domenica 29 maggio 2011

La rosolia: che senso ha vaccinare già a 12-15 mesi?

Altre domande che si sentono spesso sono:

" Se vaccino la mia bambina ora, ad un anno di vita, la protezione non sarà svanita quando sarà grande abbastanza per rimanere incinta? Non sarebbe quindi meglio aspettare qualche anno? In questo modo avrebbe l'opportunità di prendersi la rosolia naturalmente che da' una protezione più duratura. Se da adolescente non avrà gli anticorpi, potrò sempre farla vaccinare a quell'età. "

" Visto che le bambine piccole non possono rimanere incinte e ai maschi il problema non riguarda proprio, non sarebbe più logico vaccinare solo le ragazze prima della pubertà e le donne in età fertile? In fondo, la rosolia è una malattia benigna per i bambini ed è solo pericolosa se viene contratta da una donna incinta. "

Visto che l'obiettivo primario della vaccinazione anti-rosolia è quella di prevenire l'infezione in gravidanza che comporta un'alto rischio di gravi malformazioni nel feto (=  sindrome da rosolia congenita), l'idea di vaccinare solo le ragazze prima della pubertà e le donne in età fertile è sensata. Infatti, per molti anni questa è stata la strategia vaccinale in tanti paesi.

Però purtroppo non aveva funzionato secondo le previsioni e i casi di sindrome da rosolia congenita continuavano a verificarsi.





Il motivo principale è che, lasciando il virus circolare - quasi esattamente come nell'era prevaccinale - nella popolazione infantile, anche le epidemie di rosolia continuavano a verificarsi. Ad ogni epidemia molte donne incinte che per una qualsiasi ragione non erano state vaccinate e che non avevano mai contratto la rosolia, sono state esposte al contagio.

Perciò i vaccinologi avevano sviluppato una strategia diversa che si è dimostrata vincente. Infatti, in diversi paesi la rosolia, e di conseguenza anche la sindrome da rosolia congenita, è stata eliminata completamente già da molti anni.

Questa strategia prevede la vaccinazione di tutti i bambini, maschi e femmine, a ca. 1 anno di vita, mentre si continua a vaccinare le bambine prima della pubertà e le donne in età fertile. Lo scopo è di togliere al virus la possibilità di diffondersi nella popolazione. Infatti, l'unico ospite naturale del virus della rosolia è l'uomo. Ha bisogno di cellule umane per potersi moltiplicare. Ogni bambino vaccinato significa uno in meno disposto a prestarsi per l'allevamento di nuovi virus che potrebbero, passando da un bambino all'altro, raggiungere prima o poi una donna incinta non immune e causare gravi danni al suo feto.

Per dimostrare la differenza tra la vecchia strategia vaccinale e quella attuale, vorrei portare l'esempio della Finlandia:
 

Nel 1975 è stato introdotto il vaccino monovalente contro la rosolia. Il target erano le bambine tra 11 e 13 anni di età e le madri sieronegative dopo il parto. La copertura vaccinale raggiungeva 60-70% e non bastava per eliminare i casi di rosolia durante la gravidanza.

Il vaccino aveva ovviamente poca influenza sull'andamento epidemico della rosolia, perché continuava a circolare principalmente fra i bambini, come nell'era prevaccinale. Nel 1980 c'è stata una grande epidemia con 245 casi per 100 000 popolazione.


Perciò la strategia vaccinale è stata modificata. Dal 1982 si raccomanda la vaccinazione MPR (morbillo - parotite - rosolia) a tutti i nuovi nati all'età di 14 - 18 mesi e una seconda dose a 6 anni. Inoltre dal 1983 al 1986 sono state fatte vaccinazioni di recupero ai bambini fra 14 - 18 mesi e 6 anni di età.

La copertura vaccinale aveva raggiunto più del 90% durante i primi anni di questo programma ed entro il 1987 è salita al 97% grazie a campagne vaccinali mirate. Da allora la copertura vaccinale si è assestata a più del 95%, quindi abbastanza alta per fermare la circolazione del virus della rosolia (e anche dei virus del morbillo e della parotite...) nella popolazione.

