Gli articoli che ho scritto finora per questo blog sul tema morbillo e in cui ho esaminato alcune di queste dicerie sono:
Vaccino contro il morbillo e rischio di panencefalite sclerosante subacuta (PESS)
Il vaccino antimorbillo: l'efficacia
Il vaccino antimorbillo può causare la morte?
Altri tre articoli nel mio sito Vaccinfo al capitolo "Pescato nella rete" (una raccolta di dicerie trovate nel web, nei libri, nella radio e TV etc.):
L'efficacia del vaccino antimorbillo: il caso USA
Il vaccino antimorbillo e la meningite asettica
Il morbillo in Italia nel 2007
L'argomento che tratterò oggi è abbastanza complesso perciò lo suddividerò in due post.
Ho trovato un buon riassunto delle critiche mosse da parte degli antivaccinisti nel libro del dott. Eugenio Serravalle (pediatra omeopata) "Bambini supervaccinati" che ho già usato altre volte in questo blog come punto di partenza per i miei post.
Lui scrive nell'articolo sul morbillo:
Il morbillo è eccezionale nel corso del primo anno di vita, grazie alla protezione conferita dagli anticorpi materni, ma negli ultimi anni sono stati descritti casi della malattia proprio in lattanti di eta inferiore ai 12 mesi.
(.... la parte della citazione che qui ho tagliato - e che riguarda la differenza della quantità di anticorpi materni fra donne vaccinate e donne che hanno avuto il morbillo - sarà il tema della seconda parte)
Negli Stati Uniti un malato di morbillo su quattro è al di sotto dei dodici mesi e il 50% dei casi dichiarati di morbillo rientra nei gruppi a rischio, ossia di soggetti molto piccoli o adulti.
Nel 2006/07, nel corso di un'epidemia di morbillo a Barcellona, 123 malati su 213 erano al di sotto dei quindici mesi di età.
Esaminiamo ora l'affermazione iniziale, cioè che prima del largo uso del vaccino i casi di morbillo nei bambini da 0 - 1 anno sono stati eccezionali.
Nell'era prevaccinale era risaputo che i lattanti sono a più alto rischio di gravi complicanze e di morte da morbillo.
Per esempio nel libro "Das Heilwesen der Gegenwart- Gesundheitslehre und Gesundheitspolitik" del Prof. Dr. Adolf Gottstein, Ministerialdirektor a.D. (Deutsche Buchgemeinschaft Berlin) dell'anno 1925 si legge nel capitolo sul morbillo:
I lattanti nei primi mesi di vita rimangono quasi sempre risparmiati dal morbillo. Dal secondo trimestre anche loro si ammalano. Più piccolo il bambino, più grande la sofferenza e più alta la mortalità. Il morbillo non è di per se una malattia mortale ma lo diventa se infetta un bambino molto piccolo. Proprio in questa fascia di età si registra il più alto numero di morti prevenibili. Nel 1913 in Prussia sono morte quasi 7300 persone di morbillo, di cui 2617 all'età di 0-1 anno, 2549 all'età di 1-2 anni, quindi un totale di 5156, e solo 550 di bambini di più di 5 anni.
Poi l'autore spiega la grande importanza di fare tutto il possibile per proteggere i lattanti dal contagio. Parla di un metodo scoperto da un pediatra di Monaco, un certo Degkwitz : un serum ricavato dal sangue di malati di morbillo o anche il serum prodotto dal sangue degli adulti (ma questo è meno efficace) può prevenire o rendere più blanda la malattia, se iniettato in tempo. Il problema era solo che non si riusciva a produrre abbastanza di questo serum per proteggere tutti i lattanti. Ma almeno per quelli negli ospedali, negli orfanotrofi e nei nidi il serum bastava e il metodo aveva avuto successo. L'autore spera che prima o poi si potrà scoprire l'agente patogeno responsabile del morbillo per poter sviluppare un vaccino che protegge i lattanti.
