tende a notare e accettare solo quello che corrisponde alla propria convinzione. Si notano prevalentemente i casi che confermano che la propria decisione sia quella giusta: ci tranquillizzano e ci rimangono impressi nella mente con più facilità. Questo fenomeno si chiama <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bias_di_conferma">bias di conferma</a>.</b><br />
<br />
<a name='more'></a><br />
Un importante compito del metodo scientifico è ridurre al massimo o idealmente annullare completamente questo errore a cui siamo soggetti tutti quanti, nessuno escluso, anche i ricercatori stessi. E non c'entrano i soldi in questo, ma fa parte della natura umana.<br />
<br />
Quando gli attivisti che cercano di convincere i genitori che le vaccinazioni sono la madre di tutti i mali e responsabili di qualsiasi malattia conosciuta, anche di quelle che si manifestano 20 o 30 anni dopo, e addirittura fino alla seconda e terza generazione (non sto scherzando, lo dicono davvero!), si legge sempre questo mantra:<br />
<br />
"Finché non faranno uno studio a doppio cieco che confronta bambini vaccinati con bambini non vaccinati non sapremo mai se i vaccini sono efficaci e non conosceremo gli effetti sulla salute."<br />
<br />
Naturalmente, dopo che un vaccino è stato approvato perché ha dimostrato l'efficacia e la sicurezza, nessuna commissione etica approverebbe uno studio di questo tipo. I genitori che vogliono proteggere i propri bambini dalle pericolose malattie prevenibili con le vaccinazioni non accetterebbero che finiscano nel gruppo di controllo (quello dei non vaccinati), ma nemmeno i genitori contrari ai vaccini vorrebbero correre il "rischio" (dal loro punto di vista) che i loro bambini entrino nel gruppo dei vaccinati. Ci sono diversi argomenti, oltre a quello appena spiegato, che rendono impraticabile il tipo di studio proposto dagli anti-vaccinisti. E anche l'alternativa, di fare uno studio non in doppio cieco e confrontare i bambini che non verrebbero vaccinati comunque perché i genitori sono contrari, con quelli vaccinati, non è fattibile, per una serie di motivi. Prima o poi scriverò un post in cui tratterò questo tema in modo approfondito.<br />
<br />
Sono state fatte diverse ricerche che confrontano una popolazione vaccinata con una non vaccinata ma siccome i risultati non sono quelli che gli anti-vaccinisti si augurerebbero, preferiscono non menzionarli o se lo fanno, tendono a rovesciare il risultato. Inoltre fa più effetto chiedere a gran voce tipi di studi di cui sanno molto bene che non potranno mai essere fatti perché sono contro l'etica.<br />
<br />
Per esempio nel 2011 è stato pubblicato uno studio del Robert Koch Institut di Berlino, che confronta bambini e adolescenti tedeschi (da 1 a 17 anni) non vaccinati con bambini vaccinati con almeno un vaccino. E' uno studio retrospettivo (cioè effettuato con dati del passato, in questo caso sono stati raccolti tra il maggio 2003 e il maggio 2006). Una debolezza di questo studio è che solo lo 0,7% dei bambini non era mai stato vaccinato, cioè 94 su una coorte di 13.453. Troverete la citazione, il link e alcune informazioni interessanti sui retroscena di questa ricerca in fondo a questo post, nella bibliografia.<br />
<br />
Questo bassissimo numero di non vaccinati tra 1 e 17 anni è naturalmente rassicurante ma pone dei limiti riguardo alla misurazione statistica, soprattutto per quanto riguarda l'analisi di sottogruppi. Ma nonostante questo, i risultati sono molto eloquenti, come vedremo.<br />
<br />
Sono stati presi in esame:<br />
<br />
La prevalenza di alcune malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni<br />
<ul>
<li>pertosse</li>
<li>morbillo</li>
<li>parotite</li>
<li>rosolia</li>
</ul>
Il numero complessivo di alcune malattie infettive non prevenibili con le vaccinazioni, nel corso dei 24 mesi prima della raccolta dati.<br />
<ul>
<li>sindrome influenzale</li>
<li>tonsillite</li>
<li>infezione da herpesvirus</li>
<li>bronchite</li>
<li>infezione gastrointestinale</li>
<li>cistite e/o uretrite</li>
<li>congiuntivite purulenta (cioè di origine batterica)</li>
<li>croup nei bambini fino a 11 anni </li>
</ul>
<br />
Alcune malattie allergiche<br />
<ul>
<li>rinocongiuntivite allergica</li>
<li>eczema atopico</li>
<li>asma bronchiale</li>
</ul>
Altre<br />
<ul>
<li>bronchite ostruttiva</li>
<li>polmonite e otite media</li>
<li>malattie al cuore</li>
<li>anemia</li>
<li>epilessia</li>
<li>disordine dell'attenzione ADHD</li>
</ul>
<br />
Solo per la prevalenza della pertosse, il morbillo e la parotite è stata trovata una differenza statisticamente significativa tra vaccinati e non vaccinati. La proporzione dei bambini e adolescenti non vaccinati che avevano avuto la pertosse, il morbillo, la parotite e/o la rosolia era molto più alta che nei bambini che erano stati correttamente vaccinati contro queste malattie (per questo confronto sono stati estratti dal pool dei bambini vaccinati quelli per cui c'era la documentazione che attestava il completamento delle dosi raccomandate secondo il calendario vaccinale. Il motivo è che anche fra i vaccinati ci sono stati soggetti che non erano stati vaccinati contro queste quattro malattie o che non avevano completato tutto il ciclo vaccinale secondo le raccomandazioni).<br />
<br />
Qui si può vedere la tabella con il numero di casi e le percentuali (cliccare per ingrandire le tabelle in questo articolo)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjbAdwsmJbBXQaRDCHiWsAkXpav2TDoCPC_yB903i7H72y-ihsQpe35XL-BKRhjGC6mmaCgqVimlS28j7LXrsSGmarrBUgVgdZlLHH8zxd93J81g_xfZIgypBPcX7TN2ruXWt1laS2URc/s1600/vaccini_multipli_2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjbAdwsmJbBXQaRDCHiWsAkXpav2TDoCPC_yB903i7H72y-ihsQpe35XL-BKRhjGC6mmaCgqVimlS28j7LXrsSGmarrBUgVgdZlLHH8zxd93J81g_xfZIgypBPcX7TN2ruXWt1laS2URc/s320/vaccini_multipli_2.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Solo la rosolia non raggiunge un valore statisticamente significativo. In questo studio, come nella maggioranza degli studi, il livello di significatività statistica è stato stabilito con il 5%, perciò solo quando il valore P è meno di 0,05 il risultato può essere interpretato come statisticamente significativo. In altre parole, le probabilità statistiche che il risultato sia dovuto al caso sono meno del 5%. La possibilità di avere la sicurezza assoluta non esiste, rimane sempre un margine di insicurezza cioè che si potrebbe trattare di un risultato dovuto al caso. Questo fa parte del metodo scientifico. Però, se si guarda la differenza della probabilità di ammalarsi di pertosse nei non vaccinati, con quella dei vaccinati secondo le raccomandazioni, non ci sarà la sicurezza assoluta (che come ho spiegato non esiste) ma obiettivamente parlando, rimangono veramente pochi dubbi: il valore P è molto al di sotto dello 0,05: è 0,0001. E anche per il morbillo vale lo stesso: valore P= 0,0095.<br />
<br />
<br />
Questi risultati dimostrano varie cose:<br />
<br />
1) che i bambini non vaccinati hanno un rischio maggiore e reale di prendersi le malattie infettive contro cui si vaccina, nonostante che ci sia l'immunità del gregge che comunque riduce fortemente l'incidenza.<br />
<br />
<br />
2) Anche se è vero che questo studio ha il difetto che c'è un'enorme differenza tre il numero dei vaccinati (13.359) e quello dei non vaccinati (94), è comunque stato possibile individuare una differenza significativa per quanto riguarda alcune malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni, che oggi - grazie all'alta copertura vaccinale - non sono proprio molto frequenti.<br />
<br />
Questo dimostra quindi che i dati e il metodo statistico usato sono anche adeguati per scoprire nel gruppo dei vaccinati un sensibile aumento nella frequenza delle altre malattie infettive, quelle non prevenibili dalle vaccinazioni, se la tesi che i vaccini multipli "indeboliscono" il sistema immunitario, fosse vera.<br />
<br />
Logicamente una immunodepressione si dovrebbe tradurre in una prevalenza di malattie infettive decisamente più alta, nei vaccinati. Se no, che immunodepressione sarebbe?<br />
<br />
E con questo siamo arrivati alla seconda misurazione statistica di questo studio.<br />
<br />
Ecco la tabella che mostra il valore mediano di varie infezioni - riportati dai genitori - nell'arco di 24 mesi precedenti alla raccolta dati<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE31hf73Uy3xoufELva1laR5qq8TvnegzVPfwwQl1QNr5ZRezWRLimotAkcNUWOsHHrtEXDBcsjEJcR4mZIvBY2gsUFUiy0oXQYtMWZToC3-YRYXaJ8N2ntUzDFYqqRRxWSZgfKg9PxTY/s1600/vaccini_multipli_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE31hf73Uy3xoufELva1laR5qq8TvnegzVPfwwQl1QNr5ZRezWRLimotAkcNUWOsHHrtEXDBcsjEJcR4mZIvBY2gsUFUiy0oXQYtMWZToC3-YRYXaJ8N2ntUzDFYqqRRxWSZgfKg9PxTY/s320/vaccini_multipli_3.jpg" width="282" /></a></div>
Basta guardare i valore P che sono tutti ampiamente sopra lo 0,05. Quindi la differenza tra i vaccinati e i non vaccinati non raggiunge la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Significativit%C3%A0"><b>significatività</b> </a> statistica, in altre parole i vaccinati si ammalavano di questo tipo di infezioni con la stessa frequenza dei non vaccinati.<br />
<br />
Ricordiamoci che si tratta sempre dello stesso ordine di grandezza con cui sono stati trovati i valori P di 0,0001 e 0,0095 rispettivamente per la pertosse e per il morbillo.<br />
<br />
E qui si vede la tabella che fa vedere la prevalenza di alcuni tipi di allergie (dati confermati da cartelle cliniche mediche)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVAOqDQc2k3XWxo8B2XwoSXAYcjANWFMmJEaWO2awYyj8d0wfhouushV3FKmECWebfa5bYigApJvNsqlDYtHnQWhtijPI4cVNoXY1wx-a0LWiVWgkDfQ_PD47gOjpslk9dR90-tS5Mh1c/s1600/vaccini_multipli_4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVAOqDQc2k3XWxo8B2XwoSXAYcjANWFMmJEaWO2awYyj8d0wfhouushV3FKmECWebfa5bYigApJvNsqlDYtHnQWhtijPI4cVNoXY1wx-a0LWiVWgkDfQ_PD47gOjpslk9dR90-tS5Mh1c/s320/vaccini_multipli_4.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Anche qui i ricercatori non hanno trovato importanti differenze tra i vaccinati e i non vaccinati.<br />