Poco dopo l'inizio di questa nuova strategia vaccinale si poteva constatare una forte riduzione dei casi di rosolia. In cinque anni sono scesi da 3250 a 99 casi!!! Nello stesso lasso di tempo c'è stato un temporaneo spostamento in avanti dell'età di acquisizione della malattia (quindi l'età media dei pochi casi rimasti era più alta e si trattava di persone non vaccinate).

Le ultime epidemie di rosolia risalgono al 1990 - 1991 (ca. 200-300 casi ciascuna) e riguardavano bambini (solo i maschi) e uomini giovani tra 15 e 21 anni. Le bambine e le donne della stessa età erano evidentemente ancora protette dal vaccino monovalente.


Dopo queste epidemie il numero dei casi continuava a scendere progressivamente. Dal 1996 in Finlandia non ci sono più stati casi indigeni. Ogni anno si notificano ancora alcuni, importati da altri paesi. Nessun caso secondario a seguito di queste importazioni è stato osservato in Finlandia e questo indica un'alta herd-immunity (immunità del gregge).

Uno studio di coorte della durata di 20 anni suggerisce che il livello di anticorpi era sensibilmente diminuito nel corso degli anni, anche dopo due dosi di vaccino. Perciò gran parte della popolazione di vaccinati seguiti durante questo studio aveva  un livello anticorpale di meno di 15 IU/ml che viene considerato come livello protettivo. Comunque gli anticorpi rimangono a un livello misurabile, e questo significa che tutti erano sieropositivi.

A questo punto vorrei spiegare che quando il sistema immunitario dei vaccinati viene esposto ai virus, le cellule di memoria li riconoscono immediatamente e viene messa in moto una massiccia produzione di anticorpi che eliminano gli aggressori prima che questi possano fare danni. Perciò un livello più basso di 15 IU/ml non significa che i vaccinati non sono più protetti. Gli anticorpi sono solo una parte del sistema immunitario specifico e si chiama l'immunità umorale, l'altra è l'immunità cellulare che non si misura con gli anticorpi. La protezione conferita dal vaccino antirosolia è altissima e duratura, molto probabilmente per tutta la vita (anche se al momento mancano dati certi, perché il primo vaccino è stato approvato nel 1969, quindi ca. 40 anni fa).


Ecco un grafico dell'andamento epidemico della rosolia in Finlandia:

Fonte:
Davidkin I, Peltola H, Leinikki P. Epidemiology of rubella in Finland. 
Eurosurveillance, Volume 9, Issue 4, 01 April 2004


Vorrei brevemente accennare anche alla situazione negli Stati Uniti.

Nell 1964/65 c'è stata una grande epidemia di rosolia con 12,5 milioni di casi con le seguenti conseguenze:

2000 casi di encefalite
11.250 aborti (terapeutici e spontanei)
2.100 nati morti
20.000 casi di sindrome da rosolia congenita
di cui:
11.600 sordi
3.580 non vedenti
1.800 con ritardo mentale

Grazie alla strategia vaccinale (2 dosi MPR) dal 2004 negli USA non ci sono più casi di rosolia indigeni.

Fonte:
Pink Book, Chapter 19: Rubella

Per contrasto cito anche un mio articolo precente che dimostra che cosa può succedere in una popolazione europea che non vaccina contro la rosolia:


Sindrome della rosolia congenita in Olanda



In Italia, purtroppo, continuano le epidemie di rosolia e i casi di sindrome da rosolia congenita, anche se potremmo esserci liberati da questo flagello già da molti anni. E' quindi scandaloso vedere che ci sono gruppi di antivaccinisti (e addirittura qualche pediatra ignorante) che sconsigliano il vaccino MPR con argomenti assolutamente falsi, smentiti da anni. Facendo così si rendono moralmente responsabili della sofferenza delle famiglie che hanno la sfortuna di avere un caso di infezione da rosolia durante il primo trimestre di  gravidanza.