In un libro del 1934 "Die deutsche Mutter und ihr erstes Kind" della dr.ssa Johann Haarer, i genitori vengono avvertiti di fare tutto il possibile per mettere i bambini da 6 a 12 mesi di vita in isolamento quando ci sono casi di morbillo e spiega che, se il bambino è a maggior rischio di complicanze, in caso di un sospetto contagio, il medico gli inietterà il più presto possibile sotto la pelle un po' del sangue della madre o del padre che quasi sicuramente avevano avuto il morbillo, e che questo lo protegge per ca. tre settimane.
Un altro esempio è la situazione nell'era prevaccinale a Berlino. La seguente tabella fa vedere le cause di morte nei bambini di Berlino dagli anni 1922 -25 (quindi ca. 40 anni prima dell'introduzione del vaccino).
Ecco il numero dei morti per morbillo (Masern) fra i bambini da 0 a 1 anno. Il numero dei casi era logicamente molto più alto, visto che non tutti muoiono di morbillo (per ingrandire questa e le altre immagini, cliccare sopra):
1922: 99
1923: 137
1924: 6
1925: 83
In una rivista medica del 1864 "Il Morgagni" si può leggere:
"Solamente i lattanti sono quasi sempre risparmiati dal morbillo, e nell'epidemia di Hagelloch non ne ammalò nissuno fino all'età di 5 mesi; dai sei mesi in poi ammalarono tutti, ad eccezione di soli tre bambini."
L'ultimo esempio che riporto riguarda l'Italia negli ultimi anni prima della vaccinazione antimorbillo e nei primi anni dell'inizio della vaccinazione (ancora con una bassissima copertura). Nel grafico si vede un evidente picco di casi nella fascia di età tra 0 - 1 anno. Il numero di questi casi segnalati è piuttosto importante, se si guarda il valore dell'asse Y. I casi notificati in questa classe di età dovevano essere stati ca. 2000 all'anno.
Come si può vedere, anche gli anticorpi delle donne che avevano avuto il morbillo non proteggevano i bambini per tutto il primo anno di vita e non è vero che solo ora si comincia a vedere questi casi.
Ma com'è la faccenda dell'aumento dei casi di morbillo nelle fasce di età più a rischio? E' vera o no?
Bisogna sapere che gli antivaccinisti usano questo argomento per convincere i genitori che il vaccino antimorbillo è una cosa pericolosa che sposta l'età dei malati in avanti e colpisce quindi le persone che sono a più alto rischio di complicanze (bambini nel primo anno di vita, adolescenti e adulti). Hanno perfettamente ragione, solo che l'aumento percentuale dei casi nelle fasce di età a più alto rischio è solo RELATIVO ma non ASSOLUTO. (Da notare anche che questo argomento contraddice quello che i vaccini, incluso l'antimorbillo, non sono efficaci e non hanno avuto nessuna influenza sull'andamento epidemiologico.)
Nel Weekly Epidemiological Report 1981 N° 42 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ho trovato un esempio che spiega molto bene la differenza tra l'incidenza relativa e assoluta.
A Zhuji, nella provincia di Zhenjang, Cina (che negli anni 70 aveva una popolazione di ca. 1 milione) il vaccino antimorbillo era stato introdotto nel 1966 e la vaccinazione è stata intensificata nel 1973.
Guardando le notifiche dei casi di morbillo dal 1954 fino al 1980 si possono notare 3 stadi:
1) prima dell'introduzione della vaccinazione antimorbillo, c'erano epidemie ogni 1-3 anni. L'incidenza più alta era 4563 casi/100.000 di popolazione (nel 1958) e quella più bassa 50 casi/100.000 di popolazione (nel 1959). In media, dal 1960 al 1966 ci sono stati 977 casi per 100.000 di popolazione.
Nel 1966 il vaccino è stato introdotto in forma di un trial clinico e nel 1967 la vaccinazione è stata estesa a tutti i nuovi nati, all'età di 8 mesi. Nei 7 anni dal 1967 al 1973 l'incidenza media era scesa a 138/100.000 popolazione che è un settimo dell'incidenza media nei 7 anni precedenti all'introduzione del vaccino.