<br />
Gli autori fanno anche notare che i dati raccolti rispecchiano la naturale diminuzione della frequenza delle malattie infettive, non prevenibili con le vaccinazioni, con l'età, sia nei vaccinati che nei non vaccinati. Al contrario, la prevalenza delle allergie aumenta in tutti i bambini con la crescita, indipendentemente se questi erano vaccinati o no.<br />
<br />
Questa è un'ulteriore prova dell'affidabilità e del grado di sensibilità statistica di questo studio e dimostra che è ampiamente adeguato per far risaltare (individuare) gli effetti deleterie delle vaccinazioni tanto acclamate dagli anti-vaccinisti, se queste esistessero davvero.<br />
<br />
Ma non c'è traccia di questi effetti negativi che si sarebbero notati senz'altro, se i vaccini multipli fossero in grado di indebolire il sistema immunitario.<br />
<br />
Da questo studio risulta che il rischio di ammalarsi di pertosse, morbillo, parotite e rosolia supera decisamente il rischio degli eventi avversi. Questo rischio sarebbe naturalmente molto maggiore se si smettesse di vaccinare come auspicano gli oppositori. In questo caso crescerebbe, anno dopo anno, il numero di bambini non protetti e tornerebbero senz'altro anche la polio e la difterite che ora non possono prendere piede grazie all'alta copertura vaccinale che viene mantenuta da molti decenni. E' un "bel" affare che propongono gli anti. Avremmo tantissimi casi di pertosse, morbillo, parotite, rosolia, polio, difterite etc. con bambini gravemente danneggiati e moltissimi morti mentre l'incidenza di tutte le altre malattie, sia infettive che non, continuerebbero con la stessa frequenza di prima.<br />
<br />
Anche qualche anti-vaccinista ha citato questo studio ma introducendolo così: "I bambini non vaccinati soffrono meno di malattie infettive!" che capovolge naturalmente completamente i risultati di questo studio. E' vero proprio il contrario (vedi pertosse, morbillo e parotite). Fanno finta di non vedere i valori P e le barre degli intervalli di confidenza (che si leggono nel testo e si vedono nei grafici) e dimostrano la solita ignoranza in materia. Dicono per esempio, che i bambini vaccinati dell'età tra 1 a 5 anni si ammalano del 27% più spesso dei bambini non vaccinati e quelli da 11 a 17 anni del 16%. Naturalmente questa conclusione è antiscientifica perché non prende in considerazione l'alto livello di insicurezza dei dati che riguardano i 94 bambini non vaccinati. Proprio per ovviare a questo, viene calcolato un'ampio intervallo di confidenza. Con un numero così basso bastano pochi episodi di malattia in più o in meno per stravolgere il risultato. Mentre nei 13.359 bambini non cambia niente con lo stesso numero di casi per eccesso o difetto che nei 94 casi farebbe stravolgere i risultati. E' un po' come la differenza che c'è se si butta un sasso in una pozzanghera o uno delle stesse dimensioni in un lago. Per avere lo stesso effetto nel lago ci vuole un sasso proporzionalmente più grande. Appunto questa differenza si cerca di ridurre con l'intervallo di confidenza.<br />
<br />
Nel 2002 il comitato per la sicurezza delle immunizzazioni del Institute of Medicine aveva esaminato gli studi scientifici per verificare se evidenziavano un'aumento di suscettibilità per infezioni varie come sostengono gli antivaccinisti. La conclusione è che l'evidenza epidemiologica e clinica smentisce l'ipotesi che i vaccini multipli aumentano il rischio di infezioni.<br />
<br />
<br />
<a href="https://www.nap.edu/catalog/10306/immunization-safety-review-multiple-immunizations-and-immune-dysfunction"><b>Immunization Safety Review: Multiple Immunizations and Immune Dysfunction</b></a><br />
<br />
<br />
Institute of Medicine (IOM) Report - 2002<br />
<br />
Sono stati fatti vari studi, anche dopo quel report del IOM, e anche questi confermano che i vaccini non aumentano nei vaccinati il rischio di infezioni.<br />
<br />
Non vaccinare comporta solo rischi inutili, e nessun benefit. I bambini non vaccinati si ammalano con la stessa frequenza di quelli vaccinati secondo il calendario vaccinale (ad eccezione delle malattie infettive contro cui i vaccini sono diretti ovviamente, di questi si ammalano decisamente di più quelli senza protezione).<br />
<br />
E' una chiara dimostrazione che l'affermazione che i vaccini multipli indeboliscono il sistema immunitario è una bufala, perché se fosse vera, il primo segnale sarebbe una maggiore suscettibilità alle infezioni rispetto ai non vaccinati.<br />
<br />
Nella seconda parte riporterò alcuni studi che riguardano in modo specifico il vaccino MPR (morbillo + parotite + rosolia)<br />
<br />
<br />
Questo era il quarto post sui vaccini multipli. I primi tre si trovano qui:<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html"><br /></a><b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html">"I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?"</a></b><br />
<b><br /></b><b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/02/i-vaccini-multipli-fanno-deragliare-il.html">"I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario?"</a></b><br />
<br />
<a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/03/i-vaccini-multipli-non-aumentano-il.html"><b>"I vaccini multipli non aumentano il rischio di autismo"</b></a><br />
<br />
<br />
<br />
Bibliografia:<br />
<br />
<b>V<a href="https://www.aerzteblatt.de/pdf.asp?id=80869">accination Status and Health in Children and Adolescents: Findings of the German Health Interview and Examination Survey for Children and Adolescents (KiGGS)</a></b><br />
Schmitz et al.<br />
Dtsch Arztebl Int, 2011, 108 (7), 99-104<br />
<br />
I dati provengono da questo studio longitudinale:<br />
<br />
<a href="http://www.kiggs-studie.de/deutsch/home.html"><b>Studie zur Gesundheit von Kindern und Jugendlichen in Deutschland (KiGGS) </b></a><br />
(= Studio per la salute di bambini e adolescenti in Germania)<br />
<br />
E' promosso e finanziato dal Ministero Federale della Sanità e della Previdenza Sociale, e dal Ministero dell'Istruzione e della Ricerca. E' svolto dal Robert Koch Institut, Berlino. E' uno studio longitudinale con la durata di parecchi anni e serve per monitorare la salute dei bambini e degli adolescenti in Germania. A intervalli più o meno regolari (il RKI li chiama onde) vengono raccolti dati. Lo studio di cui Vi ho parlato nel presente articolo ha attinto ai dati raccolti durante l'indagine di riferimento, dal maggio 2003 al maggio 2006. La prossima "onda" di raccolta dati comincerà alla fine di quest'anno e durerà fino al 2016. Anche tra il 2009 e il 2012 sono stati raccolti dati e si prevede che i risultati saranno disponibili alla fine del 2013.<br />
<br />
Qui si può vedere come i bambini e adolescenti vengono seguiti nel corso degli anni. In celeste le coorti che ne fanno parte dall'inizio, in celeste chiaro ev. probandi aggiuntivi e in grigio l'aggiunta di nuove coorti della fascia d'età che più giovani.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqDaJl3Vb2j6jjWkqUG-Amikb8f2oLiUDB2yWIM9Kfa1J6-HfwB68Rx0_xSqg49zuKHjaH44VGFUD8SOAI951YHUIi-psj9FX6JPm0D-pKqlYdCfOYI90iZ3qRzlYjYamiY_V6UZ6gCqE/s1600/KIGGS_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqDaJl3Vb2j6jjWkqUG-Amikb8f2oLiUDB2yWIM9Kfa1J6-HfwB68Rx0_xSqg49zuKHjaH44VGFUD8SOAI951YHUIi-psj9FX6JPm0D-pKqlYdCfOYI90iZ3qRzlYjYamiY_V6UZ6gCqE/s320/KIGGS_1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Fonte: <a href="http://www.rki.de/DE/Content/Gesundheitsmonitoring/Studien/Kiggs/Bgbl_2012_55_836-842.pdf?__blob=publicationFile"><b>Kohortenstudie KiGGS </b></a><br />
<br />
In Germania, contemporaneamente alla KiGGS, si svolgono anche altri due studi, uno per monitorare la salute degli adulti (DEGS) e uno per monitorare la salute in generale (GDA). Questi tre studi longitudinali sono stati progettati per essere abbinati e per completarsi a vicenda.<br />
<br />
<br />
<br />
<a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/109/1/124.full"><b>Addressing parents’ concerns: Do multiple vaccines overwhelm or weaken the</b></a><br />
<a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/109/1/124.full"><b>infant’s immune system? </b></a><br />
Offit P et al.<br />
Pediatrics 109:124-129, 2003.<br />
<br />
Anche il mitico Orac del Blog "Respectful Insolence" che fa parte di scienceblogs.com ha parlato dello studio:<br />
<b><a href="http://scienceblogs.com/insolence/2011/03/11/for-the-anti-vaccinationists-out-there-t/">For the anti-vaccinationists out there: The results of a real “vaxed versus unvaxed” study</a></b><br />
<br />
<br />Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-3922811708116466242013-04-06T10:44:00.000+02:002013-04-06T10:44:21.856+02:00Autismo: Lettera del Prof. Bonanni alla redazione di "Le invasioni barbariche" riguardo alla trasmissione del 27 marzo 2013 <br />
Il Prof. Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene dell'Università degli Studi di Firenze, Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze della Salute, ha inviato la seguente lettera alla redazione del programma "Le Invasioni Barbariche" di La7 in riferimento alla <a href="http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i685428"><b>trasmissione del 27 marzo 2013</b></a> che pubblico con il suo permesso.<br />
<br />
Gentile Dr.ssa Bignardi e gentile Redazione,<br />
<br />
<a name='more'></a>ho seguito l'intervista a Franco Antonello nella sua trasmissione della
scorsa settimana, e fino all'ultima parte dell'intervento non potevo
provare altro che ammirazione e profonda simpatia umana per un padre che si
è dedicato in modo così totale ed appassionato alla cura del figlio.
