martedì 19 febbraio 2013

I vaccini multipli fanno deragliare il sistema immunitario?

Nel post precedente "I vaccini multipli sovraccaricano il sistema immunitario?" abbiamo visto che gli antigeni contenuti nell'intero calendario vaccinale sono veramente pochi, addirittura molto meno di qualche decennio fa e che per esempio un semplice graffio confronta il sistema immunitario con un numero molto maggiore di antigeni senza sovraccaricarlo.

Purtroppo la disinformazione degli antivaccinisti non si limita a evocare lo spauracchio dell'"enorme numero di antigeni". Loro fanno un passo avanti e cercano di spiegare i meccanismi con cui i vaccini farebbero impazzire il sistema immunitario e lo indurebbero ad attaccare sostanze innocue (allergeni) o cellule dell'organismo, causando così allergie e malattie autoimmuni.

Il capitolo sul sistema immunitario, che non deve mai mancare in un libro antivaccini, serve come contorno per smerciare l'argomento che esaminerò con questo post. Il loro trucco è di infilare una congettura estremamente debole dal punto di vista scientifico fra spiegazioni corrette del funzionamento del sistema immunitario. In questo modo elevano un fattoide (= una bufala) allo stesso livello del resto delle informazioni sul funzionamento delle nostre difese immunitarie. E' molto difficile per un genitore separare il grano dal loglio. Ecco perché ho scritto questo post.



Gli antivaccinisti fanno molta leva sul fatto che il sistema immunitario dei bambini dalla nascita fino ai due anni circa è immaturo e ancora non in grado di rispondere alle infezioni allo stesso modo dei bambini più grandi o degli adulti. Quindi usano come punto di partenza un dato di fatto, ma solo per poi entrare nel reame della fantasia e delle mere opinioni non verificate. Riportano le loro fandonie come fatti accertati e dimostrabili.

Le difese immunitarie dei bambini molto piccoli hanno alcune importanti differenze rispetto a quelle degli adulti. Per questa immaturità sono a maggior rischio di ammalarsi gravemente se subiscono un'infezione. Inoltre non sviluppano una risposta immunitaria così vigorosa alle vaccinazioni come i bambini più grandi.

Partendo da questi dati di fatto, il percorso logico ed etico è di trovare modi per aggirare l'ostacolo sviluppando vaccini capaci di indurre nei bambini di questa fascia d'età una risposta immunitaria protettiva, il prima possibile, per ridurre al minimo il periodo in cui sono esposti - senza protezione - al rischio di un'infezione che potrebbe avere gravi conseguenze.

Gli antivaccinisti invece, partendo dalle stesse premesse, consigliano ai genitori di aspettare con le vaccinazioni finché il sistema immunitario sarà "sufficientemente maturo". Alcuni dicono addirittura di aspettare finché il bambino riesce a parlare perché "così lo può dire se ha subito un danno da vaccino". Ovviamente non hanno mai provato la validità è innocuità di questa raccomandazione. E non prendono in considerazione nemmeno le drammatiche conseguenze a lungo termine, che invece ci sono. Purtroppo tanti bambini i cui genitori hanno seguito questo cattivo consiglio, hanno dovuto subire malattie prevenibili con le vaccinazioni e non pochi sono morti. E' un consiglio potenzialmente letale. Sarebbe come consigliare di allacciare i bambini in macchina solo quando si raggiunge l'autostrada. Chi seguirebbe una raccomandazione così pericolosa e completamente priva di senso?

Vediamo ora che cosa scrive Eugenio Serravalle, pediatra e omeopata, autore del libro antivaccini "Bambini supervaccinati" (prima edizione) nel capitolo "Il sistema immunitario" (da pagina 40 a 45).