Ora arriva la cosa che ho trovato particolarmente interessante:
Nel 1973 la contea era stata scelta come area speciale per uno studio sulla durata dell'immunità del vaccino antimorbillo. Per evitare ev. interferenze dal virus del morbillo selvaggio, si è fatto uno sforzo particolare per ridurre la circolazione del virus vaccinando 300.000 bambini fra 8 mesi e 15 anni, senza tener conto se erano già stati vaccinati prima o se avevano avuto il morbillo o meno. Così si raggiungeva una copertura di vaccinazione del 96% in questa fascia d'età (oggi una copertura del 95% e sopra è considerata necessaria per l'eliminazione del virus selvaggio). Dal 1974 questa altissima copertura è stata mantenuta nella maggior parte dei comuni della contea, anche se in qualche località isolata può essere stata più bassa.
Sono stati presi a random 735 campioni di sangue dalla popolazione vaccinata. La seroconversione era del 97%. La malattia era stata ridotta ulteriormente e alla fine degli anni 70 l'incidenza era sotto 1/100.000 popolazione. Cioè da una media di 977 (4563 casi/100.000 popolazione nell'anno di maggior picco) nel periodo prevaccinale, a 1/100.000! Se questa non è una prova dell'efficacia del vaccino, non so proprio cosa potrebbe essere...
Nello studio viene poi presentata una tabella che fa vedere il cambiamento della distribuzione dell'età dei malati.
Nei tre anni dal 1971 al 73 l'1,1% dei malati aveva meno di un anno, e questa volta il totale dei malati di tutte le età era sceso a 181. Quindi 2 bambini di 0-1 anno in 3 anni (prima erano 20 in un solo anno).
Nei sette anni dal 1974 al 1980 il totale dei casi di tutte le età è ulteriormente scesa a 82 e ora arriviamo al dato che gli antivaccinisti strappano dal contesto generale: la percentuale dei bambini di meno di un anno è aumentata al 3,7%. In cifre questo corrisponde a 3 casi in 7 anni. Prima dell'introduzione del vaccino erano 20 in solo un anno.
Non è la percentuale dell'aumento relativo che conta ma bisogna guardare il numero assoluto dei malati. Nei 9 anni che ho avuto a che fare con gli antivaccinisti non ho mai incontrato nemmeno uno che è riuscito a comprendere la differenza tra un numero relativo e un numero assoluto. Questo viene anche confermato dalla citazione iniziale di questo articolo. Scommetto che continueranno a usare questo "argomento" per anni e anni, non importa se il numero totale dei malati sarà sceso a 4 casi (importati) in 7 anni (1996 - 2002), come in Finlandia. Sono fatti così, non c'è niente da fare.
Lo stesso calcolo si può anche fare con le altre fasce d'età. Per esempio nei ragazzi tra 11 e 17 anni la percentuale dei malati è aumentata da 4,1 a 32,9%. T r e m e n d o, dicono gli antivaccinisti! Ma se si guardano i numeri assoluti non è più tremendo. Nel 1966 erano 51 casi e nei 7 anni dal 74 al 80 erano 27, quindi in media 3,8 casi all'anno rispetto ai 51 di prima.
La cosa bella è che si tratta proprio di una situazione ben controllata - visto che era uno studio ad hoc in una piccola popolazione di ca. 1 milione di abitanti.