<br />
<br />Purtroppo l'ultima parte dell'intervento mi ha profondamente rattristato e
turbato per l'attacco alla fiducia delle famiglie nelle vaccinazioni, alla
quale il sottoscritto e moltissimi operatori nel campo della sanità
dedicano il proprio lavoro quotidiano, sia nello studio scientifico, sia
nell'applicazione e comunicazione alla popolazione, perché crediamo
profondamente nella prevenzione come strumento eccezionale per la salute
dei nostri bambini, ma anche dei grandi...
<br />
<br />Un intervento come quello di Antonello rischia di minare la fiducia della popolazione nelle vaccinazioni, fatto inaccettabile e pericoloso. Non si possono fare affermazioni così categoriche senza un contraddittorio, e senza sapere quale sia il rapporto tra rischi e benefici delle vaccinazioni dimostrato da tanti anni di esperienza e tanti studi a livello mondiale. <br /><br />Antonello premette di non essere esperto di problemi di salute, ma poi fa
affermazioni di enorme gravità ed impatto negativo sulla percezione delle
famiglie. Vi sono affermazioni nell'intervista di Antonello che, a una
attenta analisi, sono evidentemente spiegabili non con una responsabilità
delle vaccinazioni, ma con una pura e semplice coincidenza temporale.
<br />
<br />Ad esempio, egli afferma che il fatto che vi siano oltre 6000 segnalazioni
di autismo dopo vaccinazione, a diversa distanza da essa, non può essere
solo un caso. Invece è proprio un puro fatto statistico di coincidenza
temporale. Visto che (per fortuna per ora) si vaccinano il 95% dei bambini,
dove è lo stupore che vi sia un'associazione temporale con le
vaccinazioni della comparsa dell'autismo, che tipicamente si manifesta a
distanza di alcuni mesi dall'epoca in cui quasi tutti i bambini sono
vaccinati? Ripeto, dov'è lo stupore? Specialmente dopo che studi rigorosi
hanno dimostrato che tutte le attribuzioni dell'autismo alle vaccinazioni
(specie a quella contro morbillo, parotite e rosolia tanto sbandierata da
chi si oppone alle vaccinazioni) sono assolutamente false?
<br />
<br />E' comprensibilissimo dal punto di vista umano che un genitore di un
bambino autistico voglia trovare un senso al proprio dolore e alla propria
difficoltà quotidiana, ma non è facendo del male ad altri bambini
inutilmente (come accadrebbe se non ci si vaccinasse più) che si può
trovare soddisfazione ai propri interrogativi.
<br />
<br />Senza contare che gli stessi interessi economici che si attribuiscono alle
aziende produttrici di vaccini non sono certo assenti tra chi instilla
dubbi sulla sicurezza delle vaccinazioni: avvocati in cerca di clienti a
tutti i costi per cause civili, medici sostenitori delle medicine
'alternative' o 'naturali' (per inciso, estremamente costose - provate a
comprare in farmacia un farmaco omeopatico, ve ne accorgerete..), interessi
editoriali per vendite di 'bestsellers' che spiegherebbero come la
'medicina ufficiale' altro non sarebbe che una sostenitrice di interventi
dannosi come le vaccinazioni, solo per citarne alcune. Basta vedere cosa
gira intorno a questa area culturale e ai relativi siti per capire che non
ci sono i puri da una parte e i corrotti dall'altra.
<br />
<br />Il Dr. Wakefield in Inghilterra si è reso responsabile della morte di
bambini per morbillo per avere attribuito a tale vaccinazione la genesi
dell'autismo, terrorizzando le famiglie e causando il crollo delle
coperture vaccinali. Si è poi scoperto, dopo lunghe verifiche, che vaccino
del morbillo e autismo non sono assolutamente correlati, e che il Dr
Wakefield aveva dei grossi interessi economici personali nel sostenere le
sue tesi, tanto che è stato successivamente espulso dall'Ordine dei Medici
britannico!
<br />
<br />La prego quindi, gentile Dr.ssa Bignardi, di non rendersi coreponsabile
di un danno alla salute dei nostri bambini dando voce soltanto ad una
interpretazione dei fatti. Il signor Antonello nella sua intervista invita
a rivolgersi al sito del Comilva per avere più informazioni. Peccato che il
Comilva rappresenti solo gli anti-vaccinatori più radicali, che con
argomentazioni che nulla hanno di scientifico minano la fiducia di tanti
genitori che sono oggi profondamente preoccupati e disorientati da un
assurdo attacco alle vaccinazioni.
<br />
<br />Anche l'argomentazione sui tanti interessi economici (l'ultima risorsa che
fa molto colpo sul pubblico oggi che il solo dato politico rilevante è
distruggere comunque l'esistente, rischiando di buttare via il bambino con
l'acqua sporca..) è davvero poco fondata se si guardano i numeri.
<br />
<br />Oggi il valore economico del mercato dei vaccini è pari a circa l'1% della
spesa farmaceutica. Tanto per intendersi, un solo farmaco contro l'ulcera
gastrica e duodenale (uno, non tutti i farmaci contro l'ulcera) fa circa
una volta e mezzo il fatturato di tutti i vaccini messi insieme. Dunque, di
cosa stiamo parlando?
<br />
<br />L'interesse di 'big pharma' è certamente anche nei vaccini, ma essi sono
in termini di valore estremamente marginali rispetto al mercato dei farmaci
curativi. E in più per i vaccini non ci si basa sulla prescrizione del
singolo medico, ma su programmi di sanità pubblica. Per cui il guadagno 'facile' non c'è. In più, i vaccini sono molto più difficili e costosi da
sviluppare rispetto a una molecola chimica, soggetti a controlli
rigorosissimi e sempre a rischio di essere attaccati pesantemente dai
movimenti anti-vaccinali (di cui Antonello si è fatto in qualche modo
portavoce nella sua trasmissione).
<br />
<br />
<br />Il ragionamento che fanno gli antivaccinatori è analogo al seguente:
dobbiamo convincerci che il caldo estivo non esiste, perché in realtà sul
nostro desiderio di refrigerio speculano i venditori di condizionatori, che
si arricchiscono per rispondere a un nostro bisogno.
Si potrebbe dire: ma nell'esempio del condizionatore io vedo
immediatamente il beneficio, nelle vaccinazioni no. Perché in questo caso
il bisogno non esiste, è inventato..
<br />
<br />Proviamo a spiegare questo concetto ai genitori dei bambini che muoiono di
meningite batterica o sepsi quotidianamente in Italia, e che oggi possono
in larga parte essere salvati dai vaccini (sempre più efficaci e sempre più
diretti contro diversi microbi responsabili della malattia).
<br />
<br />Perché, ad esempio, non invitare alla sua trasmissione l'Avv. Amelia
Vitiello, presidente del Comitato Nazionale contro la Meningite, che ha
perso la sua prima figlia di un anno nel 2007 per una meningite fulminante,
e che si batte da anni perché le vaccinazioni (tutte, non solo quella
contro questa terribile malattia) siano garantite a tutti, in modo che ad
altri genitori sia risparmiato il suo dolore?