Nelle prime due pagine e mezza spiega le funzioni principali del sistema immunitario e fin qui tutto bene. A pagina 42 arriva finalmente al dunque, cioè al tema molto caro agli antivaccinisti, il "paradigma del TH1/TH2":

"I linfociti T sono invece suddivisi in citotossici, deputati alla lisi dell'agente estraneo o in helper deputati alla produzione di citochine. Questi ultimi a loro volta si differenziano in TH1 attivanti i linfociti T e in TH2 attivanti i linfociti B.
Dal delicato equilibrio che si instaura tra la risposta linfocitaria TH1 e quella TH2 dipende la possibilità di sviluppare alcuni tipi di malattie rispetto ad altre, da giovane o da adulto. (....)
Per comprendere meglio quello che è definito il "paradigma TH1/TH2", immaginiamo una bilancia. Su un piatto abbiamo il sistema TH1, sull'altro il sistema TH2. Il nostro organismo si mantiene in buona salute se il peso di entrambi i piatti è simile. Se aumenta il piatto del sistema TH2, cioè se si verifica una situazione di squilibrio immune in favore delle cellule TH2, avremo più frequentemente manifestazioni allergiche. In questo caso le cellule TH1 diminuiscono, rendendo così l'individuo più suscettibile alle malattie virali e ad alcuni tipi di cancro. Al contrario, l'aumento delle cellule TH1 (il piatto della bilancia pende dalla parte del sistema TH1), può indurre l'aumento delle patologie infiammatorie croniche e di quelle autoimmunitarie come artrite reumatoide, sclerosi multipla, malattia infiammatori dell'intestino, o diabete."
Intorno al 1989 alcuni ricercatori cominciarono a formulare la "hygiene hypothesis" come possibile spiegazione del forte aumento delle malattie allergiche e autoimmuni a cui si assisteva già da alcuni decenni. Fra i tanti fattori che sono stati studiati per trovare una spiegazione per questo preoccupante fenomeno c'era anche il ruolo dei linfociti T Helper che - come tutte le componenti del sistema immunitario, a cui appartengono - comunicano con il rilascio di particolari molecole, dopo aver ricevuto a loro volta questo e altri tipi di messaggi dai vari componenti del sistema immunitario. E' nato così il cosiddetto "paradigma del TH1/TH2" però già da più di 10 anni la comunità scientifica si rendeva conto che questa spiegazione era troppo semplicistica e non teneva conto di altri mecchanismi immunologiche estremamente complessi. Anche il fatto che sia le allergie che sono mediate dal TH2 che le malattie autoimmuni, mediate dal TH1 sono aumentate contemporaneamente allo stesso ritmo nei medesimi paesi, indicava che la faccenda era molto più complicata. Più avanti riporterò ulteriori incongruenze.

Nonostante che il semplice "paradigma TH1/TH2" come spiegazione dell'aumento delle allergie e malattie autoimmuni fosse stato fortemente ridimensionato dagli esperti in materia, perché non del tutto compatibile con i tanti studi pubblicati da allora e il notevole progresso della scienza dell'immunologia, gli antivaccinisti se lo tengono stretto nella forma originaria.

Serravalle spiega a pagina 44:
"Il sistema immunitario ha una plasticità nei primi anni di vita che definirà il suo "carattere". La risposta immune potrà essere orientata verso una risposta TH1 o TH2, e le vaccinazioni, insieme ad altri fattori, giocano un ruolo importante nel creare e mantenere una situazione di squilibrio tra il sistema TH1 e il sistema TH2."
Ecco, una spiegazione perfetta, plausibile, lineare e facile da far capire - anche ad un bambino - come i vaccini causano le allergie e le malattie autoimmuni. Ma è anche corretta?

Per rafforzare la propria posizione, Serravalle cita due studi scientifici:
"Certo, possono concorrervi altre cause (una sempre maggiore esposizione agli acari, ai gas di scarico delle automobili) ma è ragionevole credere che i vaccini giochino un ruolo importante. G.A. Rook e altri lo affermano esplicitamente su "Immunology Today":
"Il notevole aumento delle allergie che si registra in Occidente è da addebitare alla scarsa attivazione fisiologica del sistema TH1 e all'aumentata esposizione a quei vaccini che inducono una risposta di tipo TH2."

