E' essenziale comprendere che le esperienze personali possono essere facilmente distorte. Generalmente questo succede perché c'è una specie di "conflitto d'interesse": si tende a notare e accettare solo quello che corrisponde alla propria convinzione. Si notano prevalentemente i casi che confermano che la propria decisione sia quella giusta: ci tranquillizzano e ci rimangono impressi nella mente con più facilità. Questo fenomeno si chiama bias di conferma.
Un importante compito del metodo scientifico è ridurre al massimo o idealmente annullare completamente questo errore a cui siamo soggetti tutti quanti, nessuno escluso, anche i ricercatori stessi. E non c'entrano i soldi in questo, ma fa parte della natura umana.
Quando gli attivisti che cercano di convincere i genitori che le vaccinazioni sono la madre di tutti i mali e responsabili di qualsiasi malattia conosciuta, anche di quelle che si manifestano 20 o 30 anni dopo, e addirittura fino alla seconda e terza generazione (non sto scherzando, lo dicono davvero!), si legge sempre questo mantra:
"Finché non faranno uno studio a doppio cieco che confronta bambini vaccinati con bambini non vaccinati non sapremo mai se i vaccini sono efficaci e non conosceremo gli effetti sulla salute."
Naturalmente, dopo che un vaccino è stato approvato perché ha dimostrato l'efficacia e la sicurezza, nessuna commissione etica approverebbe uno studio di questo tipo. I genitori che vogliono proteggere i propri bambini dalle pericolose malattie prevenibili con le vaccinazioni non accetterebbero che finiscano nel gruppo di controllo (quello dei non vaccinati), ma nemmeno i genitori contrari ai vaccini vorrebbero correre il "rischio" (dal loro punto di vista) che i loro bambini entrino nel gruppo dei vaccinati. Ci sono diversi argomenti, oltre a quello appena spiegato, che rendono impraticabile il tipo di studio proposto dagli anti-vaccinisti. E anche l'alternativa, di fare uno studio non in doppio cieco e confrontare i bambini che non verrebbero vaccinati comunque perché i genitori sono contrari, con quelli vaccinati, non è fattibile, per una serie di motivi. Prima o poi scriverò un post in cui tratterò questo tema in modo approfondito.
Sono state fatte diverse ricerche che confrontano una popolazione vaccinata con una non vaccinata ma siccome i risultati non sono quelli che gli anti-vaccinisti si augurerebbero, preferiscono non menzionarli o se lo fanno, tendono a rovesciare il risultato. Inoltre fa più effetto chiedere a gran voce tipi di studi di cui sanno molto bene che non potranno mai essere fatti perché sono contro l'etica.
Per esempio nel 2011 è stato pubblicato uno studio del Robert Koch Institut di Berlino, che confronta bambini e adolescenti tedeschi (da 1 a 17 anni) non vaccinati con bambini vaccinati con almeno un vaccino. E' uno studio retrospettivo (cioè effettuato con dati del passato, in questo caso sono stati raccolti tra il maggio 2003 e il maggio 2006). Una debolezza di questo studio è che solo lo 0,7% dei bambini non era mai stato vaccinato, cioè 94 su una coorte di 13.453. Troverete la citazione, il link e alcune informazioni interessanti sui retroscena di questa ricerca in fondo a questo post, nella bibliografia.
Questo bassissimo numero di non vaccinati tra 1 e 17 anni è naturalmente rassicurante ma pone dei limiti riguardo alla misurazione statistica, soprattutto per quanto riguarda l'analisi di sottogruppi. Ma nonostante questo, i risultati sono molto eloquenti, come vedremo.