<br />
<br />Siamo di fronte da un lato a fatti scientificamente provati (la capacità
dei vaccini di salvare delle vite), e dall'altra parte a dubbi e
affermazioni mai dimostrate (anzi smentite inequivocabilmente dai dati di
studi lunghi ed approfonditi) che terrorizzano genitori che non sanno più
se dare retta al blog 'naturalista' (anche la morte è un evento 'naturale')
o al prezioso consiglio per la vaccinazione del loro pediatra...<br />
<br />Il solo 'difetto' della prevenzione vaccinale è che i suoi grandissimi
successi sono poco visibili, perché l'effetto è fare letteralmente
scomparire malattie una volta temutissime (chi si ricorda più oggi cosa sia
la difterite? Per i nostri nonni era un terrore, la malattia poteva
portarsi via in Italia 5.000-8.000 bambini improvvisamente ogni anno prima
che ci fosse la vaccinazione).
<br />
<br />Vorrei anche segnalare che miei colleghi pediatri, altrettanto turbati del
sottoscritto da quanto ascoltato dal Signor Antonello, hanno ricevuto
diverse lettere da genitori di bambini autistici che hanno apprezzato molto
la prima parte dell'intervento di Antonello, dissociandosi però totalmente dalle sue considerazioni sulle vaccinazioni, fatto considerato da questi
genitori una dimostrazione del desiderio (comprensibile ma errato) di voler
trovare una spiegazione a tanta sofferenza in modo semplicistico.
<br />
<br />Mi scuso per la lunghezza delle mie considerazioni, ma volevo che fossero
chiari i termini della questione, nella speranza che anche le
argomentazioni scientifiche, per il bene della popolazione, trovino prima o
poi spazio nella sua bella trasmissione.
<br />
<br />Resto a disposizione per approfondire queste tematiche.
<br />
<br />Cordiali saluti.
<br />Paolo Bonanni<br />
<br />
<br />Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-79218928833404037752013-03-30T16:46:00.000+01:002013-04-03T20:52:01.266+02:00I vaccini multipli non aumentano il rischio di autismoIn un <a href="http://jpeds.com/content/JPEDSDeStefano"><b>editoriale</b> </a>del 29 marzo 2013 nella rivista scientifica "The Journal of Pediatrics" viene presentata una nuova ricerca che riguarda i vaccini multipli e l'autismo:<br />
<br />
<a href="http://jpeds.com/webfiles/images/journals/ympd/JPEDSDeStefano.pdf"><b>"Increasing exposure to antibody-stimulating proteins and polysaccharides in vaccines is not associated with risk of autism,"</b></a><br />
<div>
by Frank DeStefano, MD, MPH, Cristofer S. Price, ScM, and Eric S. Weintraub, MPH, </div>
<div>
The Journal of Pediatrics </div>
<div>
("Article in Press" - inserirò la data quando sarà stato pubblicato)<br />
<br />
L'obiettivo di questa ricerca era di valutare l'associazione tra l'autismo e il livello della stimolazione vaccinale ai quali i bambini vengono esposti nei primi due anni di vita.<br />
<br />
<a name='more'></a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
256 bambini con sindrome autistica e 752 bambini non autistici abbinati per età, sesso e MCO (managed care organizations, cioè organizzazioni di gestione assistenziale sanitaria) sono stati confrontati. Dai dati sono stati estratti e analizzati separatamente i casi di </div>
<div>
<br /></div>
<div>
<ul>
<li>ASD (Disturbi delle Spettro Autistico)</li>
<li>AD (Autismo che corrisponde a criteri più rigorosi) - 187 bambini = 73% </li>
<li>ASD con regressione - 49 bambini = 19% </li>
</ul>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
L'85% dei 256 bambini autistici era di sesso maschile.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Non è stato trovato nessun'aumento del rischio associato a un crescente numero di antigeni. Né con la sindrome autistica senza regressione né con il sottogruppo di autismo con regressione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
I bambini sono nati fra il 1 gennaio 1994 e il 31 dicembre 1999. Al momento della raccolta dati avevano tra 6 - 13 anni. Gli esperti che esaminavano i bambini per determinare il grado di autismo, non erano a conoscenza del loro stato vaccinale.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Per determinare il numero totale di antigeni che ogni bambino aveva ricevuto con le vaccinazioni, sono stati usati i dati pubblicati, riassunti nella seguente tabella (cliccare per ingrandirla):<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeeUX9-ILlZBKZqzjz0Q_LEmmKylT_UB47xGxGo6NGq0uQUjzqJe4IWbdknqG0VaQ96lZJw4FihpDVLcVHT-1e51oQcBqiqln2MMe47K-9J1fK6PQBwR7zAtr2KsXrjliszZp0I9Foj6A/s1600/antigeni_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeeUX9-ILlZBKZqzjz0Q_LEmmKylT_UB47xGxGo6NGq0uQUjzqJe4IWbdknqG0VaQ96lZJw4FihpDVLcVHT-1e51oQcBqiqln2MMe47K-9J1fK6PQBwR7zAtr2KsXrjliszZp0I9Foj6A/s320/antigeni_1.jpg" width="222" /></a></div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
I ricercatori non hanno trovato nessun'associazione statisticamente significativa tra rischio di qualunque forma di autismo e vaccini, </div>
<div>
<br /></div>
<div>
né con la variazione del numero cumulativo di antigeni ricevuti nei primi due anni di vita, </div>
<div>
<br />
né stratificando l'esposizione cumulativa agli antigeni delle vaccinazioni per età (dalla nascita a 3 mesi, dalla nascita a 7 mesi e dalla nascita a 2 anni)</div>
<div>
<br /></div>
<div>
né prendendo sotto esame il numero totale di antigeni ricevuti in un singolo giorno, stratificato negli stessi periodi della vita come detto al punto precedente.</div>
<div>
<br />
<div>
né con l'aumento delle dosi del vaccino che contiene il vaccino anti-pertosse a cellule intere (che è quello che contiene molto più antigeni degli altri vaccini, cioè ca. 3000, vedi la tabella sopra)</div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Qualunque variante esaminata, il risultato era sempre lo stesso: nessun'associazione statisticamente significativa tra vaccino e autismo.<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
Questo studio si aggiunge ai tanti che sono stati pubblicati nell'ultimo decennio e che hanno chiaramente dimostrato che i vaccini non causano l'autismo. L'Institute of Medicine ha concluso che l'evidenza scientifica indica che non c'è nessun nesso causale tra le vaccinazioni e l'autismo.</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Immunization Safety Review</div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://books.nap.edu/openbook.php?record_id=10997&utm_source=WIDx126514920091211162707&utm_medium=Widgetv3&utm_content=10997&utm_campaign=Widget&utm_term=homeview"><b>Vaccines and Autism</b></a></div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Consiglio la lettura di questa serie di articoli scritti dal Dott. Salvo Di Grazia nel suo blog Medbunker</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<a href="http://medbunker.blogspot.it/2010/09/autismo-introduzione-unepidemia-i-parte.html"><b> Autismus: Introduzione. Un'epidemia? (I parte)</b></a><br />
<br />
<br />
<div>
<a href="http://medbunker.blogspot.it/2010/09/autismo-vaccini-colpevoli-o-innocenti.html"><b>Autismo: vaccini colpevoli o innocenti? (II parte)</b></a></div>
<div>
<br />
<br />
<div>
<a href="http://medbunker.blogspot.it/2010/09/autismo-lillusione-dellalternativo-iii.html"><b>Autismo: l'illusione dell'alternativa (III parte)</b></a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Nel mio blog, qui sulla destra, potete trovare diversi link che riportano ad articoli sul caso Wakefield.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Attinente al tema è anche il mio primo post della serie sui vaccini multipli:</div>
<br />
<b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html">I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?</a>
</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-61675867395311991872013-03-12T19:48:00.000+01:002014-12-29T01:34:51.984+01:00Bufala: "Il CDC consiglia di rinunciare all'allattamento per aumentare l'efficacia del vaccino anti-rotavirus"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2NGvftJFT6j60gsYQYONjLGz8oUo1-8cC3rTWsq8P7HA9v_kRBzySfuJ2MrfwFFQ_N434QNZv_uK6cBFgo1SvYZk3ZVEdD9QpllWPR5FT81cp3IgUiHEJPFZSYwQ7-cMN7n_B4RNCDQk/s1600/fate_la_nanna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2NGvftJFT6j60gsYQYONjLGz8oUo1-8cC3rTWsq8P7HA9v_kRBzySfuJ2MrfwFFQ_N434QNZv_uK6cBFgo1SvYZk3ZVEdD9QpllWPR5FT81cp3IgUiHEJPFZSYwQ7-cMN7n_B4RNCDQk/s320/fate_la_nanna.jpg" height="217" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Qualche giorno fa una mamma contraria alle vaccinazioni ha condiviso nella mia pagina Facebook <a href="https://www.facebook.com/pages/VaccinarSI/148150648573922"><b>"Vaccinar...SI"</b></a> un link per un articolo pubblicato il 23 gennaio 2012 nel sito "Luogo comune". L'autore si chiama Massimo Mazzucco.<br />
<br />
L'articolo dal titolo " Madri attenzione: allattare fa male" comincia così:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Ormai siamo alla pura follia: una ricerca scientifica del CDC (Center
for Disease Control) ha stabilito che il latte materno impedisce ad un
certo vaccino di funzionare al meglio nel corpo del neonato, e quindi…
suggeriscono di evitare l’allattamento al seno.<br /><br />Non stiamo
scherzando. La ricerca si intitola “Inhibitory effect of breast milk on
infectivity of live oral rotavirus vaccines” (Effetto inibitorio del
latte materno sulla infettività del vaccino orale rotavirus vivo) e la
trovate<b> <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20442687">qui</a>.</b>"</i></blockquote>
<br />