Manca la fonte precisa, cioè l'anno, il numero della rivista e il titolo. Solo con questi dati in mano è possibile verificare. Incuriosita, ho quindi scritto al prof. Rook del Centre for Clinical Microbiology UCL (University College London). Gli ho tradotto la citazione e spiegato il contesto. Mi ha spiegato che ha pubblicato molti studi per spiegare che quella storia dello squilibrio TH1/T2 come unica spiegazione per il fenomeno dell'aumento delle allergie e delle malattie autoimmuni è sbagliata. Mi ha mandato alcuni dei suoi recenti - interessantissimi - lavori. Uno di questi, che è pubblicamente accessibile, si trova nella bibliografia in fondo a questo post. Il Prof. Rook mi ha anche spiegato che teoricamente parlando è poco verosimile che i vaccini giochino un ruolo nelle malattie autoimmuni e nelle allergie, e se si, lui si aspetterebbe che l'effetto sia leggermente protettivo.

Ed ecco il secondo studio che Serravalle cita:
"Tra le tante ricerche a proposito voglio ricordare uno studio recente. Ricercatori dell'Università di Manitoba a Winnipeg (Canada) affermano che
"Si è osservato che l'immunizzazione nella prima infanzia promuove lo sviluppo dell'asma attraverso la stimolazione della risposta immunitaria di tipo TH2 o la diminuzione della "pressione" microbica che produce uno sbilanciamento tra TH1 e TH2".
Calendari vaccinali differenti potrebbero spiegare le differenze nell'associazione tra la vaccinazione e l'asma, emerse da numerosi studi osservazionali. Analizzando dati di una coorte di oltre 11.000 bambini del Manitoba dalla nascita nel 1995 fino al compimento del settimo anno, che avevano ricevuto fin a quattro dosi di DTP, i ricercatori hanno trovato che il rischio di asma era dimezzato nei piccoli nei quali la prima dose era stata ritardata di più di due mesi; per i bambini che avevano posticipato ulteriormente l'immunizzazione, il rischio di asma diminuiva ancora.
Credo che la somministrazione  precoce delle vaccinazioni, gli adiuvanti contenuti nei vaccini, e la somministrazione contemporanea di più vaccini possano interferire in maniera rilevante, a volte irreversibile, sulla maturazione e sull'equilibrio di un sistema immunitario ancora fragile."     
J Allergy Clin Immunol. 2008 Mar;121(3):626-31
Delay in diphtheria, pertussis, tetanus vaccination is associated with a reduced risk of childhood asthma.
McDonald KL et al.

E' sempre consigliabile controllare personalmente gli studi che gli antivaccinisti citano perché di solito si scopre che contengono cose abbastanza diverse, spesso addirittura l'opposto di quello per cui vengono citati. Così anche in questo caso.

La citazione testuale "Si è osservato etc." non è la conclusione di questo studio ma il background, ovvero una delle tesi basate sulla "hygiene hypothesis" dalla quale sono partiti gli autori di questo lavoro. Serravalle ha semplicemente riportato la prima frase dell'abstract (= riassunto).

Questo studio non è stato concepito per poter dimostrare un nesso causale tra il vaccino in questione e l'incidenza di asma, perché manca completamente un gruppo di controllo di non vaccinati. Serravalle decide in modo del tutto arbitrario, che i casi di asma in quello studio siano stati causati dal vaccino.

