lunedì 23 settembre 2013

Il morbillo, una malattia sottovalutata - 1° parte

"Il morbillo si dovrebbe chiamare morbONE!" mi disse il pediatra molti anni fa. Aveva proprio ragione, come vedremo.

Purtroppo molte persone sottovalutano questa malattia. Sembra che il fatto che colpisca soprattutto i bambini, sia segno che anche la malattia sia "piccola" e innocua come se fosse il bambino di malattie più serie e gravi. In realtà il motivo per cui nell'era pre-vaccinale il morbillo si manifestava quasi esclusivamente nei bambini, è semplicemente che è una delle malattie più contagiose che conosciamo. Perciò colpiva quasi tutti i suscettibili, che erano i bambini (perché gli adolescenti e gli adulti erano già immuni, avendola avuta a loro volta durante l'infanzia).



E' comprensibile che gli adulti di oggi non vedano il morbillo come una minaccia per la salute, perché molti l'hanno avuto senza subire conseguenze. Ma dimenticano il fatto che i tantissimi che sono morti o che hanno subito le gravi conseguenze dell'encefalite a causa del morbillo, non possono raccontare, per esempio su facebook, la propria esperienza. Se potessero scrivere, le loro testimonianze suonerebbero più o meno così:

"Il morbillo non è così innocuo come Voi pensate, io per esempio sono morta qualche anno fa per una grave polmonite causata dal morbillo."

"Confermo! Un'encefalite da morbillo mi ha causato un ritardo mentale. Un vero peccato, ero primo nella classe, ma poi il morbillo mi ha rovinato per sempre!"

"Io invece sono in stato vegetativo, sto aspettando la morte che arriverà abbastanza presto - ho avuto il morbillo 9 anni fa e quando avevo 8 anni mi hanno diagnosticato la panencefalite sclerosante subacuta, una terribile conseguenza tardiva del morbillo."

Logicamente su facebook si possono leggere solo le testimonianze di quelli che hanno superato il morbillo senza essere morti o gravemente danneggiati. E' assurdo pensare di "provare" che il morbillo è innocuo raccontando su Internet che non si è morti per questa malattia infettiva.

I morti e gravemente danneggiati a causa del morbillo trovano invece solo posto nelle fredde statistiche che non toccano per nulla l'emotività delle persone, cosa che invece riescono immagini di siringhe giganti e bambini con occhi e bocca spalancati per il terrore. Delegare la pancia a prendere decisioni che dovrebbero essere invece prese dal cervello, può avere gravissime conseguenze.

Nel ragionamento "io e tutti quelli che conosco abbiamo avuto il morbillo e siamo vivi e vegeti" c'è anche un'altro errore logico: sarebbe come giudicare un serial killer raccogliendo le testimonianze di quelli che avevano incrociato i suoi passi e che non sono stati uccisi da lui.

La contagiosità del morbillo

Come già detto, il morbillo è altamente contagioso. Il dott. Paul Offit riporta nel suo libro "Deadly choices" un fatto avvenuto nel 2005. Il 4 maggio di quell'anno una diciassettenne (non vaccinata) dell'Indiana, USA, ha fatto un viaggio a Bucarest, Romania. Non sapeva che in quella città era in atto un'epidemia di morbillo. Il 14 maggio, mentre era sul viaggio di ritorno, cominciarono i primi sintomi (febbre, rinite, tosse e occhi arrossati). Il giorno dopo è andata ad un picnic della chiesa al quale partecipavano 500 persone. Per farla breve: fra queste 500 persone 35 non erano mai state vaccinate contro il morbillo. 31 di loro si ammalavano (89%). Degli altri 465 persone (tutte vaccinate) si sono ammalate soltanto 3 (0,6 %). Quindi un solo malato di morbillo era riuscito a infettare in poche ore quasi tutti i suscettibili presenti.