Sono stati presi in esame:
La prevalenza di alcune malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni
- pertosse
- morbillo
- parotite
- rosolia
- sindrome influenzale
- tonsillite
- infezione da herpesvirus
- bronchite
- infezione gastrointestinale
- cistite e/o uretrite
- congiuntivite purulenta (cioè di origine batterica)
- croup nei bambini fino a 11 anni
Alcune malattie allergiche
- rinocongiuntivite allergica
- eczema atopico
- asma bronchiale
- bronchite ostruttiva
- polmonite e otite media
- malattie al cuore
- anemia
- epilessia
- disordine dell'attenzione ADHD
Solo per la prevalenza della pertosse, il morbillo e la parotite è stata trovata una differenza statisticamente significativa tra vaccinati e non vaccinati. La proporzione dei bambini e adolescenti non vaccinati che avevano avuto la pertosse, il morbillo, la parotite e/o la rosolia era molto più alta che nei bambini che erano stati correttamente vaccinati contro queste malattie (per questo confronto sono stati estratti dal pool dei bambini vaccinati quelli per cui c'era la documentazione che attestava il completamento delle dosi raccomandate secondo il calendario vaccinale. Il motivo è che anche fra i vaccinati ci sono stati soggetti che non erano stati vaccinati contro queste quattro malattie o che non avevano completato tutto il ciclo vaccinale secondo le raccomandazioni).
Qui si può vedere la tabella con il numero di casi e le percentuali (cliccare per ingrandire le tabelle in questo articolo)
Solo la rosolia non raggiunge un valore statisticamente significativo. In questo studio, come nella maggioranza degli studi, il livello di significatività statistica è stato stabilito con il 5%, perciò solo quando il valore P è meno di 0,05 il risultato può essere interpretato come statisticamente significativo. In altre parole, le probabilità statistiche che il risultato sia dovuto al caso sono meno del 5%. La possibilità di avere la sicurezza assoluta non esiste, rimane sempre un margine di insicurezza cioè che si potrebbe trattare di un risultato dovuto al caso. Questo fa parte del metodo scientifico. Però, se si guarda la differenza della probabilità di ammalarsi di pertosse nei non vaccinati, con quella dei vaccinati secondo le raccomandazioni, non ci sarà la sicurezza assoluta (che come ho spiegato non esiste) ma obiettivamente parlando, rimangono veramente pochi dubbi: il valore P è molto al di sotto dello 0,05: è 0,0001. E anche per il morbillo vale lo stesso: valore P= 0,0095.
Questi risultati dimostrano varie cose:
1) che i bambini non vaccinati hanno un rischio maggiore e reale di prendersi le malattie infettive contro cui si vaccina, nonostante che ci sia l'immunità del gregge che comunque riduce fortemente l'incidenza.
2) Anche se è vero che questo studio ha il difetto che c'è un'enorme differenza tre il numero dei vaccinati (13.359) e quello dei non vaccinati (94), è comunque stato possibile individuare una differenza significativa per quanto riguarda alcune malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni, che oggi - grazie all'alta copertura vaccinale - non sono proprio molto frequenti.
Questo dimostra quindi che i dati e il metodo statistico usato sono anche adeguati per scoprire nel gruppo dei vaccinati un sensibile aumento nella frequenza delle altre malattie infettive, quelle non prevenibili dalle vaccinazioni, se la tesi che i vaccini multipli "indeboliscono" il sistema immunitario, fosse vera.
Logicamente una immunodepressione si dovrebbe tradurre in una prevalenza di malattie infettive decisamente più alta, nei vaccinati. Se no, che immunodepressione sarebbe?
E con questo siamo arrivati alla seconda misurazione statistica di questo studio.
Ecco la tabella che mostra il valore mediano di varie infezioni - riportati dai genitori - nell'arco di 24 mesi precedenti alla raccolta dati
Basta guardare i valore P che sono tutti ampiamente sopra lo 0,05. Quindi la differenza tra i vaccinati e i non vaccinati non raggiunge la significatività statistica, in altre parole i vaccinati si ammalavano di questo tipo di infezioni con la stessa frequenza dei non vaccinati.
Ricordiamoci che si tratta sempre dello stesso ordine di grandezza con cui sono stati trovati i valori P di 0,0001 e 0,0095 rispettivamente per la pertosse e per il morbillo.