Gli autori dello studio invece hanno tratto dai propri dati le seguenti conclusioni::

"Implicazioni cliniche: Questi risultati suggeriscono un ruolo protettivo della febbre indotta dal vaccino nello sviluppo di asma nei bambini, ma dovranno essere confermati con ulteriori studi di vaccini combinati  DPTa*"

* Il DTPa è il vaccino contro difterite, tetano e pertosse la cui componente pertossica è acellulare mentre i bambini in questo studio sono stati vaccinati con il vecchio DTPw che contiene il batterio della pertosse intero, ucciso. Nei paesi industrializzati il DTPw è stato sostituto già molti anni fa dal DTPa che è meno reattogeno (incl. meno reazioni febbrili).
 
Serravalle ha rovesciato completamente i risultati di questo studio. Gli autori hanno trovato che il vaccino DTPw  riduce fortemente il rischio di asma se la prima dose viene applicata due mesi più tardi, quando è più facile che i bambini vaccinati reagiscono con la febbre che a sua volta è ritenuta protettiva per l'asma. Serravalle lo interpreta liberamente invece così: "Il vaccino DTP causa l'asma e più piccoli i bambini sono, più vengono danneggiati.  Spostando la vaccinazione di due mesi il vaccino causa ancora l'asma, ma il danno è dimezzato."

Fra gli antivaccinisti - e questo lo rispecchia anche il libro di Serravalle - il vaccino DTPw è quello che viene maggiormente accusato di causare le allergie. La loro spiegazione è che questo vaccino, creando una reazione di TH2 che è implicata nelle reazioni allergiche, sposta il piatto della bilancia verso il TH2 e "sregola" così il sistema immunitario dei bambini che di conseguenza sono più soggetti a sviluppare allergie. La formula "DTPw causa sbilanciamento verso una risposta TH2 che a sua volta causa allergie" è uno dei loro piatti forte.

Ma già più di 10 anni fa i ricercatori hanno scoperto che il vecchio vaccino DTPw causa solo nei roditori una reazione del tipo TH2, mentre nei bambini la reazione è del tipo TH1, cioè proprio verso quel piatto della bilancia che - secondo il paradigma TH1/TH2 dovrebbe proteggerli dalle allergie! Il vaccino DTPa che è quello che ricevono i nostri bambini con l'esavalente, causa invece una reazione mista, di TH1/TH2. Come prova riporto un grafico (che si può ingrandire cliccandoci sopra).

Nel grafico si possono vedere i risultati di una ricerca che aveva indagato sul tipo di risposta che i vari tipi di vaccino DTP davano. All'epoca in Italia era in corso uno studio sull'efficacia e la sicurezza del nuovo vaccino contro la pertosse, quello acellulare, che ha poi sostituito quello vecchio, a cellule intere. Il risultato è interessante perché si vede benissimo che il vecchio vaccino DTPw (nel grafico wP) sollecita una forte risposta TH1 (le cellule T Helper 1 che sono i più importanti produttori di interferone Gamma (IFN-γ) e praticamente nessuna risposta TH2 (le cellule TH1 sono produttori di interleuchine IL-5 e altre molecole). I due vaccini acellulare (nel grafico aP DB e aP SB) che si confrontavano nello studio hanno invece entrambi una risposta mista, cioè sia del tipo TH1 (espresso dalla quantità di IFN-γ) che del tipo TH2 (espresso dalla quantità di IL-5). Questi risultati sono stati confermati anche da altri studi.



Fonte del grafico:

Infect Immun. 1997 Jun;65(6):2168-74.
Vaccine- and antigen-dependent type 1 and type 2 cytokine induction after primary vaccination of infants with whole-cell or acellular pertussis vaccines.
Ausiello CM, Urbani F, la Sala A, Lande R, Cassone A.
Department of Bacteriology and Medical Mycology, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy.

Il Prof. Rook ha sottolineato in una delle sue mail a me, che le infezioni da elminiti (vermi) causano una forte reazione TH2 ma proteggono dalle allergie (vedi anche l'articolo di Paul Offit che ho messo nella bibliografia). 

Anche la gravidanza crea un forte ambiente TH2 nel feto e nel neonato (e nella madre), eppure non c'è nessuna evidenza di un'aumento del rischio di allergie con questa condizione.