Se una persona che si trova nella fase infettiva soggiorna in una stanza, nell'aria rimangono le goccioline piene di virus del morbillo fino a 2 ore dopo che il malato avrà lasciato la stanza, e possono infettare le persone suscettibili che entrano dopo. Su 100 persone non immuni che si trovano nello stesso luogo in cui si trova un malato di morbillo, 90 si ammalano.

Come il virus si diffonde nell'organismo

Il virus del morbillo entra attraverso le vie respiratorie. Secondo scoperte recenti sembra che le prime cellule che vengono infettate, siano soprattutto i macrofagi alveolari (cellule del sistema immunitario che sono localizzate sulla superficie dell'apparato respiratorio che fagocitano ("mangiano") la polvere e i microorganismi che respiriamo) e le cellule dendritiche (cellule del sistema immunitario che catturano gli antigeni, ne espongono sulla superficie alcuni frammenti e segnalano così gli invasori alle immunoglobuline). Queste cellule del sistema immunitario (ormai infettate dai virus del morbillo) migrano poi verso i linfonodi più vicini, dove i virus infettano anche altre cellule del sistema immunitario, i linfociti B e T. Dai linfonodi locali i virus si diffondono attraverso il sangue e raggiungono molti organi, fra cui i polmoni, i reni, il fegato, la milza, il timo, l'intestino, i linfonodi etc. dove si moltiplicano nelle cellule epiteliali (che svolgono funzioni di rivestimento) e endoteliali (il rivestimento interno dei vasi sanguigni, linfatici etc.) e nelle cellule del sistema immunitario: nei monociti, macrofagi e linfociti, provocando una profonda immunodepressione che dura settimane o mesi (anche fino a 6 mesi dopo la malattia acuta). La maggioranza delle gravi complicanze viene causata da infezioni secondarie virali o batteriche, rese possibili proprio da questa immunodepressione.

Nel tessuto linfatico, nella pelle e nei polmoni, i virus del morbillo sono anche in grado di produrre cosiddette "cellule giganti", fondendo una cellula dopo l'altra in un'unica, gigantesca cellula. Questa abilità permette al morbillivirus a diffondersi all'interno delle cellule, eludendo così la risposta anticorpale.

Dopo che il sistema immunitario è riuscito a eliminare i virus infettivi, nell'organismo rimane comunque per molte settimane del materiale genetico, cioè RNA virale. Non si conoscono ancora le conseguenze a lungo termine di questo fatto, ma i ricercatori pensano che abbia un ruolo nella patogenesi (meccanismo patologico che genera una malattia) delle infezioni latenti, come la panencefalite sclerosante subacuta (PESS o SSPE) e potrebbero essere una spiegazione per l'eccezionale efficacia e durata della memoria immunitaria.

In rari casi i virus del morbillo possono raggiungere il sistema nervoso centrale dove infettano i neuroni e le cellule della glia (o nevroglia).

Considerando la straordinaria capacità del virus di diffondersi in tutto l'organismo dei malati e il tipo di cellule infettate, non ci si deve sorprendere dell'alta frequenza di complicazioni e della gravità di alcune di queste.

Le complicanze del morbillo (tutti i dati si riferiscono ai paesi industrializzati)

Di morbillo si può morire, anche nei paesi industrializzati, come viene per esempio dimostrato dagli 8 morti in Italia nel 2002, durante un'epidemia di morbillo in alcune zone del Sud Italia. Il rischio di morire per il morbillo è più alto nei bambini fino a 5 anni e negli adulti dai 20 anni in su. La polmonite è la complicazione responsabile del 60% dei casi di morte. Per quanto riguarda l'encefalite (1 caso su 1000 malati) è mortale per 15 su 100 pazienti. La più terribile complicazione del morbillo che si fa notare in media 7 anni dopo la malattia acuta è la panencefalite sclerosante subacuta (PESS o SSPE) ed è sempre mortale.