La disinformazione degli antivaccinisti riguardo il vaccino antirosolia diventa particolarmente preoccupante se si considera che nel caso che un paese non raggiunge o supera (e mantiene!) una copertura vaccinale dell'80% nei bambini piccoli, c'è - se questa bassa adesione alla vaccinazione prosegue a lungo - il rischio che il numero di casi di sindrome da rosolia congenita aumenta addirittura rispetto a quello prevaccinale.

In altre parole se gli anti-vaccinisti riescono a convincere abbastanza genitori di non proteggere i propri bambini (rifiutando la vaccinazione MPR) e la copertura vaccinale scende sotto l'80% richiesto per il controllo della rosolia, a lungo andare aumentano i casi di sindrome da rosolia congenita perché la circolazione del virus non viene interrotta completamente, ma abbastanza per spostare l'età del primo contagio in avanti, creando così una coorte di donne in età fertile non protetta, che viene esposta alle epidemie che continuano a verificarsi.

La copertura di vaccino MPR oltre l'80% invece interrompe la circolazione del virus e contemporaneamente crea una coorte di donne in età fertile protetta (sia perchè sono state vaccinate loro stesse da bambine/adolescenti/adulte sia in modo indiretto dall'immunità del gregge). E questo è un modo intelligente e degno degli esseri umani per accogliere le future generazioni.

La strategia descritta va naturalmente accompagnata anche dalla vaccinazione delle adolescenti e delle donne in età fertile che per qualche motivo non sono immune (per esempio donne immigrate da paesi dove il vaccino anti-rosolia non fa parte del calendario vaccinale o donne il cui medico di famiglia non le ha informate dell'importanza di questo vaccino, o che non ci hanno mai pensato oppure semplicemente dimenticato/rimandato la vaccinazione o pensavano di aver avuto la rosolia ma invece erano stata maldiagnosticate o che sono contrari alle vaccinazioni etc.).

Fatto sta che nell'era prevaccinale e anche quando si usava solo la prima strategia vaccinale una non indifferente percentuale di donne in età fertile non era immune e molte di loro sono state esposte al virus durante il primo trimestre di gravidanza. Spesso capitava che il virus della rosolia veniva trasmesso alle donne incinte dai propri figli più grandi che lo portavano dall'asilo.

Seguono alcuni link per approfondire il tema:

Epidemiologia della rosolia nel contesto nazionale e internazionale

 
Rosolia (della sezione per i genitori della pagine del Network Italiano dei Servizi di Vaccinazione (NIV)


Pink Book: rubella

5 commenti:

  1. 1. Ma pubblicizzare la cosa seriamente di modo che tutte le ragazze appena prima dell'età fertile vengano vaccinate non sarebbe meglio che far vaccinare bambini di un anno sia maschi che femmine ? Non voglio essere critico ma un vaccino non e' acqua e se un figlio maschio puo evitarlo ben venga a mio parere

    1bis. cosi come si fa tanto "terrorismo" per fare in modo che tutti vaccinino i bambini a 3 mesi ( anche a due a volte ) non penso che non si riesca a fare la stessa cosa per ragazze in età fertile...

    2. non e' che facendo vaccinare anche i maschi le case farmaceutiche si assicurano quantita doppie di vaccini venduti ?


    ma non voglio pensare male ovviamente....

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  2. 1) Ho spiegato che questa strategia vaccinale, che è stata seguita per molti hanni, non ha funzionato. Una cosa è la teoria ma un'altra la pratica. Solo con la seconda strategia si è effettivamente (e non solo teoricamente) riusciti ad azzerare i casi di contagio di rosolia in gravidanza, nei paesi dove la copertura vaccinale era e rimane alta. Il vaccino antirosolia è molto sicuro ed efficace. Nei decenni del suo uso non è mai emerso nessun danno da vaccino causato da questo vaccino. I maschi saranno anche contenti se in futuro le proprie mogli non rischiano un'infezione durante la gravidanza. E' un importante contributo alla società che ognuno può fare senza rischi e senza nessuno sforzo particolare.