Un'altro punto che indebolisce l'argomento dello squilibrio TH1/TH2 causato dalle vaccinazioni è che nel caso che venga attivato il sistema TH2, solo nei roditori questo favorisce soprattutto la produzione di anticorpi IgE (implicati nelle reazioni allergiche), mentre nell'uomo la reazione non è così netta. Indipendente dal fatto che venga stimolata una reazione TH1 o TH2, spesso i principali tipi di anticorpi circolanti sono le immunoglobuline G1 (IgG1) che non sono implicate nelle reazioni allergiche. Vedi nella bibliografia il documento dell'OMS "Vaccine immunology" a pagina 23)

Il sistema immunitario è molto più complesso di come cercano di dipingerlo gli antivaccinisti. Non funziona come una slot-machine dove uno inserisce un vaccino e, a men che non si dica, i piatti di una bilancia TH1e TH2 si spostano irrimediabilmente causando gravi malattie.

In conclusione, si può dire che chi dà ascolto agli antivaccinisti e le loro spiegazioni, riguardo ad un presunto squilbrio delle risposte TH1/TH2 causato dalle vaccinazioni, decide sulla base di specifiche caratteristiche del sistema immunitarie dei roditori che in questo caso sono profondamente diverse da quelle dei bambini.

E' decisamente più saggio seguire le raccomandazioni del calendario vaccinale che si basa sulla migliore evidenza scientifica attualmente a disposizione e non su pregiudizi, vecchi paradigmi e caratteristiche limitate ai  roditori.
 
A scanso di equivoci, gli esperti in materia sono dell'opinione che anche i linfociti TH1 e TH2 hanno un ruolo nelle malattie allergiche e autoimmuni  perché si è osservato da anni che chi è affetto dalle allergie che sono mediate dal TH2 solo raramente sviluppa anche malattie autoimmuni e viceversa. Però sanno anche che sono coinvolti meccanismi regolatori che a loro volta dipendono soprattutto dalla predisposizione genetica. La facenda è ben più complessa di come gli antivaccinisti la raccontano.

Recentemente è stato pubblicato uno studio molto importante. Sono stati raccolti i dati di 54.943 bambini in 29 paesi in tutto il mondo. In nessuno di questi paesi è stato riscontrato un rischio aumentato di asma, rinocongiuntivite e eczema nei bambini vaccinati contro il morbillo e/o la pertosse. Chi invece aveva avuto il morbillo o la pertosse aveva più probabilità di sviluppare successivamente queste malattie atopiche. [5]

Con due articoli avevo già esaminato il seguente tema che è attinente a quello appena trattato:

Il vaccino antipertosse e le allergie - I° parte

Il vaccino antipertosse e le allergie - II° parte


La serie di post sui vaccini multipli continua...


Bibliografia

Offit PA, Jew RK.
Pediatrics. 2003 Dec;112(6 Pt 1):1394-7.

Claire-Anne Siegrist
Documento WHO

3) Clin Exp Immunol. 2010 Apr;160(1):70-9
99th Dahlem conference on infection, inflammation and chronic inflammatory disorders: darwinian medicine and the 'hygiene' or 'old friends' hypothesis.
Rook GA.
Department Infection, University College London (UCL), London, UK.

4) Infect Immun. 1997 Jun;65(6):2168-74.
Vaccine- and antigen-dependent type 1 and type 2 cytokine induction after primary vaccination of infants with whole-cell or acellular pertussis vaccines.
Ausiello CM, Urbani F, la Sala A, Lande R, Cassone A.
Department of Bacteriology and Medical Mycology, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy.

5) Pediatr Allergy Immunol 2012 Dec;23(8):737-46.
Association of pertussis and measles infections and immunizations with asthma and allergic sensitization in ISAAC Phase Two. 
Nagel G et al.