Fonte: Weekly Epidemiological Report 1981 N° 42
Per la seconda frase citata dal dott. Serravalle da come riferimento le due seguenti fonti:
Haney D.Q., Wave of infant measles stem from vaccinations, "Albuquerque Journal" 1992
e
Gold E., Current progress in measles eradication in the United States, "Infect Med" 1997; 14(4)297-300
La prima è un'articolo su una rivista (non medica) americana, scritto 18 anni fa da un redattore medico. (Per chi vuole fare una ricerca su Internet, il titolo corretto è "Wave of infant measles stem from 60's vaccinations"). Purtroppo non sono riuscita a trovare questo articolo ma ho visto che viene citato da valange di siti di antivaccinisti e di omeopati. Attribuiscono a questo articolo l'affermazione che le persone vaccinate non sviluppano nessuna immunità, perciò le madri non possono trasmettere nessun anticorpo al bambino. Quindi non mi sembra una fonte da prendere sul serio, ma mi sarebbe comunque piaciuto leggerla, per verificare se è stato citato in modo corretto.
Anche della seconda fonte non sono riuscita a trovare il testo integrale, nemmeno nella pagina della rivista "Infections in Medicine" nè a Pubmed. Cercando con Google il titolo dell'articolo l'ho trovato citato da molti antivaccinisti. Quindi anche qui ho solo un indizio indiretto di quello che c'è scritto, cioè "Secondo Gold, dei 300 casi di morbillo che sono stati denunciati nel 1995, il 50% riguardava lattanti e adulti." Con questo dato potevo continuare a scavare. Nel Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR) c'è il report dei casi di morbillo del 1995. Vediamo quindi cosa dice:
Nel 1995 sono stati notificati 301 casi di morbillo, il più basso numero da quando la notifica è diventata obbligatoria negli USA, cioè dal 1912. Dei 285 casi di cui era nota l'età, 39 avevano meno di un anno. Il dott. Serravalle aveva scritto che su 4 casi di morbillo uno è al di sotto dei 12 mesi. Se questo fosse vero, ci dovevano essere stati ca. 75 casi nella fascia d'età da 0-12 mesi, o 71 se si parte dal numero per cui l'età era nota. Che il 50% riguarda la fascia d'età più a rischio sembra corretto, se si considera gli adulti a partire da 20 anni in su più i bambini di 0-12 mesi.
Non capisco però perché fa riferimento a una situazione di 15 anni fa, 5 anni prima che gli USA sono stati dichiarati liberi dal morbillo endemico, e soprattutto all'anno con il record del numero di casi di morbillo più basso dal 1912 fino al 1995. Forse sarebbe stato il caso di mettere questo fatto in evidenza. Ma probabilmente fa più impressione dire "il 50% dei casi dichiarati rientra nei gruppi a rischio" Poteva anche decidere di portare esempi più attuali degli USA e dimostrarci la distribuzione dei casi per età. Ecco il numero dei casi totali di morbillo negli USA degli ultimi anni:
Per esempio nel 2004 , l'anno con la più bassa incidenza ad oggi, la percentuale dei bambini da 0 a 12 mesi era il 14% del totale, ovvero 5 bambini su 37. Solo per fare un confronto: nell'era prevaccinale erano stati notificati in media 400 MORTI per morbillo ogni anno.
Per l'ultima frase citata si riferisce al seguente lavoro pubblicato su Eurosurveillance:
1. Next CP, Mm M, Measles PA, Region B, Surveill E. Eurosurveillance, Volume 12, Issue 8, Measles outbreak in the Barcelona Region of Catalonia, Spain, October 2006 to February 2007 October. 2007;12(8).
I numeri sono giusti, ma ancora una volta sono stati strappati dal contesto. In Catalonia la trasmissione del morbillo autoctono è stata interrotta nel 2000. Da un'incidenza di 470 casi /100.000 popolazione (nel 1983) è scesa a 0,5/100.000 (nel 1999) Vedi:
Della I, Del T, Autoctono M, In C. Eurosurveillance, Volume 6, Issue 7, 01 July 2001 Surveillance report
Interruzione della trasmissione del morbillo autoctono confermata in Catalonia, Spagna
2001;6(7).
Perciò quando il morbillo è stato introdotto dall'estero, a causa dell'alta copertura della vaccinazione si sono ammalati i bambini piccoli che non erano ancora stati vaccinati perché il vaccino è raccomandato per i bambini di 15 mesi. Durante l'epidemia l'età della vaccinazione è stata abbassata temporaneamente a 9 mesi a causa del rischio aumentato di contagio.