    2) Nessun fa "terrorismo" (a parte gli anti-vaccinisti). A livello pratico è molto più difficile raggiungere tutte le ragazze che la maggior parte dei bambini piccoli.

    3)Non è che vendono una quantità doppia di vaccini perché la componente antirosolia è già contenuta nel vaccino MPR che viene comunque dato a tutti i bambini a 12-15 mesi e poi a 6 anni.

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  3. 2) ma secondo te perchè e' piu facile? perche le mamme sono piu vulnerabili se si parla di malattie dei bambini piccoli...
    Ti sembra giusto usare i bambini piccoli e i neonati per sopperire ad una "ignoranza" di gente piu adulta ?
    Dovresti fare piu spesso visita presso ambulatori pediatrici e qualche asl prima di non parlare di terrorismo :)

    3) viene comunque dato e' non mi sembra la frase corretta visto che e' un vaccino facoltativo e visto che per motivi che probabilmente conosci il vaccino MPR non ha proprio una grande fama...Se fornissero il vaccino rosolia, che dici essere sicurissimo, separatamente magari qualche donna in piu si vaccinerebbe senza timore.

    "I maschi saranno anche contenti se in futuro le proprie mogli non rischiano un'infezione durante la gravidanza"

    Magari questi maschi potrebbero anche consigliare alla loro moglie o compagna che sia di vaccinarsi contro la rosolia.
    Chissa perche la legge non accetta ignoranza mentre la salute si ...

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  4. 2) I bambini piccoli vengono portati spesso dal pediatra e ci sono tante occasioni per offrire le vaccinazioni e parlarne con i genitori. Il pediatra è uno specialista e di solito ben informato sulle vaccinazioni. Lo stesso non si può dire dei medici di famiglia in generale. Inoltre con le ragazze ci sono molto meno occasioni per il loro medico di vederle, e offrire la vaccinazione. Quindi parecchie sfuggirebbero alla vaccinazione (anche solo perché molte non ci penserebbero,hanno alto per la testa a quell'erà). Ergo molte arriverebbero all'età fertile senza protezione. Infatti la realtà ha proprio dimostrato questo. Ed è per questo motivo che il calendario vaccinale è stato cambiato.

    3) Le persone che ci tengono veramente alla salute dei loro figli seguono le raccomandazioni. Il vaccino MPR è un vaccino molto sicuro, purtroppo ci sono ancora tante urban legend sulla sua presunta pericolosità in circolazione.

    Esistono anche gravidanze non pianificate e senza la presenza di un uomo premuroso e ben informato sull'importanza di controllare se la donna è immune o suscettibile.

    In teoria funzionerebbe la vecchia strategia vaccinale, ma la pratica ha dimostrato che continuano a nascere bambini con gravi malformazioni finchè la circolazione del virus non viene interrotta. E questo può essere raggiunto esclusivamente con il piano vaccinale attuale.

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  5. bellissima spiegazione ma resta sempre questa domanda...
    Ti sembra giusto usare i bambini piccoli e i neonati per sopperire ad una "ignoranza" di gente piu adulta ? Non so te ma io non ho piacere a dare dei medicinali a mio figlio/figlia per sopperire all'ignoranza altrui...
    E aggiungo secondo te cosa e' piu economicamente vantaggioso...spendere un sacco di soldi in una ottima propaganda mirata oppure guadagnare un sacco di soldi vaccinando a tappeto maschie femmine ?

    3) dalle mie parti le persone che tengono alla salute dei loro figli si informano il piu possibile poi magari seguono le raccomandazioni ma cio non e' diretta conseguenza...mentre chi segue le raccomandazioni ad occhi chiusi sono quelli che delegano la loro scelta in mano di altri...

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