6) Vaccine 22 (2004) 3375–3385
No epidemiological evidence for infant vaccinations to cause allergic disease
S. Koppen et al.
Vaxinostics, Vaccine Center Erasmus University Rotterdam, Infectious Diseases and Immunology, Department of Pediatrics, Erasmus MC—Sophia Children’s Hospital, Rotterdam, The Netherlands
National Institute of Public Health and the Environment (RIVM), Bilthoven, The Netherlands
Department of Medical Statistics, Leiden University Medical Center, Leiden, The Netherlands
Department of Infectious Diseases and Immunology, Faculty of Veterinary Medicine, University of Utrecht, The Netherlands

(Istruzioni per trovare il testo integrale: Andare su Google Scholar e fare una ricerca mettendo il titolo dello studio. Lo si può scaricare da un sito contro le vaccinazioni, dove questo studio (che non ha trovato prove di una correlazione causale le vaccinazioni e le allergie) viene elencato nella rubrica con il titolo "studi sugli eventi avversi".)

10 commenti:

  1. "Sarebbe come consigliare di allacciare i bambini in macchina solo quando si raggiunge l'autostrada. Chi seguirebbe una raccomandazione così pericolosa e completamente priva di senso?" non è un buon esempio, visto che ci sono genitori che non allacciano le cinture ai figli NEMMENO in autostrada. ne ho visti alcuni che non avevano nemmeno comprato il seggiolino. purtroppo la percezione dei rischi è davvero molto soggettiva. alla fine basta pensare "lo abbiamo fatto tante volte e non è successo niente" per essere convinti che in fondo sia sicuro. peccato che quelli che sono morti non possono dire la stessa cosa. si dovrebbe studiare di più la statistica, sin dalle scuole primarie!

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  2. Si, anch'io ho visto tante volte con orrore che la gente si tiene il bambino davanti, seduto sul grembo. E' tremendo! Comunque il mio esempio si riferiva al consiglio di rimandare le vaccinazioni a dopo l'anno di vita che si sente dire alcuni antivaccinisti. Quello di non allaccare i bambini per niente, nemmeno sull'autostrada equivale al consiglio di non vaccinarli affatto. Comunque il consiglio di alcuni antivaccinisti di vaccinare i bambini più tardi è ingannevole perché in realtà mirano a convincere i genitori a non farli vaccinare per niente. Dicendo di rimandare prendono tempo.

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  3. Comunque, ho capito che cosa intendi. Che quei genitori italiani che non allacciano i bambini in macchina non ci troveranno niente di pericoloso nel rimandare le vaccinazioni.

    Si, penso tu abbia ragione. Purtroppo la percezione del rischio è una questione molto difficile. Quando mancano le esperienze personali i rischi reali vengono percepiti come molto distanti "A me non succederà" o "Se il destino vuole, non si può fare nulla".

    E vero, quelli che sono morti (per le malattie infettive prevenibili con le vaccinazioni, per un incidente di macchina senza la cintura allacciata etc.) non possono più testimoniare.