Solo 14 dei 213 casi totali confermati erano vaccinati o una o due volte.
I fatti esposti indicano chiaramente che il vaccino antimorbillo ha fortemente ridotto il numero dei malati di tutte le età, inclusi quelli a maggior rischio di complicanze e di morte. Usare l'argomento del cambiamento dell'età media come motivo per non vaccinare è semplicemente irrazionale e irresponsabile.
E' importante invece raggiungere e mantenere un'altissima copertura vaccinale per interrompere la circolazione del virus (come è già successo da anni in molto paesi, come nelle Americhe, in Finlandia etc.). Solo in questo modo non potrà raggiungere i bambini nel primo anno di vita che sono più vulnerabili e più soggetti a gravi complicanze (come anche la Panencefalite sclerosante subacuta che è più frequente nei bambini che prendono il morbillo nei primi due anni di vita).
Proprio due giorni fa una mia cara amica ha pubblicato un post nel suo blog "Just the Vax" che fa vedere che cosa possono provocare pediatri antivaccinisti come il dott. Bob Sears (lui propone un calendario vaccinale "individuale") e i genitori che gli danno retta. Un suo paziente è stato il caso indice del focolaio di morbillo del 2008 a San Diego. Su 839 contatti ci sono stati 11 casi aggiuntivi, tutti non vaccinati. Fra loro alcuni bambini ancora troppo piccoli per essere stati vaccinati di cui uno doveva essere ricoverato.
Sono un padre di un bambino non vaccinato. Ho deciso di spostare le vaccinazioni dopo il primo anno in quanto mio fratello ed una mia nipote hanno avuto delle reazioni avverse ai vaccini. In particolare mia nipote è soggetta a convulsioni non appena ha un pò di febbre. In precedenza non era mai accaduto.
RispondiEliminaE' molto interessante quello che stai riportando in questi mesi ma ritengo che manchi del tutto la comprensione oggi del rapporto rischio/beneficio. Mi spiego meglio. Nei tuoi ultimi post hai riportato in maniera dettagliata i benefici ottenuti dai vaccini (in particolare MMR). Tuttavia poco o nulla è stato riportato circa i rischi. Sappiamo bene che la farmacovigilanza in Itala in passato è stata scarsissima per non dire nulla. Allora io mi chiedo come è possibile oggi parlare solo è soltanto di benefici quando mancano del tutto i dati che riguardano i rischi? Così come mostri i cali di infezione del morbillo sarei anche interessato a vedere il numero di reazioni avverse associate ad ogni anno a partire dall'introduzione del vaccino MMR. In poche parole una corretta scelta dovrebbe essere fatta dopo aver valutato i dati sul piano dei rischi e non solo sul piano dei vantaggi dicendo...avete visto il vaccino ha diminuito la diffusione della malattia. Si ma a quale prezzo?
Mi sembra che consolandoci sul fatto che i vaccini hanno contribuito a diminuire la diffusione di certe malattie ho la sensazione che eventuali reazioni avverse non siano ormai più di tanto prese in considerazione in quanto la tendenza è ormai vaccinare senza più guardare indietro.
Ciao
Marco
Ciao Marco,
RispondiEliminaNaturalmente prenderò in esame anche i rischi dei vaccini, per ogni singola malattia, e scriverò dei post approfonditi.
In poche parole: I vaccini moderni sono estremamente sicuri. La gran maggioranze dei "danni da vaccino" che vengono elencati dagli anti-vaccinisti non sono causati dai vaccini ma hanno solo una correlazione temporanea. Non è che dopo che un bambino viene vaccinato il mondo si ferma e tutte le malattie, che purtroppo esistono, spariscono come per miracolo.