L'articolo è stato riportato anche da alcuni blog e naturalmente anche su facebook. La maggior parte dei commenti (con qualche lodevole eccezione) fa capire che molti lettori credono ciecamente a questa affermazione, senza verificare. Le reazioni esprimono rabbia, sgomento, ribellione e naturalmente più di uno ha il sospetto che ci sia lo zampino delle multinazionali che producono il latte artificiale, ovviamente con la complicità dei pediatri. Bisogna sapere che il complottismo è parte integrante dei movimenti contro le vaccinazioni. Le loro teorie possono reggere solo se si crede a un complotto universale.<br />
<br />
Come è mia abitudine, ho controllato i fatti.<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Le raccomandazioni negli USA riguardo al vaccino antirotavirus nei bambini allattati sono come segue:<br />
<br />
American Academy of Pediatrics (AAP):<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Breastfeeding before or after receipt of rotavirus vaccine is encouraged. Breastfed infants should be immunized according to the same schedule as nonbreastfed infants (AI). </i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-style: italic;">Trad</span><i>uzione: L’allattamento al seno prima o dopo aver ricevuto il vaccino contro il rotavirus va incoraggiato. I bambini allattati al seno dovrebbero essere vaccinati seguendo la stessa schedula dei bambini non allattati al seno.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Pediatrics. 2009 May;123(5):1412-20<br /><a href="http://pediatrics.aappublications.org/content/123/5/1412.long"><b>Prevention of rotavirus disease: updated guidelines for use of rotavirus vaccine</b></a></i></blockquote>
<br />
E nello stesso documento si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Alcuni studi hanno dimostrato che entrambi i vaccini contro il rotavirus possono essere somministrati ai bambini allattati al seno senza che l'efficacia dei vaccini ne risenta. (9) (11) (22). Ai bambini che avevano partecipato agli studi clinici prima della commercializzazione del vaccino era permesso di essere allattati senza nessuna restrizione."</i></blockquote>
Le raccomandazioni pubblicate nel Morbidity and Mortality Weekly Report del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sono identiche:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"No restrictions are placed on the infant's feeding before or after receipt of rotavirus vaccine. Breastfed infants should be vaccinated according to the same schedule as nonbreastfed infants. The efficacy of the rotavirus vaccine series is similar among breastfed and nonbreastfed infants."</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Nessuna restrizione è richiesta riguardo all'assunzione di cibo del bambino prima o dopo il ricevimento del vaccino contro il rotavirus. I bambini allattati al seno dovrebbero essere vaccinati seguendo la stessa schedula dei bambini non allattati al seno. L'efficacia del vaccino antirotavirus è simile tra i neonati allattati con latte materno e quelli non allattati al seno." </i></blockquote>
<div>
<div id="article">
<br />
February 6, 2009 / 58(RR02);1-25 <br />
<b><a href="http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/rr5802a1.htm">Prevention of Rotavirus Gastroenteritis Among Infants and Children Recommendations of the Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP)</a></b><br />
<br />
Inoltre, nello stesso documento l'allattamento artificiale è elencato fra i fattori di rischio per una gastroenterite da rotavirus!</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
<span style="font-size: large;">Non esiste nessuna raccomandazione di rinunciare all'allattamento per non compromettere l'efficacia del vaccino contro il rotavirus. </span></div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
Ma su quale base è stata costruita la bufala di Massimo Mazzucco?</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
L'articolo fa riferimento a tre ricerche scientifiche, ma come vedremo, l'autore del sito "Luogo comune" le riporta in modo errato. Ho il forte dubbio che lui non abbia nemmeno letto il testo integrale.</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
La ricerca che ha sollevato tutto quel polverone è del 2010:</div>
<div id="article">
<br /></div>
Pediatr Infect Dis J. 2010 Oct;29(10):919-23</div>
<div>
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20442687#"><b>Inhibitory effect of breast milk on infectivity of live oral rotavirus vaccines</b></a><br />
Moon SS et al<br />
National Centers for Immunization and Respiratory Disease, Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta, GA, USA.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Nel testo integrale di questo studio, viene spiegato che per motivi ancora sconosciuti, nei paesi in via di sviluppo il vaccino contro il rotavirus ha un'efficacia sensibilmente inferiore rispetto ai paesi industrializzati. Per esempio se in Finlandia l'efficacia supera il 90%, nei paesi dell'America Latina è del 60% e in India del 40%. L'85% dei ca. 537.000 casi di morte annuali associati al rotavirus in tutto il mondo colpisce i paesi in via di sviluppo. Per questo motivo è naturalmente molto importante scoprire le cause per la ridotta efficacia e trovare soluzioni. Gli esperti si pongono queste domande per salvare vite! Non per loschi motivi a scopo di lucro come pensano gli antivaccinisti.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Nello studio si legge poi che le cause per la ridotta efficacia del vaccino potrebbero essere di vario tipo. Ecco alcune delle ipotesi:</div>
<div>
<br /></div>
<div>
1) Il più alto numero di anticorpi materni passivi che i bambini nel terzo mondo ricevono prima della nascita, rispetto ai bambini nei paesi industrializzati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
2) Il più alto numero di anticorpi nel colostro e nel latte materno che i bambini nel terzo mondo ricevono, rispetto ai bambini nei paesi industrializzati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
3) Interferenze da parte di altri microbi (spesso questi bambini soffrono di infezioni causate da vari tipi di batteri, virus o parassiti contemporaneamente)</div>
<div>
<br /></div>
<div>
4) Malattie varie che compromettono l'immunocompetenza del bambino (HIV, malnutrizione, malaria, tubercolosi etc.)</div>
<div>
<br /></div>
<div>
etc.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Gli autori di questa ricerca hanno controllato l'effetto IN VITRO (in laboratorio) del latte materno sui virus vaccinali. Il risultato non prova però che anche IN VIVO, cioè nei bambini allattati al seno subito prima o subito dopo il ricevimento della vaccinazioni, l'efficacia del vaccino diminuisca. I ricercatori dicono perciò che sarebbe utile fare ulteriori studi per scoprire se l'allattamento al seno nel momento della vaccinazione riduce l'efficacia e, se questo dovesse essere confermato, si dovrebbe provare se una BREVE pausa nel momento della vaccinazione possa contribuire ad un aumento del livello di anticorpi protettivi.<br />
<br />
Non è escluso che l'allattamento materno non c'entra per niente con la ridotta efficacia del vaccino contro il rotavirus nei paesi in via di sviluppo. In tutti i modi, i dati attualmente disponibili non permettono nemmeno in questi paesi di fare raccomandazioni riguardo all'allattamento nel momento della vaccinazione.</div>
<div>
<br />
L'autore dell'articolo nel sito "Luogo comune" cita anche i due seguenti studi.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Una <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21147127" target="_blank">ricerca simile</a> si domanda se il latte materno possa interferire con il vaccino rotavirus, mentre una <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6260832" target="_blank">terza </a>conferma che la madre passi al bambino gli anticorpi per combattere il rotavirus tramite l’allattamento."</i></blockquote>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<div id="article">
Vaccine. 2011 Feb 1;29(6):1242-7.<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21147127"><b>Maternal antibodies to rotavirus: could they interfere with live rotavirus vaccines in developing countries?</b></a><br />
Chan J et al. </div>
<div id="article">
Royal Children's Hospital, Melbourne, Australia.<br />
<br />
Questa ricerca si è svolta in Indonesia. Gli autori hanno misurato la quantità di anticorpi contro il rotavirus nel sangue del cordone ombelicale, nel colostro e nel latte transitorio di 100 madri. Hanno avuto la conferma che la prevalenza di anticorpi è alta. Confrontando i campioni di colostro (da 0 a 3 giorni dopo il parto) con il latte transitorio (da 7 a 10 giorni dopo il parto) si sono trovati quattro volte meno anticorpi IgA antirotavirus nel latte transitorio. <br />
<br />
Gli autori, come quelli della ricerca che abbiamo esaminato prima, concludono che sarebbe importante scoprire se gli anticorpi passivi ricevuti prima della nascita attraverso la placenta e dopo attraverso il latte materno interferiscono con l'efficacia del vaccino contro il rotavirus. Questi dati potrebbero essere utili per prendere decisioni riguardo alle strategie vaccinali, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
<br />
J Clin Microbiol. 1980 Sep;12(3):320-5<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC273583/"><b>Transfer of antirotaviral antibodies from mothers to their infants</b></a><br />
McLean B, Holmes IH</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
E' una ricerca del 1980 che conferma che i bambini ricevono anticorpi passivi contro il rotavirus dalla madre, sia prima della nascita attraverso la placenta che dopo la nascita con il latte materno.<br />
<br />