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  4. Buongiorno. Sto per vaccinare il mio bimbo di quasi tre mesi. Non nascondo che sto impiegando molto del mio tempo nell'approfondire aspetti inerenti gli effetti indesiderati dei vaccini. Trovo il suo articolo molto interessante, avendo gia letto da profano i "pezzi" che lei stesso riporta. Io credo che al di la del "credo" il valore di una tesi sia semre direttamente proporzionale alla "buona fede " di chi la professa, e sinceramente leggere delle manipolazioni sulle interpretazioni di articoli scientifici mi lascia pensare sul valore delle tesi riportate dagli anti vaccinisti. Purtroppo troppo spesso si hanno atteggiamenti da "tifosi" nel dibattere questi ed altri scottanti temi, E' per questo invece che apprezzo il tecnicismo con il quale lei redige l'articolo, e la pronta risposta a chi invece espone altre tesi. Il silenzio invece mi fa paura, e mi sembra troppo spesso che la comunità scientifica stia in silenzio, o meglio risponda in maniera troppo semplicistica ai propri interlocutori, iv icompresi gli anti vaccinisti. Evidentemente vi è il preconcetto che chi ascolta sia una popolazione priva si capacità di analisi, quindi scendere troppo nel tecnico potrebbe solo dare forza a chi si mette contro la comunità scientifica. Oggi come oggi, con l'avvento di Internet, a mio avviso questo approccio è assolutmaente controproducente. Personalmente credo che al di la di quanto si riporta nel suo articolo, vi siano comunque nell'ambiente pressioni notevoli da parte delle case farmaceutiche. Una cosa gli vorrei domandare ? Gli antivaccinisti dichiarano che la pertosse sia pericolosa solo nei primi 6 mesi di vita, ed il vaccino copre dalla pertosse solamente dopo il secondo richiamo, quindi a pericolo gia scampato. E vero ? Seconda domanda : Non ritiene poco logico rendere obbligatori vaccini per patologie ormai scoprase in Italia, o per lo meno non ritiene che si possa effettivamente per queste patologie aspettare che il sistema immunitario sia un po più maturo invece di obbligare a farle a 3 mesi ? Terza domanda : Non ritiene oltre che sbagliato il fatto di obbligare "di fatto" ad un esavalente, quanto i vaccini obbligatori sono 4, nonchè il fatto di aver reso obbligatorio anche il vaccino contro l'epatite B in così tenera età, quando obiettivamente è improbabile che un bimbo di pochi mesi entri in contatto con tale virus ? La ringrazio. Cordiali saluti . Fabio

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  5. Buonasera, ho gli stessi dubbi di Fabio Luzi. Attendo una sua cortese risposta.
    Grazie
    Cordiali saluti
    Federica

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  6. Anche a me farebbe piacere poter leggere una risposta ai dubbi di Fabio Luzi.

    Grazie,

    Daniele

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  7. E' vero che il rischio più alto di morire per la pertosse è nei primi sei mesi di vita. Ma anche dopo il rischio di complicanze c'è ed è comunque una brutta malattia che dura molte settimane (non si vaccina solo per evitare la morte ma anche per evitare la malattia e ev. complicanze che non necessariamente portano alla morte). Se si vaccinano tutti i bambini, secondo il calendario vaccinale, anche i bambini piccoli vengono protetti indirettamente. Ora c'è però il problema che sono spesso gli adulti che lo accudiscono che gli trasmettono la pertosse. Questo perché la protezione sia del vaccino che della pertosse stessa dura solo alcuni anni. Da qualche tempo viene raccomandato a tutti gli adulti di fare un richiamo ogni 10 anni (insieme al tetano e la difterite) proprio per proteggere così indirettamente i piccoli.

    Spostare la vaccinazione non ha nessun vantaggio ma solo lo svantaggio che i bambini sarebbero senza protezione nel periodo in cui sono a maggior rischio di un decorso grave e di complicanze. Il vaccino è sicuro anche nei bambini piccoli (è stato sviluppato e testato proprio per questa fascia di età) e risulta efficace e sicuro.

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  8. Non capisco perché dei genitori dovessero preferire di proteggere i propri bambino da 4 malattie quando si possono proteggere da 6 e più. E' una cosa inconcepibile. Potrei capire se ci fossero 6 vaccini e lo Stato vaccinasse solo contro 4. Allora capirei perfettamente i genitori che si ribellerebbero - giustamente - perché vorrebbero che i loro bambini fossero protetti da più malattie pericolose e non solo da 4. Ma così mi sembra una scena da Alice nel paese degli specchi dove tutto è al contrario.