Guardiamo ora un po' più da vicino che cosa rischia chi contrae il morbillo. Se esistesse un foglietto illustrativo anche per il virus selvaggio, sarebbero elencate tutte queste possibili reazioni:
Solo nelle persone immunocompromesse:
  • Encefalite da corpi inclusi del morbillo (MIBE): si manifesta tipicamente 3-6 mesi dopo la malattia acuta: alta mortalità
  • Polmonite virale (polmonite a cellule giganti o polmonite di Hecht): alta mortalità
Naturalmente non tutte queste complicazioni hanno la stessa frequenza, alcune riguardano molti pazienti, altre sono rare, ma gravissime. E' bene tenere sempre in mente che il morbillo è imprevedibile: nella maggior parte dei casi passa senza conseguenze ma nessuno può escludere a priori di far parte dei pazienti a cui i virus causano gravi danni. Questi danni sono causati soprattutto dalla forte e prolungata immunodepressione che il morbillo innesca e che apre la strada ad altre infezioni virali o batteriche.

Nella seconda parte di questo articolo conosceremo più da vicino la più terribile delle complicanze, la Panencefalite sclerosante subacuta.

Nella terza parte vedremo com'era la situazione prima dell'introduzione del vaccino e ci renderemo conto dell'importante ruolo di questa prevenzione.

Indice degli articoli che ho scritto finora sul tema morbillo (in cui ho approfondito temi come la sicurezza e l'efficacia del vaccino, i gravi rischi del morbillo etc.):
http://www.vaccinfo.it/morbillo.htm

Bibliografia:

World Health Organisation (WHO)
Immunological basis for immunization: Measles (Update 2009) (file pdf)

Measles vaccine
Peter M. Strebel, Mark J. Papania, Amy Parker Fiebelkorn, Neal A. Halsey
In: Plotkin SA, Orenstein WA, Offit PA, eds. Vaccines 5th edition.
Philadelphia: Saunders; 2008:805–39

FEMS Microbiol Rev. 2012 May;36(3):649-62
Measles virus, immune control, and persistence
Diane E. Griffin et al

Rev Med Virol. 2013 Mar;23(2):126-38
Contribution of dendritic cells to measles virus induced immunosuppression
Coughlin MM et al

PLoS Pathog. 2012;8(8):e1002885
Measles immune suppression: lessons from the macaque model
de Vries RD et al

Measles: History and Basic Biology, Volume 1
Diane E. Griffin, Michael B. A. Oldstone

Deadly Choices: How the Anti-Vaccine Movement Threatens Us All 
Paul Offit M.D.
Basic Books 2011


3 commenti:

  1. Buonasera, sono nuova di questo blog, per cui non so se esista un posto migliore per fare questa domanda. Per ora la deposito qui. Sono mamma di una bimba di 6 mesi, a cui per ora non ho fatto nessuna vaccinazione, presa dall'angoscia di sbagliare. Così ho iniziato ad informarmi dove e come potevo. Ho cercato a lungo un medico pro-vaccinazioni che potesse convincermi che vaccinando mia figlia non le avrei fatto del male. Finalmente per vie traverse scopro questo blog e il sito vaccinarsi. Ora mi dedicherò alla lettura di entrambi. Quindi nel frattempo La ringrazio molto per aver creato tutto questo, che è quello che cercavo da circa un anno. E poi Le domando. Partendo dal presupposto che il rischio che i vaccini causino seri effetti collaterali sia bassissimo, non pensa che comunque sarebbe meglio "personalizzare" un po' la vaccinazione di ogni singolo bimbo, almeno per quanto riguarda alcuni vaccini? Mi spiego: perchè fare l'epatite B a un neonato se non ha parenti/amici che hanno questa malattia? Perchè fare l'anti-tetanica ad un neonato che vive in città e che non cammina? Non sarebbe meglio (come viene fatto per tutti i farmaci) creare una terapia preventiva ad hoc per ogni piccolo paziente? Grazie, Arianna

    RispondiElimina
  2. Ciao Arianna, sono contenta che trovi utile il mio blog e il portale della Società Italiana di Igiene.