Non si deve fare l'errore di pensare che quello che capita dopo una vaccinazione è automaticamente causata da questa. Per scoprire un'eventuale causalità bisogna fare degli studi ad hoc. Questi studi sono stati fatti e continuano ad essere fatti. E grazie a questi studi sappiamo che i vaccini del calendario vaccinale di oggi sono stra-sicuri, anche se questo non significa che lo sono al 100%. Niente è sicuro al 100%.
Quando si sale in macchina chi può darci la garanzia al 100% che non avremo nessun incidente? Eppure saliamo in macchina ogni giorno e ci mettiamo anche i nostri bambini, nonostante il fatto che il rischio sia infinitamente maggiore se confrontato con quello dei vaccini. Ma anche quel piccolissimo rischio dei vaccini non avrebbe senso accettarlo se non fosse per il fatto che offrono un grande beneficio. Quello di ridurre il rischio connesso alle malattie contro cui si vaccina.
Ciao Ulrike,
RispondiEliminami aspettavo una risposta dettagliata tanto quanto i benefici che presenti e non solo "i vaccini moderni sono estremamente sicuri" che potrebbe rappresentare solo una tua opinione :-)
Capisco cosa intendi per casualità e sono d'accordo quando dici che sono necessari studi ad-hoc. Tuttavia nel caso della mia esperienza personale posso dirti che le due reazioni avverse non sono mai state segnalate a chi di competenza, e penso che molte altre reazioni avverse non siano mai segnalate o per negligenza o per leggerezza. Di conseguenza nutro il forte sospetto che i rischi non siano del tutto noti e di conseguenza il cosiddetto rapporto rischio/beneficio non possa essere calcolato con certezza.
Spero di leggere un tuo post molto esauriente e dettagliato sul discorso dei rischi.
Ciao
Marco
E' logico che un commento non può essere la stessa cosa di un'articolo. Dietro ogni post che scrivo c'è molto lavoro di ricerca.
RispondiEliminaTi ho solo fatto un riassunto dello stato attuale della conoscenza scientifica. E' vero che la farmacovigilanza è importantissima e tutti gli eventi avversi dopo un vaccino (o dopo aver preso un farmaco) dovrebbero essere segnalate. Ma non bisogna fare l'errore di interpretare queste segnalazioni automaticamente come "danni da vaccino". La farmacovigilanza serve per dare un segnale d'allarme se qualche evento avverso sembra capitare più spesso dopo un vaccino di quello che ci si deve aspettare per la naturale incidenza di questo evento. In questo caso vengono fatti studi ad hoc, perchè solo così si può scoprire se c'è un collegamento causale, ma mai solo con la farmacovigilanza.
Anche gli eventi avversi elencati nei foglietti illustrativi non sono tutti stati causati dal vaccino, ma basta la correlazione temporale per essere messo nel bugiardino. Gli anti-vaccinisti amano impressionare i genitori facendogli presente quello che c'è scritto nei foglietti illustrativi. Purtroppo non spiegano nè che la causalità non è stata provata per tutti questi eventi ma solo per alcuni, nè il fatto che gli eventi vengono suddivisi in "molto frequenti" "frequenti" "rari" "molto rari" etc.
Ma tu pensi veramente che i medici di tutto il mondo vaccinerebbero se i vaccini non fossero estremamente sicuri? Non consideri il fatto che da molti anni vengono fatti in continuazione tanti studi sulla sicurezza e l'efficacia dei vaccini? Pensi che tutti i responsabili del mondo sono comodamente seduti in poltrona con le braccia incrociate ad aspettare che qualche medico italiano segnala un evento avverso?
O pensi che praticamente tutti i medici e ricercatori del mondo sono corrotti e danneggiano volontariamente generazioni di bambini?
Credi veramente che uno scandalo così gigantesco e orribile rimarrebbe impunito per decenni?
Ma tu pensi veramente che i medici di tutto il mondo vaccinerebbero se i vaccini non fossero estremamente sicuri?