    Il vaccino contro l'epatite B è importante perché se un bambino piccolo contrae il virus, la probabilità è molto alta che diventi un portatore cronico. Il vaccino funziona meglio nei bambini che negli adulti (negli adulti la percentuale di non-responder è più alto). E' un vaccino sicuro e efficace (già subito dopo la nascita), contiene un solo antigene. Con l'esavalente si evitano tante punture (i bambini non sono uno portaspilli) e si riduce la dose di eccipienti. Il rischio per un bambini piccolo di entrare in contatto con il virus dell'epatite B è basso in Italia ma non è inesistente e i bambini crescono più velocemente di quanto i genitori si immaginano. Ci sono molti portatori sani che non sanno nemmeno di esserlo. Il virus è altamente infettivo (100 volte più del HIV), resiste ai comuni disinfettanti e nell'ambiente rimane a lungo infettivo. Basta una microlesione sulla pelle o sulle mucose. La politica vaccinale adottata dall'Italia contro il HBV è quella migliore possibile per ridurre via via, con il susseguirsi delle coorti di nascita il numero di suscettibili. La protezione è molto lunga, probabilmente per tutta la vita. Questo perché il HBV ha lunghissimi tempi di incubazione e quindi le cellule memoria del sistema immunitario hanno sufficiente tempo per produrre un alto numero di anticorpi che neutralizza i virus.

    Le malattie che sono scomparse in Italia non sono scomparse nel mondo e non conoscono frontiere. Sono a distanza di un volo d'aereo. Sarebbe pericoloso smettere di vaccinare. Chi ci tiene alla salute della popolazione trova poco etico aspettare che si verificano i primi casi per esempio di polio o difterite e poi dover vaccinare tutta la popolazione entro pochi giorni (sarebbe ingestibile, e non ci sarebbero nemmeno dosi a sufficienza per tutti e molti dovrebbero essere sacrificati). Il Servizio Sanitario Nazionale invece vuole EVITARE che succedano casi, anche uno solo sarebbe inaccettabile. I movimenti antivaccinali invece fanno il contrario. Dicono ai genitori di lasciare i propri figli senza protezione (= esperimento sulla pelle di bambini innocenti) e di aspettare se si verificano casi. Solo DOPO che ci sarà la prima vittima correrebbero tutti alle ASL. Non è un consiglio intelligente ed è anche poco etico perché prevede che ci siano delle vittime che si possono vedere, toccare e contare per le statistiche. Chi ci tiene alla salute dei bambini non vuole avere casi da poter contare, toccare e vedere. Vuole che facciano parte del passato e che non tornino mai più!

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  9. Nell'articolo di McDonald si legge nelle discussioni finali:

    To our knowledge, we are the first to report that delay in administration of the first dose of DPT immunization is significantly associated with a reduced risk of developing asthma in childhood.

    Quindi? Non c'è scritto che il vaccino causa l'asma... c'è scritto che pare che tardando il vaccino, cala la probabilità di sviluppare l'asma. Mi sembra già notevole come risultato.

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  10. Stavo già per indicarti dove ne avevo parlato, ma vedo che nel frattempo l'hai trovato da solo.

    Allora, prima di tutto, questo studio riguarda il vaccino DTwP, cioè quello a cellule intere che non si usa più da molti anni. Quindi lo studio non riguarda le vaccinazioni del nostro calendario vaccinale.

    Poi lo studio in questione ha dei bias di campionamento che potrebbero potenzialmente spiegare il risultato. Per esempio non è stato appurato perché la vaccinazione è stata rimandata. Spesso il motivo sono episodi di febbre che potrebbe avere una funzione protettiva. Un altro bias è la variazione nel numero di visite mediche. Inoltre non hanno preso in considerazione l'allattamento che riduce il rischio di asma e spesso chi allatta rimanda la vaccinazione perché nell'ambiente della promozione dell'allattamento si viene più facilmente a contatto con chi parla male delle vaccinazioni e che invita a farle più tardi.

    Inoltre ritardare la prima dose espone i bambini piccoli al rischio di pertosse che può avere conseguenze mortali.

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