martedì 15 dicembre 2009

La pandemia influenzale del 1968-70: due statistiche di Glasgow

Durante la mia ricerca di informazioni sull'ultima pandemia, quella che era cominciata nel 1968, ho trovato due interessanti statistiche di Glasgow, Scozia, che aiutano a comprendere meglio l'impatto di quell'epidemia nei mesi invernali 1968/69 e 1969/70. Come si può notare dal primo articolo che cito, a Glasgow il primo anno della pandemia era generalmente meno grave delle due epidemie d'influenza stagionale che vengono riportate in questa statistica. Nel secondo anno della pandemia l'impatto generale era però peggiore non solo del primo anno, ma anche delle due epidemie d'influenza stagionale prese in esame. Anche se queste statistiche sono limitate a Glasgow, quasi tutti i paesi avevano riportato che nell'inverno 1969/70  l'impatto della pandemia era più grave che nell'inverno precedente  in cui il nuovo virus era apparso per la prima volta.


L'idea di fare questa statistica era nata dall'osservazione che nell'inverno 1967 a Glasgow non c'era nessun'evidenza virologica o epidemiologica di un'epidemia influenzale. Questo avvenimento insolito fu sfruttato per confrontare la mortalità fra l'inverno 1967 con due periodo di picco di influenza stagionale e due periodi di picco della pandemia appena passata. 



Nella statistica erano state inserite le seguenti 4 settimane di picco epidemico a confronto con 4 settimane corrispondenti dell'anno 1967, rappresentate dalla linea base = 100%. Quindi le barre rappresentano la percentuale della mortalità in eccesso.

1966: settimane 4 - 7 (H2N2 - stagionale + influenza B)
1968: settimane 2 - 5(H2N2 - stagionale)
1969: settimane 9-12 (H3N2 - virus pandemico "Hongkong")
1970: settimane 1-4 (H3N2 - virus pandemico "Hongkong")

Come previsto, nel grafico si nota che quando il virus dell'influenza circola, c'è un importante aumento nella mortalità per polmonite, bronchite e altre malattie respiratorie, di solito più del doppio, e anche delle notifiche di casi di polmonite, soprattutto nel secondo anno della pandemia. Un aumento di più del 50% rispetto all'inverno senza epidemia  si può notare anche nella mortalità per tutte le cause e nella mortalità delle persone sopra i 65 anni. La mortalità  per ischemia cardiaca sale del 51%. La mortalità per cancro all'apparato respiratorio aumenta in media del 29% e le morti violente del 27% (il significato e i mecchanismi di quest'ultimo dato in relazione alle epidemie di influenza è da approfondire, annota l'autore). Nè malattie neoplastiche che non riguardano l'apparato respiratorio nè il numero dei nati morti aumentano in modo significativo rispetto all'anno di controllo 1967. La mortalità dei bambini da 0-1 anno rappresenta il 127% della mortalità totale nel 1966 e del 100% (perciò nessun aumento rispetto all'anno senza epidemia) nel 1970 confermando che l'influenza non aveva un effetto particolarmente grave sulla loro mortalità, nemmeno nel secondo anno pandemico 1970.

Legenda:
A = mortalità per tutte le cause
B = mortalità delle persone di 65 anni o più
C = mortalità per polmonite
D = mortalità per bronchite o altre malattie dell'apparato respiratorio
E = mortalità per ischemia cardiaca
F = mortalità per cancro dell'apparato respiratorio
G =  morte violenta
H = mortalità dei bambini 0 - 12 mesi
J = casi notificati di polmonite
K = indennità per malattia

Le immagini si possono vedere nel formato originale se ci si clicca sopra e poi di nuovo per ingrandirla.

 





L'altra statistica che ho trovato riguarda sempre Glasgow e si riferisce ai casi di polmonite.  Il periodo osservato va dal gennaio 1966 fino al dicembre 1969, quindi in questo grafico si vede del secondo e più grave anno pandemico solo l'inizio. Permette comunque di confrontare il primo anno della pandemia sia con la stagione influenzale dell'anno precedente sia con l'anno 1967 in cui a Glasgow non circolava il virus dell'influenza. Infatti nell'inverno 1967 manca completamente il picco di casi di polmonite negli anziani.

Anche questo lavoro era stato svolto dal prof. Grist, dell'University Department of Infectious Diseases and Regional Virus Laboratory, Ruchill Hospital, Glasgow. Ha messo a confronto i dati della circolazione dei diversi virus con i casi di polmonite, riferiti a soli due gruppi di età,:<1 anno e >65 anni. A Glasgow la notifica dei casi di polmonite primaria era obbligatoria già da molti anni. Le epidemie corrispondenti sono:

  • all'inizio del 1966: influenza stagionale H2N2 + B che avevano circolato contemporaneamente
  • nell'inverno 1967/68: influenza stagionale H2N2
  • nell'inverno 1968/69: influenza pandemica H3N2(Hongkong)
  • nell'inverno 1969/70: influenza pandemica H3N2(Hongkong) - qui il grafico arriva solo fino alla fine del dicembre 1969, come già spiegato
  •  le quattro epidemie annuali all'inizio dell'inverno dovuti al virus respiratorio sinciziale (virus RS)

Come si vede dal grafico, per i casi di polmonite, il virus RS coincide bene con un picco di notifiche nei bambini di < 1 anno ma non in quello degli adulti > 65 anni. Al contrario, l'influenza ha poca o quasi alcuna influenza sui casi di polmonite nei bambini piccoli, ma corrisponde ad un netto aumento delle notifiche negli adulti > 65 anni. Come già detto, nell'inverno 1967 in cui eccezionalmente l'influenza non era stata segnalata a Glasgow, non era stato osservato il solito aumento dei casi di polmonite negli adulti.




Vorrei sottolineare che queste statistiche hanno soprattutto un valore storico, ma non possono essere usate per l'attuale pandemia che è causata da un virus diverso, l'H1N1(2009)v. Penso comunque che è importante vedere il comportamento del virus influenzale A nelle epidemie e pandemie del passato perché aiuta a comprendere meglio le sue caratteristiche.

Si può vedere una certa similtudine fra il primo anno dell'ultima pandemia e quella attuale. Anche allora era parecchio più mite dell'epidemia dell'influenza stagionale che aveva preceduta la pandemia. Solo nel secondo anno il nuovo virus aveva acquistato più forza ed era diventato più agressivo. Il virus pandemico degli anni 1968-70 è poi diventato quello che oggi è per noi l'influenza stagionale con la quale viene spesso confontato il nuovo virus A/H1N1(2009) sottolineando di quanto sia più pericolosa l'influenza stagionale. Quindi non vuol dire molto, per il futuro sviluppo, se il virus A/H1N1(2009) è per ora mite, lo era anche il A/H3N2(Hongkong) all'inizio.

Non è facile confrontare l'impatto iniziale della pandemia dell' 1968 con quello della pandemia attuale, anche perché oggi molte vite sono state salvate grazie ai miglioramenti nel campo della medicina (in terapia intensiva, farmacologia, vaccini etc.) e penso che a causa delle tante informazioni e discussioni degli ultimi mesi, molte persone abbiano modificato il comportamento, per esempio non trascurando l'influenza e rivolgendosi in tempo al medico.

Presto scriverò altri post più dettagliati sull'ultima pandemia.


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