domenica 20 febbraio 2011

Il vaccino antipertosse e le allergie - II° parte

Questa è la seconda parte del mio articolo sul tema vaccini e allergie. La prima parte si trova qui:

Il vaccino antipertosse e le allergie - I° parte

Domanda: Per quale motivo i vaccini dovrebbero avere a che fare con le allergie?
Risposta: Perché negli ultimi decenni l'incidenza delle allergie è aumentata e contemporaneamente anche il numero dei vaccini.


Questo mi fa venire in mente una ricerca molto istruttiva:


Paediatr Perinat Epidemiol. 2004 Jan;18(1):88-92.
New evidence for the theory of the stork
Höfer T et al.
Federal Institute for Risk Assessment, Berlin, Germany

Questo studio ha trovato una correlazione significativa fra la popolazione delle cicogne e il numero delle nascite. Meno cicogne c'erano, meno bambini sono nati. Ecco quindi la prova che le cicogne portano i bambini.....o no??

E anche questo:




I Simpson, Stagione 7 Episodio 23, Cod. 3F20
Much Apu About Nothing 
Lisa Simpson et al.



Homer: Ah, neanche un orso in vista: la pattuglia orsi sta funzionando alla meraviglia
Lisa: Questo è un ragionamento capzioso, papà
Homer: Grazie tesoro
Lisa: Secondo la tua logica, questo sasso potrebbe tenere lontano le tigri
Homer: Oh, e come funziona?
Lisa: Non funziona. E' solo uno stupido sasso, comunque non vedo nessuna tigre, e tu?
Homer: Ah!
Lisa: E' solo uno stupido sasso...
Homer: Ah
Lisa: Comunque non vedo nessuna tigre, e tu?
Homer: Lisa, voglio comprare il tuo sasso


Non solo per Homer Simpson non è sempre  facile capire se una correlazione è solo temporale o invece causale. Specialmente nel campo della medicina alternativa tanti si guadagnano da vivere sfruttando in modo inconsapevole e a volte anche consapevole l'inclinazione delle persone di vedere una causalità dove invece c'è solo una correlazione come quella del sasso di Lisa Simpson. C'è tanta gente che comprerebbe quel sasso e purtroppo c'è tanta altra gente che lo sa e che quindi lo venderebbe (naturalmente migliorando un po' le tecniche di vendita di Lisa ;-)), basterebbe solo mettere al posto delle tigri un lungo elenco di malattie.Vi consiglio di seguire il blog Medbunker che ha già esaminato l'efficacia di molti "sassi". Guardate anche la serie di video della conferenza del CICAP del 12.2.11 a Lugano dove l'autore del blog Medbunker ha spiegato cose molto interessanti riguardo alla medicina cosiddetta alternativa. Il link si trova attualmente in alto a destra nel mio blog.

Nel caso della cicogna nessuno ci crede, nemmeno Homer, perché sappiamo da dove vengono i bambini. Ma con le malattie le cui cause sono ignote, come le allergie, le malattie autoimmuni, l'autismo etc. c'è campo libero per le speculazioni, come quello che le allergie causano l'aumento delle vaccinazioni. O era il contrario? Va be, sempre correlazione è...

Continuo dunque a sfogliare il libro "Bambini supervaccinati" di Eugenio Serravalle. Subito dopo l'esempio che ho trattato nel post precedente,  si legge (a pagina 38, nel capitolo "Cosa rivelano le ricerche sulle reazioni avverse ai vaccini?"):


Un altro studio condotto in Nuova Zelanda su 1.265 bambini conferma come la vaccinazione possa costituire un fattore di rischio per le manifestazioni allergiche. I bambini che non erano stati sottoposti a vaccino DTP e antipoliemielite non avevano presentato manifestazioni cliniche di allergia prima dei 10 anni, mentre tra i vaccinati, il 23,1% segnalava episodi di asma, il 22,5% era stato sottoposto a visite mediche per asma, il 30% per altre patologie allergiche.