Questo fatto si sa da quando è stato scoperto che il rotavirus è la principale causa delle gastroenteriti gravi.<br />
<br />
Nessuno dei tre studi citati conferma quello che Massimo Mazzucco vorrebbe far credere.<br />
<br />
Un altro documento che tratta il tema di questo post è il seguente:</div>
<div id="article">
<b><br /></b></div>
<a href="http://www.who.int/entity/immunization/sage/WHOatlanta_Meeting_Minutes_Final_March2008.pdf"><b>Rotavirus Vaccines: Evaluating Clinical Trial Data and Guiding Future Research</b></a><br />
WHO 2007</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Riporta le discussioni di un meeting di esperti di tutto il mondo. Uno dei temi era anche l'eventuale interferenza degli anticorpi nel latte materno, come uno dei vari possibili fattori che potrebbero essere responsabili della ridotta efficacia del vaccino antirotavirus nei paesi in via di sviluppo. Nel paragrafo che tratta questo tema si legge:</div>
<blockquote class="tr_bq">
"<i>Se gli anticorpi neutralizzanti nel latte materno dovessero ridurre l'efficacia, allora forse una soluzione potrebbe essere quella di non dare il latte al bambino nel momento della vaccinazione (per esempio non allattarlo nei 30 minuti prima e dopo la vaccinazione)."</i></blockquote>
Anche qui si tratta solo di un'ipotesi che andrebbe indagata per poter poi eventualmente trovare una soluzione come quella descritta.<br />
<br />
Anche il presidente dell'Academy of Breastfeeding Medicine conferma quello che ho spiegato:<br />
<br />
<div>
<div id="article">
<a href="http://bfmed.wordpress.com/2012/01/28/abm-president-responds-to-vaccines-and-breastfeeding/"><b>ABM President responds to Vaccines and Breastfeeding</b></a></div>
<div id="article">
21 gennaio 2012</div>
Arthur Eidelman (neonatologo e presidente dell'Academy of Breastfeeding Medicine)<br />
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
Qualche settimana fa è uscito il nuovo position paper dell'OMS:<br />
<br /></div>
<div id="article">
<br />
WHO position paper – <a href="http://www.who.int/wer/2013/wer8805.pdf"><b>Rotavirus vaccines</b></a><br />
Weekly epidemiological record No. 5, 2013, 88, 49–64 del 1 Febbraio 2013</div>
<div id="article">
<br /></div>
<div id="article">
Qui si legge:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Breastfeeding and prematurity (less than 37 weeks' gestation) do not seem to significantly impair the response to the rotavirus vaccines."</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Traduzione: "L'allattamento al seno e la nascita prematura (meno di 37 settimane di gestazione) non sembrano ridurre in modo significativo la risposta ai vaccini contro il rotavirus."</i></blockquote>
Una delle due ricerche a cui l'OMS fa riferimento è una recente analisi del Cochrane:<br />
<br />
<span role="menubar">Cochrane Database Syst Rev.</span> 2012 Nov 14;11<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23152260">Vaccines for preventing rotavirus diarrhoea: vaccines in use</a><br />
Soares-Weiser K et al.<br />
<br />
Ora che abbiamo visto che l'articolo del sito "Luogo comune" è pura disinformazione, rimane ancora un punto importante da chiarire.<br />
<br />
Se il latte materno ha gli anticorpi contro il rotavirus e quindi protegge il bambino, allora che senso ha vaccinarli?<br />
<br />
L'allattamento materno è molto importante e nei primi sei mesi ca. i bambini, se allattati esclusivamente al seno, sono protetti dalle gravi forme di gastroenterite associati al rotavirus. Infatti nei paesi in via di sviluppo l'età media in cui i bambini hanno il primo episodio di gastroenterite da rotavirus e tra 6 e 9 mesi. L'80% dei casi riguarda i bambini sotto un anno di vita (nei paesi industrializzati il 65%).<br />
<br />
Fonte: vedi il position paper dell'OMS<br />
<br />
Il ciclo vaccinale dovrebbe cominciare all'età di due mesi per averlo completato quando la protezione del latte materno comincia a diminuire (in concomitanza con l'introduzione del cibo solido).<br />
<br />
La protezione migliore che si può offrire ai bambini sono sia l'allattamento materno che il vaccino.<br />
Insieme creano uno scudo protettivo che copre tutto il periodo di maggiore vulnerabilità.</div>
</div>
<div>
<br /></div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-883767532029278136.post-52084118208113382122013-02-19T19:54:00.001+01:002013-02-19T21:44:18.214+01:00I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario?Nel post precedente<b> <a href="http://vaccinarsi.blogspot.it/2013/01/i-vaccini-multipli-sovraccaricano-il.html">"I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?"</a></b> abbiamo visto che gli antigeni contenuti nell'intero calendario vaccinale sono veramente pochi, addirittura molto meno di qualche decennio fa e che per esempio un semplice graffio confronta il sistema immunitario con un numero molto maggiore di antigeni senza sovraccaricarlo.<br />
<br />
Purtroppo la disinformazione degli antivaccinisti non si limita a evocare lo spauracchio dell'"enorme numero di antigeni". Loro fanno un passo avanti e cercano di spiegare i meccanismi con cui i vaccini farebbero impazzire il sistema immunitario e lo indurebbero ad attaccare sostanze innocue (allergeni) o cellule dell'organismo, causando così allergie e malattie autoimmuni.<br />
<br />
Il capitolo sul sistema immunitario, che non deve mai mancare in un libro antivaccini, serve come contorno per smerciare l'argomento che esaminerò con questo post. Il loro trucco è di infilare una congettura estremamente debole dal punto di vista scientifico fra spiegazioni corrette del funzionamento del sistema immunitario. In questo modo elevano un <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Fattoide">fattoide</a></b> (= una bufala) allo stesso livello del resto delle informazioni sul funzionamento delle nostre difese immunitarie. E' molto difficile per un genitore separare il grano dal loglio. Ecco perché ho scritto questo post.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
Gli antivaccinisti fanno molta leva sul fatto che il sistema immunitario dei bambini dalla nascita fino ai due anni circa è immaturo e ancora non in grado di rispondere alle infezioni allo stesso modo dei bambini più grandi o degli adulti. Quindi usano come punto di partenza un dato di fatto, ma solo per poi entrare nel reame della fantasia e delle mere opinioni non verificate. Riportano le loro fandonie come fatti accertati e dimostrabili.<br />
<br />
Le difese immunitarie dei bambini molto piccoli hanno alcune importanti differenze rispetto a quelle degli adulti. Per questa immaturità sono a maggior rischio di ammalarsi gravemente se subiscono un'infezione. Inoltre non sviluppano una risposta immunitaria così vigorosa alle vaccinazioni come i bambini più grandi.<br />
<br />
Partendo da questi dati di fatto, il percorso logico ed etico è di trovare modi per aggirare l'ostacolo sviluppando vaccini capaci di indurre nei bambini di questa fascia d'età una risposta immunitaria protettiva, il prima possibile, per ridurre al minimo il periodo in cui sono esposti - senza protezione - al rischio di un'infezione che potrebbe avere gravi conseguenze. <br />
<br />
Gli antivaccinisti invece, partendo dalle stesse premesse, consigliano ai genitori di aspettare con le vaccinazioni finché il sistema immunitario sarà "sufficientemente maturo". Alcuni dicono addirittura di aspettare finché il bambino riesce a parlare perché "così lo può dire se ha subito un danno da vaccino". Ovviamente non hanno mai provato la validità è innocuità di questa raccomandazione. E non prendono in considerazione nemmeno le drammatiche conseguenze a lungo termine, che invece ci sono. Purtroppo tanti bambini i cui genitori hanno seguito questo cattivo consiglio, hanno dovuto subire malattie prevenibili con le vaccinazioni e non pochi sono morti. E' un consiglio potenzialmente letale. Sarebbe come consigliare di allacciare i bambini in macchina solo quando si raggiunge l'autostrada. Chi seguirebbe una raccomandazione così pericolosa e completamente priva di senso?<br />
<br />
Vediamo ora che cosa scrive Eugenio Serravalle, pediatra e omeopata, autore del libro antivaccini "Bambini supervaccinati" (prima edizione) nel capitolo "Il sistema immunitario" (da pagina 40 a 45).<br />
<br />
Nelle prime due pagine e mezza spiega le funzioni principali del sistema immunitario e fin qui tutto bene. A pagina 42 arriva finalmente al dunque, cioè al tema molto caro agli antivaccinisti, il "paradigma del TH1/TH2":<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"I linfociti T sono invece suddivisi in citotossici, deputati alla lisi dell'agente estraneo o in helper deputati alla produzione di citochine. Questi ultimi a loro volta si differenziano in TH1 attivanti i linfociti T e in TH2 attivanti i linfociti B.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Dal delicato equilibrio che si instaura tra la risposta linfocitaria TH1 e quella TH2 dipende la possibilità di sviluppare alcuni tipi di malattie rispetto ad altre, da giovane o da adulto. (....)</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Per comprendere meglio quello che è definito il "paradigma TH1/TH2", immaginiamo una bilancia. Su un piatto abbiamo il sistema TH1, sull'altro il sistema TH2. Il nostro organismo si mantiene in buona salute se il peso di entrambi i piatti è simile. Se aumenta il piatto del sistema TH2, cioè se si verifica una situazione di squilibrio immune in favore delle cellule TH2, avremo più frequentemente manifestazioni allergiche. In questo caso le cellule TH1 diminuiscono, rendendo così l'individuo più suscettibile alle malattie virali e ad alcuni tipi di cancro. Al contrario, l'aumento delle cellule TH1 (il piatto della bilancia pende dalla parte del sistema TH1</i>),<i> può indurre l'aumento delle patologie infiammatorie croniche e di quelle autoimmunitarie come artrite reumatoide, sclerosi multipla, malattia infiammatori dell'intestino, o diabete.</i>"<i> </i></blockquote>