    Ogni vaccino deve essere approvato dalle enti competenti e questa approvazione è soggetta a severi controlli, cioè dev'essere provata l'efficacia e la sicurezza. Anche l'età dei soggetti che sono stati vaccinati durante i test fa parte dell'approvazione. Per esempio l'esavalente è stato sviluppato per proteggere in modo sicuro ed efficace i bambini a partire dai 2 mesi di età più i vari richiami. Quindi è personalizzato proprio per i bambini a partire dai due mesi. Tutti i bambini possono ricevere il vaccino a due mesi, il loro sistema immunitario reagisce già molto bene e poi, proseguendo con i richiami, seguendo sempre le indicazioni del calendario vaccinale, diventeranno immuni. Non ha nessun senso rimandare le vaccinazioni perché l'unica cosa che si otterrebbe è il prolungamento del periodo in cui i bambini sono suscettibili a malattie molto pericolose. Non ci sarebbe nessunissimo vantaggio, ma solo svantaggi e potrebbero costargli la vita. Più piccoli sono più sono a rischio di gravi complicazioni se contraggono una delle malattie prevenibili con le vaccinazioni. Sarebbe criminale spostare la data delle vaccinazioni perché inevitabilmente ci sarebbero delle vittime. I bambini rispondono molto bene ai vaccini, e l'argomento degli antivaccinisti che il sistema immunitario dei bambini di due mesi è troppo debole per essere vaccinato è una madornale stupidaggine, ma purtroppo c'è molta ignoranza e purtroppo tanti genitori ci credono ciecamente. Solo perché una cosa suona plausibile non significa che è vera.

    Tetano: nei primi mesi il bambino è protetto dagli anticorpi della madre (ovviamente se lei è in regola con le vaccinazioni). A due mesi riceve la prima dose che non da ancora protezione, avrà bisogno delle altre dosi raccomandate per sviluppare l'immunità. Quindi passano dei mesi e quando comincerà a gattonare e quindi a essere un soggetto a rischio di ferite, l'immunità sarà già completa. Se si cominciasse solo in quel momento a fargli la prima dose, rimarrebbe alcuni mesi senza alcuna protezione, proprio quando è particolarmente a rischio di ferirsi (soprattutto quando comincia a camminare e a cadere spesso).

    Epatite B: nei bambini molto piccoli il rischio di diventare un portatore cronico è molto alto (il 90%). Ci sono molte persone che non sanno nemmeno di essere portatori del virus. Quindi il rischio esiste, anche se in Italia è basso per i bambini piccoli. Ma perché correre questo rischio se c'è un vaccino estremamente sicuro ed efficace? Il vaccino è più efficace nei bambini che negli adulti, cioè ci sono meno non-responder. Il vaccino consiste di un solo antigene che viene prodotto in laboratorio. Il vaccino antivaioloso invece conteneva 200 e il vaccino antipertosse a cellule intere 3000 !

    RispondiElimina
  3. Buonasera sono una mamma di 4 splendidi bambini. La mia prima figlia nata ottobre 2005 ha cui ho fatto tutti i vaccini anche quelli facoltativi, ad ottobre 2010 contrae il morbillo da non si sa da chi e nei primi 14 giorni nessuno sa cosa aveva visto che aveva fatto il vaccino x il morbillo ed era una forma troppo forte. Ma nel frattempo a casa aveva contagiato la sorellina di 10 mesi che con una forma molto lieve ne è venuta fuori molto più velocemente, poi ho continuato a fare i vari richiami a ad entrambe ma quando a novembre 2011 mi nasce il primo maschietto decido non fare più vaccini.
    Da circa un anno la mia figlia più grande soffre di ansie, a scuola mi hanno consigliato la logopedista ... LEGGENDO QUESTO ARTICOLO SONO CROLLATA .... come posso verificare quello che voi dite... se il morbillo ha lasciato dei disturbi alle mie bimbe....

    RispondiElimina