Epidemiology. 1997 Nov;8(6):678-80.
Is infant immunization a risk factor for childhood asthma or allergy?
Kemp T et al
Department of Medicine, Wellington School of Medicine, New Zealand.


Si tratta di uno studio di coorte. Gli autori hanno esaminato la relazione tra i vaccini DTP (difterite tetano pertosse) e OPV (antipolio orale) e le allergie. I dati sulle vaccinazioni e i sintomi allergici sono stati collezionati per 1.265 bambini nati nel 1977 che avevano partecipato al "New Zealand health study" e che sono stati seguiti fino all'età di 16 anni. Le informazioni erano state raccolte con diari medici tenuti dai genitori e - quando i dati ottenuti dai genitori erano poco chiari - schede dei medici curanti. I dati ottenuti sono stati suddivisi in tre periodi: 0-5, 0-10 e 0-16 anni. I 23(!) bambini  che non avevano ricevuto nè il vaccino DPT nè l'antipolio all'età prevista dal calendario vaccinale, cioè a 3 e 5 mesi, sono stati classificati come "non vaccinati". Eventuali vaccinazioni (DTP e OPV) dopo l'anno di età non sono stati presi in considerazione perché l'ipotesi degli autori si limitava alle vaccinazioni ricevute durante la prima infanzia.

Fino all'età di 10 anni per i bambini classificati come non vaccinati non erano stati riportati episodi di asma o consulti medici per asma o per altre allergie. Quando venivano presi in esami i dati raccolti tra 0-16 anni, fra i bambini classificati non vaccinati ci sono stati 5 episodi/consultazioni per allergie e asma. Per questo gruppo di età la differenza di incidenza di asma e altre allergie fra i vaccinati e i non vaccinati non era statisticamente significativa.

Come controllo, i ricercatori avevano anche confrontato un'eventuale correlazione tra il vaccino antimorbillo e le malattie allergiche ma non hanno trovato differenze statisticamente significative fra vaccinati e non vaccinati.

Il risultato di questo studio è da prendere con le dovute cautele, soprattutto perché il numero dei bambini non vaccinati era estremamente piccolo. Anche un solo caso di asma riportato fra 0 e 10 anni avrebbe inciso considerevolmente sul risultato. Un'altra limitazione dello studio era un potenziale bias di utilizzo delle cure mediche (Vi ricordate la spiegazione dello studio di DeStefano nel post precedente?) A questo si aggiungono la difficoltà di aggiustare il risultato per i fattori confondenti, a causa del piccolo numero dei bambini non vaccinati e la qualità della diagnosi.

E' piuttosto strano che nell'abstract gli autori riferiscono solo il risultato ottenuto fino a 10 anni e non quello fino a 16 anni. Se si prende in considerazione il risultato ottenuto fino a 16 anni, ci sono stati casi di asma anche fra i bambini classificati "non vaccinati". Su 17 di cui si hanno i dati, 2 avevano almeno un episodio di asma, e il marginale rischio relativo che era stato riscontrato nei bambini fino a 10 anni, è sparito. L'associazione non era più statisticamente significativa.

Inoltre nell'abstract scrivono che 23 bambini non avevano avuto l'asma o altre allergie nei primi 10 anni di vita, mentre nello studio si può vedere che già dall'inizio mancano i dati per alcuni di questo già minuscolo numero di bambini. Infatti, nella fascia d'età fra 0 e 5 solo su 20 c'è una risposta riguardo l'asma e l'eczema e solo 16 avevano risposto alla voce "consulto medico per allergie". Fra 0 e 10 anni e fra 0 e 16 solo su 17 c'è una risposta che riguarda l'asma e 13 per il consulto per allergie. Quindi perché dire "nessuno dei 23 bambini non vaccinati avevano riportato casi di asma" se ci sono solo le risposte per 17 mentre degli altri 6 (il 26%) non si sa nulla?




Vedi anche la valutazione di questo studio dell'Institute of Medicine nel "Immunization Safety Review - Multiple Immunization and Immune Dysfunction", 2002.