Intorno al 1989 alcuni ricercatori cominciarono a formulare la "hygiene hypothesis" come possibile spiegazione del forte aumento delle malattie allergiche e autoimmuni a cui si assisteva già da alcuni decenni. Fra i tanti fattori che sono stati studiati per trovare una spiegazione per questo preoccupante fenomeno c'era anche il ruolo dei linfociti T Helper che - come tutte le componenti del sistema immunitario, a cui appartengono - comunicano con il rilascio di particolari molecole, dopo aver ricevuto a loro volta questo e altri tipi di messaggi dai vari componenti del sistema immunitario. E' nato così il cosiddetto "paradigma del TH1/TH2" però già da più di 10 anni la comunità scientifica si rendeva conto che questa spiegazione era troppo semplicistica e non teneva conto di altri mecchanismi immunologiche estremamente complessi. Anche il fatto che sia le allergie che sono mediate dal TH2 che le malattie autoimmuni, mediate dal TH1 sono aumentate contemporaneamente allo stesso ritmo nei medesimi paesi, indicava che la faccenda era molto più complicata. Più avanti riporterò ulteriori incongruenze.<br />
<br />
Nonostante che il semplice "paradigma TH1/TH2" come spiegazione dell'aumento delle allergie e malattie autoimmuni fosse stato fortemente ridimensionato dagli esperti in materia, perché non del tutto compatibile con i tanti studi pubblicati da allora e il notevole progresso della scienza dell'immunologia, gli antivaccinisti se lo tengono stretto nella forma originaria. <br />
<br />
Serravalle spiega a pagina 44:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Il sistema immunitario ha una plasticità nei primi anni di vita che definirà il suo "carattere". La risposta immune potrà essere orientata verso una risposta TH1 o TH2, e le vaccinazioni, insieme ad altri fattori, giocano un ruolo importante nel creare e mantenere una situazione di squilibrio tra il sistema TH1 e il sistema TH2."</i></blockquote>
Ecco, una spiegazione perfetta, plausibile, lineare e facile da far capire - anche ad un bambino - come i vaccini causano le allergie e le malattie autoimmuni. Ma è anche corretta?<br />
<br />
Per rafforzare la propria posizione, Serravalle cita due studi scientifici:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Certo, possono concorrervi altre cause (una sempre maggiore esposizione agli acari, ai gas di scarico delle automobili) ma è ragionevole credere che i vaccini giochino un ruolo importante. G.A. Rook e altri lo affermano esplicitamente su "Immunology Today":</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Il notevole aumento delle allergie che si registra in Occidente è da addebitare alla scarsa attivazione fisiologica del sistema TH1 e all'aumentata esposizione a quei vaccini che inducono una risposta di tipo TH2."</i></blockquote>
</blockquote>
<br />
Manca la fonte precisa, cioè l'anno, il numero della rivista e il titolo. Solo con questi dati in mano è possibile verificare. Incuriosita, ho quindi scritto al prof. Rook del Centre for Clinical Microbiology UCL (University College London). Gli ho tradotto la citazione e spiegato il contesto. Mi ha spiegato che ha pubblicato molti studi per spiegare che quella storia dello squilibrio TH1/T2 come unica spiegazione per il fenomeno dell'aumento delle allergie e delle malattie autoimmuni è sbagliata. Mi ha mandato alcuni dei suoi recenti - interessantissimi - lavori. Uno di questi, che è pubblicamente accessibile, si trova nella bibliografia in fondo a questo post. Il Prof. Rook mi ha anche spiegato che teoricamente parlando è poco verosimile che i vaccini giochino un ruolo nelle malattie autoimmuni e nelle allergie, e se si, lui si aspetterebbe che l'effetto sia leggermente protettivo.<br />
<br />
Ed ecco il secondo studio che Serravalle cita:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Tra le tante ricerche a proposito voglio ricordare uno studio recente. Ricercatori dell'Università di Manitoba a Winnipeg (Canada) affermano che</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Si è osservato che l'immunizzazione nella prima infanzia promuove lo sviluppo dell'asma attraverso la stimolazione della risposta immunitaria di tipo TH2 o la diminuzione della "pressione" microbica che produce uno sbilanciamento tra TH1 e TH2".</i> </blockquote>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i> Calendari vaccinali differenti potrebbero spiegare le differenze nell'associazione tra la vaccinazione e l'asma, emerse da numerosi studi osservazionali. Analizzando dati di una coorte di oltre 11.000 bambini del Manitoba dalla nascita nel 1995 fino al compimento del settimo anno, che avevano ricevuto fin a quattro dosi di DTP, i ricercatori hanno trovato che il rischio di asma era dimezzato nei piccoli nei quali la prima dose era stata ritardata di più di due mesi; per i bambini che avevano posticipato ulteriormente l'immunizzazione, il rischio di asma diminuiva ancora.</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Credo che la somministrazione precoce delle vaccinazioni, gli adiuvanti contenuti nei vaccini, e la somministrazione contemporanea di più vaccini possano interferire in maniera rilevante, a volte irreversibile, sulla maturazione e sull'equilibrio di un sistema immunitario ancora fragile.</i>" </blockquote>
J Allergy Clin Immunol. 2008 Mar;121(3):626-31<br />
<b><a href="http://www.jacionline.org/article/S0091-6749%2807%2902379-2/fulltext">Delay in diphtheria, pertussis, tetanus vaccination is associated with a reduced risk of childhood asthma.</a></b><br />
McDonald KL et al. <br />
<blockquote class="tr_bq">
</blockquote>
<br />
E' sempre consigliabile controllare personalmente gli studi che gli antivaccinisti citano perché di solito si scopre che contengono cose abbastanza diverse, spesso addirittura l'opposto di quello per cui vengono citati. Così anche in questo caso.<br />
<br />
La citazione testuale "Si è osservato etc." non è la conclusione di questo studio ma il background, ovvero una delle tesi basate sulla "hygiene hypothesis" dalla quale sono partiti gli autori di questo lavoro. Serravalle ha semplicemente riportato la prima frase dell'abstract (= riassunto). <br />
<br />
Questo studio non è stato concepito per poter dimostrare un nesso causale tra il vaccino in questione e l'incidenza di asma, perché manca completamente un gruppo di controllo di non vaccinati. Serravalle decide in modo del tutto arbitrario, che i casi di asma in quello studio siano stati causati dal vaccino.<br />
<br />
Gli autori dello studio invece hanno tratto dai propri dati le seguenti conclusioni:: <br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"<span class="" id="result_box" lang="it"><span class="hps">Implicazioni cliniche</span>: <span class="hps">Questi risultati suggeriscono</span> <span class="hps">un ruolo protettivo </span><span class="hps">della febbre indotta dal vaccino nello sviluppo di asma nei bambini, ma dovranno essere confermati con ulteriori studi di vaccini combinati DPTa*"</span></span></i></blockquote>
</blockquote>
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><span class="hps">* Il DTPa è il vaccino contro difterite, tetano e pertosse la cui componente pertossica è acellulare mentre i bambini in questo studio sono stati vaccinati con il vecchio DTPw che contiene il batterio della pertosse intero, ucciso. Nei paesi industrializzati il DTPw è stato sostituto già molti anni fa dal DTPa che è meno reattogeno (incl. meno reazioni febbrili). </span></span><br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><span class="hps"> </span></span><br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><span class="hps">Serravalle ha rovesciato completamente i risultati di questo studio. Gli autori hanno trovato che il vaccino DTPw riduce fortemente il rischio di asma se la prima dose viene applicata due mesi più tardi, quando è più facile che i bambini vaccinati reagiscono con la febbre che a sua volta è ritenuta protettiva per l'asma. Serravalle lo interpreta liberamente invece così: "Il vaccino DTP causa l'asma e più piccoli i bambini sono, più vengono danneggiati. Spostando la vaccinazione di due mesi il vaccino causa ancora l'asma, ma il danno è dimezzato." </span></span><br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">Fra gli antivaccinisti - e questo lo rispecchia anche il libro di Serravalle - il vaccino DTPw è quello che viene maggiormente accusato di causare le allergie. La loro spiegazione è che questo vaccino, creando una reazione di TH2 che è implicata nelle reazioni allergiche, sposta il piatto della bilancia verso il TH2 e "sregola" così il sistema immunitario dei bambini che di conseguenza sono più soggetti a sviluppare allergie. La formula "DTPw causa sbilanciamento verso una risposta TH2 che a sua volta causa allergie" è uno dei loro piatti forte.</span><br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><br /></span>