E qui si vede la tabella che fa vedere la prevalenza di alcuni tipi di allergie (dati confermati da cartelle cliniche mediche)
Anche qui i ricercatori non hanno trovato importanti differenze tra i vaccinati e i non vaccinati.
Gli autori fanno anche notare che i dati raccolti rispecchiano la naturale diminuzione della frequenza delle malattie infettive, non prevenibili con le vaccinazioni, con l'età, sia nei vaccinati che nei non vaccinati. Al contrario, la prevalenza delle allergie aumenta in tutti i bambini con la crescita, indipendentemente se questi erano vaccinati o no.
Questa è un'ulteriore prova dell'affidabilità e del grado di sensibilità statistica di questo studio e dimostra che è ampiamente adeguato per far risaltare (individuare) gli effetti deleterie delle vaccinazioni tanto acclamate dagli anti-vaccinisti, se queste esistessero davvero.
Ma non c'è traccia di questi effetti negativi che si sarebbero notati senz'altro, se i vaccini multipli fossero in grado di indebolire il sistema immunitario.
Da questo studio risulta che il rischio di ammalarsi di pertosse, morbillo, parotite e rosolia supera decisamente il rischio degli eventi avversi. Questo rischio sarebbe naturalmente molto maggiore se si smettesse di vaccinare come auspicano gli oppositori. In questo caso crescerebbe, anno dopo anno, il numero di bambini non protetti e tornerebbero senz'altro anche la polio e la difterite che ora non possono prendere piede grazie all'alta copertura vaccinale che viene mantenuta da molti decenni. E' un "bel" affare che propongono gli anti. Avremmo tantissimi casi di pertosse, morbillo, parotite, rosolia, polio, difterite etc. con bambini gravemente danneggiati e moltissimi morti mentre l'incidenza di tutte le altre malattie, sia infettive che non, continuerebbero con la stessa frequenza di prima.
Anche qualche anti-vaccinista ha citato questo studio ma introducendolo così: "I bambini non vaccinati soffrono meno di malattie infettive!" che capovolge naturalmente completamente i risultati di questo studio. E' vero proprio il contrario (vedi pertosse, morbillo e parotite). Fanno finta di non vedere i valori P e le barre degli intervalli di confidenza (che si leggono nel testo e si vedono nei grafici) e dimostrano la solita ignoranza in materia. Dicono per esempio, che i bambini vaccinati dell'età tra 1 a 5 anni si ammalano del 27% più spesso dei bambini non vaccinati e quelli da 11 a 17 anni del 16%. Naturalmente questa conclusione è antiscientifica perché non prende in considerazione l'alto livello di insicurezza dei dati che riguardano i 94 bambini non vaccinati. Proprio per ovviare a questo, viene calcolato un'ampio intervallo di confidenza. Con un numero così basso bastano pochi episodi di malattia in più o in meno per stravolgere il risultato. Mentre nei 13.359 bambini non cambia niente con lo stesso numero di casi per eccesso o difetto che nei 94 casi farebbe stravolgere i risultati. E' un po' come la differenza che c'è se si butta un sasso in una pozzanghera o uno delle stesse dimensioni in un lago. Per avere lo stesso effetto nel lago ci vuole un sasso proporzionalmente più grande. Appunto questa differenza si cerca di ridurre con l'intervallo di confidenza.
Nel 2002 il comitato per la sicurezza delle immunizzazioni del Institute of Medicine aveva esaminato gli studi scientifici per verificare se evidenziavano un'aumento di suscettibilità per infezioni varie come sostengono gli antivaccinisti. La conclusione è che l'evidenza epidemiologica e clinica smentisce l'ipotesi che i vaccini multipli aumentano il rischio di infezioni.
Immunization Safety Review: Multiple Immunizations and Immune Dysfunction
Institute of Medicine (IOM) Report - 2002
Sono stati fatti vari studi, anche dopo quel report del IOM, e anche questi confermano che i vaccini non aumentano nei vaccinati il rischio di infezioni.