RispondiEliminaIn passato molti vaccini sono stati ritirati per via delle reazioni avverse. Sicuramente oggi abbiamo dei vaccini molto più sicuri e le reazioni avverse sicuramente si verificano in misura molto ridotta ma come tu stessa hai detto niente è sicuro. Comunque il passato ci insegna che molti farmaci utilizzati sono stati ritirati anche dopo decenni dal mercato. Recentemente addirittura lo strausato Nimesulide (Aulin).
Non consideri il fatto che da molti anni vengono fatti in continuazione tanti studi sulla sicurezza e l'efficacia dei vaccini?
Sulla efficacia dei vaccini non ho dubbi, ma come ho detto nel mio primo post non vedo troppe pubblicazioni sulla sicurezza. Sulla farmacovigilanza ho dei forti dubbi. La farmacovigilanza funziona bene se le reazioni avverse sono così eclatanti da indurre subito un controllo generale. Ho letto recentemente del ritiro sul mercato del vaccino H1N1 in Finlandia per casi di narcolessia. Quindi funziona la farmacovigilanza su questo genere di segnalazioni ma su casi si reazioni a lungo termine non credo che la farmacovigilanza sia predisposta.
Pensi che tutti i responsabili del mondo sono comodamente seduti in poltrona con le braccia incrociate ad aspettare che qualche medico italiano segnala un evento avverso?
No. Ma come genitore avrò il diritto di conoscere quante reazioni avverse avvengono nel nostro paese, o no? Avrò diritto di sapere se la farmacovigilanza funziona oppure no? Non credo che si possa essere "fiscali" solo quando c'è da dimostrare l'efficacia e liquidare la faccenda sulla sicurezza facendo spallucce e dire di fidarsi perchè qualcuno (ma chi?) controlla dall'alto :-)
O pensi che praticamente tutti i medici e ricercatori del mondo sono corrotti e danneggiano volontariamente generazioni di bambini?
Assolutamente no. Ma il marcio è ovunque e le industrie farmaceutiche non vivono di carità, fede e speranza...penso che ci siamo capiti.
Credi veramente che uno scandalo così gigantesco e orribile rimarrebbe impunito per decenni?
Non ho parlato di scandali. Ma che un farmaco in passato sia stato ritirato dal mercato dopo che ricerche avevano evidenziato più rischi che benefici è avvenuto.
In Italia come il resto dell'Europa dovrebbe introdurre le vaccinazioni facoltative. Io mi chiedo dove mai potremmo imbarcarci se sui vaccini dovremmo iniziare a fare una informazione quanto più corretta ed imparziale non avendo un sistema di farmacovigilanza che per anni non ha funzionato. Ho provato a cercare su Internet e solo poche regioni hanno un sistema di farmacovigilanza attivo...tutto le rimanenti regioni sono non pervenute.
Ciao
Marco
Devi comunque dare la tua fiducia a qualcuno.
RispondiEliminaL'alternativa sarebbe che tu stesso studi medicina e epidemiologia, immunologia etc. e poi cominci a fare tanti studi per molti anni. Poi, nella vecchiaia potrai prendere una decisione per la vaccinazione dei tuoi figli che nel frattempo saranno persone avanti con l'età.
Ci sono migliaia di persone oneste e molto qualificate che fanno questo lavoro da molti decenni e io ho fiducia nella loro integrità, visti nell'insieme. Poco cambia se anche fra di loro ci sono alcune persone poco oneste. Queste pecore nere prima o poi vengono scoperte (vedi per esempio il caso Wakefield) e mandate a casa.
Io controllo sempre tutte le informazioni, sia quelli degli anti-vaccinisti che quelle che sono pro-vaccini. Finora ho sempre trovato gli scritti degli anti-vaccinisti pieni zeppi di disinformazione mentre se andavo a controllare le informazioni cosiddette "ufficiali" ho sempre trovato le conferme nella letteratura scientifica citata (e non) e nella realtà dei fatti.
Quindi mi fido molto delle informazioni delle istituzioni e per niente delle "informazioni" degli anti-vaccinisti.