Quindi, questo debole studio viene citato dal dott. Serravalle come conferma che il vaccino DTP possa aumentare il rischio per le manifestazioni allergiche. Da notare anche che a pagina 38 menziona solo il numero totale dei bambini, cioè 1.265, e non che i non vaccinati erano solo 23. Comunque, più avanti nel libro (al capitolo sulla pertosse) parla nuovamente della stessa "importantissima" ricerca, ma questa volta informa anche che i non vaccinati erano solo 23.

Ho spesso osservato che gli antivaccinisti citano in modo molto selettivo, scegliendo solo studi a sostegno della propria opinione. In questo modo si potrebbe però provare qualunque cosa. Un singolo studio non è quasi mai in grado di dare una garanzia che l'associazione trovata tra i soggetti in osservazione si troverebbe anche nella popolazione intera. Anche nei migliori studi, controllati per tutti i fattori confondenti c'è una piccola probabilità che il risultato sia dovuto al caso. Figuriamoci allora uno studio come quelli di Joneyama et al. e Kemp et al.

Solo guardando il quadro intero, cioè tutta la letteratura scientifica che ha trattato la questione, è possibile vedere qual'è la probabilità che i vaccini in generale e l'antipertosse in particolare possano aver contribuito all'aumento delle allergie. La probabilità, non la certezza. Non è possibile provare scientificamente che i vaccino non causano mai nemmeno un caso di allergie o asma. Allo stesso modo in cui non si può provare che non c'è nessun servizio da tè in orbita che gira intorno alla terra. Non è possibile provare il "mai", ma gli antivaccinisti lo pretendono, sapendo di chiedere l'impossibile. E bisogna soprattutto pensare agli enormi benefici dei vaccini che superano di molto ogni rischio teorico.


Ebbene, per quanto riguarda il vaccino antipertosse cellulare che è quello più studiato per quanto riguarda l' associazione con le allergie e in modo particolare con l'asma, i dati scientifici (sono molte decine) che sono stati fatti ad oggi valutati nell'insieme indicano che il vaccino non aumenta e nemmeno riduce il rischio delle allergie.

Forse la seguente meta-analisi del 2007 avrebbe avuto più meriti per essere preso in considerazione dall'autore del libro:

Pediatrics 2009;123:944–950
Is childhood vaccination associated with asthma? A meta-analysis of observational studies.
Balicer RD et al
Department of Epidemiology, Faculty of Health Sciences, Ben-Gurion University of the Negev, Beer Sheva,

CONCLUSION. This study provides no evidence of an association between vaccination against pertussis in infancy and an increased risk of later wheeze or asthma and does not support claims that vaccination against pertussis might significantly increase the risk of childhood asthma.

Traduzione:
CONCLUSIONE. Questo studio non fornisce evidenza per un'associazione tra la vaccinazione antipertosse nell'infanzia e un aumentato rischio di asma o di respiro sibilante (wheeze) e non dà supporto alle affermazioni che la vaccinazione contro la pertosse possa aumentare in modo significativo il rischio di asma infantile. 

L'aumento delle allergie sembra essere collegato allo stile di vita nei paesi industrializzati. Purtroppo ancora non si sono scoperte le cause scatenanti, ma solo qualche associazione più o meno forte. Sicuro è comunque che in molti casi c'è una componente genetica perché i bambini i cui genitori soffrono di qualche allergia hanno un aumentato rischio. 

Forse in un altro ambiente e con un altro stile di vita, le caratteristiche genetiche che oggi sono in parte responsabili dell'aumento delle allergie, dava ai soggetti un vantaggio di sopravvivenza? 

Oppure, grazie alle migliorate condizioni di vita (che include le vaccinazioni) più bambini con queste caratteristiche sopravvivono che nel passato sarebbero morti per difterite, morbillo, pertosse etc. prima di avere la possibilità di passare il proprio corredo genetico alla generazione successiva? 


Uno stile di vita ha talmente tante variabili che è veramente semplicistico affermare che i vaccini hanno avuto un ruolo decisivo nell'aumento delle allergie, anche perché quest'opinione non è supportata dai dati scientifici e di studi sono stati fatti veramente tanti.






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