Non vaccinare comporta solo rischi inutili, e nessun benefit. I bambini non vaccinati si ammalano con la stessa frequenza di quelli vaccinati secondo il calendario vaccinale (ad eccezione delle malattie infettive contro cui i vaccini sono diretti ovviamente, di questi si ammalano decisamente di più quelli senza protezione).
E' una chiara dimostrazione che l'affermazione che i vaccini multipli indeboliscono il sistema immunitario è una bufala, perché se fosse vera, il primo segnale sarebbe una maggiore suscettibilità alle infezioni rispetto ai non vaccinati.
Nella seconda parte riporterò alcuni studi che riguardano in modo specifico il vaccino MPR (morbillo + parotite + rosolia)
Questo era il quarto post sui vaccini multipli. I primi tre si trovano qui:
"I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?"
"I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario?"
"I vaccini multipli non aumentano il rischio di autismo"
Bibliografia:
Vaccination Status and Health in Children and Adolescents: Findings of the German Health Interview and Examination Survey for Children and Adolescents (KiGGS)
Schmitz et al.
Dtsch Arztebl Int, 2011, 108 (7), 99-104
I dati provengono da questo studio longitudinale:
Studie zur Gesundheit von Kindern und Jugendlichen in Deutschland (KiGGS)
(= Studio per la salute di bambini e adolescenti in Germania)
E' promosso e finanziato dal Ministero Federale della Sanità e della Previdenza Sociale, e dal Ministero dell'Istruzione e della Ricerca. E' svolto dal Robert Koch Institut, Berlino. E' uno studio longitudinale con la durata di parecchi anni e serve per monitorare la salute dei bambini e degli adolescenti in Germania. A intervalli più o meno regolari (il RKI li chiama onde) vengono raccolti dati. Lo studio di cui Vi ho parlato nel presente articolo ha attinto ai dati raccolti durante l'indagine di riferimento, dal maggio 2003 al maggio 2006. La prossima "onda" di raccolta dati comincerà alla fine di quest'anno e durerà fino al 2016. Anche tra il 2009 e il 2012 sono stati raccolti dati e si prevede che i risultati saranno disponibili alla fine del 2013.
Qui si può vedere come i bambini e adolescenti vengono seguiti nel corso degli anni. In celeste le coorti che ne fanno parte dall'inizio, in celeste chiaro ev. probandi aggiuntivi e in grigio l'aggiunta di nuove coorti della fascia d'età che più giovani.
Fonte: Kohortenstudie KiGGS
In Germania, contemporaneamente alla KiGGS, si svolgono anche altri due studi, uno per monitorare la salute degli adulti (DEGS) e uno per monitorare la salute in generale (GDA). Questi tre studi longitudinali sono stati progettati per essere abbinati e per completarsi a vicenda.
Addressing parents’ concerns: Do multiple vaccines overwhelm or weaken the
infant’s immune system?
Offit P et al.
Pediatrics 109:124-129, 2003.
Anche il mitico Orac del Blog "Respectful Insolence" che fa parte di scienceblogs.com ha parlato dello studio:
For the anti-vaccinationists out there: The results of a real “vaxed versus unvaxed” study
@ Limem
RispondiEliminaMi dispiace ma link per siti o articoli di questo tipo non vengono pubblicati.