<span class="" id="result_box" lang="it">Ma già più di 10 anni fa i ricercatori hanno scoperto che il vecchio vaccino DTPw causa <span style="font-size: large;"><b>solo nei roditori </b></span>una reazione del tipo TH2, mentre nei bambini la reazione è del tipo TH1, cioè proprio verso quel piatto della bilancia che - secondo il paradigma TH1/TH2 dovrebbe <b>proteggerli </b>dalle allergie! Il vaccino DTPa che è quello che ricevono i nostri bambini con l'esavalente, causa invece una reazione mista, di TH1/TH2. Come prova riporto un grafico (che si può ingrandire cliccandoci sopra).</span><br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">Nel grafico si possono vedere i risultati di una ricerca che aveva indagato sul tipo di risposta che i vari tipi di vaccino DTP davano. All'epoca in Italia era in corso uno studio sull'efficacia e la sicurezza del nuovo vaccino contro la pertosse, quello acellulare, che ha poi sostituito quello vecchio, a cellule intere. Il risultato è interessante perché si vede benissimo che il vecchio vaccino DTPw (nel grafico wP) sollecita una forte risposta TH1 (le cellule T Helper 1 che sono i più importanti produttori di interferone Gamma (IFN-</span><span class="" id="result_box" lang="it">γ) e praticamente nessuna risposta TH2 (le cellule TH1 sono produttori di interleuchine IL-5 e altre molecole). I due vaccini acellulare (nel grafico aP DB e aP SB) che si confrontavano nello studio hanno invece entrambi una risposta mista, cioè sia del tipo TH1 (espresso dalla quantità di IFN-</span><span class="" id="result_box" lang="it">γ) che del tipo TH2 (espresso dalla quantità di IL-5). Questi risultati sono stati confermati anche da altri studi.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJW1c_9taEekqObF96rWwVm9mduPDd_DstgzwYxGXQ2fPJX1D7gvnPDz7Gf_g14_8besnTvkG5v0WWrIo3s5sGLoAFldNqBg-nGddM7wvOYIeUfYesqbk2XySpZYcnhUg_cf1Yf69Xk_0/s1600/vaccinimultipli_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJW1c_9taEekqObF96rWwVm9mduPDd_DstgzwYxGXQ2fPJX1D7gvnPDz7Gf_g14_8besnTvkG5v0WWrIo3s5sGLoAFldNqBg-nGddM7wvOYIeUfYesqbk2XySpZYcnhUg_cf1Yf69Xk_0/s400/vaccinimultipli_1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><br /></span>
<span class="" id="result_box" lang="it">Fonte del grafico:</span><br />
<br />
Infect Immun. 1997 Jun;65(6):2168-74. <br />
<b><a href="http://iai.asm.org/content/65/6/2168.long">Vaccine-
and antigen-dependent type 1 and type 2 cytokine induction after
primary vaccination of infants with whole-cell or acellular pertussis
vaccines. </a></b><br />
Ausiello CM, Urbani F, la Sala A, Lande R, Cassone A. <br />
Department of Bacteriology and Medical Mycology, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy. <br />
<span class="" id="result_box" lang="it"><br /></span>
<span class="" id="result_box" lang="it">Il Prof. Rook ha sottolineato in una delle sue mail a me, che le infezioni da elminiti (vermi) causano una forte reazione TH2 ma proteggono dalle allergie (vedi anche l'articolo di Paul Offit che ho messo nella bibliografia). </span><br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">Anche la gravidanza crea un forte ambiente TH2 nel feto e nel neonato (e nella madre), eppure non c'è nessuna evidenza di un'aumento del rischio di allergie con questa condizione.</span><br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">Un'altro punto che indebolisce l'argomento dello squilibrio TH1/TH2 causato dalle vaccinazioni è che nel caso che venga attivato il sistema TH2, solo nei roditori questo favorisce soprattutto la produzione di anticorpi IgE (implicati nelle reazioni allergiche), mentre nell'uomo la reazione non è così netta. Indipendente dal fatto che venga stimolata una reazione TH1 o TH2, spesso i principali tipi di anticorpi circolanti sono le immunoglobuline G1 (IgG1) che non sono implicate nelle reazioni allergiche. Vedi nella bibliografia il documento dell'OMS "Vaccine immunology" a pagina 23)</span><br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">Il sistema immunitario è molto più complesso di come cercano di dipingerlo gli antivaccinisti. Non funziona come una slot-machine dove uno inserisce un vaccino e, a men che non si dica, i piatti di una bilancia TH1e TH2 si spostano irrimediabilmente causando gravi malattie.</span><br />
<br />
In conclusione, si può dire che chi dà ascolto agli antivaccinisti e le loro spiegazioni, riguardo ad un presunto squilbrio delle risposte TH1/TH2 causato dalle vaccinazioni, decide sulla base di specifiche caratteristiche del sistema immunitarie dei roditori che in questo caso sono profondamente diverse da quelle dei bambini.<br />
<br />
E' decisamente più saggio seguire le raccomandazioni del calendario vaccinale che si basa sulla migliore evidenza scientifica attualmente a disposizione e non su pregiudizi, vecchi paradigmi e caratteristiche limitate ai roditori.<br />
<br />
<span class="" id="result_box" lang="it">A scanso di equivoci, gli esperti in materia sono
dell'opinione che anche i linfociti TH1 e TH2 hanno un ruolo nelle malattie allergiche e autoimmuni perché si è osservato da anni che chi è affetto dalle allergie che sono
mediate dal TH2 solo raramente sviluppa anche malattie autoimmuni e
viceversa. Però sanno anche che sono coinvolti meccanismi regolatori che a loro volta dipendono soprattutto dalla
predisposizione genetica. La facenda è ben più complessa di come gli antivaccinisti la raccontano.</span><br />
<br />
Recentemente è stato pubblicato uno studio molto importante. Sono stati raccolti i dati di 54.943 bambini in 29 paesi in tutto il mondo. In nessuno di questi paesi è stato riscontrato un rischio aumentato di asma, rinocongiuntivite e eczema nei bambini vaccinati contro il morbillo e/o la pertosse. Chi invece aveva avuto il morbillo o la pertosse aveva più probabilità di sviluppare successivamente queste malattie atopiche. [<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23005697">5</a>]<br />
<br />
Con due articoli avevo già esaminato il seguente tema che è attinente a quello appena trattato:<br />
<div>
<br />
<b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2011/02/il-vaccino-antipertosse-e-le-allergie-i.html">Il vaccino antipertosse e le allergie - I° parte</a>
</b><br />
<br />
<b><a href="http://vaccinarsi.blogspot.com/2011/02/il-vaccino-antipertosse-e-le-allergie-i.html">Il vaccino antipertosse e le allergie - II° parte</a></b><br />
<br />
<br />
La serie di post sui vaccini multipli continua...<br />
<br />
<br />
Bibliografia<br />
<br />
<div class="title">
<b>1) <a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14654615">Addressing parents' concerns: do vaccines contain harmful preservatives, adjuvants, additives, or residuals?</a></b></div>
<div class="supp">
<div class="desc">
<b>Offit</b> PA, Jew RK.</div>
<div class="desc">
<span class="jrnl" title="Pediatrics">Pediatrics</span>. 2003 Dec;112(6 Pt 1):1394-7. </div>
<div class="details">
<span class="jrnl" title="Pediatrics"><br /></span></div>
<div class="details">
<b><span class="jrnl" title="Pediatrics">2) <a href="http://cdrwww.who.int/immunization/documents/Elsevier_Vaccine_immunology.pdf">Vaccine Immunology</a></span></b></div>
<div class="details">
Claire-Anne Siegrist</div>
<div class="details">
Documento WHO </div>
</div>
<br />
<div class="cit">
<span role="menubar">3) Clin Exp Immunol.</span> 2010 Apr;160(1):70-9</div>
<b><a href="http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2249.2010.04133.x/full">99th Dahlem conference on infection, inflammation and chronic inflammatory disorders: darwinian medicine and the 'hygiene' or 'old friends' hypothesis.</a></b><br />
Rook GA.<br />
<div class="aff">
Department <span class="highlight">Infection</span>, University College London (UCL), London, UK.<br />
<br />
<div style="font-family: "Century Gothic"; font-size: 11.0pt; margin: 0in;">
</div>
4) Infect Immun. 1997 Jun;65(6):2168-74. <br />
<b><a href="http://iai.asm.org/content/65/6/2168.long">Vaccine- and antigen-dependent type 1 and type 2 cytokine induction after primary vaccination of infants with whole-cell or acellular pertussis vaccines. </a></b><br />
Ausiello CM, Urbani F, la Sala A, Lande R, Cassone A. <br />
Department of Bacteriology and Medical Mycology, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy. <br />
<br />
5) Pediatr Allergy Immunol 2012 Dec;23(8):737-46.<br />
<a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23005697"><b>Association of pertussis and measles infections and immunizations with asthma and allergic sensitization in ISAAC Phase Two. </b></a><br />
Nagel G et al.</div>
<br />
6) Vaccine 22 (2004) 3375–3385<br />
<b><a href="http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15308362">No epidemiological evidence for infant vaccinations to cause allergic disease</a></b><br />
S. Koppen et al.<br />
Vaxinostics, Vaccine Center Erasmus University Rotterdam, Infectious Diseases and Immunology, Department of Pediatrics, Erasmus MC—Sophia Children’s Hospital, Rotterdam, The Netherlands<br />
National Institute of Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, The Netherlands<br />
Department of Medical Statistics, Leiden University Medical Center, Leiden, The Netherlands<br />
Department of Infectious Diseases and Immunology, Faculty of Veterinary Medicine, University of Utrecht, The Netherlands<br />
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(Istruzioni per trovare il testo integrale: Andare su <b><a href="http://scholar.google.it/schhp?as_sdt=0,5">Google Scholar</a> </b>e fare una ricerca mettendo il titolo dello studio. Lo si può scaricare da un sito contro le vaccinazioni, dove questo studio (che non ha trovato prove di una correlazione causale le vaccinazioni e le allergie) viene elencato nella rubrica con il titolo "studi sugli eventi avversi".)</div>
Ulrikehttp://www.blogger.com/profile/14597274823246633532noreply@blogger.com10