Per favore legga questo comunicato stampa che riguarda la sentenza:
Vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia) e autismo - una sentenza anti-scientifica
Ieri su TG1 Chat è stata data dal prof. Michele Conversano, presidente della Società Italiana di Igiene, una risposta anche su questa faccenda. Qui è possibile riguardare la chat:
TG 1 Chat del 15 maggio 2013
"Ecco la tabella che mostra il valore mediano di varie infezioni - riportati dai genitori - nell'arco di 24 mesi precedenti alla raccolta dati"
RispondiEliminaMa scusami...che c'è di scientifico nel farsi riferire dai genitori le malattie avute dai propri figli nei 2 anni precedenti? :) Tu ti ricordi i malanni che hai avuto nei 2 anni scorsi?? Io no, ma può darsi che in Germania sia obbligatorio per un genitore tenere un "diario della salute" dei propri figli..boh! Per il confronto di incidenza di allergie, poi, abbiamo la certezza assoluta: ci sono le cartelle cliniche! Ma scusami, i pediatri a cui mi sono rivolto mi hanno sempre detto che non si fanno prove allergiche ai bambini prima di 3 anni (o 6..non ricordo)...ariboh! Ho un bimbo di 3 anni vaccinato ed una bimba di 1 non vaccinata e la differenza di "delicatezza" nei confronti dei malanni è molto più che "bias di conferma", credimi. Lungi da me attribuire questa differenza SOLO alle vaccinazioni, ma resta il fatto che la bimba ha una tempra d'acciaio in confronto al fratello. E' vero che gli antivaccinisti (o, meglio, i vaccino-non-entusiasti come me) prendono lo stesso studio e riescono a far passare il messaggio diametralmente opposto al tuo, ma questo succede proprio per le basi poco solide su cui si basa che lasciano adito a interpretazioni che di metodo scientifico ben poco hanno.
Ciao!
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RispondiEliminaCiao Valerio,
RispondiEliminaLa tua domanda fa capire che non hai letto lo studio (ho messo il link nel mio articolo) e che non hai compreso le mie spiegazioni riguardo alla sensibilità dello stesso di captare ev. effetti negativi dei vaccini.
Gli autori stessi parlano di questo tema nella sezione "discussione". Si legge:
"I dati dello studio per quanto riguarda le malattie, possono dipendere anche dalla capacità delle persone di ricordare le malattie e la ev. diagnosi medica. Pertanto non possiamo escludere completamente che la vera prevalenza possa essere sovra- o sottostimata. I sondaggi, questionari e le interviste con i medici sono, tuttavia, procedure standard a livello internazionale e sono stati utilizzati in molti studi. Inoltre, le informazioni documentano malattie per cui erano state fornite consigli o cure nel sistema sanitario."
Quindi, la prevalenza può essere sopra- o sottovalutata, ma lo scopo di questo studio non era la prevalenza ma la differenza tra vaccinati e non vaccinati. O vuoi forse dire che le vaccinazioni hanno un effetto deleterio sulla memoria dei genitori dei bambini vaccinati? Con tutti i genitori, quelli che hanno fatto vaccinare i propri figli e anche quelli che gli hanno negato la protezione da malattie pericolose, è stato usato lo stesso metodo di raccolta dati. Quindi anche eventuali dimenticanze dovrebbero essere state distribuite in modo uniforme. Perciò una significativa differenza sarebbe saltata comunque fuori, se fosse vero quello che affermano gli antivaccinisti, cioè che i vaccini indeboliscono il sistema immunitario. Si è invece visto che lo studio era abbastanza sensibile per trovare nei non vaccinati un significativo aumento delle malattie prevenibili con le vaccinazioni. Ha anche evidenziato un aumento progressivo delle malattie atopiche e, al contrario, una progressiva riduzione delle altre malattie, e questo era direttamente collegato al'età dei soggetti, ma non al lo stato vaccinale. Tutto questo l'ho già spiegato nell'articolo, ti consiglio di rileggerlo con attenzione.
La tua critica di questo ottimo studio su un enorme numero di bambini è ancora più sorprendente quando si legge che tu ritieni una "prova" che i bambini non vaccinati sono più "sani", osservando 2 (due) bambini, i tuoi. Quindi la tua memoria è affidabile ma quella di un insieme di 13.000 genitori no?
Rileggi per favore l'elenco di malattie che erano state chieste ai genitori e chiediti per ciascuna se tu ti ricorderesti se il tuo bambino l'ha avuto nei 2 anni passati. Pensi che ti dimenticheresti per esempio che ha avuto una bronchite? O una sindrome influenza? O una tonsillite? etc
Ciao, Ulrike,
RispondiEliminala tua descrizione dello studio è così dettagliata ed approfondita che ho evitato di leggere lo studio stesso :P Fesserie a parte e fidandomi di quanto tu hai riportato, non mi serve approfondire uno studio che parte da basi che ritengo poco solide: è vero che la memoria tradisce genitori di figli vaccinati e non, ma io non cerco quella o questa verità, ma l'unica esistente e che certo non viene fuori da un campione statistico così sbilanciato! Il fatto che i ricercatori stessi lo ammettano non è che mi serva poi a molto... Ed anche stiracchiare gli intervalli di confidenza non ha molto senso, se le premesse sono queste :) E' un dato di fatto (che tu evidenzi nell'articolo che ho riletto umilmente :) ) che tali studi entrano nelle slide dell'antivaccinista e dello stipendiato da qualche casa farmaceutica per dimostrare tesi esattamente opposte!
Non ho mai voluto elevare la mia esperienza di papà a studio scientifico e i miei 2 figli a campione, credimi. Ho solo detto (e, mi sembrava, pure abbastanza chiaramente) che c'è la bimba non vaccinata che ha una salute di ferro in confronto a quello vaccinato! Se scrivo "Lungi da me attribuire questa differenza SOLO alle vaccinazioni..", è solo per far trasparire una mia inclinazione verso una certa ipotesi, senza dare sentenze definitive! E l'esempio mio era inquadrato nel "bias di conferma" e non voleva essere un controstudio (anche se il campione era al 50% come dovrebbe essere in uno studio scientifico INATTACABILMENTE attendibile :) ).
Ora meglio che torni al lavoro.
Buona giornata!
Prima di tutto gli antivaccinisti che citano questo studio non dimostrano un bel niente, a parte la propria ignoranza dei metodi statistici scientificamente consolidati. Inoltre non dimostrano una tesi esattamente opposta, perché in questo caso gli autori dello studio dovrebbero aver trovato che chi è vaccinato si ammala meno delle malattie elencate (incl. quelle atopiche). Però i dati reali di questo studio indicano che non c'è nessuna differenza fra i vaccinati e i non vaccinati, a parte la maggiore incidenza nei non vaccinati di malattie prevenibili con le vaccinazioni.
RispondiEliminaSembra proprio che gli antivaccinisti che citano questo studio dicendo (falsamente) che dimostra che i bambini vaccinati si ammalano più spesso, si fidano invece della memoria dei genitori che hanno partecipato a questa ricerca. Altrimenti perché lo citano come "prova" che i vaccini indeboliscono il sistema immunitario?
A proposito, lo studio è promosso e finanziato dal Ministero Federale della Sanità e della Previdenza Sociale, e dal Ministero dell'Istruzione e della Ricerca. Non da qualcuno stipendiato dall'industria.
Questo studio conferma solo quello che hanno trovato tanti altri studi, cioè che i vaccini non indeboliscono il sistema immunitario. Il dato più interessante è comunque che i bambini i cui genitori rifiutano di proteggerli da malattie pericolose, hanno un rischio molto più alto di ammalarsi di queste malattie. E questo rischio aumenta man mano che si abbassa la copertura vaccinale nella popolazione. Per il momento questi disgraziati bambini hanno la fortuna di vivere in una società dove gli agenti infettivi non possono circolare o dove circolano con difficoltà, a causa dell'altissimo numero di persone protette grazie alle vaccinazioni. Se il numero di genitori che abboccano alla pericolosissima disinformazione degli antivaccinisti aumenta, gli agenti infettivi potranno di nuovo prendere piede e fare vittime. A parte il vaiolo che è stato debellato più di 40 anni fa dal mondo intero, tutte le altre malattie dalle quali i vaccini proteggono, sono ancora in giro e possono anche viaggiare con gli aerei (per esempio ci sono portatori sani sia per la polio che per la difterite, due malattie estremamente pericolose).